Conte di MontecristoConvoglierò in questo blog ogni forma d'irritazione sociale, d'infiammazione spirituale nonchè d'indolenzimento culturale se non altro per trovare rimedio, al peggio una giustificazione, a questa mia devastante ipocondria....... |
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I principali sistemi di difesa dai vampiri sono conosciuti a tutti e fanno, ormai, parte della nostra tradizione:crocefissi, collane d’aglio, acqua santa e altri curiosissimi amuleti.Notoriamente la croce sembra il sistema più efficace per difendersi dalle aggressioni vampiriche ma la domanda sorge spontanea:” E se mi trovo a fronteggiare un Vampiro giapponese? Cosa devo fare? Basterà la croce o dovrò mostrargli l’immagine del Buddha? E se ancora venissi aggredito da un Vampiro musulmano? Ci vorrà, forse, una copia del Corano?”Il problema, a dire il vero, non è nel tipo di oggetto che si utilizza ma nel livello di Fede che si ripone nell’uso di quel qualcosa e l’aspetto esteriore della Fede, che si traduce in oggetti e paramenti sacri, è plasmato sulla base della cultura sociale e religiosa in cui si cresce. La croce è l’elemento simbolo della nostra tradizione spirituale, un’icona che, nel corso dei secoli,si è caricata di quell’energia eggregorica generata dalla forza pensiero di migliaia e migliaia di fedeli. Ecco, quindi, che la croce non è potente in quanto tale ma lo è per la misura in cui si è creduto e si crede davvero nella sua forza di oggetto di Luce capace di dissipare le Tenebre e ciò vale anche per altri sacri oggetti tipici di tradizioni diverse. L’elemento cultuale,oggetto di continua venerazione, si radica prepotentemente nel tessuto sociale trasformandosi in baluardo archetipico contro le incursioni delle creature diaboliche e le apparizioni degli spiriti della notte. Seguendo il ragionamento or ora esposto e procedendo per assurdo, per difendersi dal non morto potrebbe anche essere sufficiente un attrezzo qualsiasi, una tenaglia o un cacciavite, che, se riempiti dei giusti contenuti di Fede e di Volontà, permetterebbero di raggiungere quello stato alterato di coscienza indispensabile a far scaturire l’energia psichica necessaria per compiere l’azione autodifensiva che, quindi, diventa atto magico a tutti gli effetti. Un oggetto non ripieno di quel substrato eggregorico accumulato nel tempo, però, può essere “attivato” solo dall’esperto intervento di un Magus sorretto dal suo enorme bagaglio di conoscenze teorichee pratiche. Nonostante l’oggetto sacro, quale la croce, sia di per sé carico di un significato culturale molto forte, la riuscita dell’azione autodifensiva, da parte del profano o, comunque, del non iniziato non è per nulla scontata; ciò è dovuto alla sostanziale diversità di Fede che distingue il profano dall’iniziato.Se, infatti, la fede del profano si esprime con un credere incondizionatamente a verità ammantate di un mero dogmatismo lasciandolo parzialmente sicuro che un’Energia superiore accorrerà davvero in suo aiuto, la Fede del Magus assurge, di contro,a fiducia totale nella Sapienza Magica guadagnata attraverso grandi sacrifici. Il non iniziato, quindi, opporrà la croce al redivivo nella speranza che un aiuto divino giunga in tempo a salvarlo da un orribile destino mentre il Magus,grazie all’oggetto opportunamente polarizzato con un atto di Fede e di Volontà,riuscirà ad estrinsecare una forza psichica decisamente maggiore anche perché sorretto dalla Consapevolezza di essere ciò che e’. Il Magus non agisce mai inpreda alla disperazione neanche quando gli eventi sembrano volgere al peggio ma, anzi, la situazione di difficoltà, anche estrema, fa sì che, grazie a un innalzamento della soglia di attenzione, s’inneschi quel potente meccanismo di Volitiva Affermazione sostenuta dalla Fede nell’atto magico ed ecco che il miracolo (nel senso etimologico di “cosa degna di ammirazione” ) si compie. Tuttavia,il Vampiro di livello poco evoluto potrebbe essere colto da gran terrore per il significato che lui stesso, per un suo retaggio culturale e religioso, attribuisce all’oggetto, rifuggendone, quindi, la vista ma, il consiglio generico è che non c’è mai da fidarsi. Da un punto di vista essoterico,e per sganciarsi da un tipo d’interpretazione più in linea con la dottrina magica,bisogna sottolineare che la croce, nell’incontro tra il suo asse orizzontale(l’Uomo o le cose terrene) e l’asse verticale (Dio o le cose spirituali),rappresenta l’unione tra l’umano e il divino; il Vampiro, per le sue peculiarità,non è più né Uomo né creatura di Dio in quanto completamente svuotato del principio animico e asservito alle Forze delle Tenebre. La vista della croce,ovviamente, riporta il non morto a questa terribile realtà di un eterno Non - Essere e l’unica strada che gli resta, per non soffrire ulteriormente, è quella della fuga. Del resto, nessuna pietà viene riservata al Vampiro poiché la croce,seppure in fogge diverse, nel suo lungo viaggio nei secoli e per le terre delmondo, si è costruita la sua forza distruttiva con successive e potenti stratificazioni storiche e culturali. Ed ecco che la croce diventa simbolo dell’Albero della Vita con il suo asse verticale, il tronco, ad affondare le radici nelle fertili profondità della Terra fino a risalire, ancora, verso gli alti spazi del Cielo dove la sua chioma riceve, in un flusso continuo, le rubee energie gnomiche. Al Vampiro, che della sua Non-Morte è inerme prigioniero, non è concesso partecipare di quest’armonia che lega la Terra al Cielo e il Cielo alla Terra; lui, il Signore delle Tenebre,per rabbia e per dolore, è nemico della Vita poiché sa che con Lei mai potrà più unirsi e, di fronte alla mano che impugna la croce, non gli resta che urlare e, ancora una volta, dileguarsi tra le ombre della notte.
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