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L"inveramento del denaro truffa

Cos"è il debito pubblico

 

 

 
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Il denaro non rappresenta altro che una nuova

forma di schiavitù

impersonale, al posto dell'antica

schiavitù personale

Ezra Pound

 

 

 

Pallante: scordiamoci questi partiti, non lavorano per noi

Post n°160 pubblicato il 05 Dicembre 2012 da fioreselvatico8
 

Per favore, lasciamo perdere i partiti: con loro è tempo perso. Sanno solo ripetere la fiaba della crescita, che si sta frantumando giorno per giorno sotto i nostri occhi. Di loro non c’è da fidarsi: sono alleati, da sempre, con la grande industria, la finanza e le multinazionali, comprese quelle degli armamenti, necessari per dominare il pianeta allo scopo di garantirsi il monopolio delle risorse planetarie. Il mondo si è rotto, e non saranno certo loro a ripararlo: serve una nuova alleanza sociale, che metta insieme movimenti liberi, cittadini attivi, sindacati indipendenti, piccole imprese, artigiani e agricoltori. Un patto, per invertire la rotta verso l’unica soluzione possibile: la “decrescita selettiva” della produzione di merci, creando occupazione “utile” fondata sui territori, tagliando gli sprechi. «Solo per l’energia, l’Occidente butta via il 70% di quello che produce». Maurizio Pallante, teorico italiano della decrescita, lancia un appello: uniamo le forze, da subito, per riscrivere l’agenda dell’Italia.

Una visione chiara, che nasce dall’analisi compiuta dal Movimento per la Decrescita Felice. «Siamo in crisi, prima ancora che per il crollo finanziario Maurizio Pallantedei mutui subprime, per lo scoppio della bolla immobiliare: negli Usa, in Spagna, in Irlanda e anche in Italia». Troppe case invendute, debiti, disoccupazione. Risollevare il settore? La parola è: riconversione energetica. «Ristrutturare gli edifici, tagliando i due terzi del costo per riscaldarli, produce economia virtuosa: lavoro qualificato, occupazione e fatturati, risparmi, vantaggi ecologici. Costi: interamente finanziati dal risparmio stesso». Riconversione anche per l’auto: «Perché illudersi di vendere ancora automobili, quando in Italia circolano 35 milioni di veicoli? Meglio sfruttare quella tecnologia industriale per produrre co-generatori». O ancora, i generi alimentari: in dieci anni sono rincarati del 170% per i costi crescenti delle fonti fossili. Piano-B: «Abbandonare la grande distribuzione, che è costosissima, e puntare sull’agricoltura biologica comprando direttamente dal contadino e rafforzando così l’economia pulita dei territori, l’unica che potrà produrre redditi e benessere senza devastare l’ambiente in cui viviamo».

Siamo nel paese della follia: ogni singolo lavoratore impegnato nei cantieri Tav della Torino-Lione “costerebbe”, da solo, più di un milione di euro, secondo le fonti ufficiali del ministero dello sviluppo economico. Con quella cifra, rivela il “Sole 24 Ore”, si creano almeno 3-4 posti di lavoro nel settore dell’energia da fonti rinnovabili. Posti di lavoro che diventano addirittura 13, nel caso si decidesse di investire in progetti di efficienza energetica. Perché invece si sceglie – ancora e sempre – di gettare via i soldi pubblici per grandi opere inutili? Perché sono quelle che avvantaggiano la super-lobby della crescita, risponde Pallante: le grandi opere sono perfette, perché restano esclusivo appannaggio delle grandi aziende, le multinazionali collegate al potere politico. Ecco perché i grandi cantieri restano il principale investimento realizzato con denaro pubblico, mentre per tutto il resto – servizi essenziali compresi – si preferisce tagliare, magari anche privatizzando e svendendo i beni comuni. Pagano i cittadini, incassano No Tavpartiti e grandi lobby economiche. E tutto, naturalmente, con la vecchia scusa della crescita. Che però si è fermata, e per sempre.

In un sistema economico fondato sulla crescita della produzione di merci, spiegano i promotori della decrescita, la concorrenza costringe le aziende ad aumentare la produttività adottando tecnologie sempre più performanti. Sistemi che consentono di produrre in poco tempo quantità sempre maggiori di merci, e con un numero sempre minore di addetti: più produttività e più offerta, ma meno occupazione. Di conseguenza: meno redditi, meno domanda, consumi in crisi. Squilibrio accentuato dalla globalizzazione, che delocalizza la produzione dove il lavoro costa meno: le retribuzioni sono così basse da rendere irrisorio il potere d’acquisto, e siamo daccapo. Senza ancora arrivare al problema del debito, che è «l’altra faccia della medaglia della crescita». Se esplode l’offerta di merci che restano invendute, nella “società della crescita” finora si è ricorso al debito, pubblico e privato: Stato, enti locali, famiglie e aziende. Fino ai record del debito aggregato, che sfiora il 200% del Pil.

Senza più sovranità finanziaria, l’incremento del debito diventa un suicidio, a causa degli interessi che lo fanno letteralmente esplodere. Se la domanda di merci continua ad essere sostenuta essenzialmente dal debito, le ricette tradizionali non funzionano più: le manovre per ridurre il debito deprimono i consumi e aggravano la crisi, mentre – al tempo stesso – ogni tentativo di far crescere i consumi non fa che gonfiare il debito. Finora, dice Pallante, sono state varate misure ingiuste e tutte fallimentari. Ridurre il debito tagliando i servizi e scaricando i “risparmi” sui meno abbienti e sul ceto medio? E’ il cosiddetto “massacro sociale”: meno garanzie sindacali ai lavoratori, licenziamenti facili, blocchi delle assunzioni, precariato per i giovani, nuove tasse, privatizzazione dei beni pubblici. Oppure: si tenta di rilanciare la crescita finanziando con denaro pubblico le grandi opere, veroElsa Forneroforziere della casta delle multinazionali, finanziata a spese del contribuente e senza vere ricadute occupazionali.

