Post n°476 pubblicato il 16 Ottobre 2012 da simurgh2
Guardavo l’acqua uscire dal rubinetto prima Ero li per lavarmi le mani ma mi son incantato Che genere di incantamento era? mi son chiesto poi Son stato fermo con le mani appoggiate sul bordo del lavandino L’acqua, ho pensato, qualsiasi sia la fonte, provoca evocazioni inondazione dal pleistocene interiore Il fluido scorre e porta via, sicchè c’è un’assenza, in fondo questo pensavo -All'eterna fluida che ci ha generato da quando il vagito non aveva la forza di esistere fino a nutrirci- I pensieri sono schegge innumerevoli e sfuggenti Una cerva che si abbevera, una ninfa che protegge la fonte, l'anguana che muove i suoi fianchi a pelo d'acqua un sasso tirato , un laghetto con dentro una balena il nuotatore di Cheever che attraversa le piscine della contea il toro che insemina la schiuma del mare da cui nascerà Venere io come Celine che guardo le navi entrare e uscire dal porto la sorgente carsica del Timavo dove gettavo simboli d’amore ……
Guardavo l’acqua uscire dal rubinetto ed ero in questo stato di contemplazione di rapimento e assenza, sperdimento pochi secondi e millemila frammenti mi attraversavano con un secchio Mi pareva di immergermi dalla riva provenendo dal deserto, affondavo il viso Immergermi, ecco, come un tornare Tornare pesci
Vieni anche tu, le ho detto il desiderio andava al buco del lavandino dove tutto rifluiva, inghiottito nelle profondità tu mi venivi dentro come fosse il tuo destino io ad accoglierti e con te sprofondare dentro quel gorgo, gorgogliare spasmi d’amore percorrere assieme tubi e scarichi nei muri Sfociare insieme condutture e acqua dentro il fiume Pochi secondi questa cosa infine è durata Ancora adesso sento il tumulto del torrente tra i sassi Acqua e acqua, come il fiume e il mare Acqua e acqua dello stesso fiume pure La congiunzione, il mescolamento, un unico elemento Forse una cosa sola infine. Sentire sempre questo di te inondare Annegami, annegami! Fai pure
Scioglie lingue l'acqua Toccata piano con una sola mano Geme.....amen Veniva giu l'll monaco per l'll chiostro vecchio come l'acqua fluttuava la sua veste di silenzio
" Come bagnarci la lingua nell'acqua di scolo dei poeti ora che il giorno lo scagli nel fiume sasso dopo sasso Deve venire la gioia, sollevando le cortine da sopra gli occhi confusi: quello che tu hai cercato" (Elia Belculfinè)
E cosi ci trovammo dentro il buco di scarico del lavandino stretti in noi come sardine, ci cadevamo dentro, vorrrticando Forme viventi appaiono e svaniscono, grottesche Se le osserviamo con meraviglia ci cambiano Ci cambiano perchè le osserviamo La nebbia inventa l'immaginazione
I'll, cosi si chiamava, era stretta a me in quel vortice che durò non so quanto la trasformazione avvenne senza indugi proclamando il ritorno alle ere perdute le squame d'argento, le pinne, le branchie. Imparare a respirare sotto l'acqua era sempre stato anche il sogno di I'll "È il debito del mare che ci resta sulla lingua attraverso l’acqua e le sue mappe." Respirare senza riparo, senza rimedio bagnarsene Scaturimmo fuori in un piccolo laghetto I'll si girò e guizzò via con uno squittio di meraviglia La vidi di slancio mangiare un'insetto Io la seguivo ma ero goffo, imbranato l'acqua sembrava appuntirsi e graffiare Parole galleggiavano qua e la dentro a piccole bolle che subito svanivano Intorno c'era un bosco. "E' il mio" disse I'll Vieni, mi disse e con una capriola s'inoltrò nel fondo Alifib, alifib era il suono dei guizzi con scaglie Il cuore si apriva come se avesse le valve di una conchiglia Quando mi innamorai di I'll sembrava non volesse altro che corrrere per sentieri scoscesi, attraversare radure passare sotto archi di pietra, visitare spelonche sperdute adibite a templi, con monaci dai sai di silenzi
Quando mi innamorai di I'll stava in altura cercava dove iniziava il bianco e come si distende e guardala adesso, mi dicevo, guarda che roba La seguivo e mi sembrava di sprofondare al fondo di me stesso Strato dopo strato, come cieli sovrapposti, attraversarne lo spazio nel cadere la perdita decompormi e rinascere Sul fondo mi mostrò un polombaro Il palombaro allargò le braccia come a mostrar meraviglia Poi le sollevò, come a dire finalmente Proveniva dalle terre emerse Era convinto che in breve sarebbero scomparse cosi, com'eran saltate fuori sarebbero state sommerse Cosi s'era messo a fare il guardiano del piccolo lago Sembrava contento. Mi sono abituato. Diventerò un pesce Guardò I'll e disse "Tu sei quella che tirava i sassi. Quella che buttava le mentine Frisky alla balena" Dov'è la balena? Chiese I'll. Dov'è? "Tu sei quella della rosa galleggiante con la sua fiamma. La balena è li" disse, indicandola con la mano. Aveva lo stesso colore dell'acqua. Poggiava il ventre sul fondo. La piu grande balena degli appennini dormiva?
