Post n°350 pubblicato il 13 Luglio 2022 da AVV_PORFIRIORUBIROSA
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Post n°349 pubblicato il 08 Luglio 2022 da AVV_PORFIRIORUBIROSA
Ci rincontreremo tra qualche anno. Io con un nuovo taglio di capelli ma sempre col sorriso sulle labbra e tu, con una bella camicia nonostante il caldo, e con qualche ruga in più sul viso, ma sempre affascinante. Ci rincontreremo tra qualche anno e guardandoci dimenticheremo tutto il male che ci siamo fatti a vicenda, ricordandoci solo le cose belle che abbiamo saputo regalarci. Ci rincontreremo tra qualche anno e ci sorrideremo esattamente come la prima volta che ci siamo visti. Scambieremo due chiacchiere tra una risata emozionata e un luccichio negli occhi che somiglia molto alla nostalgia di ciò che siamo stati un tempo. Ci faremo domande generali pur di mantenere vivo il discorso e mandare via i ricordi che vogliono prendere vita dalla bocca di ognuno di noi. Mi chiederai del lavoro, se vivo ancora con i miei. Ti chiederò del tuo lavoro e di quei tuoi amici che non ho più rivisto da quando non ho più visto te. Li prenderemo un po’ in giro ricordando alcuni aneddoti di quelle sere d’estate passate davanti ad una birra di troppo e ricorderemo anche le nostre di serate, quelle in riva al mare ad ascoltare il suono delle onde, le promesse fatte e mai mantenute, non lo diremo ad alta voce, ma ci capiremo comunque scambiandoci uno sguardo malinconico. Continueremo a guardarci negli occhi con la stessa intensità ed emozione delle volte in cui ci incontravamo. E per un momento, un momento soltanto, avremo l’impressione che il tempo non sia mai trascorso tra noi, che siamo gli stessi di quel periodo, ma poi, ripensandoci bene, stiamo parlando di una vita fa ormai. Ti scuserai perché devi scappare in ufficio e mi inviterai a prendere un caffè qualche volta perché ti farebbe piacere - e lo so che te ne farebbe tanto -, ma non ci scambieremo il numero di telefono, e non perché è sempre lo stesso, ma perché ora tu sei sposato e non puoi. Ci rincontreremo tra qualche anno, ci saluteremo con un abbraccio, tu prenderai la tua strada ed io proseguirò per la mia, esattamente come la volta che ci siamo lasciati. Stavolta però, ci volteremo mentre ci guarderemo allontanare. Stavolta per non rincontrarci più, se non per caso ancora. Ci rincontreremo tra qualche anno e ci accorgeremo che le emozioni sono sempre quelle di una volta, ma che la promessa più importante di tutti non potrà essere mantenuta. Quella che tra le lacrime l’ultima volta ci facemmo: “ci rincontreremo quando sarà il nostro tempo, lo so. Lo sento.” Non immaginando che il nostro tempo era esattamente quello che a fatica, è vero, stavamo già vivendo e ci rimpiangeremo per tutto il resto della vita. Martina Boselli |
Post n°348 pubblicato il 01 Luglio 2022 da AVV_PORFIRIORUBIROSA
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Post n°347 pubblicato il 25 Giugno 2022 da AVV_PORFIRIORUBIROSA
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Post n°346 pubblicato il 07 Giugno 2022 da AVV_PORFIRIORUBIROSA
"Per l'uomo di cultura la salvezza non sta nel varcare il cancello che immette nell'Eden della rete; sta, piuttosto, nei cancelli che lo proteggono dalla valanga dei messaggi. Perché di Internet, e in Internet, si può affogare. Avere troppa scelta ci fa scoppiare di scelta; ed essere inondati di messaggi ci ammazza di messaggi." Lo scriveva Giovanni Sartori nell'opera "Homo videns". Pur sottolineando le potenzialità della rete, infinite, "tanto nel bene come nel male", il professore metteva in guardia dall'idea che Internet potesse divenire uno "strumento" di "elevazione culturale" La persona di cultura, secondo Sartori, continua comunque a formarsi sui libri. Il vero problema viene dal telespettatore, abituatosi ad un rapporto "passivo", che utilizza la rete con lo stesso atteggiamento acritico, privo della capacità d'astrazione, con cui fino a poco tempo prima aveva seguito i programmi televisivi. La conclusione di Sartori è che Internet, potenzialmente, potrebbe anche accrescere il livello culturale, ma "il sapere immagazzinato nelle reti" resterà "largamente inutilizzato". |
Post n°345 pubblicato il 05 Giugno 2022 da AVV_PORFIRIORUBIROSA
Si racconta la storia di due cani, che, in momenti diversi, entrarono nella stessa stanza. Uno ne uscì scodinzolando, l’altro ne uscì ringhiando. Una donna li vide e, incuriosita, entrò nella stanza per scoprire cosa rendesse uno felice e l’altro così infuriato. Con grande sorpresa scoprì che la stanza era piena di specchi. Il cane felice aveva trovato cento cani felici che lo guardavano, mentre il cane arrabbiato aveva visto solo cani arrabbiati che gli abbaiavano contro. Quello che vediamo nel mondo intorno a noi è un riflesso di ciò che siamo. Tutto ciò che siamo è un riflesso di quello che abbiamo pensato. La mente è tutto. Quello che pensiamo diventiamo. |