Tutto quello che ha fatto il governo Monti è stato «inasprire la lotta di classe dei ricchi contro i poveri»: strategia dolorosa e fallimentare, per superare la crisi, ma «sostenuta da un blocco di potere costituito da tutti i partiti politici, di destra e di sinistra, che hanno la loro matrice culturale nell’ideologia della crescita di derivazione ottocentesca e novecentesca». Partiti che dimostrano «un progressivo disprezzo delle regole democratiche a cui pure dicono di ispirarsi». La verità è che sono al servizio dei poteri forti: fingono di dividersi su come redistribuire la ricchezza, ma in realtà «è ormai sostanziale la convergenza, da destra a sinistra, sulla scelta di scaricare sulle classi popolari e sul ceto medio i costi del rientro dal debito pubblico e di rilanciare la crescita attraverso la mercificazione dei beni comuni e un programma di grandi opere». Pallante e i suoi bocciano anche i neo-keynesiani, che sperano di limitare almeno i danni sociali chiedendo maggiore equità: meno austerity, perché la recessione impoverisce il fisco e quindi il welfare. Investimenti pubblici per sostenere i redditi e rilanciare i consumi? Socialmente giusto, ma economicamente sbagliato: non si possono ignorare le vere ragioni della crisi, che nasce proprio dalla teologia della crescita.

«Un’incredibile rimozione collettiva – sostiene Pallante – induce i sostenitori della crescita, a qualsiasi corrente di pensiero appartengano, a ignorare i legami delle attività produttive con i contesti ambientali da cui prelevano le risorse da trasformare in merci, e in cui scaricano le emissioni dei processi produttivi», fino agli stessi rifiuti. Nella fase storica attuale, aggiunge Pallante, la crescita non è solo la causa della crisi economica – una crisi da cui non ci si può illudere di uscire ripristinando le condizioni di partenza, cioè un’offerta in eccesso rispetto alla domanda – ma è anche l’origine una gravissima crisi ambientale, col prelievo scriteriato di risorse non più rinnovabili, fino alla drastica riduzione delle riserve vitali, come quelle delle fonti fossili. «La scelta strategica per uscire dalla crisiaprendo inceneritoreuna fase più avanzata nella storia dell’umanità – ribadisce il “Movimento per la Decrescita Felice” – è lo sviluppo delle tecnologie che riducono gli sprechi delle risorse naturali aumentando l’efficienza con cui si usano».

Se la politica industriale venisse finalizzata a ridurre gli sprechi (che oggi gonfiano un indicatore fuorviante come il Pil), si aprirebbero ampi spazi per un’occupazione utile, i cui costi sarebbero pagati di per sé dai risparmi economici generati. L’economia anti-spreco si chiama “decrescita selettiva”, ed è «alternativa sia all’austerità, sia al consumismo irresponsabile». Di quale “ripresa” parlano i politici? Dell’unica che conoscono: quella basata sul rilancio del consumismo finanziato col debito. Effetti: crisi ambientale sempre più grave, insieme al disastro della crisi finanziaria. O, a scelta: il rigore, che fa esplodere la disoccupazione, lascia i giovani senza futuro e mette in croce i più deboli. L’austerità, sostiene Pallante, non è l’unica alternativa all’aumento del debito pubblico: solo la “decrescita selettiva” combatte davvero la recessione, perché tagliando gli sprechi aumenta lavoro e benessere, abbattendo i costi. E se oggi la decrescita non è ancora nell’agenda dei governi, è perché l’ideologia suicida della crescita conviene al blocco di potere che l’ha finora interpretata. Sono i grandi partiti di destra e di sinistra cresciuti nella cultura ottocentesca del produttivismo, le grandi Il caccia stealth F-35multinazionali globalizzate e anche il complesso politico-militare con cui si pensa di continuare a “rapinare” il pianeta: «Non a caso, le politiche restrittive adottate per ridurre i debiti pubblici non hanno scalfito i privilegi della casta politica, non hanno tagliato i finanziamenti per le grandi opere pubbliche, né le commesse all’industria militare».

«Una politica economica e industriale finalizzata alla “decrescita selettiva” della produzione di merci – sostiene il “Movimento per la Decrescita Felice” – si può realizzare soltanto se si aggrega un’alleanza di forze politiche, sociali, imprenditoriali e professionali consapevoli del contributo che possono apportarvi con la loro cultura, le loro scelte comportamentali, il loro impegno sociale o ambientale, le loro competenze tecniche, la legittima esigenza di utilizzare appieno i loro impianti tecnologici per produrre e dare lavoro». L’Italia vive un fermento sociale, fatto di movimenti: come i No-Tav della valle di Susa, le tante amministrazioni locali “virtuose” e le forze politiche «non catalogabili negli schieramenti di destra e sinistra in cui si suddividono i partiti accomunati dall’ideologia della crescita, già presenti nelle istituzioni». E poi le piccole e medie imprese, gli imprenditori spesso costretti a lavorare nell’indotto delle grandi multinazionali, in condizioni di svantaggio. Piccole aziende e artigiani rappresentano il 99% della forza produttiva italiana: liberarle dal giogo dell’economia della crescita è possibile solo se si crea una rete territoriale di scambi commerciali ravvicinati, a contatto diretto con gli acquirenti. Occorre allora archiviare i partiti e «collaborare», dal basso, «ad affrontare una crisi che non è solo economica e ambientale, ma una vera e propria crisi di civiltà».

 
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Esistenza

Post n°159 pubblicato il 30 Novembre 2012 da fioreselvatico8
 

Tu non esiti per lo Stato
esisti solo per Equitalia
Firmato Moneta Debito


Solo se hai un conto corrente conti
Nessuno più sa rispondere alle domande:
Chi siamo e cosa siamo...!!
Sappiamo solo dire perché esistiamo 
(lavorare, lavorare, lavorare, pagare, per i banchieri)

per questo ti hanno tolto
la capacita di riflettere!!!!
__________________________________

ECCEZIONALI, ASSOLUTAMENTE DA LEGGERE I LINK QUA SOTTO:
----------------------------------------------------
ACCADEMIA DELLA LIBERTA'
PER LA TUA SOVRANITA'

 
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Banche e governi crolleranno insieme

Post n°158 pubblicato il 28 Novembre 2012 da fioreselvatico8
 

di Giovanni Lollo

La commistione inestricabile di interessi che negli ultimi decenni ha legato sempre più indissolubilmente i governi occidentali e il sistema bancario globale, sta evidenziando a cosa stiamo andando incontro: un disastro di proporzioni inimmaginabili, mai accaduto nella storia documentata degli ultimi 10.000 anni (non è un errore di stampa, ripeto: “storia documentata degli ultimi diecimila anni”). Perchè?

Semplice, l’umanità ha superato da poco i 7 miliardi di persone ed ha raggiunto livelli di capacità lavorativa e creativa unici nella storia. Con le attuali conoscenze scientifiche, umanistiche, mediche, siamo in grado oggi di fornire una vita dignitosa a decine di  miliardi di persone, senza aumentare di un solo minuto il nostro attuale ritmo di lavoro, ma questo non sembra che stia accadendo… Perchè?

