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CHI E' L'INTELLETTUALE. TENTATIVO DI DEFINIZIONE

Post n°659 pubblicato il 02 Agosto 2009 da quelluomo

Concetti quali intelligenza, attività intellettuale e da questi, intellettuale, appaiono determinati da una sorta di approssimazione semantica. Sono essi infatti come poliedri di cui è già difficile stabilire, per l'estensione di cui godono e la complessità della forma, il numero delle facce.

Ma non per questo è impossibile tentarne una definizione.

Chi è l'intellettuale?

Per rispondere a questa domanda può essere utile analizzare alcune proposizioni di grandi autori del passato, e, decontestualizzate dalle opere in cui si presentano, procedere ad una combinazione.

E' dunque intanto possibile affermare che, allo stato attuale delle cose, e mi riferisco in particolar modo allo stato del progresso delle così dette "neuro-scienze", sebbene l'attività del pensiero sia riconducibile a fenomeni squisitamente materiali, e cioè di pura fisiologia cerebrale, poichè i primi non hanno e non possono avere luogo senza di questi, allo stesso modo appare non molto convincente voler ridurre a quegli stessi fenomeni materiali l'intero universo del pensiero.

Il pensiero sembra avere un'essenza diversa dalla materia.

Non è questa, però, la sede adatta per divagare circa la natura della materia e del pensiero.

Ci basta per il momento prendere atto, in primis, che l'essenza del pensiero al momento non è chiara.

E, in secondo luogo, che questa diversa natura (apparente) fra le due cose, ci permette di affermare che esiste, al contrario di quanto sosteneva Simmel, un solco che separa l'universo dalla coscienza.

Il pensiero ha infatti capacità di astrazione, o per utilizzare un termine molto in voga di questi tempi, il pensiero ha facoltà di decontestualizzare le cose dai fatti.

Afferma Wittgenstein:

"Il mondo è la totalità dei fatti e non delle cose".

Con questa proposizione Wittgenstein intende significare che il mondo ha forma di "continuum" all'interno del quale nessuna cosa può essere separata dal fatto in cui si trova ad aver luogo.

Ecco dunque il primo attributo della così detta attività intellettuale:

1) La possibilità di concepire la cosa in sé.

La cosa in sè è uno degli oggetti della filosofia più difficile e più pericoloso da maneggiare.

Contiguo a questo stesso concetto è quello dell'Idea di Platone e, non di meno, quello di Categoria Kantiana.

Il problema della cosa in sè, a mio avviso, è trattato in termini molto chiari da Popper nel suo saggio Miseria dello storicismo:

"La proprietà denotata dal termine universale è considerata come oggetto che merita di essere studiato almeno tanto quanto le singole cose individuali".

 

 

 

 

 
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