Creato da evasoxcaso il 09/06/2006

Parole messe lì...

...perchè se Dan Brown ha scritto un libro, non vedo perchè io non possa scrivere un blog.

 

 

Nessun commiato.

Post n°1007 pubblicato il 08 Giugno 2009 da evasoxcaso

Due cose. Le ultime due, qua.
Il blog (per quanto possa interessare) rimane. Almeno fino a quando non verrà cancellato da qualcuno, che non sarò certamente io. Per qualsiasi cosa, la messaggeria rimane attiva (almeno credo) e se scrivi lì, magari non immediatamente, ma ti rispondo senza dubbio alcuno.
Volendo c'è anche la mail: evasoxcaso@libero.it
Vale il discorso della messaggeria: risposta sicura, sui tempi non ci pronunciamo.
Bene. Credo di aver detto tutto.
Se vuoi, sono qua.
Baci.



 

 
 
 

Ma in quanto seconda casa, lo devo pagare l'ici?

Post n°1006 pubblicato il 06 Giugno 2009 da evasoxcaso

http://exc-repetitaiuvant.blogspot.com/
Và a vedere se ti piace.
Sarà la mia nuova casa dal 10 giugno. Perchè il 10 giugno? Perchè il 9 saranno tre anni esatti che sono qua e mi va di cambiare. Onestamente, era già tutto pronto da almeno tre mesi. Blog, foto (che è sempre la solita) e tutto il resto. Solo che per un motivo o per l'altro non mi decidevo mai. Ora invece ho un motivo preciso per andarci: seguire da vicino exAldo_Filippo_exCaposaldo per poi ucciderlo ed impossessarmi del suo dominio (volutamente minuscolo). Poi, dal dominio di exAldo_Filippo_exCaposaldo, estenderò il mio regno a tutto il mondo.

Segue risata demoniaca e immagine che sfuma, lasciando nello spettatore un insopprimibile senso di angoscia.

 
 
 

Se famo du spaghi.

Post n°1005 pubblicato il 05 Giugno 2009 da evasoxcaso

Allora. Seguimi attentamente. O anche no..fa lo stesso, insomma. 
Per un comportamento mediamente civile a tavola, sono stati inventati tre simpatici utensili denominati: forchetta, coltello e cucchiaio. La forchetta ha la forma di un piccolo forcone e forse proprio da esso deriva il suo bislacco nome e serve per mangiare la pasta. Il cucchiaio invece, trattasi di utensile atto a mangiare pietanze prevalentemente in brodo quali i tortellini, minestre e minestroni, che son delle minestre più grosse. Altrimenti non si spiega il perchè del nome. Il coltello, infine, ha forma quasi rettangolare e reca una parte tagliente, spesso seghettata, con la quale ci puoi tagliare la carne, aiutato dalla forchetta, che come si può notare, oltre che per mangiare la pasta, può servire anche per altri scopi. Questo in linea di massima. Ci siamo? Ok. 
Poi però, nonostante l'uso dei sopracitati utensili sia quello precedentemente descritto, c'è chi si prende delle libertà che non gli competono. Ad esempio, c'è chi usa il coltello a mò di stuzzicadenti, ficcandosi la punta fra incisivo e canino, rovistando a dovere in cerca di residui di cibo. Cosa decisamente rivoltante, soprattutto se il residuo di cibo viene individuato e infilzato. Ma non è tutto. C'è anche un'altra cosa che ha preso piede ormai da molti anni e verso la quale andrebbe adottata una campagna di sensibilizzazione a partire dalle scuole materne. Trattasi dell'infingarda abitudine di usare il cucchiaio insieme alla forchetta, per arrotolare gli spaghetti. Pratica questa, assolutamente da evitare in quanto fa il paio con l'abominevole modo di mangiare gli spaghetti dei tedeschi, i quali, dopo averli tagliati con forchetta e coltello, li mangiano col cucchiaio a mò di riso. Personalmente, fossi il Ministro dell'Interno e vedessi mangiare gli spaghetti così, scatterebbe immediatamente il foglio di via obbligatorio, e veto assoluto di rimettere piede sull'italico suolo. Chiaramente per un italiano che arrotola gli spaghetti col cucchiaio, questo non potrebbe essere fatto, in quanto un italiano non lo puoi buttare fuori dal suo paese..anche perchè se fosse possibile, io una mezza idea ce l'avrei con chi cominciare, ma lasciamo perdere, che domani si vota e non vorrei influenzare milioni e milioni (e milioni) di elettori. Comunque proporrei a chi arrotola gli spaghetti col cucchiaio, di togliere immediatamente il piatto di spaghetti e portargli una minestrina.
Almeno il cucchiaio verrà usato con cognizione. 
Ho finito.