Post n°344 pubblicato il 01 Giugno 2022 da AVV_PORFIRIORUBIROSA
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Post n°342 pubblicato il 27 Maggio 2022 da AVV_PORFIRIORUBIROSA
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Post n°341 pubblicato il 23 Maggio 2022 da AVV_PORFIRIORUBIROSA
A 40 anni Franz Kafka, che non si è mai sposato e non aveva figli, passeggiava per il parco di Berlino quando incontrò una bambina che piangeva perché aveva perso la sua bambola preferita. La bambina e Kafka cercarono la bambola senza successo. Kafka le propose di incontrarsi di nuovo lì il giorno dopo, per tornare a cercarla insieme. Il giorno seguente, non avendo ancora trovato la bambola, Kafka consegnò alla bambina una lettera "scritta" dalla bambola che diceva: "per favore, non piangere. Ho fatto un viaggio per vedere il mondo. Ti scriverò delle mie avventure." Così iniziò una storia che proseguì fino alla fine della vita di Kafka. Durante i loro incontri, Kafka leggeva le lettere della bambola accuratamente scritte con avventure e conversazioni che la bambina trovava adorabili. Alla fine Kafka le riportò la bambola (ne comprò una) che era tornata a Berlino. “Non assomiglia affatto alla mia bambola", disse la bambina. Kafka le consegnò allora un'altra lettera in cui la bambola scriveva: "i miei viaggi mi hanno cambiato”. La bambina abbracciò la nuova bambola e la portò a casa tutta felice. L’anno seguente Kafka morì. Molti anni dopo la bambina, oramai adulta, trovò un messaggio dentro la bambola. Nella breve lettera firmata da Kafka c‘era scritto: "tutto ciò che ami probabilmente andrà perduto, ma alla fine l'amore tornerà in un altro modo." ("Kafka e la bambola viaggiatrice”, di Jordi Sierra I Fabra) |
Post n°340 pubblicato il 22 Maggio 2022 da AVV_PORFIRIORUBIROSA
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Post n°339 pubblicato il 21 Maggio 2022 da AVV_PORFIRIORUBIROSA
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Post n°338 pubblicato il 19 Maggio 2022 da AVV_PORFIRIORUBIROSA
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Post n°337 pubblicato il 18 Maggio 2022 da AVV_PORFIRIORUBIROSA
Ogni uomo, per agire, ha bisogno di credere importante e buona la propria attività. E per questo, qualunque sia la sua condizione, egli non mancherà di crearsi una visione della vita umana in genere, alla luce della quale la sua attività possa apparirgli importante e buona. Di solito si pensa che il ladro, l'assassino, la spia, la prostituta, riconoscendo cattiva la propria professione, debbano vergognarsene. Invece accade esattamente il contrario. Gli uomini che il destino e i loro peccati o errori hanno posto in una determinata condizione, per quanto sbagliata sia, si creano una visione della vita in genere alla luce della quale questa condizione possa apparir loro buona e rispettabile. Per sostenere poi tale visione gli uomini si appoggiano istintivamente a una cerchia di persone in cui venga riconosciuto il concetto che si sono creati della vita e del loro posto in essa. La cosa ci sorprende quando i ladri si vantano della loro destrezza, le prostitute della loro depravazione, gli assassini della loro crudeltà. Ma ci sorprende solo perché la cerchia, l'ambiente di queste persone è circoscritto, e soprattutto perché noi ne siamo al di fuori. Ma non capita forse lo stesso fenomeno fra i ricchi che si vantano delle loro ricchezze, cioè di ladrocinio, fra i capi militari che si vantano delle loro vittorie, cioè di omicidio, fra i sovrani che si vantano della loro potenza, cioè di sopraffazione? Noi non vediamo in queste persone un concetto distorto della vita, del bene o del male, volto a giustificare la loro condizione, solo perché la cerchia di persone con tali concetti distorti è più vasta, e noi stessi vi apparteniamo. Lev Nikolajevič Tolstoj |
Post n°336 pubblicato il 10 Maggio 2022 da AVV_PORFIRIORUBIROSA
