Creato da MADE_IN_SICILIA il 27/04/2008

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nespole

Post n°4 pubblicato il 29 Aprile 2008 da MADE_IN_SICILIA
Foto di MADE_IN_SICILIA

Il Nespolo, pianta dal frutto tipico, unico, che si produce in abbondanza nel territorio di Calatabiano, in cui trova l'habitat ideale ed esclusivo per crescere rigoglioso. Per questa sua peculiarità, Calatabiano è un centro prevalentemente agricolo, adagiato sulla odorosa piana omonima.
Da queste premesse, nasce l'esigenza di promuovere le suddette peculiarità, evidenziandole e valorizzandole. La produzione oscilla tra le 700 e 800 tonnellate secondo l'annata

Le nespole hanno una elevata percentuale di acqua, superiore all'80%, e un contenuto di zuccheri variabile dall' 8 al 14 %. La componente proteica e lipidica è molto bassa, inferioreall'1%. Gli acidi variano dallo 0.4 a circa il 2 %. Tra questi l'acido ascorbico è presente soltanto in tracce, mentre gli acidi principali sono: malico, citrico, tartarico e succinico. A Calatabiano questi frutti vengono destinati alla produzione di conserve, marmellate, gelato alla nespola e liquore nespolino. Esistono diverse varietà, assumono particolare importanza la vaniglia e il nespolone.

 
 
 

GELSI

Post n°3 pubblicato il 29 Aprile 2008 da MADE_IN_SICILIA
Foto di MADE_IN_SICILIA

Non c'è paese, o comune siciliano che non abbia i suoi alberi di gelsi; financo alcune strade statali o provinciali (vedi la Comiso-Vittoria) sono fiancheggiate per chilometri e chilometri dal gelso, questa pianta che un tempo (antico) costituiva la materia prima per la cultura del baco da seta e conseguente artigianato.
Anche per il gelso esistono superstizioni. Dormire sotto un gelso nero può provocare la morte. In alcuni paesi della Sicilia era d'uso per la festa di San Nicolo portare la statua del Santo in processione fuori città, ed in campagna raccogliere alcune fronde di gelsi che — benedette — venivano sistemate in casa, o nella stalla, per assicurarsi la protezione da ogni male.
Il gelso, nel linguaggio dei fiori, rappresenta la prudenza e la saggezza. Con lo sciroppo ricavato dalle more del gelso nero, nella medicina popolare, si cercava di guarire il "mughetto", quella malattia che colpisce le mucose della bocca.
Forse per l'abbondanza, e per il fatto che è facile procurarsele, le gelse non sono mai vendute presso i fruttivendoli. Ciò non esclude che se ne faccia uso, specie nei mesi di maggio e giugno quando il frutto è suc-coso, maturo e profumato.

 
 
 

Post N° 2

Post n°2 pubblicato il 29 Aprile 2008 da MADE_IN_SICILIA
Foto di MADE_IN_SICILIA

Il fico d'India (o ficodindia) (Opuntia ficus-indica (L.) Mill., 1768) è una pianta succulenta della famiglia delle Cactaceae

L' Opuntia ficus-indica, per la sua capacità di svilupparsi anche in presenza di poca acqua, si rivela una pianta di enormi potenzialità per l'agricoltura e l'alimentazione dei paesi aridi. Ha un notevole valore nutrizionale essendo ricco di minerali, soprattutto calcio e fosforo, oltreché di vitamina C.

La risorsa alimentare più pregiata è rappresentata dai frutti, chiamati fichi d'India, che oltre ad essere consumati freschi, possono essere utilizzati per la produzione di succhi, liquori, gelatine, marmellate, dolcificanti ed altro; ma anche le pale, più propriamente i cladodi, possono essere mangiati freschi, in salamoia, sottoaceto, canditi, sotto forma di confettura. Vengono utilizzati anche come foraggio.

