Creato da teologo76 il 19/12/2008
 

L'amore di Dio

Ricorda che per quanto tu possa avere commesso i più gravi peccati, Gesù è sempre pronto a perdonarti. Non esiste peccato che Dio non perdoni. Coraggio! Gli occhi di Dio, sono sempre fissi su di te, perchè ti ama. Vivi nella gioia, poichè Dio veglia su di te.

 

 

PERCHE' ?

Post n°100 pubblicato il 06 Maggio 2012 da teologo76

                     

 

 

Noi uomini a differenza degli animali, abbiamo questa speciale caratteristica,ovvero
il porsi numerevoli quesiti, circa la conduzione della nostra esistenza. Tutta la nostra vita scorre fra continue domande e poche risposte. Le risposte che fatichiamo a trovare a tanti perchè è il risultato della consapevolezza e della certezza che ci troviamo di fronte all'ignoto. Per ignoto, in questo caso, intendo l'inevitabilità
o meglio ancora l'indefinito. Quante volte di fronte ad una situazione che ci
portava a porci la solita domanda "perchè?" , abbiamo risposto con naturalezza accompagnata dalla rassegnazione la risposta " boh!". Quando non si trovano risposte che soddisfino la nostra domanda, non possiamo far altro che arrenderci.  Ora, dato che la vita prosegue senza aspettare la risoluzione delle nostre problematiche situazionali, come far fronte all'insoddisfazione? Come fare ad appagare quella snervante sete di risposte? Come affrontare l'enigma che accompagna la nostra vita? Queste e molte atre domande ci arrovellano la
mente e sono convinto la molte persone si rifugino nel mondo della passività.
Sì, perchè non possedendo alcun potere di preveggenza o di cambiare il
corso degli eventi per meglio disporsi e viverli, preferiscono accettare con
spirito passivo che conduce alla depressione, allo stress e alla tristezza.
La nostra vita è un' opportunità unica ed esclusiva e proprio per questo
motivo va vissuta nelle sua interezza. Non dobbiamo vivere nella paura di
non essere in grado di trovare risposte alle molteplici domande che ci
inseguono per il resto della nostra vita, ma cercare di trovarne il fine.
La nostra vita ha un fine, uno scopo che dà senso al nostro esserci.
Le domande che si formulano nella nostra mente, altro non sono che il
risultato della vita, cioè esse ci portano a chiederci a che punto siamo
del nostro cammino verso la meta. Le problematiche morali, fisiche,
psicologiche e così via, ci pongono nell'atteggiamento di valutare a quale
grado di maturazione siamo arrivati e se siamo pronti per superare il
traguado della nostra vita. L'oltre di esso c'è Dio che giudicherà come
avremo vissuto la vita che ci ha donato, usando come metro di valutazione
l'amore, ovvero come ci siamo amati, come e quanto avremo amato Lui
e il nostro prossimo. Forza la vita anche piena di ostacoli, vale sempre
la pena di viverla con grinta e gioia.

 
 
 

A te che non ci sei pių...

Post n°99 pubblicato il 01 Maggio 2012 da teologo76

 

 

 

E' trascorso un anno e sembra che sia passata una vita. Una scelta che
è costata una sofferenza atroce e ora la mia vita ha subito
una "metamorfosi" radicale. Dove sei? Che cosa fai? Che cosa pensi? Dov'è il tuo cuore?
Il tutto è diventato il nulla! Il nulla è il non senso della vita, è il vuoto
che diventa abisso, è la voragine che inghiotte le speranze. Ti ricordo
e i miei sogni sono abitati da te! Dove dunque abiti, te che ho amato
sopra ogni cosa? Il tempo mi è ora un interminabile agonia in cui non
si trova pace, è l'eterno presente di un passato che mai svanisce ma
che è sempre vivo e presente nella mia memoria. Il cuore geme perchè
ferito e sanguinante! Mai si rimarginerà questa profonda e mortale ferita.
Dio mio soccorrimi!