Chi ha detto: "meno male?"

 
 
 

Che questo pare un post idiota...ma c'ha un sacco di metafore, sto post qua. Anche se poi, può comunque essere un post idiota.

Post n°1004 pubblicato il 03 Giugno 2009 da evasoxcaso

Certe volte capita di dire una cosa tipo: “darei dieci anni di vita pur di…”.
Io, sinceramente, non lo dico mai perché sono assolutamente convinto che porti sfiga, però mi è successo di pensarlo spesso. Che non so se porta sfiga lo stesso se lo si pensa e basta, ma comunque.
Che poi, quando qualcuno lo dice, c’è sempre qualcun altro che gli fa tutta la tiritera sulla vita che è bella e che per niente al mondo la si deve barattare e tutta quella roba lì. Che io, fondamentalmente, sono anche d’accordo su sta cosa, diciamo.
Tuttavia.
Tuttavia non è proprio tecnicamente possibile fare una cosa del genere. Voglio dire: non esiste un ufficio o qualcosa di simile, in cui tu vai lì e dici: “Salve. Volevo sapere se era possibile barattare dieci anni della mia vita con un sei al Superenalotto”. E quello nell’ufficio risponde: “Un attimo che controllo, eh…abbia pazienza solo due minuti”. Controlla sul computer, poi ti si rivolge e dice: “No, mi spiace…il baratto è stato fatto giusto ieri, con un tale di Macerata. Se vuole è rimasto “dieci anni della sua vita per una scopata con Jennifer Lopez”, o per vedere Emilio Fede che apre il tg4 dicendo che si è iscritto a Rifondazione Comunista. Mi dica lei….”…Allora tu ci pensi e dici: “Uhm..no, grazie. Casomai ripasso.” E te ne vai. Poi magari, mentre sei per strada, ci ripensi: “Uhm..certo che una mezz’oretta con la Lopez…ma no, dai..che tanto..che ci sarà di così diverso rispetto a sempre? Ma chi se ne frega della Lopez, dai…che poi magari, mentre siamo lì le prende pure lo sghiribizzo di cantare. No no..mi tengo i miei dieci anni di vita”.
Il problema però, è che nessuno sa quando intraprenderemo il nostro viaggio verso la materia oscura. Capisci? Perché se uno lo sapesse, oltre a passare una vita d’inferno, potrebbe anche decidere in tal senso. Tipo che se uno sa che muore a 102 anni, un pensierino ce lo potrebbe pure fare, ti pare? Che tanto, voglio dire…102 o 92, sai che mi frega. E allora magari, quando è per strada pensa: “ho 46 anni…per arrivare a 92 ne mancano altrettanti. Che tanto, voglio dire…che cazzo ci sto a fare qua fino a 102 anni? Sai che palle. Io quasi quasi, due colpi alla Lopez glieli do”.
E torni indietro. Rientri nell’ufficio e ti viene detto che purtroppo, la richiesta è già stata fatta via mail da un tale del Wisconsin.
Allora esci di nuovo e ti domandi come cazzo sia possibile che tu non riesca mai  a cogliere l’attimo giusto. Poi però, quasi per consolarti, ti dici: “ma si…in fondo dieci anni di vita mica son pochi”.
Poi passa il tempo, ti ritrovi a 92 anni e pensi: “quando si è giovani si fanno un mucchio di cazzate”.
Finisci di mangiare il semolino e vai a letto.

 
 
 

La siti. Sottotitolo: fra guardare un tramonto con la Barbie e fare la guerra, c'è una bella differenza.