Peculiari della tradizione messicana sono il miel de tuna, uno sciroppo ottenuto dall'ebollizione del succo, il queso de tuna, una pasta dolce ottenuta portando il succo alla solidificazione, la melcocha, una gelatina ricavata dalle mucillagini dei cladodi, ed il colonche una bevanda fermentata a basso tenore alcolico.

La produzione di cladodi a scopo alimentare è ottenuta da varietà a basso tenore in mucillagini

Nella medicina popolare:

  • i frutti sono considerati astringenti; per la loro ricchezza in vitamina C sono stati usati in passato dai naviganti per la prevenzione dello scorbuto
  • i giovani cladodi, riscaldati al forno, vengono utilizzati come emollienti, applicati in forma di cataplasma.
  • l'applicazione diretta della "polpa" dei cladodi su ferite e piaghe costituisce un ottimo rimedio antiflogistico, riepitelizzante e cicatrizzante su ferite e ulcere cutanee; è un vecchio rimedio della tradizione siciliana, utilizzato ancor oggi nella cultura contadina isolana (Paolo Campagna, corso di fitoterapia, Univ. della Tuscia di Viterbo)
  • il decotto di fiori ha proprietà diuretiche.

Evidenze mediche recenti:

  • i frutti di O. ficus-indica hanno marcate proprietà antiossidanti [2].
  • l'efficacia di un estratto di O. ficus-indica nella cura dei postumi della intossicazione alcolica è stata dimostrata in uno studio clinico controllato randomizzato [3].
  • La notevole concentrazione della frazione polisaccaridica presente nei cladodi del ficodindia, così come in altre specie di Opuntia, costituita prevalentemente da un polimero di galattosio,arabinosio e altri zuccheri denominato opuntiamannano,comporta la capacità di legare i grassi e gli zuccheri ingeriti (resi pertanto non assorbibili) con risultati positivi sul metabolismo glico-lipidico e nella sindrome metabolica.
  • le mucillagini e le pectine presenti nei cladodi di O. ficus-indica hanno dimostrato un effetto gastroprotettivo negli animali da esperimento
 
 
 

PASTA ALLA NORMA

Post n°1 pubblicato il 29 Aprile 2008 da MADE_IN_SICILIA
Foto di MADE_IN_SICILIA

Ingredienti (per 4 persone):
- 320 g. di maccheroni
- 800 g. di pomodorini maturi e sodi,
- 2

(Pulite e lavate le

melanzane medie senza semi,
- 2 spicchi d'aglio,
- basilico,
- 100 g. di ricotta salata e dura (non formaggio ricotta),
- sale,
- olio di oliva,
- pepe.

Preparazione:
Scottate i pomodori in abbondante acqua bollente, sbucciateli, tagliateli, eliminate i semi e tritateli. Pulite gli spicchi di aglio e tagliuzzateli sino a farli divenire poltiglia, lavate il basilico ed asciugatelo
 melanzane, tagliatele a fette e comprimetele affinchè eliminino l'acqua in eccesso Scaldate in una padella 4 cucchiai di olio di oliva, aggiungetevi poi l'aglio ed i pomodorini e dopo un pò il basilico; salate, pepate e fate cuocere fino ad ottenere una salsa densa. Nel frattempo grattugiate la ricotta.
Fate scaldare abbondante olio in una padella e friggetevi le , melanzane sgocciolatele con della carta assorbente affinchè si elimini l'olio in eccesso.
Siamo pronti per la pasta!!!
Il una grande pentola mettetevi dell'acqua e fatela bollire, aggiungetevi poi 2 cucchiai di olio e del sale e chiaramente la pasta.
Scolate i maccheroni
al dente, metà metteteli in un grande piatto dove li condirete con dell'olio e metà della ricotta grattata. Disponetevi sopra le melanzane fritte e successivamente la pasta rimanente. Infine conditela con la salsa preparata e guarnite con qualche fetta di melanzane.

 
 
 
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