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Post N° 1156

Post n°1156 pubblicato il 01 Novembre 2008 da snoopy68

Appello di otto associazioni musulmane al responsabile del Viminale - Chiedono di portare avanti l'iniziativa voluta da Pisanu e Amato per il confronto

Consulta Islamica, lettera a Maroni: "Ministro, non spezzi il filo del dialogo"

 
di Vladimiro Polchi

"Caro ministro, non spezzi il filo del dialogo e ci convochi al più presto". Ricordate la Consulta Islamica? Voluta da Giuseppe Pisanu e confermata da Giuliano Amato, aveva raccolto attorno al tavolo del Viminale i più importanti rappresentanti dell'islam italiano. Ne era nata una "Dichiarazione di intenti" firmata dai musulmani moderati (ad esclusione dei "duri" dell'Ucoii), con l'obiettivo di dar vita a una Federazione dell'Islam "pluralista e democratica". Che ne è stato?

Il ministro Roberto Maroni sembra essersene dimenticato.
O meglio, sembra  giudicarla inutile, visto che ancora non ha risposto alla lettera speditagli da 8 membri della Consulta, il 3 giugno scorso. "Così muore un organismo unico e prezioso", commenta con amarezza Yahya Pallavicini, vicepresidente
della Coreis. Non è tutto: Maroni non ha finora convocato neppure il Comitato contro la discriminazione e l'antisemitismo, istituito nel 2004 da Pisanu e presieduto dal prefetto Mario Morcone.


Un passo indietro. La Consulta Islamica nasce il 10 settembre 2005, con decreto del ministro dell'Interno Pisanu. Cos'è? Un organismo di 16 membri, creato per risolvere "i problemi dell'integrazione delle comunità musulmane". La Consulta continua a lavorare anche sotto Giuliano Amato, non senza contrasti tra i suoi membri. In particolare sono le posizioni estremistiche dell'Ucoii a restare sempre più isolate. Nell'aprile del 2007, il ministro dell'Interno e il presidente del comitato scientifico Carlo Cardia presentano alla stampa
la "Carta dei
valori della cittadinanza e dell'integrazione", con lo scopo "di
enunciare principi validi per tutti coloro che desiderano risiedere in Italia".


Non solo. Il 23 aprile 2008, al Viminale viene firmata la "Dichiarazione d'intenti", per dare vita a una Federazione dell'Islam "moderata". L'obiettivo? Unire la galassia musulmana in Italia, siglare un'intesa con lo Stato e, infine, accedere all'otto per mille. A firmarla sono 7 dei 16 componenti della Consulta: Yahya Pallavicini, Mario Scialoja, Souad Sbai, Gulshan Jivraj Antivalle, Mohamed Saady, Ejaz Ahmad e Younis Tawfik. A questi si aggiunge Abdellah Redouane della Grande moschea di
Roma. "Chi abbandonasse questo lavoro - dichiara in quei giorni Amato - favorirebbe l'estremismo".


Ebbene, attualmente quel lavoro sembra proprio abbandonato.
Il 12 maggio scorso il ministro Roberto Maroni, riferendosi alla Consulta, ha detto "Se sarà utile, la manterremo". Poi, più nulla. E così, il 3 giugno gli 8 firmatari della "Dichiarazione di intenti" hanno preso carta e penna e hanno scritto al responsabile del Viminale, chiedendogli chevenisse data continuità al lavoro intrapreso.

La risposta? "Dopo cinque mesi, nessuna - spiega Mario Scialoja - ma speriamo ancora". "In questo modo si fa un favore ai radicali - rilancia Pallavicini - sostenere l'Islam moderato, pluralista e indipendente va infatti di pari passo con la sicurezza". Più volte dalle pagine di Avvenire, il professore Carlo Cardia ha lanciato appelli per non fare morire
"un'iniziativa bipartisan": "Purtroppo - afferma ora - è stato
interrotto il dialogo con l'islam moderato". Stessa situazione per il Comitato antidiscriminazione del Viminale: "Maroni non l'ha più convocato - afferma Paolo Ferrero (Prc) - con ciò riducendo il fenomeno immigrazione a una questione di ordine pubblico".

Da Repubblica.it

 
 
 
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Un blog di: snoopy68
Data di creazione: 29/10/2005
 
 

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