Post n°1003 pubblicato il 02 Giugno 2009 da evasoxcaso

Che poi, uno arriva a Londra e gli dicono che dopo due giorni sarà il compleanno del Big Ben. Che uno pensa: “…ma porca zozza…ho capito, ma se nessuno mi avvisa, io come faccio a saperlo?” Gli avrei portato qualcosa, insomma. Che uno mica si può presentare a mani vuote ai compleanni. Che sennò pare sempre che sei quello che non gli frega un cazzo. Centocinquant’anni ha compiuto il Big Ben. Questo bell’ammasso di mattoni, ferro e lancette, c’ha un secolo e mezzo, caro mio. Devo dire che li porta bene.
Come ti dicevo, Londra è una di quelle città che se mi offrissero un lavoro, ci andrei ad abitare domani. Dice: ma a Londra piove. Vabbè…ma chi se ne frega, insomma. Pure nel Mugello piove, eppure si vive lo stesso. Dice: si, ma a Londra piove di più. Ripeto: ma chi se ne frega…ti porti l’ombrello, o ti metti qualcosa col cappuccio. Dice: ma ci sono un sacco di città più belle di Londra. Vero. Praga, ad esempio è più bella. Nettamente più bella, inutile dire. Ti faccio un esempio: hai presente una bella donna? Ma di quelle belle che uno dice: “ammazza che bella sta donna”. Di quelle perfette, insomma. Di quelle che non gli trovi un difetto neanche a cercarlo col lanternino.  E poi vedi una che invece bellissima non lo è..e te ne accorgi, lo vedi che bellissima non lo è, però, come si dice, ti fa sangue. Una di quelle donne che quando le vedi, la prima cosa che ti viene in mente è quella di cercare un angolo appartato e ripassare seduta stante tutto il kamasutra. Ecco. Ci sono un miliardo di città indiscutibilmente più belle di Londra. Ma a me Londra fa sangue.
Tutto qui.

 

 
 
 

Good night.

Post n°1002 pubblicato il 30 Maggio 2009 da evasoxcaso

Niente di che. C’è chi ha il mal d’Africa, io ho il mal di Londra. Se almeno una volta all’anno non vado a Londra, mi sembra che mi manchi qualcosa. L’unico difetto che riesco a trovare a questa città, è che la quasi totalità delle persone parla inglese. Anch’io parlo inglese, in realtà. Parlo inglese come Aldo Biscardi parla italiano. E comunque, mica mi faccio problemi…loro parlano, io sorrido e dico “ciao”. Che me frega. Io sempre “ciao” gli dico a questi. Che so..uno mi fa tutto un discorso sull’impatto dell’euro sui mercati mondiali ed io sorrido e dico “ciao”. Mi squilla il cellulare? Rispondo e dico “ciao”. Le sole parole che uso in questa città sono “tencs”, scritto “thanks” e “ciao”. Scritto “ciao”. Mi sono portato appresso Macchino e quando, per darmi un tono, mi sono seduto nella oll, scritto “hall”, un tale mi ha guardato, ha alzato il pollice ed ha detto: “oh…Mac is biutiful”, scritto “beautiful”. Io ho sorriso e gli ho detto “ciao”.
Vuoi sapere che tempo fa? Piove. Che mica è vero, sai…solo che ci si aspetta sempre che a Londra piova, per cui….
Lunedì torno. Ora vado a Portobello. Macchino lo lascio in camera.
Gudnait. Si, scritto come nel titolo.

 
 
 

Di quella volta che il Gladiatore salì sull'Apollo 13.