Perchè lo strumento di scambio economico (moneta) dei beni e servizi che renderebbero la terra un Paradiso lo abbiamo affidato in gestione esclusiva ad un ristretto gruppo di persone che sono proprietarie delle più grandi banche del mondo, che a loro volta sono azioniste di tutte le multinazionali, che a loro volta sono leader dei mercati della distribuzione dei beni e dei servizi e che tutte assieme pagano lautissimi benefit ai nostri “politici” per fare le leggi ad hoc al fine di rafforzare ogni aspetto del loro controllo sull’umanità.

Ma i tempi stanno cambiando. Nessuno vuole più saperne di andare in guerra (anche se sono oltre 10 anni che fanno di tutto per farla scoppiare), internet sta diventando uno strumento di informazione potentissimo e la moneta ormai non vale più niente.

I grafici della quotazione dell’oro e dell’argento degli ultimi 10 anni sono già auto-esplicativi: l’argento è passato da 3 $ a 33 $ in 10 anni toccando anche i 50$ l’oncia, mentre l’oro è passato dai 300 $ ai 1.700 $, con punte di 1.900 $. Questo non significa che per estrarre l’oro e l’argento e per fare qualunque altro bene costa sempre di più, assolutemente no! Significa che la moneta vale sempre di meno, in 10 anni vale il 90% in meno! E questo è solo la punta dell’iceberg…

Il sistema bancario mondiale vive sullo scambio di moneta (che in 10 anni ha perso il 90% del suo valore) e per questo deve aumentare di 10 volte il suo volume di scambi monetari per continuare a fare guadagni veri. Adesso hai capito in cosa consiste la bolla che sta per scoppiare:

L’umanità sta per scoprire che la moneta non possiede nessun valore intrinseco, e che la montagna di debiti, titoli, azioni, derivati, etc, etc, sono soltanto una montagna di carta da macero o bit su alcuni computer che potrebbero essere cancellati, ma i signori politici ed i signori banchieri affermano che per cancellare questi debiti (che hanno creato truffandoci) è necessario che gli cediamo la proprietà dei beni FISICI che possediamo…

La realtà invece è che l’unica Vera Ricchezza = Lavoro & Creatività. I governi e le banche crolleranno assieme appena noi torneremo sovrani della vera ricchezza.

Hearthaware blog

Fonte: www.glollo.com

 
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Le “primarie”: la politica ridotta a farsa

Post n°157 pubblicato il 27 Novembre 2012 da fioreselvatico8
 

Fonte: europeanphoenix 



Saremo brevi perché la cosa non merita molto tempo. Tuttavia due parole vanno spese per commentare le “primarie” del Partito Democratico, alle quali, pare, faranno seguito quelle del Pdl, che non può ancora chiamarsi “Partito Repubblicano” per il semplice fatto che in Italia una “Partito Repubblicano” esiste già. Sennò avremmo già avuto due “grandi partiti”, come in America.

Stabiliamo subito che della modalità con cui sono state svolte queste “primarie” e dei vari particolari più o meno “curiosi” ad esse legati non ce ne frega assolutamente nulla. E sommo disinteresse ci provoca il “boom” con cui tutti gli apparati di persuasione di massa presentano questa patetica “operazione simpatia”.

Ma andiamo in ordine su quanto invece è più importante, che non le bagattelle tra questo o quel “candidato” e la relativa “tifoseria”.

La prima cosa da ficcarsi bene nella zucca è che queste “elezioni interne” sono scopiazzate a menadito dall’America, che per un verso ce le impone, per un altro ce le ispira. Intendo dire che il diktat è chiaro: “dovete fare come noi!”. Ma ciò sfrutta anche una forma mentis che fa breccia col procedere dell’americanizzazione della nostra nazione.

Dunque, le “primarie” sono né più né meno che uno strumento con cui veniamo ulteriormente soggiogati dai nostri padroni, ed uno specchio della mentalità che va modificandosi verso quella americana, punta avanzata di quella “moderna”, in cui l’ipocrisia e il gusto per la sceneggiata hanno una parte preponderante.

La seconda cosa da capire è che il Partito Democratico è il più americanizzato sulla scena, il che è tutto dire. Infatti è quello che – erede della ‘tradizione chiesastica’ del PCI, in cui il “gregge” obbediva ciecamente, ed uscito indenne da “Mani Pulite”… – ha meno patito nell’imbastire questa baracconata, che mette vergogna al solo pensarci. Il PdL, a causa della presenza “forte” del Cavaliere, stenta ad adeguarsi, ma lo farà (quanto sia “forte” Berlusconi in realtà lo si è visto quando in quattro e quattr’otto è stato eliminato dalla scena, tra l’assassinio di Gheddafi, lo “spread impazzito” e la speculazione sui titoli delle sue aziende).

Altra questione da capire: in scala ridotta, le “primarie” ripropongono l’inutile teatrino dello scontro tra “destra” e “sinistra”, ma su un piano “interno”; ma anche la tensione  tra “vecchio” e “nuovo”, altro tormentone di ogni consultazione elettorale, tanto parole d’ordine tipo “svecchiamento”, “cambiamento” e “rinnovamento” sono l’irrinunciabile armamentario dialettico di ogni mestierante di una “politica democratica” che si rispetti. Quanta “novità” vi sia in tutto ciò, ciascuno lo giudichi da sé, cercando di sviluppare la capacità di andare almeno oltre il fenomeno del “verbalismo”, che è l’uso per così dire “pubblicitario” delle parole, per il semplice ‘suono’ che evocano alle orecchie di chi le ascolta.

Un ulteriore aspetto da tenere in considerazione è che, coerentemente col diktat americano di cui sopra, la politica, da “ideologica” diventa sempre più “personalizzata”, seguendo una tendenza innescatasi con evidenza dalla fine dell’Unione Sovietica, che ha posto fine all’esigenza di propinarci inutili partiti “ideologici”, sostituiti da qualcosa che sta tra il “comitato elettorale” e il “partito personale”, nel quale il “faccione” del candidato pare essere l’unico contenuto reale.

Va da sé che tutti quelli che concorrono a questo teatrino non possono che essere intimamente convinti della necessità di aderire intimamente all’unica ideologia ammessa, quella liberaldemocratica, ed alla relativa mentalità.

Ciò non può avvenire che in una situazione di sudditanza politica, economica, culturale e militare qual è quella in cui versa la nostra Italia, perché è riprovato che come una nazione si libera da questo gioco comincia a sbarazzarsi della liberaldemocrazia e della relativa mentalità, che sono state fabbricate ed introdotte esattamente per indebolirci e così meglio dominarci, perché in questo modo non siamo più noi stessi.

