Latte di nuvole

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La nipotina mi osserva di sottecchi cercando nel mio sguardo il complice assenso a quella che sta diventando una consueta e golosa monelleria.
Per concludere con piena soddisfazione il pranzetto che viene a mangiare dai nonni la bimba vorrebbe anche un cioccolatino nonostante l'espresso divieto della madre, che le raziona le quantità giornaliere da assumere.
Chiedere alla nonna non servirebbe a nulla dato che si attiene "perfidamente" alle disposizioni della figlia e il nonno pur con la sua benevolenza non ha la furbizia e la destrezza che si richiede per aggirare una simile situazione.
Solo lo zio, conclamato irrecuperabile "re dei monelli" a unanimità di giudizio della famiglia, può fornirle l'aiuto che le serve.
Ci alziamo dalla tavola "per andare a vedere i cartoni animati" e silenziosamente passiamo al setaccio tutti i posti che la mia esperienza ultraventennale di "profanatore di sepolcri" di cioccolata ha individuato come i più adatti per nasconderla e custodirla.
Portata alla luce la prelibata sostanza (in questo periodo si "pescano" i resti delle provviste natalizie) "fuggiamo" con "nonchalance" su in mansarda.
Accendiamo la TV e scartocciamo i nostri "dolcetti".
E la visione di Charlie Brown ora ha un altro sapore.