Post n°1001 pubblicato il 28 Maggio 2009 da evasoxcaso

Come spesso ti ho detto, i numeri mi hanno sempre creato diversi casini. A scuola, intendo. Oddio..anche ora, quelli sull’estratto conto, non è che mi facciano essere troppo felice, per la verità, ma insomma. E’ che proprio io e i numeri non ci stiamo simpatici. I numeri non sono come le parole, i numeri hanno forme strane, simboli strani. I numeri li scrivi e poi comandano loro. Ricordo alle superiori, la mia professoressa di matematica, persona squisita e di una simpatia travolgente, anche se aveva scelto di insegnare una materia infame. Ricordo che durante le lezioni, mi guardava sempre mentre spiegava. Lei lo sapeva che non capivo un cazzo, nonostante fingessi una attenzione che in realà ero ben lungi dall’avere. Ogni tanto, durante il compito, passava tra i banchi e quando arrivava a me, mi dava due pacche nel collo come si fa con un buon cane da caccia, che per quanto intelligente possa essere, a certe cose proprio non ci arriva. Alle elementari invece, credevo di aver capito tutto. Credevo che i numeri fossero la cosa più semplice del mondo. E quello che mi aveva fatto credere ciò, era: sei per sei trentasei e sei per otto quarantotto. Capisci? Era semplice. Era tutto in rima. Per cui, mi inventavo risultati improbabili, convinto che bastasse fare la rima. Tipo: nove per otto? Sessantotto. Cinque per due? Ventidue. Sette per quattro? Trentaquattro. Ci volle un po’ per farmi capire che non era esattamente così.
Era giugno. Una di quelle mattine di giugno che ti viene da pensare che forse Dio esiste veramente. Una di quelle mattine quando il sole si infila dappertutto, quando ovunque volgi lo sguardo, vedi riflessi arancioni. Mi ero alzato con quella sensazione che oggi si chiama “farfalle nello stomaco”…a quei tempi non aveva un nome e forse era meglio così. Certe sensazioni non vanno spiegate, non gli si deve trovare un nome. Certe sensazioni vanno solo vissute.  Il corridoio sembrava più lungo e più stretto del solito. Neanche i riflessi arancioni lo facevano sembrare meno austero. Andai subito con lo sguardo verso la parte alta del foglio, che se hai un cognome che inizia per “c” la tua vita scolastica sarà sempre nella parte alta del foglio. Presi fiato e misi a fuoco. Maturo. Ero maturo. Maturo come un’albicocca arancione, arancione come i riflessi del sole. Tornai indietro, lasciando le farfalle al loro destino e assaporando una contentezza che in futuro difficilmente avrei provato di nuovo. A metà corridoio incontrai la professoressa di matematica. “Sei contento, Giannino?” “Tanto, professoressa. Grazie”. “Ed ora che farai?” “Ora basta. Smetto. Ci sarà da fare un po’ di guerra con i miei, ma smetto”. Lei sorrise: “l’importante è che io non ti trovi a lavorare in banca dove ho i risparmi”.
Arrivato a casa, i miei chiesero: “allora? Com’è andata?”
“Bene” dissi io.
Mio babbo guardò mia mamma e le disse: “al mio segnale scateniamo l’inferno”. Io pensai: “Houston, abbiamo un problema”.
Il resto è storia relativamente recente. 


 
 
 

Mille e non più mille.

Post n°1000 pubblicato il 27 Maggio 2009 da evasoxcaso

Questo, secondo la tradizione, avrebbe detto Gesù, prevedendo il Giudizio Universale. Col senno di poi, si può tranquillamente dire che si era sbagliato. O forse, qualcuno della famiglia aveva semplicemente cambiato idea. Comunque.
Questo è il mio post numero mille.
Ora: sarebbe davvero presuntuoso da parte mia, pensare che Gesù si riferisse a me e al mio blog.
Ma siccome la prudenza non è mai troppa, io una tastatina alle palle me la do.
Hai visto mai. 

 
 
 

Eppur si muove.

Post n°999 pubblicato il 26 Maggio 2009 da evasoxcaso

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Devo riconoscere che qualcuno dei miei colleghi
è un meraviglioso esempio di poeta metropolitano.

 
 
 

Gep ha comprato la Jeep.

Post n°997 pubblicato il 25 Maggio 2009 da evasoxcaso

Gep ha un carattere orrendo. Lo ha sempre avuto. A Gep gli chiedi una cosa tipo: “dove le hai comprate quelle scarpe?” e lui, probabile che ti risponda: “che è…non ti piacciono, faccia di merda?” Ecco. Gep è così. Gep è uno che pensa sempre che tutto il mondo ce l’abbia con lui. E lui è sempre pronto a difendersi. Ricordo una sera di tanti anni fa (ma tanti, eh…tipo venticinque) che eravamo in discoteca. Una delle rarissime volte (e credo l’ultima, fino ad oggi) che io andavo in discoteca. C’era una tizia che guardava Gep, mentre Gep era intento nel suo sport preferito: odiare la Terra e tutti i suoi abitanti. Noi lo prendevamo in giro, lo aizzavamo come se fosse stato un gallo pronto per il suo combattimento: “Gep, quello ti ha guardato e ride di te coi suoi amici”…e Gep chiedeva: “chi, cazzo…dimmi chi è…”..e noi si rideva. A vent’anni si ride sempre. Poi gli dissi: “Gep, c’è quella tizia che ti guarda da ore…invece di star lì a decidere chi devi eliminare, perché non le vai a dire qualcosa?” Lui si alzò, andò da lei e le disse: “ciao”. Io pensai che già il fatto che non l’avesse mandata immediatamente affanculo fosse un ottimo segno. Lei gli disse: “come sei alto..da seduto non sembrava”. Lui si rabbuiò un attimo e rispose: “non sono io che sono alto, sei tu che sei una nana”. Lei disse: “vaffanculo”, lui rispose: “vacci tu affanculo, brutta stronza”. E quello che poteva essere un grande amore, svanì in trenta miseri secondi.