 
 
 

NOI E DIO

Post n°98 pubblicato il 27 Aprile 2012 da teologo76

                     

 

Sant'Agostino nel suo libro intitolato " Le confessioni" al capitolo V, scrive:<< Che cosa sei, Tu, per me? Usami pietà, fà che io parli. E che cosa sono io per Te, perchè tu voglia essere amato da me e ti sdegni meco se non lo faccio,e mi minacci grandi calamità? Forse che il non amarti è piccola calamità? >>. 
Questa considerazione ci mette in luce una verità comune ad ogni uomo, ossia l'unicità dell'uomo di fronte a Dio. Agostino non fa altro che chiedersi, con commozione, che cosa sia lui per Dio, per quale motivo Dio si dia tanto da fare per amarlo. Non solo si chiede fino a che punto la sua vita sia così preziosa agli occhi di Dio, ebbene la risposta la trova nella sua conversione, ovvero nella persona di Cristo. Egli, nella sua incarnazione, passione, morte e resurrezione comprende che Dio lo vuole salvo e con Lui in cielo. Se ci pensate bene, queste sue considerazioni se le pongono anche gli innamorati, in quanto ognuno pensa e si chiede che cos'ha di così speciale per piacere. Dio è il nostro innamorato e ci ama di un amore esclusivo e speciale e come tale si dona tutto senza nulla per sè, perchè nella sua offerta noi possiamo ricevere tutto, cioè il suo amore misericordioso che è vita e gioia di ogni uomo e donna. L'uomo è fatto per amare ed essere amato e Dio ci ha fatto per Lui e capaci di Lui. Come il santo vescovo Agostino, riflettiamo su che cosa siamo noi per Dio e cerchiamo ci capire quanto facciamo per ricambiare questo suo infinito amore.

 
 
 

Sguardo verso l'infinito

Post n°97 pubblicato il 25 Aprile 2012 da teologo76

L'uomo per sua natura è proteso all'incontro con l'infinito e questo lo 
capiamo da tanti fattori, quali il desiderio di raggiungere sempre il
piacere, di vivere per sempre, di cercare senza sosta qualcosa che
ci appaghi in ogni cosa. Le continue domande che ci facciamo
quotidianamente sul senso della vita, sono l'espressione di una fame
del nostro spirito verso tutto ciò che non deve fenire. Sì, noi siamo
fatti non per cessare di esistere e tanto meno di accontentarci di quel
momento di gioia che poi svanisce nel nulla. La tristezza, quel senso di
incompiutezza che strugge il nostro animo, denota che siamo possessori
di una meta, i cui traguardi soddisferanno i nostri desideri di vivere nella compensazione
e nella realizzazione del nostro bisogno di pace e gioia.
Noi siamo immortali! Certamente, dobbiamo morire, ma la morte non è
la chiusura o l'annientamento del nostro essere. Con la cessazione
della vita biologica, si apre la vita vera, ovvero
vivremo la vita nella sua pienezza.Credere alla vita, dopo morte,
significa credere che quell'insaziabile
fame di infinito , indica l'esistenza di un'anima che approderà alla vera vita.
Dio, è una realtà viva e vera, perchè persona.
In lui gettiamo la nostra speranza e poichè lui è la sorgente della vita,
in lui avremo la vita inpienezza. L'uomo è fatto per l'eternità
e non per questa vita fatte diincognite e paure del domani. 

 
 
 

L'IGNOTO

Post n°96 pubblicato il 23 Aprile 2012 da teologo76

                   

 

La paura dell'ignoto investe con prepotenza la nostra sensibilità, al punto di evitare di rifletterci sopra. La nostra esistenza è protesa verso una meta, un fine a noi appunto ignoto, che spesso ci fa barcollare perchè intimoriti dal dubbio di che cosa ci aspetta. L'ignoto va incontro all'inevitabilità e questa consapevolezza ci terrorizza. Vorremmo che ogni cosa, fosse chiara, nitida e trasparente, così da toglierci la paura di non poter evitare la sofferenza. Sì, la paura è sofferenza! Essa ci inquietà, ci schiaccia, ci domina e ci sovrasta. Possiamo dire che la paura è una della facce della sofferenza che maggiormente ci tocca più da vicino e spesso. Ma allora come fare ad evitarla? Come conoscere l'ignoto, sapendo che appunto esso - come dice il suo sognificato - indica qualcosa di indefinito e quindi di inconoscibile? Ecco che entra in gioco la "speranza". Ebbene sì, essa ci permette di vedere oltre, di non fermarci sulla soglia del termine ignoto, di concepire un senso diverso di questa terribile parola e quindi di cogliere la sua reale portata ontologica. Esso, in realtà non esiste, esiste per coloro che non vivono nella "fede", ossia quella virtù teologale che legata alla "speranza", ci permette di andare verso l'amore. Non esite l'ignoto, ma l'amore che è Dio stesso. La paura dell'ignoto, cessa di esistere perchè lascia spazio all'amore, fine ultimo della nostra vita. Cosa c'è dopo la morte? Ecco cosa c'è: l'amore. Cosa esisteva prima della creazione: l'amore.  Tutto tende verso l'amore e la nostra libertà tende verso di essa per essere felice e di conseguenza non più succube della paura dell'ignoto. L'ateo e/o l'agnostico, vivono purtroppo in questa dimensione del dubbio, dell'incertezza e della paura che generano confusione. 

