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Messaggi di Agosto 2017

L'arte di saper ascoltare

Post n°183 pubblicato il 15 Agosto 2017 da AVV_PORFIRIORUBIROSA

Di solito siamo convinti di saper ascoltare l’altro senza la necessità di dover compiere uno sforzo di attenzione.

Tuttavia, la credenza che l’ascolto sia semplice ed automatico si rivela molto spesso erronea.

Fattori di natura cognitiva, emotiva e relazionale diminuiscono la nostra capacità di ascoltare veramente l’altro e comprendere pienamente quello che vuole comunicarci.

L’ascolto vero implica una partecipazione attiva e un interesse reale per colui che parla e per le sue parole.

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Ascoltare è dare, non solo ricevere

Ascoltare non è solo udire quello che l’interlocutore dice ma è qualcosa di più.

Il dare autenticamente ascolto all’altro non è quindi né semplice, né automatico.

La difficoltà di ascoltare una persona non è associata, come si potrebbe pensare, ad una indisponibilità verso l’altro, ma scaturisce da atteggiamenti sbagliati nel rapporto comunicativo con lui.

Secondo i risultati di alcuni studi di psicologia della comunicazione, gli atteggiamenti che più impediscono la capacità di ascolto sono quelli valutativo, interpretativo, di consolazione, investigativo e risolutivo.

Atteggiamento valutativo

L’atteggiamento valutativo consiste in una posizione poco flessibile fondata su rigide convinzioni o su rigide norme morali.

Chi assume questo atteggiamento nell’ascolto si limita a filtrare le informazioni provenienti dall’altro sulla base dei propri schemi mentali, delle proprie convinzioni e dei propri principi ideologici.

In maniera prevenuta, non ascolta autenticamente chi parla ma si limita a esprimere giudizi di valore in base alle sue posizioni preconcette.

Atteggiamento interpretativo

L’atteggiamento interpretativo consiste nel focalizzare l’attenzione su ciò che è essenziale per sé stessi e dal proprio punto di vista e non per chi parla.

Le cose che l’altro dice e le informazioni che sta comunicando vengono selezionate in base ai propri interessi e non in base al punto di vista del parlante.

Atteggiamento di consolazione

L’atteggiamento di consolazione si esplicita attraverso modalità comunicative tese a incoraggiare, rassicurare e consolare l’altro.

Si cerca di sdrammatizzare la situazione dell’interlocutore con l’obiettivo di rasserenarlo e tranquillizzarlo.

In realtà, con le modalità materne o paternalistiche tipiche di questo atteggiamento, spesso si inducono nell’altro atteggiamenti di dipendenza e di passività .

Atteggiamento investigativo

L’atteggiamento investigativo è caratterizzato da una quasi morbosa smania di indagare su aspetti della vita dell’altro.

Più che ascoltare, con questo atteggiamento si tende a far svelare a chi parla le proprie informazioni personali.

La conseguenza è che questi ha la sensazione di subire un interrogatorio e attiva un atteggiamento difensivo e ostile.

Atteggiamento risolutivo

L’atteggiamento risolutivo consiste nel cercare di fornire subito una soluzione semplicistica anche senza avere le informazioni necessarie.

Questo atteggiamento induce in chi parla il convincimento che l’interlocutore più che comprenderlo vuole liberarsi di lui oppure che l’altro è una brava persona ma incapace di fornire aiuto.

L’accettazione dell’altro

Per alcuni aspetti, i risultati delle ricerche sulla comunicazione e l’ascolto sembrano confermare le tipologie di ascoltatore individuate nell’antica Grecia dal filosofo Plutarco:

* l’esibizionista che approfitta del minimo pretesto per portare il discorso su sé stesso e su tematiche da lui preferite;
* l’arrogante che ascolta accigliato e serioso palesando un forte distacco;
* il malizioso che tenta di mettere in difficoltà l’altro con domande contorte e fuori luogo;
* l’invidioso pronto a criticare ogni cosa sempre e comunque;
* l’ignorante che pur non capendo nulla si nasconde dietro a spiccati sorrisi e ampi cenni di approvazione;
* l’adulatore che è sempre pronto a lusingare l’altro;
* l’ipocrita che recita continuamente la parte dell’ascoltatore perfetto.
Tutti i suddetti atteggiamenti impediscono l’ascolto attivo e l’atteggiamento di accettazione dell’altro: un modo di rapportarsi agli altri che non sentenzia, non colpevolizza, non approva e non disapprova.

L’atteggiamento di accettazione non si limita alla sospensione del giudizio ma richiede il profondo rispetto dell’unicità e diversità dell’altro.

L’ascolto attivo implica un coinvolgimento e una partecipazione sia sul piano verbale sia sul piano non verbale (postura, gesti, sguardo, ecc.) ed è rivolto a comprendere autenticamente il racconto di chi parla.

L’atteggiamento di accettazione e l’ascolto attivo favoriscono un clima di fiducia e una reale comprensione dell’interlocutore.

Gli studi di psicologia della comunicazione hanno mostrato che un autentico interesse verso l’altro e la capacità di decentrarsi cognitivamente sono i due fattori più importanti per assumere un atteggiamento di ascolto attivo, ma che comunque una conoscenza delle tecniche di comunicazione verbale e non verbale (caratteristiche dell’eloquio, gestione delle pause, modalità di porre le domande, il tono della voce, lo sguardo, la postura del corpo, ecc.) può aiutare nel migliorare le proprie capacità di ascolto.

Psicologia 24

 
 
 

Certa gente non lo sa ...

Post n°182 pubblicato il 10 Agosto 2017 da AVV_PORFIRIORUBIROSA

La schiena di una donna è roba per intenditori. 
Ad amarne la bocca, gli occhi, i fianchi sodi, si fa presto. 
È un fatto da poco.
La schiena no, la schiena è un'altra cosa. 
È un privilegio di fiducia. 
È la sensualità che da le spalle al mondo e guarda avanti. 
La schiena è femmina e, quando si volta, lo fa perché non teme inganni. 
È spavalda, audace, baldanzosa. 
Ha un binario unico, che le corre al centro. 
Un solco lungo il quale colano, dall'alto verso il basso, le pugnalate che non ha saputo evitare, le carezze liquide di certe mani belle. 
La schiena non trattiene, la forza di gravità glielo impedisce. 
La schiena sa come lasciar andare. 
È un battitore libero, il punto più selvaggio di una donna. 
Risalirla con la bocca, tenerla ferma con le mani, accerchiarla in un abbraccio, è un colpo di fortuna. 
Ma certa gente non lo sa e per questo la trascura. 
La schiena di una donna è la sua forza, il suo più antico cedimento. 
Si inarca quando ama, sta dritta quando deve, come il fusto di un albero maestoso, il tronco di una quercia secolare, lo stelo di un fiore che si schiude sul collo: lì, i baci sono più belli, i graffi fanno più male.
Per capire una donna, basta leggerne la schiena. 
Curva o tesa, morbida o nervosa. 
Se si lascia prendere, vuol dire che si fida. 
Se si gira di scatto, è perché non torna indietro.

Antonia Storace

 
 
 

Se mi leggi ...

Post n°181 pubblicato il 04 Agosto 2017 da AVV_PORFIRIORUBIROSA

 

Se innaffi una pietra, non aspettarti fiori.
Dario Giorgianni.
 
 
 

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