Sono passati oltre vent’anni, ma Gep è sempre uguale.
“C’è qualcosa che non va, in me…”
“Dovresti solo addolcirti un po’”.
“Che vuoi dire?”
“Che hai un carattere terribile. Non puoi pensare che chiunque ti si rivolga, lo faccia solo con intenzioni malevole o per prenderti per il culo”.
“Chi ti ha detto che penso questo? Sei forse un cazzo di psicologo di merda? Me ne vado, mi hai rotto i coglioni. Ciao.”
“Ciao Gep, buonanotte”.
“Vaffanculo”.
Oh, non ci crederai, ma io gli voglio bene a quest’uomo.

 
 
 

"Trenta centimetri di dimensione artistica".

Post n°996 pubblicato il 23 Maggio 2009 da evasoxcaso

Ieri ho incontrato Vittorio. Vittorio ha la mia età, molti più capelli di me (capirai che sforzo) e la pelle con tutta una cromìa di colori che parte dal bianco fino ad arrivare al terra di Siena. Usa frasi tipo “è imperativo monetizzare” oppure “è fondamentale il sincronismo”. Per la verità, usa spesso anche il termine “cazzo”…ma quello lo uso anch’io, per cui non mi suona strano. Il fatto però è questo: sentire uno che dice: “è imperativo monetizzare” e ricordarlo nei bagni della scuola con in mano un righello per dimostrare a tutti che il suo pisello era lungo undici centimetri, non lo fa essere molto credibile, dai.

Attenzione: si parla di scuole elementari. Alle elementari un pisello di undici centimetri è assolutamente improponibile.
A meno che uno non sia Rocco Siffredi o John Holmes, "una vita per il cinema, una vita per l'amor".
Mi sono permesso di citare Elio, che ritengo dopo De Gregori, il più grande scrittore di testi che abbiamo in Italia.
Non me ne voglia Mogol. 

 

 
 
 

Parole parole parole (Mina e Alberto Lupo).

Post n°995 pubblicato il 22 Maggio 2009 da evasoxcaso

In tutta la mia vita credo di non aver mai pronunciato la parola “empatia”. E credo sia questa, la prima volta che la scrivo.
Niente di che. E’ semplicemente una parola che non mi piace, non mi piace il suono e non mi piace il modo altezzoso con cui spesso la si usa.
E se devo dire: “credo di comprendere quello che stai provando”, dico semplicemente: “credo di comprendere quello che stai provando”….che magari ci metto due secondi in più, ma mi sento più sereno. Anche se magari il tale a cui dico “credo di comprendere quello che stai provando” può pensare: “ma tu guarda questo imbecille, che neanche sa che esiste una parola che si chiama empatia”.
Non mi importa. Io la parola “empatia” non la uso.
E neanche “pedissequamente”, sia chiaro.

Il titolo del post può anche sembrare pertinente, in realtà l'ho messo perchè almeno, tutti quelli che cercano quella canzone, si ritrovano su questo blog.
Che io, son troppo un genio del male, diciamolo. 

 
 
 

Tum tum cha. Tu-tum tum cha. Segue assolo di chitarra.

Post n°994 pubblicato il 20 Maggio 2009 da evasoxcaso

Io non lo so se anche da te c’è sta moda, ma qua al paesello tutti gli adolescenti hanno preso sta mania di andare a giro col telefonino sintonizzato sulla radio, o gli mp3, volume a palla e camminano seguiti perennemente da questa musica che non si capisce un cazzo chi è che canta perché esce un suono tutto distorto. E loro vanno così…camminano immersi nella musica. Nel frattempo parlano fra se, urlando perché sennò non capiscono cosa stanno dicendo, e sghignazzando. In pratica, se tu stai tranquillamente camminando e senti provenire da qualche parte un’accozzaglia di suoni, urla e schiamazzi vari, puoi esser certo che di lì a poco, comparirà un nugolo di adolescenti che ti fracasseranno i timpani e perché no, anche i coglioni.
Allora ho acchiappato uno di questi adolescenti della malora, uno che abita qua sotto e che lo senti subito quando sta uscendo di casa, perché c’è sta musica che improvvisamente si diffonde nell’aere. L’ho preso e gli ho detto: “Senti un po’ Marchino…dimmi una cosa…ma come cazzo è che avete sta mania, ora? Ma gli auricolari non si usano più?” E lui ha detto: “Auricolari?? Oh…ma sei proprio macabro, te..”…e se ne è andato con quel passo da cucciolo di dromedario, come dicevo qualche post fa. Io ho pensato: “Macabro?...cazzo c’entra “macabro”?”….che io ricordavo che “macabro” vuol dire una cosa tipo “orrido”, “spaventoso”…e sinceramente non trovavo il nesso, nel contesto del discorso. Che poi l’ho beccato di nuovo, mentre stava rientrando. Allora gliel’ho chiesto: “Ascolta Marchino…ma per te, cosa significa macabro?” E lui ha detto: “Ma che domanda è? Macabro è uno fuori di testa, un mentecatto”. Ah, ecco.
Io però continuo a ricordare diversamente.
 

