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L'armadio della vergogna

Post n°551 pubblicato il 03 Settembre 2007 da snoopy68

Questa sera è andata in onda un'edizione di Blu Notte dedicata alle stragi naziste nel corso della seconda guerra mondiale, a partire da quella di Sant'Anna di Stazzema per arrivare a quelle (non quella perchè il massacro si estese per tutto il territorio) di Marzabotto. Una pagina di orrore che avrebbero dovuto vedere molti, soprattutto molti tra quei giovani che vanno in giro (e negli stadi) urlando slogan nazisti e ostendando simboli di questo sporco passato.
La ricostruzione compiuta da Carlo Lucarelli e dai suoi collaboratori si fonda su un'analisi storica basata sulle testimonianze dei superstiti ed ha preso il via dal cosiddetto "armadio della vergogna" in cui si trovava conservata la documentazione, tra le altre, di tutte le stragi compiute dai nazifascisi in Italia, spesso con la collaborazione dei fascisti della RSI, che sono costate dalle 10 mila alle 15 mila vittime innocenti e compiute addirittura al termine delle ostilità con una ferocia inaudita che si sfogava con oltraggi alle vittime oltre che con la loro uccisione.
Ma un discorso a parte merita proprio "l'armadio" perchè nella documentazione sono anche contenuti i nominativi dei  militari tedeschi e dei "collaborazionisti" italiani che hanno partecipato a questi massacri, veri e proprio criminali di guerra.
La documentazione, badate bene, è stata raccolta quasi a guerra finita e oltre dagli alleati, l'idea era quella di arrivare in Italia ad un processo (tipo Norimberga) basandosi proprio su quei dati e all'inizio le cose andarono così, tra il 47 ed il 51 vi furono alcuni processi importanti che videro tra l'altro la condanna di Kappler (Fosse Ardeatine e altro) , poi di Reder (Marzabotto e altro), entrambi all'ergastolo. Ma all'improvviso qualcosa si inceppa...i processi rallentano. La guerra fredda vede l'impegno USA di ridare una credibilità alla Germania, in funzone antisovietica, ivi compresa la riorganizzazione dell'esercito tedesco e processi a militare tedeschi proprio non ci vorrebbero... e quindi che sulle responsabilità reali cala un velo di silenzio insieme ad una pioggia di amnistie per i procedimenti conclusisi con condanne. Insomma chi ci ha governato ha fatto di tutto per favorire questa operazione di "rimozione" (vi ricordate la fuga di Kappler dall'Ospedale Militare del Celio?). Ci vorrà l'impegno di un procuratore militare che aveva aperto un'inchiesta su Priebke (Fosse Ardeatine), nel 1994, Antonio Infelisano a far saltar fuori proprio l'armadio in uno scantinato della Procura Generale Militare di Roma con le ante rivolte contro il muro e con l'armadio tutto il suo contenuto perfettamente catalogato e conservato.
Quindi era stata la ragione di stato che aveva "consigliato" di lasciar stare quello che poteva contenere quell'armadio, compresi i nominativi dei responsabili della strage della divisione Acqui a Cefalonia, oltre a quelli delle altre stragi di cui ho accennato. Ma c'è dell'altro dietro: si parla con insistenza di un accordo vero e proprio tra USA e l'allora RFT per l'utilizzo di ex nazisti nei servizi segreti della Nato contro l'allora URSS e il nominativo di alcuni di quei nazisti si trova proprio all'interno dell'armadio ed è stata verificata la loro partecipazione ai servizi segreti della "nuova" Germania con la paterna benedizione degli USA, a cui si deve questa "idea".
In ultimo, come ciliegina sulla torta, dentro l'armadio ci sono documenti sugli eccidi compiuti dagli italiani nei paese occupati (feroci i massacri in Etiopia e nei territori slavi). e sui relativi responsabili! Si parla di richiesta di incriminazione da parte degli alleati, a fine guerra, per circa 1700 italiani, richiesta svanita nel nulla per ovvi motivi (io non incrimino i tuoi, tu non incrimini i miei).
Mi auguro che trasmissioni come queste di Lucarelli possano avere un dopo, suscitando discussioni, voglia di capire e di sapere di più, come deve essere per un documento storico adesso a nostra completa disposizione. Certo il tempo è passato, ma questo non significa non voler sapere e non voler capire...


Marzabotto (Bologna): tra il 29 settembre ed il 5 ottobre del 1944 le SS del maggiore Reder massacrarono 1830 civili

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Data di creazione: 29/10/2005
 
 

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