Stante la situazione, perciò, ogni nuovo guitto o vecchio e navigato marpione della “politica italiana” che accetta di sottoporsi a questa messinscena non è che un miserabile, un traditore della sua nazione, perché avrebbe ben altro di cui occuparsi, per il bene suo e dei suoi compatrioti. Ma qui si ha a che fare con dei rinnegati, che il loro cuore non ce l’hanno qua in Italia, ma nel conto corrente bello rimpinzato dai Badroni e in qualche inconfessabile consesso al quale hanno giurato fedeltà.

La cosa più triste di tutto ciò è infatti questa: che non emerge nessun uomo che abbia a cuore il benessere della sua nazione, agendo disinteressatamente per questo. Possibile che l’Italia ormai sforni solo questi pitecantropi?

Altro insegnamento da trarre dalle “primarie” è che questa “politica” ormai interessa solo ai vecchi, che come si recano alle urne come per ‘dovere religioso’, così si mettono in fila, come pecore, per “scegliere”, “decidere”, “partecipare”, coerentemente con quella “mistica democratica” che ci sta conducendo verso il baratro, sia a livello materiale che morale.

Ed esalta anche gli ingenui, che pensano basti darsi la patente di “onesti” per misurarsi con l’“arte della politica”.

Infine, queste “primarie” non possono non piacere ai soddisfatti e agli arrivati, che coincidono in parte con i suddetti incartapecoriti ed illusi, ma annoverano tra i loro ranghi anche tutti quelli per i quali, come che vada, andrà sempre “bene”: male che vada si ritroveranno sempre tra di loro, snobisticamente, a “resistere, resistere, resistere”…

E mi fermo qui, perché la questione non merita poi tutto questo tempo, né mio né di chi mi usa la cortesia di leggermi.

Ma una cosa è certa: tutti, senza eccezione, vi racconteranno di avere la “ricetta” per uscire dalla “crisi”. Come, non si sa, visto che essi stessi, per la loro stessa natura servile e sciocca, non sono in grado di andare oltre un atteggiamento che si addice più ad un maggiordomo che ad un uomo libero degno di tal nome.


Tante altre notizie su www.ariannaeditrice.it

 
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Da www.accademiadellaliberta.blogspot.it

Post n°156 pubblicato il 25 Novembre 2012 da fioreselvatico8
 

BARRA LA CASELLA IN CUI TI RITROVI

 

 
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'ITALIA DEL GOVERNO TECNICO DI MR MONTI E FINE DELLA NOSTRA SOVRANITA' NAZIONALE

Post n°155 pubblicato il 19 Novembre 2012 da fioreselvatico8
 


DI FEDERICO DEL CORTIVO
europeanphoenix.it
ECCEZIONALE QUESTO LUNGHISSIMO ARTICOLO,PER COMPRENDERE QUESTA CRISI
Intervista ad Attilio Folliero

Prima di rispondere alle domande, mi permetto una premessa. Io vivo lontano dall’Italia da dieci anni; ovviamente, ho sempre seguito e continuo a seguire le vicende italiane attraverso i grandi media: i telegiornali “aggiustati”, i programmi come “Porta a Porta”, i grandi quotidiani... tutti interessati a mostrare sempre e solo una parte “della storia”. Recentemente, per esempio c’è stata a Teheran l’Assemblea dei Paesi non allineati, che praticamente in Italia è passata sottosilenzio, con poca informazione e quella poca passata era tutto meno che imparziale ed obiettiva... “I «non allineati» a Teheran fiera d'odio per l'Occidente”, per dirla con il titolo di un noto giornale nazionale italiano; non c’è nessun odio verso l’occidente da parte dei Paesi non allineati, ma questa è l’informazione che è costretto a leggere l’italiano medio.


Nell’antica Roma, quando stava per cadere l’impero, c’erano persone che vivevano come se niente stesse passando, continuando a fare banchetti ed orgie come al tempo del massimo splendore dell’impero... vennero travolti senza rendersi conto di quello che gli stava succedendo! La situazione italiana (e dell’occidente, dell’Europa e degli Stati Uniti) di oggi è praticamente la stessa che si viveva alla caduta dell’impero romano: molti continuano a vivere senza rendersi conto di quello che gli sta per accadere. I politici nostrani (tutti) litigano fra di loro sul sesso degli angeli, però la quasi totalità di loro guarda ancora estasiata agli USA ed alla sua politica neoliberista e guerrafondaia, come se gli USA fossero ancora la superpotenza uscita vincitrice della seconda guerra mondiale; questi politici non si rendono conto che gli USA sono sul bordo del tracollo, più o meno imminente, che condurrà alla fine dell’Unione. Fino a quando, ad esempio, il governo USA potrà sostenere un deficit giornaliero di oltre 4 miliardi di dollari? La Federal reserve, il banco centrale USA, recentemente ha deciso di comprare al Tesoro titoli di stato per 40 miliardi di dollari al mese, ossia stamperà ogni mese 40 miliardi di dollari! Senza questa misura, il ministro delle finanze Usa avrebbe dovuto annunciare al mondo che gli USA non possono pagare i debiti! Ma per quanto tempo potranno andare avanti stampando dollari? Che succederà al dollaro ed agli USA il giorno, ormai non tanto lontano, in cui il Ministro delle Finanze USA sarà costretto ad annunciare che non può pagare il debito? Queste sono le domande a cui dovrebbero rispondere i politici nostrani che guardano al mito americano!

Questi stessi politici, che litigano tra di loro sul sesso degli angeli, tutti, indifferentemente, guardano alla Unione Europea e pensano che la Germania, la Francia, le loro banche, il loro modello sia il “non plus ultra” ed ignorano totalmente che il debito del Deutsche Bank, ad esempio, secondo i dati dell’ultimo bilancio trimestrale pubblicato (30/06/2012) è 1.579 miliardi di Euro e quello del BNP Paribas è 1.344 miliardi, praticamente il debito di cadauna delle principali banche di Germania e Francia equivale al PIL italiano! Queste sarebbero le locomotive della Unione Europea a cui tendono lo sguardo i politici italiani.