 
 
 

Chi cerca trova. O, nel caso, continua a cercare.

Post n°993 pubblicato il 18 Maggio 2009 da evasoxcaso

Mi sono fatto un accaunt (“account”, per i madrelingua inglesi) su Shinystat, come puoi anche notare se scendi giù in fondo alla pagina. Chiaramente, mi sono fatto la versione fri (“free”, sempre per gli inglesi di Liverpool e Manchester), che di pagare per vedere chi viene su questo blog, non ti offendere, ma sinceramente non ci penso proprio. E comunque, anche con la versione fri (sempre “free”, per chi ha cantato almeno una volta nella vita “Yesterday” in riva al mare, con la chitarra, sperando che dopo finito di cantare si trombasse), si scoprono cose interessanti. Ad esempio si scopre che c’è qualcuno che viene a leggere dalla Russia. Non so se con amore o meno, come succedeva a zerozerosette, ma tant’è. E pertanto, visto che l’educazione non deve mai venire meno, mando un saluto al mio nuovo amico/a russo/a, nella sua lingua: dasvidania, tovarisch, niet e da….vabbè, non è molto, lo so…ma insomma…a stento parlo italiano, pretendere che mi avventuri anche col russo, credo sia pretendere troppo. E poi sulla tastiera non ho i caratteri cirillici. E comunque, quel conta è l’intenzione. Poi notavo che tanti di voi, hanno uindos (“windows”, per chi ha uindos, mentre invece rimane “uindos” per chi ha Mac o Linux). E poi le chiavi di ricerca. Lì succedono cose strane. Tipo che un tale è capitato qui cercando “che fine ha fatto il libro di Dan Brown”, che mica ho capito se lo voleva comprare e non lo trovava, o se lo aveva perso e chiedeva a gugol (“google”, per chi legge Dan Brown) dove fosse andato a finire. Un altro me lo sono trovato sul blog, mentre cercava “Rocco Siffredi pisello”. A lui volevo dire che quando lo ha trovato, non è necessario che ripassi, che tanto, sinceramente, non saprei che farne. Ho il mio che mi basta, diciamo…seppur in versione ridotta. Poi hanno cercato “sesso su cavallo”..e qui, con tutta la buona volontà, posso far poco in quanto è già grassa se lo faccio a letto, figuriamoci su un cavallo. A farlo CON un cavallo, invece, non ci penso nemmeno.
Per il resto, tutto regolare. La Fiorentina ha vinto (che è sempre cosa buona e giusta) ed ho mangiato la prima fetta di cocomero della stagione. Il desiderio però, non l’ho espresso…che tanto la Fiorentina aveva già vinto. 

 
 
 

Maggio.

Post n°992 pubblicato il 17 Maggio 2009 da evasoxcaso

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Lo so. Questa foto rischia di far dire delle cose di una retorica che la metà basterebbe. Hai presente, no? La continuazione, il passato ed il futuro, la vita che sta finendo e quella che è appena arrivata. Insomma, tutta roba che al confronto, il libro Cuore sembrerebbe un trattato sadomaso.
Tuttavia, che ti devo dire? E’ stata la prima immagine che stamani ho visto, aprendo la finestra.
Boh…a me è parsa bella, ecco.

 

 
 
 

Una volta conoscevo un tale che iniziava ogni sua lettera con "Trento libera dall'Italia". Poi è morto.

