Creato da AVV_PORFIRIORUBIROSA il 29/04/2013

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Messaggi di Novembre 2021

Filosoficamente

Post n°289 pubblicato il 28 Novembre 2021 da AVV_PORFIRIORUBIROSA

Conosci te stesso, era l’esortazione che Socrate rivolgeva ai suoi allievi e la scritta che campeggiava sul pronao del tempio di Apollo a Delfi.
Cos’è l’uomo è una domanda filosofica.
Chi sono io, è una domanda personale. I filosofi come gli scrittori ci mostrano i meccanismi della mente, cosa fa scattare l’uomo, cosa si nasconde dietro la violenza, la rabbia, la paura, l’irritazione, etc. Ma queste verità non hanno valore se non vengono adattate a quelle che sono le nostre verità personali. Ci sentiamo realizzati quando comprendiamo chi siamo e cosa vogliamo, scoprendo ed affermando la nostra identità. Nessuno però può spiegarci chi siamo, soltanto confrontandoci con quella che Jung chiamava l’Ombra, incominciamo a prendere familiarità con noi stessi, a domandarci: di cosa ho paura? Cosa desidero? Cosa mi suscita vergogna o repulsione?
Ci sono aspetti del nostro Io che giudichiamo vergognosi, inconfessabili, inguardabili. Cosi li reprimiamo ed essi continuano ad avere potere su di noi. Tutto il rimosso, il non visto, il celato alimenta le resistenze, le paure, le angosce interiori. Al contrario guardando, accettando quelle parti di noi, possiamo sublimarle.
Capendo i meccanismi della nostra mente, diveniamo meno rigidi, meno dispotici, meno intolleranti. La nostra visione del mondo non sarà più miope, infantile, in grado di pensare soltanto in termini di bianco o nero, buono o malvagio, ma potrà finalmente percepire la complessità delle sfumature che sono presenti in ognuno di noi.

 
 
 

Il mondo irreale dell'assurdo

Post n°288 pubblicato il 25 Novembre 2021 da AVV_PORFIRIORUBIROSA

Coloro che non imparano niente dai fatti sgradevoli della propria vita costringono la coscienza cosmica a riprodurli tante volte quanto sarà necessario per imparare ciò che insegna il dramma che è accaduto.
Quello che neghi ti sottomette, quello che accetti ti trasforma.

Carl Gustav Jung

 
 
 

Stenditoi

Post n°287 pubblicato il 22 Novembre 2021 da AVV_PORFIRIORUBIROSA

Non patire d’insonnia, piuttosto vieni
e conosci la terrazza di casa mia.
sali senza paura. Godi.
Cerca gatti grigi accarezzali.
Avvilùppati in qualche ragnatela.
Orina nelle bottiglie polverose.
Scopri stenditoi odorosi,
appèndivi desideri come lenzuola.
Coccola i reggiseno,
palpane i fondi con fervore suicida,
scova nelle tasche di gonne e camicette.
Sorridi, grida, trema.
Trova la luna tra le calze nere
E quando sarai assetato
Bevi il mare delle mie mutandine.

Lucía Rivadeneyra

 
 
 

Aforismi per una vita saggia

Post n°286 pubblicato il 21 Novembre 2021 da AVV_PORFIRIORUBIROSA

Anzitutto ogni vita di società richiede necessariamente un reciproco adattamento e un'attenuazione, delle proprie esigenze: perciò quanto più ci si adatta, tanto più sarà insulsa. Si può essere interamente se stessi soltanto finché si è soli: chi non ama la solitudine non ama neppure la libertà, perché si è liberi unicamente quando si è soli.
Naturalmente nella solitudine il miserabile avvertirà tutta la propria miseria, il grande spirito tutta la propria grandezza. Inoltre, quanto più uno è in alto nella gerarchia della natura, tanto più è inevitabilmente solo.
Discorsi e idee intelligenti valgono solo per una società intelligente; in una società ordinaria risultano addirittura odiosi; per piacere, infatti, è assolutamente necessario essere superficiali e limitati. In una società del genere dunque dobbiamo rinnegare noi stessi, rinunciando penosamente a tre quarti della nostra personalità per diventare simili agli altri. Certo, in compenso abbiamo gli altri; ma quanto valore uno possiede, tanto più troverà che il guadagno non copre la perdita, e l'affare è per lui svantaggioso; perché la gente di solito, è insolvente, ossia nella sua compagnia non c'è nulla che possa ripagare della noia, delle molestie e delle seccature che essa comporta, come parte della rinuncia a se stessi che essa impone.

A. Shopenhauer

 
 
 

L'uomo duplicato

Post n°285 pubblicato il 20 Novembre 2021 da AVV_PORFIRIORUBIROSA

Chiamami quando ti va, quando ne hai voglia, ma non come chi si sente obbligato a farlo, questo non sarebbe bene né per te né per me, a volte mi metto ad immaginare quanto sarebbe meraviglioso se mi telefonassi solo perché sì, semplicemente come uno che ha avuto sete ed è andato a bere un bicchiere d’acqua, ma so già che sarebbe chiederti troppo, con me non dovrai fingere mai una sete che non senti ...