Alla parzialità dell’informazione dei media, va aggiunto il provincialismo ed il limite linguistico che impedisce ai politici ed in generale all’italiano medio di guardare oltre il proprio orizzonte od oltre l’orizzonte rappresentato da USA e Regno Unito, ossia CNN e BBC. Sicuramente molti italiani parlano l’inglese, guardano e leggono media in inglese; il mondo, però sta cambiando: quanti politici e quanti italiani guardano, ad esempio i telegiornali della Russia, della Cina, dell’Iran o dell’America Latina? L’italiano medio si conforma con quello che dicono i grandi media ufficiali italiani e stranieri di USA, Regno Unito e Francia; tutto il resto è ignorato e questa “ignoranza del mondo” traspare evidente nei commenti dei soliti politici che si alternano nei salotti di trasmissioni come “Porta a Porta” e simili. Il precedente ministro della Difesa italiana, quando in merito alla mancata estradizione del “terrorista” Battisti da parte del Brasile parlò di questo paese come di una repubblica delle banane senza rendersi conto del ruolo che svolge oggi il Brasile a livello mondiale. I media di tutto il mondo hanno ripetutamente passato l’opinione di questo ministro, secondo cui in pratica si poteva fare pressione sul Brasile rispendendo a casa i giocatori che militano nel campionato italiano, come se l’economia del Brasile dipendesse solamente da questi introiti! Cotanta saggezza di ministro, con la sua limitata conoscenza della realtà geopolitica mondiale riuscì a trasformare lui stesso e l’Italia in una barzelletta!

Quanti italiani si conformano con quello che riportano i media ufficiali, in merito agli avvenimenti della Siria, o a quanto successo in Libia lo scorso anno? Quanti italiani sono veramente al corrente della situazione economica europea, di quello che passa in Grecia, in Spagna, in Italia? Quanti italiani (ed europei) sono coscienti del Trattato di Lisbona? Molti avranno letto in questi giorni del Meccanismo Europeo di Stabilità, con il quale si introduce la possibilità di aiuti agli Stati in difficoltà; qual è il vero fine di questo provvedimento? Fino ad oggi, però, in base all’articolo 123 del Trattato di Lisbona era proibito qualsiasi tipo di aiuto diretto agli Stati. Il BCE presta soldi alle banche private al tasso di interesse di riferimento (oggi 0,75%) e le banche private prestano soldi agli Stati, comprando titoli di stato, per esempio alla Grecia ad un tasso di interesse del 20% ed oltre; all’Italia stanno comprando, oggi, titoli ad un tasso di circa il 6%. Un meccanismo studiato ad hoc per favorire le banche private, le grandi multinazionali del credito. Quanti italiani, quanti europei sono coscienti di questo meccanismo che consente di rubare impunemente? Molti credono che la Banca d’Italia, o la Banca Centrale Europea, appartenga allo stato italiano o alla Unione Europea ed invece sono organismi privati, SPA, esattamente come la Fininvest o la FIAT con alcune limitazioni e controlli pubblici exLegge 262 del 28 dicembre 2005 per dare la parvenza di essere qualcosa di differente! Il BCE appartiene alle varie banche centrali s.p.a., per cui è la stessa cosa.

Oggi si è arrivati al Meccanismo Europeo di Stabilità, di cui parleremo in seguito. Questa è l’Europa dei banchieri.

In Italia, in Europa si parla della lotta all’evasione fiscale, qualche volta si è perfino parlato dei paradisi fiscali e sul tema c’è stato anche un vertice del G20, ma quanti sono coscienti che si tratta solo di fumo nell’occhio, di un inconcludente bla bla bla? Fra la Francia ed il Regno Unito, nel Canale della Manica, nel cuore dell’Europa, esistono delle isole inglesi, che in realtà non fanno parte del Regno Unito e neppure della Unione Europea (Sic! Come se un pezzo di territorio italiano, ad esempio le isole Tremiti, pur facendo parte del territorio dello stato, ai fini giuridici non lo fosse, non rientrando neppure nella Unione Europea e venisse utilizzato come paradiso fiscale).

Tali isole (Jersey, Guernsey) dipendono direttamente dalla corona britannica; queste isole sono i principali paradisi fiscali del mondo dove i riccaccioni ed i furbi di tutta Europa e di tutto il mondo nascondono il loro denaro, lecitamente o illecitamente ottenuto, sottraendolo alle imposte. Sempre più spesso nei vertici europei si sente parlare di lotta all’evasione fiscale, ma i vari Monti non fanno altro che prendere in giro gli ignari italiani ed europei. I grandi media italiani, la Rai, Mediaset, e tutti gli altri, televisione e stampa, siano di destra, di centro o di sinistra, si affannano a parlare della lotta all’evasione, ma quante volte hanno fatto il nome di questi pezzi di terra nel cuore dell’Europa? Questa è la realtà informativa italiana.

Premesso, dunque della realtà informativa italiana, parziale e manipolata che è costretta a subire l’Italiano medio ed ovviamente europeo, passo a rispondere con molto piacere alle domande riguardanti la realtà politica ed economica dell’Italia, osservata dal mio punto di vista. Oltre all’analisi della realtà italiana, mi permetto di parlare di quelle che dovrebbero essere le soluzioni da adottare; credo sia importante non parlare sempre e solo dei problemi, ma sia necessario anche offrire soluzioni.

 

 

 

 

 
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Un commento significativo ,dal blog di Beppe Grillo

Post n°154 pubblicato il 17 Novembre 2012 da fioreselvatico8
 


La peggior dittatura e´come la peggior prigione, la prigione senza sbarre e la dittatura che non si vede.
Noi non abbiamo un dittatore che ci comanda, ma due poteri occulti che pianificano il nostro futuro, due forze enormi, perche´invisibili.
Una e´la Finanza e l´altra sono le multinazionali.
Una e´ben rappresentata da Monti, che e´il suo umile servitore e l´ altra e´Marchionne che lavora per fare gli interessi della Fiat.
Queste forze esistono da lungo tempo, ma noi non ce ne siamo accorti, anzi ne abiamo condiviso inconsapevolmente i crimini.
Ogn volta che abbiamo comperato un prodotto made in China o in qualche paese del terzo mondo, abbiamo alimentato da un lato lo sfruttamento esasperato di materie prime e dall´altro lo sfruttamento di esseri umani, considerati alla stregua di materie prime.
Il risultato e´un pianeta sfruttato oltre ogni limite e un´umanita´ridotta in schiavitu´, al sevizio del profitto delle multinazionali, della finanza e ANCHE dei politici che si sono adattati a permettere questo ignobile sfruttamento.
ADESSO noi ci svegliamo, perche´e´arrivato il nostro turno.
Dopo aver seccato tutti i giacimenti energetici stanno cercando di trivellare, rovinare il nostro territorio per sfruttare quel poco che rimane.
Lo stesso avverra´con gli individui.
E coloro che avrebbero dovuto denunciare lo scempio (i giornalisti) o fermarlo (i politici) sono stati comperati con quattro soldi e zittiti, rendendoli complici di questo crimine senza fine.
Questi individui vanno fermati AD OGNI COSTO perche´non hanno diritto di esistere.
Non solo sono parassiti, ma sono sanguisughe che distruggono e uccidono tutto quello che possono.
Lo dobbiamo fare per noi, per i nostri figli e per l´umanita´.
Dobbiamo, nel nostro piccolo, denunciare i loro misfatti, dobbiamo sostituire i politici servi con politici consapevoli, i giornalisti prostitute con giornalisti veri.
Lo dobbiamo fare per dare un senso alla nostra esistenza.
Patrizia B. 15.11.12 11:15| 

