Ripeness is all

un paese ci vuole per non essere soli (Cesare Pavese)

 

CONTATTA L'AUTORE

Nickname: snoopy68
Se copi, violi le regole della Community Sesso: M
Età: 75
Prov: SV
 

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 26
 

ULTIME VISITE AL BLOG

dantealfa_2010gianluigi57franmatteolubopoemmepoststefanosainopsicologiaforenseledeliziedileonardomax_6_66alessandrog1983chiararossanimerydelucasnoopy68Basta_una_scintillaossimora
 

ULTIMI COMMENTI

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

« Messaggio #1104Messaggio #1106 »

Post N° 1105

Post n°1105 pubblicato il 16 Settembre 2008 da snoopy68


Catullo e Foscolo...a confronto

Molto interessante l'ispirazione che ha trovato il Foscolo (un poeta che mi interessa per diversi motivi) nei versi di un grande poeta classico latino, Caio Valerio Catullo.

Ecco il testo del sonetto catulliano con la relativa traduzione

Multas per gentes et multa per aequora vectus
advenio has miseras, frater, ad inferias,
ut te postremo donarem munere mortis
Et mutam nequiquam alloquerer cinerem.
quandoquidem fortuna mihi tete abstulit ipsum.
heu miser indigne frater adempte mihi,
nunc tamen interea haec, prisco quae more parentum
tradita sunt tristi munere ad inferias,
accipe fraterno multum manantia fletu,
atque in perpetuum, frater, ave atque vale.

Tra molte genti portato e tra molti mari
arrivo a queste misere, fratello, esequie,
per donarti l'ultimo tributo di morte
ed invano parlare colla cenere muta.
Dal momento che la sfortuna mi ha tolto proprio te.
Ahi, misero fratello indegnamente sottrattomi,
ora tuttavia intanto queste offerte, che per antico rito
degli avi son state rese con triste tributo alle esequie,
accoglile emananti molto di fraterno pianto,
ed in perpetuo, fratello, salute e addio.

Ed ecco qui il famoso sonetto foscoliano "In morte del fratello Giovanni"

Un dì, s'io non andrò sempre fuggendo
di gente in gente, me vedrai seduto
su la tua pietra, o fratel mio, gemendo
il fior de' tuoi gentil anni caduto.


La Madre or sol suo dì tardo traendo
parla di me col tuo cenere muto,
ma io deluse a voi le palme tendo
e sol da lunge i miei tetti saluto.

Sento gli avversi numi, e le secrete
cure che al viver tuo furon tempesta,

e prego anch'io nel tuo porto quiete.


Questo di tanta speme oggi mi resta!
Straniere genti, l'ossa mia rendete
allora al petto della madre mesta.

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 
 

INFO


Un blog di: snoopy68
Data di creazione: 29/10/2005
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963