Post n°991 pubblicato il 15 Maggio 2009 da evasoxcaso

Sono stranamente felice. Non che ne abbia particolari motivi, ti dirò. E sono stranamente felice, nonostante il cielo color pantegana, che sembra stia per dire: “occhio, che ora vedrai che ti combino”. Sono stranamente felice nonostante stamani, al lavoro, mi abbiano beccato di nuovo mentre stavo fumando. “E’ la seconda volta, che ti becco”. “Sei scarso come investigatore, –gli ho detto- da quando mi hai beccato l’altra volta, ne ho fumate altre duemila”. Certa gente non ride. Certa gente ci crede. Ed io ho un’età in cui dovermi giustificare per una sigaretta fumata, lo trovo decisamente ridicolo. “Fai quel che devi”, gli ho detto. Gliel’ho detto eroicamente. Tipo uno che va a morire sulla sedia elettrica, guarda il boia e gli dice: “fai in fretta…tutta questa luce mi da fastidio”. Non lo so cosa ha fatto, cosa ha detto. Non mi interessava saperlo. Ad ogni azione, corrisponde una reazione. Poi mi sono venuti a cercare: “Abbiamo deciso di non procedere”. Perfetto. “Ma la prossima volta…..”…ho sorriso…la prossima volta sarà esattamente come questa e come l’altra. Mi beccherai, io ti prenderò un po’ per il culo e tu magari t’incazzerai e magari, la prossima volta avrai voglia di scrivere una lettera di richiamo. Perché uno che ci crede, ci crede nonostante tutto.
Va bene così, dai. Ognuno deve stare dalla sua parte.
Ho in frigo le lasagne. Che dici? Eh? E poi un gelato in piazza.
Verde oliva, ma che sa di pistacchio.
E se piove, chi se ne frega. 

 
 
 

L'avventore.

Post n°990 pubblicato il 14 Maggio 2009 da evasoxcaso

Lo sai cosa? Io sono un timido. Sono un timido che ancora deve capire di esserlo e che fa cose che mai ti farebbero pensare che io sono timido. Capito cosa intendo? No, eh? E ti pareva….si però, anche tu, cazzo…un po’ di immaginazione…ma ti pare possibile che tutte le volte uno debba star lì a spiegare cosa voleva dire? E andiamo, su…che dovrei anche cenare, che sono quasi le nove. Ok. Stai attento, dai..che sennò poi ti distrai e mi tocca ripetere. Cazzo…sembro la mia professoressa di italiano….solo che io avevo tipo sedici anni…tu ne hai intorno a quaranta (o anche di più…chi può dirlo?)..ti pare normale che debba fare una raccomandazione del genere a un quasi quarantenne? Allora:
hai presente il teatro? Bene. A teatro ci sono gli attori protagonisti e ci sono i figuranti, le comparse, insomma…quelli che devono stare in scena per far vedere agli spettatori che il mondo non è abitato solamente da due persone. Che ci hanno già provato una volta, a fare sta cosa, solo che poi è successo un casino….mele, serpenti, quello che si è incazzato ed ha mandato tutti via..insomma, un casino, credimi. Dicevo: protagonisti e figuranti. Il protagonista sta lì, in bella mostra di fronte a tutti, bacia la bionda e vissero per sempre felici e contenti. Giusto? Bene. Il figurante invece, di solito non ha neanche un nome, nella commedia. Il figurante lo vedi in fondo al palco, in lontananza, poggiato al bancone del bar, con la faccia spesso triste. E non ha un nome, capisci? Lui, il figurante, nella locandina, ha soltanto scritto “un avventore”. Guarda che è triste sta cosa qua. Ma ti rendi conto? Un avventore. Solo quello. Il protagonista fa e disfa e lui invece, è solo “un avventore”.
Hai capito ora, cosa intendo?
Si, vabbè…fammi andare a mangiare, và..che sennò qui si fa notte.
Certo che anche te, però…ma porca miseria, però.
Quarant’anni c’hai, cazzo.

 
 
 

Chissà se all'inferno lo tengono il ghiacciolo all'anice.

Post n°989 pubblicato il 13 Maggio 2009 da evasoxcaso

Cenare con quattro etti di gelato è stata, dopo tanto pensare, la cosa più peccaminosa e trasgressiva che sono riuscito a fare.
Nocciola, crema, zuppa inglese e pistacchio.
Solo che il pistacchio lo ricordavo più verde. Verde pistacchio, appunto.
Questo era verde oliva. Però il sapore era quello del pistacchio.
Il pistacchio è un gusto antico. Come il ghiacciolo all'anice. Sono decenni che non mangio un ghiacciolo all'anice.
Venderei l'anima al diavolo, per un ghiacciolo all'anice. Se esistesse il diavolo, chiaramente. L'anima credo di averla. Credo. Nel caso, a chi devo domandare per esserne certo?
 