 
 
 

LA PACE

Post n°95 pubblicato il 15 Aprile 2012 da teologo76

                                 

 

Il Vangelo di oggi, tocca una tematica ancora oggi molto viva e reale, nonostante siano passati 2000 anni, ovvero il mettere in discussione l'esistenza di Dio nella persona del Figlio suo e nostro Signore Gesù Cristo. L'apostolo Tommaso, non era presente il giorno in cui Gesù, si manifestò agli altri undici e questa cosa lo portò a non credere alle loro parole, in quanto per lui, Gesù era morto e quindi non più vivo. La questione era risolta come una mera illusione, una vita di tre anni buttati al vento, fatiche sofferte per nulla, dubbio di aver sperato in parole che in realtà erano solo fanfaluche e ricordi annebbiati dalla delusione e dallo smacco di aver lasciato la sua vita per seguire questo Gesù di Nazaret. Il suo turbamento è comprensibile, come non dargli torto, come poter credere in colui che si definiva uguale a Dio e vederlo morire di quella morte che era destinata solo ai malfattori. Il suo maestro annoverato tra i peccatori e sconfitto dal male e dalla barbarie degli uomini! La sua celebre frase " se non vedo, non credo "diventata abituale nel nostro gergo di chi non crede, qui assume in senso di un uomo in conflitto con se stesso e che non riesce ad accettare la morte del suo amato maestro. Eppure Tommaso, aveva sentito più volte, dalla bocca di Gesù che sarebbe andato incontro alla morte per la salvezza dell'uomo, ma in questo momento quelle parole restano prive di significato. Gesù stesso disse che dopo la sua morte, i suoi apostoli serebbero rimasti dispersi come pecore senza pastore. Tommaso, finalmente è con gli altri apostoli, quando Gesù ritorna a fargli visita e quest'ultimo lo invita a toccare le sue piaghe e Tommaso ritorna alla fede esclamando " mio Signore e mio Dio" . Gesù, lo richiama alla fede attraverso la sua apparizione e indirettamente lo ammonisce dolcemente, beatificando coloro che crederanno senza vederlo con i propri occhi.  Il saluto di Gesù " Pace a voi ", ovvero lo Shalom ebraico, richiama alla sua pace e in quella pace Gesù si rivela nella sua gloria. Gesù una volta disse: << Vi lascio la mia pace, vi dò la mia pace e non quella del mondo che dura poco >> e questa frase viene recitata nella santa messa, proprio per sottolineare che l'uomo per essere felice e soddisfatto ha bisogno della pace di Dio. Invochiamo la pace nel mondo, che non si limita all'essenza della guerra, ma a quella pace che tocca i cuori, conducendoli alla carità freterna. Cerchiamo di divetare credenti per non restare increduli, perchè questo atteggiamento interiore conduce all'infelicità.

 

 
 
 

VERGOGNA

Post n°94 pubblicato il 10 Marzo 2012 da teologo76

 

Desta stupore vedere certa gente che non nutre rispetto verso Dio. Questo filmato riprende la scena di una donna che riceve la santa comunione e finge di mettersela in bocca per poi rimettersela in mano, per porla una volta ritornata al suo posto, nella tasca di un uomo, seduta davanti a lei.           QUESTO E' UN SACRILEGIO!!!   Sono sempre stato contrario alla comunione distribuita sulle mani e infatti la Chiesa, pur lasciando libera la scelta, consiglia vivamente di riceverla in bocca. Benedetto XVI più volte ha sollecitato i presuli a rientrodurre la comunione in bocca

 

                                        

 
 
 

NON LO SAPEVO...