Io, intanto vedevo occhi scuri in quei fondali Mi guardavano sospettosi, lo capivo, eravamo intrusi La luce, dalla superficie scendendo tremolava poi adagiandosi si fletteva e spariva dentro quegli occhi scuri Dentro l'acqua si deve star attenti a far domande Mi appoggiavo ruotando le direzioni del mio corpo Non era come spingere piu in su il cielo con le mani Mi sentivo un pesce fuor d'acqua. I'll no, non lo era Era forse perchè mi trovavo al fondo di me stesso che sentivo tutto quel peso che gravava senza fiato ? Oppure era solo l'immaginazione che avviluppava le cose a quel modo imprigionandomi in me stesso? Io non ero convinto di star tanto la sotto ma senza I'll non volevo stare. Mi sentivo insicuro I'll, invece si vede che è sempre stata un pesce fuor d'acqua
(dovrebbe continuare)
Quel mondo sott'accqua, mi è venuto da Calvino Come Murakami che dice" Quel mondo lo aveva tratto dal romanzo di Faulkner -La crisalide d'aria- ma ormai era diventato completamente suo." Per gioni cosi, quelle immagini e invenzioni hanno allagato i mei pensieri. Mi veniva una storia che adesso vorrei finire. Non sapevo all'inizio come si sarebbe sviluppata. Parti a scrivere poi pian piano si forma
da “Tutte le cosmocomiche” di Italo Calvino: “Le condizioni di quando la vita non era ancora uscita dagli oceani non sono molto mutate per le cellule del corpo umano bagnate dall’onda primordiale che continua a scorrere nelle arterie Il nosro sangue ha una composizione chimica analoga a quella del mare delle origini, da le prime cellule viventi e i primi esseri pluricelllulari traevano ossigeno e gli altri elementi necessari alla vita. Con l’evoluzione di organismi piu complessi, il problema di mantenere il massimo numero di cellule a contatto con l’ambiente liquido non potè piu essere risolto semplicemente attraverso l’espansione della superficie esterna. Si trovarono avvantaggiati gli organismi dotati di strutture cave, all’inbterno delle quali l’acqua marina non poteva fluire. Ma fu solo con la ramificazione di queste cabvità, in un sistema di circolazione sanguigna, che la distribuzione dell’ossigeno venne garantita all’insieme delle cellule, rendendo cosi possibile la vita terrestre. Il mare in cui un tempo gli esseri viventi erano immersi, ora è racchiuso entro i loro corpi”
-Rilke - Tutte le poesie - Einaudi -J. Franzen- Zona disagio- -Jennifer Egan- Il tempo è un bastardo -Tabucchi- Racconti con figure -David F. Wallace- Tutto e di piu -Ingo Shulze-Zeus e altre storie semplici
Chi viaggia odia l'estate. L'estate appartiene al turista. Il viaggiatore viaggia da solo e non lo fa per tornare contento. Lui viaggia perchè è di mestiere. Ha scelto il mestiere di vento. (Mercanti di Liquore)
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