W. SHAKESPEARE - RE LEAR IV
cosė noi siamo per gli dei,
ci uccidono per gioco."
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Sul cenotafio di carta, allegro banchetto
Post n°478 pubblicato il 17 Febbraio 2012 da nagel_a
La distanza è sempre stata il mio metro e il mio limite: quella sopportabile e quella insostenibile, quella progettabile e quella che si nasconde, quella da cui non si fugge e che atterra. Una premessa lunghissima come sempre mi capita di fare quando mi trovo a commuovermi e a doverne rendere conto. I colpevoli diretti di questa commozione sono archetypon, d4ny3L4 e Only4words... colpevoli di aver evocato il fantasma di Nagel (e l'ironia è il terzo indizio del carattere dopo i primi due sopra criptati): Ora sono convinta che non riuscirò a seguire correttamente tutte le istruzioni e sbaglierò qualcosa ma ci provo (quarto indizio: non riesco a tirarmi indietro di fronte ad una sfida). last.exit vania Odette vocevera beside_me lightdew Lola Giulia je_est_un_autre ebenezer.le.page psico_crazia boezio (... poi dovrei segnare i profili che non hanno blog ma i cui commenti e messaggi hanno più che spesso una ricchezza che mi stupisce: Basilico, Tancredi, dis.creta.mente, Golden Mist, Preshi, Misterfar, Suzuribako ... ecc.) quinto indizio: non riesco a essere esaustiva perchè mi piace lasciare varchi nei recinti. p.s. GRAZIE :)
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IL REGNO DEL SENSO PROFONDO
"Oltre alla realtà empirica e banale c'era l'ambito dell'immaginazione, costituito da quello stesso mondo percepibile grazie alla vista, al tatto e all'odorato, ma con in più le schiere infinite degli spiriti e delle ombre. [...] Allora non mi capacitavo del fatto che la maggioranza assoluta dell'umanità appartiene al regno del senso profondo non in virtù del proprio sapere - dono assai raro - bensì della vita, della raggiante, viva sostanza, e che, dunque, accusarli di ignoranza era sciocco e assurdo. Invece di interrogatori, inquisizioni e tormenti, avrei dovuto osservarli e comprenderli. Osservarli con tenerezza e comprenderli con intelligenza"
A. Zagajewski - Due città
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