Post n°91 pubblicato il 25 Febbraio 2012 da teologo76

 

Spesso mi capita di incontrare delle persone che mi chiedono se la confessione è necessaria oppure se è indispensabile confessarsi spesso, per il fatto che non commettono peccati gravi come l'uccidere o il rubare. A questi, rispondo che questo tipo di ragionamento non è coerente con la loro fede, in quanto Gesù, più volte nel Vangelo ha sottolineato che ogni azione fatta contro i comandamenti dell'amore sono un'offesa alla maestà di Dio. Queste persone, di fronte a questa mia affermazione, restano basite, nel senso che i peccati contro il prossimo e Dio, diventano gravi solo quando si uccide o si ruba. Quanta ignoranza in materia e non è del tutto giusitificata, perchè quando una cosa interessa, si fanno delle ricerche molto accurate e dettagliate, quando la cosa riguarda Dio e il bene del prossimo, si sorvola e non ce se ne occupa più di tanto. E' ovvio e quindi logico, che quando si fanno delle considerazioni in ambito spirituale, molta gente esce con delle affermazioni che fanno rabbrividire. Questo accade perchè si pensa solo alla vita materiale e alla conseguente soddisfazione che ne deriva, dimenticando la vita dello spirito che è più importante. Infatti, una volta morti, le cose materiali restano in questa vita, mentre lo stato della nostra anima si troverà al cospetto di Dio, in condizioni miserevoli. Colgo l'occasione per fare un elenco di peccati, che moltissima gente ignora o vuole ignorare per motivi che solo loro sanno:

- egoismo, l'amor proprio, la superbia, la vanità, l'invidia e l'astio, la gelosia, l'odio, l'ira, l'inimicizia, la pigrizia, l'avidità, l'avarizia, l'impurità, l'intemperanza nella nutrizione, l'immodestia, la mancanza di dominio di se stessi, la disumanità, l'insencerità, la menzogna, l'ipocrisia, l'adulazione, la viltà, la maldicenza e il pettegolezzo, la calunnia e la diffamazione, l'indiscrezione, l'inganno e l'adescamento, l'astuzia e la perfidia, la malsana curiosità, la presunzione e la temerarietà, l'antipatia e l'insofferenza di alcune persone, la suscettibilità e l'irritabilità, l'impazienza, l'incostanza, l'infedeltà, la negligenza nel compiere il proprio dovere, l'abuso della grazia, la tiepidezza e il torpore spirituale, il raffreddamento e l'oblio di Dio, l'egoismo di famiglia, la mancata fedeltà alla vocazione, la stanchezza spirituale, l'indifferenza nella vita spirituale, l'abbandono della preghiera, il parlare senza senso e a vuoto, le bestemmie, le parole volgari, il parlare in senso malizioso o a doppio senso, raccontare storie sconce in forma di barzellette, il perdere tempo, l'indolenza, la vanagloria, la caparbietà e l'ostinazione, l'avere sempre l'ultima parola, la mancanza di serietà, la supercialità e la leggerezza, l'ingiustizia, l'accaparamento dei beni e l'attaccamento alla cose ricevute in uso o ai propri soldi, dimenticando il povero, dare scandalo, il giudicare, la mancanza di rispetto per chi soffre nel corpo e nello spirito, la derisione, la critica continua di cose e persone, la mancanza di carità, il parlare male delle persone, il mormorio, la vendetta, i pensieri impuri, i pensieri di cattiveria, la mancata educazione dei genitori verso i figli, ecc ecc.

Questo elenco, mette bene in evidenza quanti peccati possa commettere l'uomo, per cui ne consegue che in confessione, si deve confessarli; inoltre avrete notato che alcuni peccati a cui non si dava molta importanza, sono quelli che portano a compiere azioni davvero tremende. L'odio, la gelosia, la calunnia, linvia ecc, conduce spesso all'uomo all'omicidio o a meditare vendette contro l'interessato o alla sua famiglia. Anche il peccato che sembra una sciocchezza, rispetto a molti altri che sono gravi per la loro materia, in realtà sono proprio questi piccoli a far compiere quelli gravi.  

 
 
 

Celentano e san Remo

Post n°90 pubblicato il 19 Febbraio 2012 da teologo76

          

 

