Lomè è una città di mercati, uno ad ogni crocicchio, tutti camminano con
qualcosa sulla testa, un autentico supermercato ambulante. Le donne portano in
equilibrio sul capo piramidi di cosmetici, cipolle, saponette, sacchetti gonfi
di acqua. Ancheggiano incessantemente per tenerle in equilibrio, cullando così
i bimbi fasciati intorno alla schiena. Ma soprattutto suscitano i commenti
vivaci dei compratori al Grand Marché, il più grande shopping centre sotto le
nuvole dell'Africa centro occidentale. Che ha le sue leggi e i suoi padroni. Al
pianterreno quasi al buio i macellai strapazzano le carni facendo roteare
l'ascia a memoria. Al primo piano regnano, invece, le Nana-benz chiamate così
per le Mercedes nere con cui si presentano al mattino, simbolo dell'acquisita
agiatezza. Queste pingui signore stanno assise in penombra su grandi
cassapanche e bauli di legno su cui sono accatastate stoffe e tessuti colorati
in kenté, venduti a strisce per confezionare il boubou, la veste avvolgente. Le
venditrici allattano i neonati, si acconciano l'un l'altra i capelli. Un
universo al femminile. Poco più avanti, invece, ecco il regno dei guaritori,
che decantano la propria mercanzia sicuri dell'efficacia di ogni pozione. Ad
esempio, la testa di coccodrillo serve per far innamorare, le ossa di elefante
per tornare in forma, mentre il succo di pipistrello fa risvegliare i sopiti
ardori sessuali.
Sulla bancherelle del Marché des Féticheurs, insomma, si può trovare il
rimedio per curare ogni tipo di malanno o per farlo… venire al più odiato
nemico. Ma non bisogna essere facilmente impressionabili: la quantità di
carogne, avvolti, civette, ghepardi essiccati al sole è impressionante. E poi
bisogna avere il coraggio di farsi praticare le incisioni sulla pelle in cui
sarà versata la polverina miracolosa ricavata dallo sbriciolamento dell'animale
prescritto per la cura.
Ci facciamo coraggio e prendiamo un posto nella fila, anche se poi scappiamo
qualche istante prima dell'incisione. Meglio ripiegare su uno dei tanti gris-
gris da appendere al collo come la noce di ebano che assicura un placido sonno,
insieme alle collane di cauri che sin dal mattino presto riempiono le
bancarelle del mercato degli amuleti di Lomé, il più grande di tutta l'Africa.
Questo luogo è la porta di ingresso per entrare nello spirito del Togo e del
Benin, due paesi geograficamente gemelli affacciati sul Golfo di Guinea, in cui
vivono ben 87 differenti etnie. Per riconoscere basta guardare i visi, un
reticolato geometrico di solchi scavato tra le gote, che funziona da carta di
identità.
Il Togo è il paese del vudù per eccellenza. Da qui fu esportato nel Caribe, ad
Haiti e in Brasile dagli schiavi. Shango, il dio del fuoco e del fulmine,
Salpata, il divo del vaiolo e delle malattie, Ogun, signore del ferro, Legba,
lare del villaggio sono soltanto alcuni dei 600 spiriti idolatrati con
sacrifici di polli, ricche libagioni, ma soprattutto con le danze che si
ammirano in ogni villaggio del Togo. Così capita quasi per caso di assistere a
questi balli mistici nella laguna intorno a Togoville dove gli occhi degli
"iniziati" ormai in trance si ingrandiscono a dismisura, il corpo pare
sconquassato da un vento portentoso sino a cadere in uno stato di semi
incoscienza con la lingua a penzoloni. La tribù ancheggia avanti e indietro
incessantemente, mentre gli invasati emettono grida sovrumane, si piegano sulle
ginocchia, e si rotolano nel fango.
Il confine col Benin è delimitato da semplici corde che i doganieri ubriachi
di sodabi, un distillato di miglio ad altra gradazione, alzano e abbassano a
seconda degli umori e del dono offerto. Però vale la pena attardarsi ad
ammirare questo fiume di gente in perenne migrazione. Anche perché il timbro
sul passaporto consente di andare a scoprire i tata e i loro villaggi di fango,
autentici fortini medioevali fatti di terra con le torrette di canne, abitati
dai Somba, a due piani. E poi non lontano si trova, Ganviè, la città di sole
palafitte - sostenute da pilastri di ebano e ricoperte da canne di bambù - che
la tribù dei tofinu innalzò dentro il lago Nokoué per sfuggire ai Fon che
avevano un solo tabù: l'acqua. E tutto, dal XVII secolo a oggi, avviene proprio
nel lago sulle cui acque i 30 mila abitanti di Ganvié commerciano, si
incontrano, e innamorano.
Informazioni utili
Si vola a Lome con AirFrance da Parigi (ww.airfrance.it), il prezzo si aggira
sui 1.000 euro andata e ritorno, facendo scalo ad Abidjan, oppure ad Accra. Il
tour operator Azonzo Travel propone un tour del Togo e Benin a partire da 3.000
euro, volo compreso, che tocca anche il Burkina Faso (http://www.azonzotravel.
com). Prima di compiere questo viaggio bisogna vaccinarsi contro la malaria e
la febbre gialla.
Inviato da: vulnerabile14
il 21/04/2013 alle 15:25
Inviato da: vulnerabile14
il 21/12/2012 alle 21:29
Inviato da: yarisdgl5
il 13/10/2012 alle 22:04
Inviato da: DIAMANTE.ARCOBALENO
il 06/05/2012 alle 14:17
Inviato da: orintia
il 02/05/2012 alle 00:23