José Saramago

 
 
 

Festival della fiaba

Post n°284 pubblicato il 18 Novembre 2021 da AVV_PORFIRIORUBIROSA

Le comunità virtuali che hanno sostituto quelle naturali, creano solo l'illusione di intimità e una finzione di comunità. Non sono validi sostituti del sedersi insieme ad un tavolo, guardarsi in faccia, avere una conversazione reale. Né sono in grado queste comunità virtuali di dare sostanza all'identità personale, la ragione primaria per cui le si cerca. Rendono semmai più difficile di quanto non sia già accordarsi con se stessi.
Le persone camminano qua e la con l'auricolare parlando ad alta voce da soli, come schizofrenici, paranoici, incuranti di ciò che sta loro intorno. L'introspezione è un'attività che sta scomparendo. Sempre più persone, quando si trovano a fronteggiare momenti di solitudine nella propria auto, per strada o alla cassa del supermercato, invece di raccogliere i pensieri, controllano se ci sono messaggi sul cellulare per avere qualche brandello di evidenza che dimostri loro che qualcuno da qualche parte, forse li vuole o ha bisogno di loro.

Zygmunt Bauman

 
 
 

L'Angelo Azzurro

Post n°283 pubblicato il 15 Novembre 2021 da AVV_PORFIRIORUBIROSA

Quando un uomo incontra la sua donna ‘giusta’ o una donna incontra il suo uomo ‘giusto’, l’archetipo si attiva. Ma non è detto che quel partner sia realmente quello da cui avremmo gioia, perché entra in gioco un complesso sistema di PROIEZIONI.
Gran parte dei nostri contenuti sono inconsci, la proiezione proviene dall’Ombra, e, se non viene elaborata, può portare con sé dei guai.
Nella proiezione, ciò che è inconscio diventa visibile in quanto appare sull’altro. L’inconscio, infatti, non ha altro modo di manifestarsi che per rispecchiamento e si rende visibile in quanto viene proiettato. Può esserci sotto una lacuna affettiva nata nell’infanzia o un bisogno erotico troppo a lungo represso. Il film l’Angelo azzurro, per esempio, rappresenta la donna erotica che insegna all’uomo mentalizzato l’accesso all’istinto, come fosse una nuova sapienza, quella della passione, misteriosa e superiore, collegando l’uomo intellettuale alla sua parte istintuale a lungo repressa.
Vivetta Vivarelli

 
 
 