Ho letto le impressioni che molte persone  hanno scritto a proposito dello show di Celentano e devo ammettere che mi hanno un po' indispettito. Mi sembra che molte persone, non abbiano colto il senso del discordo del cantante e che molto di quello che ha detto, sia stato equivocato. Oggi seguivo, il commento del direttore dell'Avvenire su rai 1, intervistato da Giletti e da alcuni noti giornalisti e cantanti che difendevano il moleggiato, dalle accuse mosse dal direttore. Quest'ultimo, in più riprese, si è mostrato contrariato per le parole dette da Celentano sulla sua testata giornalistica, ma non ha colto lo spirito con cui erano state dette. Giletti e gli altri, hanno più volte ribadito quale fosse l'intenzione del famoso cantante, che non era quella di voler far chiudere il giornale, ma di rivedere i suoi contenuti. Mi sembra, che l'opnione pubblica, non abbia accettato la versione del Celentano predicatore. Certo, parlare di Gesù, sua una mittente pubblica come la Rai, può non essere gradito al pubblico italiano, tuttavia l'ignoranza di molti non ha limiti. Di Gesù, se ne parla anche in altre trasmissioni televisive, sulla Rai come per esempio " A sua immagine ", oppure " La via di Damasco " di sue eccellenza Mons. Giovanni Ercole, la messa domenicale con Angelus del Papa e così via ed ora ci si scandalizza perchè Celentano si è messo a predicare la verità di Gesù? E' vero che non ha peli sulla lingua e che dice quello che pensa, ma fa parte della sua indole. E' sempre stato così. Nessuno, ha inteso, che le sue erano solo delle provocazioni per mettere in discussione il contenuto di alcune testate giornalistiche italiane cattoliche, che purtroppo in alcune occasioni, hanno perso di vista le loro origini "esistenziali". Si sa che queste provocazioni, suscitano clamori e sospetti, ma nel contempo generano la possibilità di mettersi in discussione, di rivedere le proprie posizioni su certe idee, una possibilità per migliorarsi per migliorare e così via. Purtroppo l'orgoglio, impedisce di cogliere l'oltre delle parole, ci si ancora su se stessi, si è legati esageratamente all'amor proprio. La comunicazione non avviene. Ci si dimentica che la prima forma del linguaggio è l'ascolto, ossia liberare il proprio cuore dei pre-giudizi ed essere pronti all'accoglienza di ciò che ci viene presentato, poi in un secondo momento vagliare se la proposta è accettabile e considerata giusta al punto da farla propria. E' sbagliato rimanere fissi sulla proprie idee, ritenendole sempre e comunque in ogni circostanza indiscutibili. La crescita umana, avviene nello scambio e nel riconoscere che tutti possiamo sbagliare e che l'altro ci può arricchire, nella consapevolezza che l'altro è una ricchezza per me. La diversità conduce all'unità, ossia ciò che io non ho, lo possiede l'altro e viceversa. Un'ultima cosa, per confessare il proprio credo, non è necessario essere un sacerdote, un religioso consacrato o un teologo, ma essere un fervente cristiano. Ogni  cristiano, in virtù del battesimo è re, sacerdote e profeta, per cui investito di questa triplice missione, può annunciare  e proclmare Cristo a tutti. 

 
 
 

EDUCATORE ED INSEGNANTE

Post n°86 pubblicato il 06 Febbraio 2012 da teologo76

                             

Ho voluto mettere questa immagine che ritrae san Giovanni Bosco con dei bambini, per sottolineare l'importanza che egli dava ad essi. Agli inizi del suo ministero sacerdotale speso per i bambini orfani, disagiati e poveri, ebbe non poche difficoltà, causate da chi non riusciva a concepire che un prete, invece di occuparsi delle cose della parrocchia, spendesse il suo tempo ed energia dietro ai dei ragazzini mezzi delinquenti. Don Bosco, non curante delle voci maligne di paese, continuò la sua opera di carità cercando per le strade questi giovanetti e portarli nel suo famoso oratorio di Valdocco, di cui fece parte san Domenico Savio e il Beato Michele Rua, suo futuro successore nell'ordine dei salesiani, fondato appunto da don Bosco.  Mi sono reso conto che fare del bene, non è così facile come sembra, poichè si trovano sempre delle persone che te lo impediscono credendo di agire bene. Quando sono in classe e vedo i miei alunni, cerco di guardarli nella loro essenza, ossia per quello che sono realmente. Ogni singolo alunno ha una sua storia personale e quindi va presa in considerazione e sul serio. Quando li educo, cerco di entrare dentro i loro cuori e di smuoverli per cercare di spingerli alla ricerca del bene. Molti hanno alle spalle situazioni familiari davvero drammatiche e ne soffrono davvero tanto e nel mio piccolo cerco di confortarli. Per tutti, da perte mia, c'è sempre una carezza, una battuta, uno scherzo, una parola di conforto e così via. Durante gli intervalli, sto in mezzo a loro, gioco con loro e partecipo alle loro conversazioni. Per questa cosa, non vengo ben visto da alcuni miei coleghi, ma sinceramente me ne infischio. Facendo così, ho notato che i ragazzi ti rispettano e si sentono compresi, non solo, sanno che per me sono tutti uguali e che tratto tutti allo stesso modo. Ho 340 ragazzi, 18 classe su 3 scuole medie, ebbene non c'è nemmeno un solo alunno che non abbia sperimentato una mia carezza, un mio sorriso o di essere protagonista della mia lezione e delle mie attenzioni. Amandoli così, non solo riesco a far vivere la scuola con il sorriso, ma addiritura a far piacere l'ora di religione. Piace leggere il Vangelo, fare collegamenti con altre discipline, partecipare a discussioni su tematiche che propongo. Al termine della mia ora, dico sempre a loro, che tutto quello che è stato detto in classe, deve continuare ad essere meditato anche a casa. Essere educatori ed insegnati è una grande scommessa in questa società, tuttavia credo fermamente nella mia professione di docente di religione e tengo a tutti i miei studenti, poichè Dio me li ha affidati  e ne sento la responsabilità.  San Giovanni Bosco, per me resta un esempio da imitare in tutto e per tutto e a lui mi affido.