 
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4 modi con cui i media creano una falsa realtà

Post n°153 pubblicato il 11 Novembre 2012 da fioreselvatico8
 

di Saman Mohammadi

1. Iper-attenzione su un particolare evento, questione e mantra

I media mainstream si focalizzano esclusivamente su una singola trama di un evento o di un problema, con l’effetto di marginalizzare altri punti di vista ugualmente validi, se non di più. Sono i racconti, e non i fatti e i dati oggettivi, che hanno assunto un ruolo centrale nella mente dell’aspirante giornalista. I giornalisti e i redattori che supervisionano la pubblicazione di una notizia hanno lo stesso ruolo degli sceneggiatori nel processo di realizzazione di un film. Il loro potere sta nel fatto che la gente considera quelle notizie come “reali”, mentre sa che i film sono pura finzione. Ma le notizie negli Stati Uniti e nell’Occidente sono quanto di più lontano ci sia dall’essere reale.

I giornalisti al servizio della comunità di intelligence degli USA e delle altre agenzie di intelligence governativa sono i messaggeri del potere. I loro lavoro è quello di ripetere i racconti e i mantra del governo. Per esempio, Al-Qaeda è un mantra, non un’organizzazione terroristica internazionale in guerra contro l’America. Leggete “Al-Qaeda e la coscienza umana: Al-Qaeda, Al-Qaeda… un incessante e ripetitivo discorso pubblico” del prof. Michel Chossudovsky. La Primavera Araba è un altro mantra che Washington ha usato per conseguire i propri obiettivi di politica estera in Medio Oriente.

L’ultimo mantra che i media mainstream usano in contesto nazionale è baratro fiscale. I messaggeri media del tirannico establishment non discutono di come quella macchina da soldi privata che è la Federal Reserve, i piani di salvataggio di Wall Street, e le guerra del complesso militare-industriale hanno fatto schizzare alle stelle il debito USA. Non fanno altro che ripetere baratro fiscale e offrono soluzioni bipartisan di cui beneficeranno i banksters al potere distruggendo il tenore di vita della classe media dei lavoratori contribuenti.

Focalizzandosi sul baratro fiscale, piuttosto che sul Gran Canyon dell’Inganno che è il sistema incostituzionale della Federal Reserve, i mainstream legittimano il furto e il saccheggio del popolo americano per mano dei banksters transnazionali.

2. Produzione di notizie false

La propaganda di guerra è una necessità non nuova del guerrafondaismo, ma i moderni mass media occidentali hanno portato questa arte al suo massimo grado di sviluppo tecnologico. Quello che i media americani, israeliani ed occidentali hanno realizzato nel giorno dell’11 settembre 2001 è davvero stupefacente. Il 9/11 è stato un’avvincente produzione Hollywoodiana, dall’inizio alla fine, dalla mattina alla sera. Ha fatto piangere dall’aldilà perfino il team di propaganda di Hitler. Ma la storia ufficiale del 9/11 è solo un esempio di come le notizie sono manipolate dal governo in tandem con la stampa.

Gli esempio abbondano in Siria. Le emittenti di propaganda come CNN, Al Jazeera e BBC hanno diffuso falsi massacri del governo Siriano, hanno fomentato la protesta anti-Assad e hanno generalmente esagerato l’intensità dell’odio verso Assad in Siria. Non possiamo contare ufficialmente il numero di persone decedute nel conflitto, perchè i media maliziosi ciclicamente truccano le immagini e le ripetono finchè non vengono accreditate come fatti.

Fino ad oggi, i media occidentali hanno dipinto un quadro molto roseo dei “ribelli” anti-Assad che sono terroristi Jihadisti finanziati dall’estero, mentre hanno minimizzato sulle sofferenze e le morti inutili dei supporter di Assad, come l’attore Siriano-Palestinese Mohamed Rafea.

Possiamo vedere chiaramente che la rivoluzione in Siria è una rivoluzione immaginata e non una rivoluzione reale. La Primavera Araba non è come una piaga organica che si diffonde da paese a paese. Sono stati USA, Turchia, Qatar e Arabia Saudita che hanno trasportato la Primavera Araba in Siria, dove hanno incontrato la resistenza del politicamente consapevole popolo Siriano e del potente stato Siriano. Questo è naturale perchè non c’è mai stato il bisogno di una violenta rivoluzione Jihadista in Siria. I sentimenti anti-governativi in Siria non hanno mai raggiunto i livelli della disperazione, a differenza dell’Egitto, del Bahrein e di altri paesi della regione (mediorientale, n.d.t.).

3. Omissione dei fatti e delle opinioni alternative

Dato che i media mainstream operano in un universo politicamente costruito, i fatti che contraddicono le parole del governo USA sono soppressi. L’integrità dell’universo fittizio è preservata a costo di distruggere l’universo reale.

Coloro che hanno differenti opinioni sugli eventi che hanno trasformato l’America come il 9/11 e il salvataggio dei banksters del 2008 sono ridicolizzati come matti. Quando si esprimono opinioni alternative in conflitto con la versione ufficiale del governo USA si è accusati di essere paranoici, teorici della cospirazione, di aiutare Al-Qaeda e di sollevare la paura per trarne popolarità. Per saperne di più su come funziona la propaganda dei media contro i dissidenti, leggi “Il campo di battaglia della Propaganda: i militanti all’estero, i teorici della cospirazione a casa“.

Cancellare la nostra realtà può funzionare per un po’, ma la realtà avrà l’ultima parola. Sta diventando difficile per i media mainstream ridicolizzare i ricercatori indipendenti come teorici della cospirazione, per aver evidenziato che gli Stati Uniti e i suoi dittatoriali alleati stanno sponsorizzando il terrorismo Jihadista contro la Siria. Perfino giornalisti di prima linea stanno cominciando ad ammetterlo. E come non potrebbero? È abbastanza difficile insabbiare la realtà.

