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Recensione IL FERROVIERE

Post n°94 pubblicato il 25 Gennaio 2014 da storie
 

Per riscaldare un blog un po' raffreddato, cosa c'è di meglio di un paio di bei film?!

Il ferroviere è un mestiere che mi ha sempre affascinato. Treni e metropolitane sono una mia passione, studio linee e progetti da una vita. E’ di solito la prima cosa che esploro nelle grandi città.

Il ferroviere è il titolo di un film del 1956 di Pietro Germi, che ricordavo più come regista che come attore, qui invece nelle più che credibili vesti del protagonista (e sarà anche attore e regista in un altro film di grande successo: Un maledetto imbroglio). Un film commovente, incredibilmente attuale per quanto faccia l’affresco di una società che pare lontana da noi anni luce. Una sorta di neorealismo consolatorio, di buoni sentimenti alla Frank Capra, col bambinetto un po’ scugnizzo un po’ coscienza sociale che non si può fare a meno di accostare al protagonista di Ladri di biciclette.

Biciclette lì e treni qui. Storie di una classe operaia sotto il giogo di una disoccupazione strisciante e di sindacati politicizzati, con casi eclatanti (per quanto subito rimossi) di suicidi disperati e di alcolismo. La famiglia di Andrea, macchinista sul diretto Roma-Milano, è un esempio virtuoso di nuovo nucleo post bellico con tre figli di età diverse, una moglie che tiene salde le redini, un cognato piccolo borghese. Le tensioni di una lotta di classe mai dichiarata in Italia (infatti poi ci sarà il compromesso storico) viene raffigurata dal matrimonio infelice della figlia, e un bambino che nasce morto è forse la metafora di come i due mondi non possano avere ancora un percorso condiviso. La ragazza (una giovane Sylva Koscina) dovrà ripiegare su un modesto lavoro per emanciparsi, ma già questo è un segno dei tempi, la madre una scelta così non l’avrebbe mai potuta fare. Nel frattempo il padre investe un suicida sui binari e poco dopo rischia un incidente per distrazione. Questo gli costa una retrocessione sul lavoro e di conseguenza la depressione. Il riconoscere i propri errori, scendere dal podio dello sdegno metterà ogni cosa a posto. Forse.

Davvero un bel film che consiglio di rivedere.

 
 
 
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