 
 
 

Anvedi come balla Nando.

Post n°988 pubblicato il 10 Maggio 2009 da evasoxcaso

Bene. Visto che non ho niente di particolare da scrivere, ho pensato di fare il disegno di come la mia vita stava per finire, in un assolato pomeriggio di maggio, intorno alle ore 15. Che uno potrebbe dire: “vabbè, ma se non hai niente da scrivere, allora fai qualche altra cosa e non ci rompere i coglioni, che di sapere come stavi per morire non ce ne frega una mazza ed anzi, se ciò avvenisse in tempi brevi non sarebbe poi neanche tutta sta tragedia”. Hai ragione. Ma c’è una cosa che forse ti sfugge: il blog è mio e sul mio blog io ci faccio quello che mi pare, quando mi pare e come mi pare. Che poi, detto tra me e te, io avevo anche pensato di passare questa mezz’oretta facendo del sesso selvaggio, tipo che uno suda come un cammello ed ulula come un lupo….solo che al momento sono in casa da solo e sinceramente, ululare come un coyote mentre guardo un sito porno non lo trovo granchè dignitoso, vista anche la mia avanzata età. E poi diciamolo: dopo che sei stato su un sito porno, la sigaretta non ha lo stesso sapore, dai. 

Tiè..beccati il disegno.

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Nel (bellissimo) disegno si nota la dinamica dei fatti. Io sono la macchina grigia, che ascolta la radio, come si può notare dalle note musicali che lascio al mio passaggio, il semicerchio sarebbe la galleria, dove all'uscita due macchine che avevano appena fatto un incidente, occupavano praticamente le due corsie dell'autostrada. 
Me le sono trovate davanti all'improvviso e dunque, con ammirevole prontezza di riflessi e soprattutto con la giusta dose di culo che in certi casi non può mai mancare, mi sono piantato sui freni, in compagnia di tutti i santi del paradiso che al momento, mi sono permesso di disturbare.  
Volevo solo dire che tutti i diritti del disegno sono riservati e volevo aggiungere che non è che devi dire che fa schifo, perchè se lo avesse fatto Picasso, lo andresti a vedere in un museo, con la bocca spalancata dall'ammirazione e ci troveresti dentro "il disagio giovanile" e tutte quelle cazzate che dicono i critici quando vedono un quadro e non sanno che cazzo sia.  E poi oh..se sei tanto bravo, fallo te e vediamo un po' che combini.

 

 
 
 

Ieri avevo deciso di morire.

Post n°987 pubblicato il 09 Maggio 2009 da evasoxcaso

Solo che poi ci ho ripensato. Ci ho ripensato perché morire con la bella stagione non mi va. Che uno ha più rimpianti, se muore quando c’è il sole. Morire va bene quando piove e fa freddo, che almeno uno pensa: vabbè…tanto con sto tempo, cazzo facevo? E poi, uno deve morire lontano dal suo compleanno, che sennò non si sa mai di preciso quanti anni aveva. Tipo che uno dice: “visto? E’ morto l’Evaso…poveraccio…aveva 46 anni”. E l’altro risponde: “Si..ma ne avrebbe compiuti 47 ad agosto”. Mentre invece se muori distante dal tuo compleanno, siamo sicuri. Ed anche se lo dovessero dire al tg, non si sbagliano. Una cosa tipo: “Signore e signori, buonasera. Oggi ha perso la vita un tale che avrebbe compiuto 47 anni ad agosto….”…che poi nelle case cominciano le discussioni: “Si ma allora, se ne avrebbe compiuti 47 ad agosto, ora che siamo a maggio, ne aveva 46..”..”ho capito, ma mancava poco al compleanno”..”vabbè…ma ancora non li aveva compiuti”…”lo so, ma non si può dire che ne avesse 46…era più vicino ai 47”…”…ma ancora non li aveva compiuti, quindi sono sempre 46”. E giù discussioni, che poi la roba nel piatto si fredda e poi a letto non si tromba.
E dunque, per evitare che le persone non copulassero, lo sai cosa ho fatto? Ho frenato. Ma ho frenato forte, eh…tipo che l’abs sembrava un mitragliatore e che mentre mi avvicinavo, pensavo: “fermati, fermati”. Poi, mentre me ne andavo, con la macchina intatta e le ginocchia che tremavano un po’, ho pensato: “vabbè, dai..almeno la gente domani tromba tranquilla”.
Che io agli altri ci penso, sai…

 
 
 
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