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Partito Operaio Popolare

Post n°156 pubblicato il 26 Gennaio 2015 da trudj85
 

Domenica 25.01.2015 nasce il Partito Operaio Popolare in Ticino, alla Casa del Popolo di Bellinzona (è un bar attrezzato di sale per conferenze).

Nasce in questi ultimi mesi con il bisogno di dar spazio alla voce dei ceti popolari, della maggioranza della forza lavoro in Ticino, nasce dalla mancanza del sentirsi rappresentati dagli attuali partiti di sinistra che vengono recepiti come meno vicini alla maggioranza della popolazione e tendenti alla capitalizzazione del mondo del lavoro.

Nasce dalla necessità che si sono create in questo paese di ristabilire l' equilibrio dello sviluppo sociale e la troncare la speculazione che viene attirata dalla forza della piazza economica - quale è la Svizzera - gestita da borghesi ed accentuata dalla possibilità di multinazionali di operare a livelli economici non concorrenziali e non sostenibili con la realtà locale.

Ci troviamo in questi anni a far conto con una zona euro debole, con un' America che punta al disfacimento del segreto bancario, anche se rovina con la propria banca centrale, ci troviamo con un' Europa debole nel sistema politico, nel sistema monetario, nel sistema lavorativo, creato da società attive internazionalmente che continuano a muovere capitali e spostare il lavoro dove costa meno, aumentando i guadagni per chi gestisce ed esegue queste manovre e diminuendo le realtà di lavoro, delocalizzandole dove la manodopera ha un costo inferiore oppure smantellandole del tutto, come è già successo senza far troppi nomi.

Nasce un Partito Operaio Popolare fondato su gente comune, gente a diretto contatto con i lavoratori, nasce con lavoratori stessi attivi o in pensione che si sentono in dovere di mantenere l' equilibrio che ultimamente sta venendo minato da padroni speculatori nei campi dove la manodopera è di fondamentale importanza per procedere con i lavori.

Nasce dalla necessità di formare nuovamente imprese pubbliche che possano essere la base solida per il continuo sviluppo dell' economia locale, in modo solido ed al servizio di tutti i cittadini e cittadine.

Nasce dal problema che la Svizzera è ancora un paese dove mancano leggi sui salari minimi e su un orario massimo di lavoro giornaliero, come invece si vede in altri paesi industrializzati. Non c' è neppure un sistema di pensionamento anticipato, ed ultimamente a tutto ciò stanno cercando di infierire pure padroni che denunciano i sindacati che si prendono la briga di informare e tutelare i lavoratori dei propri diritti e doveri, oltre che a licenziare abusivamente e minacciare di posticipare il pagamento dello stipendio. Oppure minacciare di rimpiazzare un dipendente con un' altra persona qualsiasi, tanto hanno a disposizione migliaia di curriculum vitae perché soprattutto nelle zone di frontiera la liberalizzazione del mercato del lavoro e del commercio permettono si di abbattere i costi alle imprese, ma abbattono anche posti di lavoro e di conseguenza paralizzano la società non distribuendo più la moneta come pegno del lavoro svolto.

Di conseguenza ci ritroviamo col culo per terra perché non abbiamo la possibilità di guadagnare i soldi da spendere per vivere. E ci ritroviamo a seguire una vita ed attività con mentalità individuale, a discapito della normale e sana vita che ognuno di noi potrebbe fare se tante lobby interne ed esterne alla Svizzera (ma anche in qualsiasi altro paese) non speculassero col capitalismo e la robotizzazione di posti di lavoro dove non serve (tipo magazzini).

E' una politica sbagliata quella fatta su servizio dell' economia, che si basa su permessi di lavoro deboli che rende tutte le persone ricattabili, qualsiasi. Ci mette gli uni contro gli altri, e mette i lavoratori nelle condizioni di prestarsi a lavorare in alcuni casi anche gratis, per evitare di perdere il permesso di soggiorno dopo la votazione del 9 febbraio 2014.

Ci siamo stufati di vedere persone quasi come noi che dicono di far politica ed invece giocano con la finanza. Dal mio punto di vista... tanto vale comprare persone e schiavizzarle, usando stranieri per soddisfare i bisogni dell' economia. In Svizzera non sono razzisti, ma il 9 febbraio scorso all' iniziativa UDC contro l' immigrazione di massa la popolazione svizzera ha votato no perché anche tanti hanno a casa i figli senza lavoro, grazie alla condotta politica mantenuta dagli anni '70 ad oggi.

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