 
 
 

AMARE ANCHE CHI CI ODIA

Post n°85 pubblicato il 04 Febbraio 2012 da teologo76

         

Madre Teresa di Calcutta, con la sua vita, ci ha dimostrato che il vero ed autentico amore non ha limiti e soprattutto non si ferma di fronte a nessun imprevisto od ostacolo.  Nonostante le mille difficoltà incontrare non si è mai persa d'animo, poichè rimetteva la sua causa nella mani di Dio, per il quale nutriva grande fiducia. Di fronte a tutto quello che ha creato, senza avere nemmeno uno spicciolo in tasca, ci dimostra come diceva lei di se stessa di essere un semplice strumento nelle mani di Dio, che tutto è possibile quando si ama. Nessuno può mettere in dubbio che dietro al suo operato non ci sia stato l'intervento di Dio. Ciò che colpisce di questa santa donna, suora e fondatrice delle suore missionarie della carità, che con l'amore si possono operare grandi cose. Se dietro anche ad una piccola azione c'è l'amore, si possono fare dei miracoli che nemmeno possiamo immaginare. Purtroppo gli uomini, associano al termine " miracolo " un signficato di soprannaturale, certo è anche quello, ma in questo caso, per miracolo s'intende, la capacità di dare dignità ad ogni essere umano, senza tenere conto a quale classe sociale appartiene, di che colore ha la pelle, se è nemico o amico , a che religione appartiene e così via. L'amore non guarda in facci a nessuno, perchè agisce sempre su tutti.  Madre Teresa, ci ha insegnato ad amare tutti indistintamente e che se una persona vuole constatare se il suo amore è vero, può verificarlo solo se è in grado di perdonare ed aiutare coloro che gli hanno fatto del male. Oggi di fronte ad un mondo dove la gente si odia, si uccide, dove si pensa a fare del male all'altro, dove si medita vendetta, dove non c'è rispetto per gli anziani e bambini ecc, ecc, ecc, come non porsi la domanda se davvero l'uomo senza Dio può sopravvivere? 
 
 
 

INSEGNARE A VIVERE

Post n°83 pubblicato il 21 Gennaio 2012 da teologo76

Ogni giorno mi scontro con ideologie e modi di pensare
che vanno sempre conto la morale e l'etica del rispetto
umano. Ci sono ragazzi che purtroppo a causa di una
cattiva educazione o di una compagnia di amici sbagliati,
vedono la vita come un gioco e non come un momento
da approfittare per viverla al meglio.  Che tristezza,
quando constato tra i miei alunni, tanta leggerezza
di fronte alla sofferenza, al dolore altrui e alle
problematiche sociali importanti come la fame
nel mondo, lo sfruttamento minorile e così via.
Mi si stringe il cuore dover arrendermi di fronte
a coloro che ridono davanti a lezioni che hanno come
argomento il rispetto della vita umana. Mi sono reso
conto che pur richiamandoli con il rimprovero, non si
ottiene nulla, anzi, ma quando colloqui con i loro
genitori ti rendi conto del perchè del loro modo
di fare. Un'altra piaga è il divorzio, che sta
letteralmente uccidendo molto bambini o ragazzini.
Li vedo in classe spenti, a volte tristi, piangenti e
peggio ancora devono vivere la situazione penosa
dei genitori che bisticciano e a volte in modo violento.
Mi scontro con ragazzi/e che sono vittime di situazioni
familiari davvero tragiche e difficili. Non capisco
perchè gli sposi non siano più in grado di perdonarsi,
di amarsi e rispettarsi. Ora la mia sfida è educare
i miei alunni all'amore dell'altro e della vita. Scoprire
la bellezza del senso del valore di se stesso e dell'altro
e vivere la dimensione della relazione come momento
prezioso ed unico. Andrò contro corrente, non mi
uniformerò a quanti dei  miei colleghi non condividono
il mio modo di relazionarmi con i miei allievi.
Il mio unico metro dell'agire morale è Gesù Cristo e
parola mia, con l'aiuto della sua grazia, lo metterò
come loro modello, per vivere la vita spendendola bene.
Il mio proposito consiste nel fare vivere Cristo nelle
mie parole e nei miei gesti, così che ciò che insegno
sia reso credibile in ciò che faccio.