Ci sono video di mercenari Jihadisti trucidare in massa i civili e la giostra propagandistica dei media occidentali è impotente di fronte a questa esplosiva evidenza. Non potrebbero che sembrare stupidi se sostenessero che le esecuzioni di massa dei terroristi anti-governativi non stiano accadendo e che tutta la colpa della crisi in Siria debba ricadere sulle spalle di Assad.

4. Indottrinamento massivo del pubblico attraverso Miti e Rituali

L’esempio del rituale del 9/11 prova che pensiamo emotivamente e non razionalmente. È semplice per un governo totalitario con grandi risorse media condizionare l’opinione pubblica e porla indefinitamente sotto un incantesimo. Il problema nasce con l’arrivo della versione competitiva, basata su argomentazioni scientifiche opposte a quelle della propaganda.

Ma una campagna mediatica sostenuta per lavare il cervello del pubblico in combinazione al trauma del terrore può effettivamente tenere il pubblico sotto l’incantesimo del governo molto a lungo. Leggete “I sette modi in cui eventi come il 7/7 rinforzano il warfare socializzato per comprendere l’efficacia del terrorismo false-flag. Leggete anche “Le 7 ragioni per cui i grandi miti anti-terroristici di Washington persistono alla luce dell’evidenza“.

Cosa c’è nei pubblici rituali di massa che galvanizza i leader politici e li incoraggia ad intraprendere azioni radicali che altrimenti non sarebbero accettate dalla maggioranza del pubblico? Hanno scatenato eventi che hanno creato panico di massa e caos, con conseguente maggior potere di governo sulle menti dei cittadini incantati. Martin S. Day, nel libro “I molteplici significati del Mito“, sostiene che ci siano sei scopi sociologici dei rituali culturali e sociali, e li potete leggere qui.

Quando un’intera civiltà è emozionalmente ed intellettulmente investita in un particolare mito, è quasi impossibile separare la civiltà dal mito. In che modo la civiltà Occidentale ha beneficiato del mito del 9/11? In termini di guerra, l’Occidente è riuscito politicamente a condurre aggressioni verso numerosi paesi innocenti del Medio Oriente, sbandierando al resto del mondo il mito del 9/11 come giustificazione morale per i suoi crimini di guerra.

Ma anche l’America e l’Occidente sono stati distrutti dal mito del 9/11 e dall’illegittima guerra globale al terrorismo. Economicamente, politicamente, moralmente, intellettualmente e spiritualmente, i governi occidentali hanno raggiunto il punto di fallimento.

Autore: Saman Mohammadi
Fonte inglese:
 disquietreservations.blogspot.co.uk
Traduzione italiana: Lòthlaurin per Hearthaware blog

 
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Per comprendere questa crisi

Post n°152 pubblicato il 05 Novembre 2012 da fioreselvatico8
 



Da http://goofynomics.blogspot.it/


La famiglia e i contatti crescono esponenzialmente, e ho pensato allora di fare cosa utile, anche a seguito di molte vostre richieste, fornendo alcune rapide informazioni sul significato di questo blog e stabilendo alcuni semplici principi.

Questo blog nasce con intento divulgativo e sta seguendo dall'inizio un percorso didattico che ha raggiunto diverse tappe, punteggiate, purtroppo da una serie di "Quod erat demonstrandum": molti eventi che avevamo previsto come ovvia conseguenza della logica degli eventi si sono poi verificati.

NetiquetteUn principio fondamentale di netiquette (in effetti, la regola numero uno) suggerisce, quando ci si accosta a una comunità informatica, di "leggere i messaggi che vi circolano per almeno due settimane prima di inviare propri messaggi: in questo modo ci si rende conto dell'argomento e del metodo con il quale quest'ultimo viene trattato in tale comunità." Da che mondo è mondo chi non ha fatto così si è preso una bella pernacchia (ahimè) e se si è offeso è stato bandito dalla comunità. Succede. Io però desidero che la comunità cresca, e per facilitare l'integrazione dei nuovi arrivati  segnalo loro una serie di post che ritengo debbano leggere perché esprimono snodi essenziali del mio ragionamento. Non sono necessariamente i più letti (quelli che trovate elencati in fondo alla pagina): la gente ha il diritto di trovare più interessanti cose che per me lo sono di meno, e poi quella lista risente del fatto che il traffico è andato crescendo nel tempo, per cui gli ultimi post, anche quelli meno importanti, hanno avuto ovviamente più lettori. D'altra parte, anch'io ho diritto di dirvi cosa secondo me riflette meglio il mio pensiero.

I fondamentali (per capire la crisi)Chi si accosta al blog dovrebbe (cioè deve) leggere almeno i primi due di questi articoli. Tutto il resto è facoltativo, a vostro piacimento, ma questi due (o tre) vi toccano:
  1. L'uscita dall'euro (il testo del mio articolo sul Manifesto, pone il problema politico)
  2. Le aporie del più Europa (sintetizza il meccanismo della crisi e chiarisce che un altro euro non è possibile)
  3. Crisi finanziaria e governo dell'economia (il mio articolo su Costituzionalismo.it, fornisce un quadro più ampio e completo, spiega chi sono gli ortodossi e chi sono gli omodossi)
Per chi ama la sintesi (armi leggere)Il mio blog sul Fatto Quotidiano è più sintetico ed è impostato sul principio di confutare in ogni intervento un luogo comune pro euro. Utile per difendersi nella vita di tutti i giorni dalla marmaglia luogocomunista.
 Materiale essenziale per capire in pratica le proposte di uscita dall'euro (e altro)Il materiale in questa sezione è per lo più in lingua straniera, il grosso dei contenuti sarà nel mio libro in italiano ma chi sa inglese o francese potrà giovarsene da subito: prima lo leggete e meglio è! Capirete così che chi vi dice che "non è possibile" e "sarebbe una catastrofe" vi sta semplicemente prendendo in giro (o è un imbecille):
  1. In italiano l'ottimo articolo di Claudio Borghi "Uscire dall'euro?"
  2. La proposta per l'uscita dall'euro di Roger Bootle (vincitore del Wolfson Economic Prize 2012): Leaving the euro: a practical guide
  3. La proposta di Johnatan Tepper (una miniera di informazioni storiche sulle uscite da unioni valutarie): A primer on the Euro breakup
  4. Lo studio di Woo e Vamvakidis sui vantaggi dell'uscita per l'Italia: Game theory and Euro breakup risk premium
  5. La proposta per l'uscita dall'euro di Jacques Sapir (tarata sul caso francese, ma utile per chi sa il francese e non l'inglese, e sostanzialmente concorde con le precedenti sugli snodi fondamentali): S'il faut vraiment sortir de l'euro
  6. In italiano: A rata der mutuo (chiarisce il problema della ridenominazione dei debiti delle famiglie) 
  7. Accipicchia: dimenticavo la fondamentale intervista di byoblu a Claudio Borghi!
Per chi preferisce ascoltarePossono tornare utili alcuni video:
  1. Ce lo chiede l'Europa (lunga intervista a byoblu, un quadro generale sulla crisi)
  2. Il ciclo di Frenkel (breve intervento ricapitolativo sulle cause della crisi)