Three letters from Teddy

Post n°282 pubblicato il 12 Novembre 2021 da AVV_PORFIRIORUBIROSA

Si chiamava Mrs. Thompson. In piedi davanti alla sua nuova classe del quinto anno delle elementari, il primo giorno di scuola, disse una bugia ai bambini. Come la maggior parte degli insegnanti, guardò gli studenti e disse loro di amarli tutti alla stessa maniera.
Tuttavia, ciò era impossibile perché lì in prima fila, accasciato sulla sedia, c’era un ragazzino di nome Teddy Stoddard.
Mrs. Thompson aveva osservato Teddy l’anno precedente e aveva notato che non giocava serenamente con gli altri bambini…
I suoi vestiti erano disordinati e spesso avrebbe avuto bisogno di farsi un bel bagno.
Inoltre, Teddy era scontroso e solitario.
Arrivò il momento in cui Mrs. Thompson avrebbe dovuto evidenziare in negativo il rendimento scolastico di Teddy; prima però volle consultare i risultati che ogni bambino aveva raggiunto negli anni precedenti; per ultima, esaminò la situazione di Teddy.
Tuttavia, quando vide il suo fascicolo, rimase sorpresa.In prima elementare il maestro di Teddy aveva scritto:
“Teddy è un bambino brillante con una risata pronta. Fa il suo lavoro in modo ordinato e ha buone maniere”.
Il suo insegnante, in seconda elementare, aveva scritto: “Teddy è uno studente eccellente, ben voluto dai suoi compagni di classe, ma è tormentato perché sua madre ha una malattia terminale e la vita in casa deve essere una lotta”.
Il suo insegnante di terza elementare aveva scritto: “La morte di sua madre è stata dura per lui e tenta di fare del suo meglio, ma suo padre non mostra molto interesse e, se non verranno presi i giusti provvedimenti, il suo contesto famigliare presto lo influenzerà”.
Infine l’insegnante del quarto anno aveva scritto: “Teddy si è rinchiuso in se stesso e non mostra più interesse per la scuola. Non ha amici e qualche volta dorme in classe”.
Da quel momento Mrs. Thompson si rese conto del problema e si vergognò. Si senti anche peggio quando gli studenti le portarono i regali di Natale, tutti avvolti in bellissimi nastri e carte lucide, eccetto quello di Teddy.
Il suo regalo era maldestramente avvolto in una pesante carta marrone che aveva ricavato da una busta della drogheria. Per Mrs Thompson fu penoso aprirlo insieme agli altri regali. Alcuni bambini cominciarono a ridere quando l’insegnante trovò un braccialetto di cristallo di rocca con alcune pietre mancanti, e una bottiglia piena di profumo solo per un quarto. I bambini smisero di ridere quando lei esclamò quanto fosse bello il braccialetto, lo indossò e si picchettò il profumo sul polso. Teddy quel giorno rimase un po’ di tempo in più dopo l’orario di lezione solo per dire a Mrs Thompson "Oggi avete il profumo che metteva mia mamma."
Quando i bambini furono andati via, Mrs Thompson rimase sola a piangere per almeno un’ora.
Da quel giorno smise di insegnare come leggere, come scrivere, come far di conto, cominciò invece a "lavorare" con i bambini e ad interessarsi della loro vita familiare.
Lei faceva molta attenzione a Teddy e quando lavorava con lui, la mente del bambino sembrava ravvivarsi.
Più lo incoraggiava, più era pronto nelle risposte.
Alla fine dell’anno, Teddy era diventato uno dei bambini più attenti e volenterosi della classe e, nonostante la sua bugia che avrebbe amato tutti i bambini in ugual modo, la maestra si accorse che Teddy divenne uno dei suoi “preferiti”.
Un anno dopo la fine della scuola, la signora Thompson trovò un biglietto sotto la porta: era da parte di Teddy; la lettera diceva che era stata la migliore insegnante che avesse mai avuto in vita sua. Passarono diversi anni prima che ricevesse un altro messaggio da Teddy. Aveva terminato il liceo, risultando terzo nella sua classe. Chiudeva la lettera asserendo di nuovo che la signora Thompson era ancora la migliore insegnante che avesse mai avuto in vita sua.
Quattro anni dopo, ricevette un’altra lettera, dicendo che quando le cose erano difficili, a volte, era rimasto a scuola, si era impegnato al massimo e ora si sarebbe presto laureato al college con il massimo degli onori. Confermava che la signora Thompson era sempre la migliore insegnante che avesse mai conosciuto in tutta la sua vita, la sua preferita.
Passarono altri anni e arrivò ancora un’altra lettera. Questa volta spiegava che dopo aver ottenuto la laurea, aveva deciso di andare avanti. La lettera spiegava che lei era ancora la migliore e preferita insegnante che avesse mai avuto, ma ora la sua firma era un po’ più lunga. La lettera riportava, in bella grafia, Dr. Theodore F. Stoddard.
Ma la storia non finisce qui. Arrivò ancora un’altra lettera quella primavera. Teddy scrisse che aveva incontrato una ragazza e stava per sposarsi. Spiegò che suo padre era morto un paio di anni prima e chiese alla signora Thompson di accompagnarlo al matrimonio facendo le veci della madre dello sposo.
Naturalmente, la signora Thompson accettò. E indovinate un po’ che fece?
Indossò proprio quel braccialetto, quello con gli strass mancanti, quello che Teddy le aveva regalato; fece anche in modo di mettere il profumo che la madre di Teddy indossava l’ultimo Natale che passarono insieme.
Si abbracciarono e il Dr. Stoddard sussurrò all’orecchio di Mrs. Thompson:
“Grazie signora Thompson per aver creduto in me. Grazie mille per avermi fatto sentire importante e per avermi mostrato che avrei potuto fare la differenza.”
La signora Thompson, con le lacrime agli occhi, sussurrò: “Teddy, ti stai sbagliando. Sei tu quello che mi ha insegnato che potevo fare la differenza: non sapevo come insegnare fino a quando ti ho incontrato.”
Elizabeth Silance Ballard


 
 
 

Consumo, dunque sono

Post n°281 pubblicato il 09 Novembre 2021 da AVV_PORFIRIORUBIROSA

I nuovi rapporti vivono di un monologo e non di dialogo, si creano e si cancellano con un clic del mouse, accolti come un momento di libertà rispetto a tutte le occasioni che la vita e il mondo ci offrono. In realtà, la mancanza di impegno e la selezione delle persone come merci in un negozio sono solo un viatico per l’infelicità reciproca. Una relazione, specie se d'amore, e' un'occasione di felicita', ma non deve mai essere basata sulla convenienza, che riduce i rapporti a qualcosa di superficiale e frustrante, impedendoci di raggiungere quelle cose autentiche che ognuno di noi continua a desiderare.

Zygmunt Bauman

 
 
 

La donna giusta

Post n°280 pubblicato il 07 Novembre 2021 da AVV_PORFIRIORUBIROSA

Improvvisamente ho capito che non c'è nessuna persona giusta. Non esiste né in terra né in cielo né da nessun'altra parte, puoi starne certa.
Esistono soltanto le persone, e in ognuna c'è un pizzico di quella giusta, ma in nessuna c'è tutto quello che ci aspettiamo e speriamo. Nessuna racchiude in sé tutto questo, e non esiste quella certa figura, l'unica, la meravigliosa, la sola che potrà darci la felicità. Esistono soltanto delle persone, e in ognuna ci sono scorie e raggi di luce, tutto ...
Sandor Marai

 
 
 

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