 

 

 
 
 

L'amore vero e felice

Post n°79 pubblicato il 19 Novembre 2011 da teologo76

                                   

Dialogo tra Dio e l'uomo desideroso di amare:

 

Un giorno un uomo, solo con se stesso, si chiese quale fosse il vero fine della vita e dopo lunga meditazione si accorse che diverse erano le sue concludioni. Insoddisfatto e ansioso di capire meglio quale fra le tante considerazioni fatte fosse quella più giusta, pensò di raccogliersi in preghiera e di chiederlo a Dio.
Disse:<< Signore mio, tante sono le mie domande sul senso ultimo della mia vita, ma nessuna delle mie riflessioni mi ha soddisfatto. Dimmi tu, perchè la mia vita ha un senso >>.

Il Signore, ascoltò con molto interesse la preghiera di quest'uomo che voleva trovare il "perchè" del suo esistere e allora Dio decise di rispondergli: << Figlio mio, ho teso il mio orecchio alla tua preghiera e ho seguito con interesse tutti i tuoi ragionamenti, ebbene volevi dunque conoscere il motivo della tua esistenza? Eccolo: Tu sei nato solo per AMARE >>

L'uomo, sentendo la voce di Dio, si prostrò a terra e con voce di riverenza gli rispose: << Signore, è vero sento in me un vivo desiderio di amare, ma non so cosa amare e come devo amare. Mi rendo conto che quel poco che amo è un amore mal indirizzato. Dammi o Signore questo amore, affinchè il mio cuore ne sia colmo >>

Dio rispose all'uomo: << Figlio mio, questo amore che mi chiedi non è cosa che si dona, come se fosse un oggetto da donare e poi mettere nel tuo cuore. L'amore che desideri sono IO >>

L'uomo al Signore: << Dio mio, ti prego vieni ad abitare in me >>

Ma Dio rimase a lungo in silenzio scrutando il cuore dell'uomo che se ne stava disteso a terra in atto di rispetto. L'uomo, dentro di sè gemeva di ansia in attesa della risposta divina, quando il Signore, finalmente rispose: << Figlio mio, non ti posso donare il mio amore e l'amore sono IO, perchè il tuo cuore è colmo del tuo >>

L'uomo riprese: << Signore è vero il mio cuore è colmo di amor proprio ed è forse questo il motivo per cui non riuscivo a comprendere il fine della mia vita, non solo ora comprendo che questo mio amore è un amore imperfetto fine a se stesso e quindi sterile. Ora il mio compito è quello di svuotarlo. Come devo fare o mio Dio? >>.

Il Signore rispose: << Figlio mio, l'atto dello svuotamento consiste nella pratica  della grande virtù dell'umiltà, che sta nel riconoscersi per quello che si è realmente, ossia una creatura fragile e bisognosa della mia grazia. Sappi che io non resisto ad un cuore umile, sono come vinto da esso. Mio Figlio vi disse: imparate da me che sono mite e umile di cuore e anche la vostra madre nel suo magnificat disse: ha guardato l'umiltà della sua serva... ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili. Ebbene, Figlio mio caro, chiedi ogni giorno la grazia dello svuotamento di te e il riconoscimento di chi sei veramente e il tuo cuore sarà libero dall'amore egoistico che non porta frutti, ma condanna l'uomo all'infelicità >>.

L'uomo ricolgendosi a Dio gli disse: << Grazie Signore per avermi insegnato il modo per essere veramente libero da me stesso e vieni dentro di me ad abitare e sperimenterò cosa sia l'amore >>

Il Signore rispose: << Figlio mio, il desiderio che hai di scoprire il senso della tua vita, mi ha colpito e per questo realizzerò la tua preghiera. Quando sentirai l'amore nel tuo cuore, ovvero Me stesso, ti renderai conto della differenza tra quello che avevi prima e quello che avrai tra non molto. L'amore traboccherà e quell'amore traboccato verrà bevuto da chi ti frequenterà , per chi mi possiede abbevera gli altri. Vedi come i miei santi erano sempre attorniati da immense folle, perchè erano traboccanti di me e la gente ne assoporava la delizia. Ricorda una cosa molto importante, io abito nel cuore di un uomo, nella misura in cui egli mi vuole. Non forzo mai la volontà e quindi la libertà dell'uomo. Io mi unisco all'uomo nella misura in cui lui mi desidera >>.