Sempre per avere un quadro generale, vi suggerisco:
  1. il mio intervento a Vasto
  2. il mio intervento a Frosinone
oppure l'intervista a puntate con ecodellarete, In viaggio con Goofy (capite meglio se avete letto qualcosa prima, però, altrimenti occhio ai fraintendimenti...):
  1. Le prime due puntate sono nel post su Cesena.
  2.  Qui c'è la terza puntata, che ritorna sul tema del ciclo di Frenkel
  3. Quarta puntata: corruzione e ciclo di Frenkel
  4. Quinta puntata: luogocomunismo e costi della politica.
  5. Sesta puntata: i veri costi della politica
  6. Settima puntata: beato te che nun capisci un cazzo (il titolo è un po' forte, ma si rivolgeva a me)
Per chi invece volesse vedermi in azione, qui può vedermi all'Ultima Parola, qui può sentirmi a Radio24, ecc.
 

 
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Lavorare meno per lavorare tutti.Ezra Pound

Post n°151 pubblicato il 03 Novembre 2012 da fioreselvatico8
 

Da www.pocobello.blogspot.it
La rivoluzione culturale ed artistica alla quale portò Ezra Loomis Pound va rivalutata e contestualizzata ai giorni d’oggi, in questo periodo di crisi più che mai.
Quando si parla di crisi non bisogna focalizzare puramente i problemi economici ma c’è bisogno di analizzare anche le problematiche sociali e politiche che mettono in ginocchio il nostro paese, l’Europa ed il mondo in generale.
Pound ebbe la forza e la caparbia di padroneggiare una materia, come l’economia, che poco ebbe a che fare con la poesia e la letteratura; la sua rivoluzione fu tanto ardita e convincente da mettere in crisi l’establishment americano e le potenze plutocratiche ed usurocratiche che vinsero l’ultimo conflitto mondiale. La grande usura ebbe tanta paura di questa innovazione e delle informazioni dettagliate portate avanti dal poeta che decise di tarpare le ali ; rinchiudendolo in gabbie e manicomi, bollandolo come pazzo e, quando anche questo non fosse bastato, come fascista.
Cos’è che fece di questo letterato, nonché economista eterodosso, quindi difficilmente riconosciuto dall’economia convenzionale ed accademica, il nemico numero uno dell’usurocrazia?
Ciò che fece paura fu la documentazione e le idee che con forza venivano fuori dai suoi capolavori, come i Cantos ed i Cantos Pisani; idee economiche e politiche in pieno contrasto con l’establishment americano. Pound parlò di teorie definite “eretiche” solo perché non in linea con le idee liberal-capitalistiche e dell’interesse composto che erano tanto affermate negli U.S.A. ed in Inghilterra.
Estremamente interessante fu l’avvicinamento di Pound alla teoria socialcreditizia del maggiore C.H. Douglas o a quella della moneta-lavoro, in contrapposizione alla moneta-oro, portata avanti dal Gesell.
Due teorie queste non prive di spunti sui quali stava per fondarsi la politica economica e sociale della Repubblica Sociale Italiana, nonché due teorie dalle quali si può prendere spunto anche oggi e che quindi non sono ad appannaggio esclusivo dello scorso secolo; Una teoria ,quella socialcreditizia, che esclude qualsivoglia tipo di prestito ad interesse da parte di privati e presuppone inoltre che sia lo stato stesso ad aiutare ed incentivare il popolo con prestiti sociali, ciò sarebbe stato possibile abbandonando la moneta-oro ,e cioè mercificata, per la moneta-lavoro ,cioè una moneta basata sul lavoro della popolazione e che quindi non è soggetta ad esigenze di mercato ed a sovrapproduzioni che non fanno altro oltre ad affamare i cittadini gettandoli nella miseria.
Altro punto fondamentale sul quale Pound scrisse fu il lavoro, e probabilmente furono proprio queste considerazioni a renderlo pericoloso agli occhi degli stati plutocratici, egli difatti affermò “lavorare meno per lavorare tutti” schierandosi così inevitabilmente contro il capitalismo e l’usura che tentano di schiavizzare e fossilizzare la vitalità del cittadino in un circolo vizioso di prestiti, facili utopie e lavoro massacrante, ponendosi quindi come difensore estremo della felicità umana, da lui inquadrata nel tempo libero a disposizione se tutti lavorassero meno, senza però sfociare in velleità comuno-socialiste che siano ,in quanto fortemente convinto della necessità di una volontà che si imponga affinchè lo stato funzioni al meglio e tutti siano felici.
Espressione delle sue teorie fu la sua adesione al Fascismo e la forte mano data soprattutto nel suo ultimo periodo.
Un uomo che fece delle sue idee azioni gestendo ,durante il conflitto, un programma radio proprio sulle sue teorie economiche cercando di sensibilizzare così la popolazione mondiale alla lotta contro l’usura ed alla ricerca costante della felicità.
Un personaggio utile ed illuminante come pochi al quale bisogna guardare e dal quale imparare perché come egli stesso scrisse:
”Con usura nessuno ha una solida casa di pietra squadrata e liscia”



SOCIALE invita alla lettura di Erza Pound - ORO E LAVORO
http://www.fiammacanicatti.it/libri/Ezra%20Pound%20oro%20e%20lavoro.pdf

SOCIALE invita a scaricare libri gratis.
http://studimonetari.org/testi.htm
/www.ilbolerodiravel.org/catalogo.htm
http://www.marcosaba.be/
http://www.ilportaledelsud.org/download.htm
http://www.eleaml.org/ebook.html
http://www.socialismonazionale.net/Biblioteca.html
http://www.vho.org/aaargh/ital/ital.html
http://web.archive.org/web/20040404072853
http://vho.org/search/d/search.php?db=default&uid=default&ID&Language=ITA&Type=Book&mh=20&sb=1&so=ascend&view_records=View+Records

 
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