L'uomo:<< Ti rendo grazie o mio Dio perchè mi hai esaudito. Ho compreso che il segreto di una vita felice è il possesso di te, nostro unico e solo fine della nostra vita >>

 
 
 

DIO E' IL NOSTRO TUTTO

Post n°78 pubblicato il 18 Novembre 2011 da teologo76

 
 
 

NOI SIAMO LA LETTERA DI DIO

Post n°77 pubblicato il 18 Novembre 2011 da teologo76

                      

 
 
 

L'obbrobrio della bestemmia

Post n°75 pubblicato il 16 Novembre 2011 da teologo76

 
 
 

IL VERO AMORE

Post n°74 pubblicato il 13 Novembre 2011 da teologo76

L'autunno è una stagione stupenda perchè la natura fa risaltare
con una ricchissima gradazione di colori, la maestosità della terra, che
lascia il nostro spirito come rapito in dolce e saporosa ebbrezza mistica
dell'incanto e dell'estatico.  Se solo imparassimo a sofferemarci a meditare
il bello della natura, certamente l'uomo non si limiterebbe a vivere solo
di cose materiali e il suo spirito librerebbe leggero nella dolce melodia
del suono del mondo che è l'amore. 
Constatando lo scenario mondiale che è ricco di fenomeni di cattiveria
pura e gratuita, non si può non inorridire e rimanere basiti.
L'uomo non è più capace di vedere l'altro come fine, ma lo vede solo
come mezzo per raggiungerlo, il che denota che la persona viene
"cosificata", reso oggetto per raggiungere il suo fine, dopo di che, una
volta sfruttato, viene calpestato nella sua dignità di essere umano. 
Che vergogna! Che assurdita! Eppure, molti non se ne danno
pena, continuano a percorrere la strada dell'ingiustizia e dello sfruttamento.
Non si fa che accusare, calunniare, diffamare, giudicare, giustiziare, ci
si vendica e non si è quasi più capaci di perdono.  Nel mondo non ci sarà
mai la pace finchè non si imparerà ad amarsi e a lasciarsi vincere e
conquistare dall'amore. Tutti siamo chiamati ad un'unica vocazione
che è universale, ovvero la vocazione dell'amore. E' innegabile che
siamo fatti per amare ed essere amati e questo lo avvertiamo per
come soffriamo quando non viviamo in questa dinamica. 
 
 
 

L'AMORE E' DIO

Post n°73 pubblicato il 13 Novembre 2011 da teologo76

           

 
 
 

NON SI ENTRA IN CIELO...

Post n°72 pubblicato il 12 Novembre 2011 da teologo76

 

La scala che conduce in paradiso, non sono come molti pensano solo un vivere i precetti che la religione di appartenenza, stabilisce. Chiunque è in grado di osservare scrupolosamente delle regole per raggiungere
un fine, ma quanti sono in grado di viverli con la giusta coscienza, ossia tenendo conto della dimensione
umana? 
Mi spiego meglio, il credere in Dio, non deve essere solo in prospettiva verticale, cioè dall'alto verso il basso- basandosi su un rapporto e relazione uomo- Dio - ma deve anche essere orizzontale, ovvero uomo - uomo.
Se sommiamo le due direzioni, otteniamo una croce. Questo indica che la modalità per raggiungere Dio,
deve inevitalmente essere verticale ed orizzontale, amare Dio amando l'uomo. Sarebbe fortemente
contraddittorio pensare di amare Dio se trascuri il tuo fratello. Dio stesso ci insegna che bisogna
amare il prossimo come se stessi, altrimenti il nostro amore è solo ipocrita e falso.  Le opere di bene,
sono i gradini che ci portano in paradiso, diversamente si rischia la dannazione. Attenzione o uomo,
perchè Dio esige 
l'amore di Lui, amando il prossimo buono e cattivo, sull'esempio di duo Figlio Gesù. 

 
 
 

IL RICORDO

Post n°71 pubblicato il 11 Novembre 2011 da teologo76

                    

 
 
 
 

       

 

              

Una candela per le anime del purgatorio. Le anime del purgatorio, traggono molto sollievo dall'ardere di una candela benedetta, in quanto costituisce per loro una sorte di luce in mezzo alle tenebre in cui si trovano, prima di andare in cielo ove vi è luce che è Dio stesso.

 

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