Ci tengo ad informarvi circa una truffa, magari conoscendone il meccanismo riuscirete ad evitarla. La settimana scorsa sono andato a fare la spesa alla COOP. Terminati gli acquisti, quando sono andato al parcheggio per caricare la spesa nell’auto, sono stato avvicinato da 2 ragazze molto belle e appariscenti (probabilmente russe o dell’est) vestite succintamente, in minigonna e top molto scollato. Una bionda ed una mora, veramente molto carine e provocanti. Le due truffatrici si avvicinano offrendo di lavare il parabrezza dell’auto e ovviamente lo fanno in modo sensuale e provocante, poggiando i seni sul vetro e cose simili. Quando offrite loro una mancia rifiutano e chiedono invece, il favore essere accompagnate in un altro centro commerciale. Se accettate si siedono dietro e mentre guidate iniziano a giocare tra loro toccandosi e baciandosi dappertutto. Questo ovviamente vi distrae dalla guida. All’improvviso la mora passa sul sedile del passeggero ed inizia a toccarvi. Se non la respingete inizia a farvi un ponch. Poiché è impossibile guidare in tale situazione, vi fermate in un posto un po’ appartato… A quel punto, sempre la mora vi sale sopra e, prendendo l’iniziativa, vi coinvolge in un rapporto sessuale. Approfittando della vostra distrazione la bionda scende dalla macchina, apre il portabagagli, vi ruba tutta la spesa e scappa. Sono molto brave e pericolose. Io stesso sono caduto in trappola. Lunedì mattina m’hanno rubato una cassetta di Ferrarelle, lunedì sera un litro d’olio d’oliva. Martedì un pacco di biscotti. Mercoledì uno spazzolino da denti. Giovedì mattina sei uova e la sera un pacchetto di fazzolettini di carta. Venerdì all’ora di pranzo una scatoletta di tonno e nel pomeriggio un ovetto Kinder. Sabato in tarda mattinata un pettine, dopo pranzo un tubetto di maionese e la sera una scatoletta di Ciappi. Suggerisco molta cautela!!! Ora scusate ma devo andare a fare la spesa che mi è finito il sale grosso … |
Post n°335 pubblicato il 06 Maggio 2022 da AVV_PORFIRIORUBIROSA
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Post n°334 pubblicato il 26 Aprile 2022 da AVV_PORFIRIORUBIROSA
Ogni dittatore osserva la Storia dall'alto; anche lo scenario efferato della guerra viene sempre percepito a distanza. I puntini anonimi che segnalano la morte di bambini e di civili inermi, come quelli dei combattenti, appaiono ai suoi occhi solo come elementi secondari del quadro. Talvolta un chiaro disturbo alla propria immagine. Allora la macchina della propaganda si mobilita per oscurare la verità. Lo sguardo di ogni dittatore trapassa le vite umane come se queste non contassero niente. Il culto della personalità non è infatti mai laterale alle dittature, ma rivela la loro essenza più propria. Ogni dittatore è prigioniero dello specchio: la sola immagine che conta è la propria. La potenza militare o quella economica prolungano questa raffigurazione onnipotente di sé. Il dubbio, l'incertezza, la critica non appartengono al lessico del dittatore. L'autocrazia della propria enunciazione esige che la sua parola sia sempre nel giusto. Di qui l'intolleranza estrema verso la dimensione plurale e necessariamente democratica della parola. Per questo quando il dittatore si rivolge ai suoi collaboratori non lo fa mai per imbastire un dialogo, ma solo per imporre il suo punto di vista. La sua parola non instaura una dialettica, ma un comando. La distruzione sistematica del dissenso riflette questa logica: il dittatore non intende rappresentare la Legge perché è la Legge. È il carattere profondamente religioso di ogni regime totalitario. È ciò che anima il consenso popolare verso le dittature. La divinizzazione del leader offre, infatti, al suo popolo una protezione e una identità inscalfibili. Per questa ragione la democrazia viene giudicata come un sistema politico corrotto nelle sue fondamenta perché consegna il popolo allo scempio di un indebolimento, dalle conseguenze sempre incerte e minacciose, della Verità. La democrazia che si istituisce strutturalmente sul principio della instabilità - permutazione, pluralismo, negoziazione, articolazione istituzionale - è, agli occhi del dittatore, l'incarnazione di una malattia mortale. La sua corruzione è il cancro dal quale il proprio regime deve immunizzarsi. Nel caso di Putin questa immunizzazione, non a caso, trova uno dei suoi alleati più potenti nel potere religioso della Chiesa ortodossa di Mosca. Il rifiuto della democrazia coincide così con il rifiuto della degenerazione morale che l'Occidente inevitabilmente comporta. Per questa ragione la spinta alla conservazione definisce ogni dittatura in quanto tale. Ma la conservazione è innanzitutto conservazione del proprio potere. La sola cosa che conta è il compimento della missione alla quale ogni dittatore si sente votato dalla Storia. Nel caso specifico di Putin l'affermazione della Russia come potenza imperiale. Questa Idea sovrasta ogni altra realtà, compresa, ovviamente, quella dell'atrocità della guerra. La sua fantasia di celebrare l'anniversario del 9 maggio nella città martire di Mariupol rivela in pieno la mitologia personale di ogni dittatore. La città rasa al suolo verrà abilmente occultata dagli sceneggiatori del regime o sarà sbandierata propagandisticamente come esempio della violenza terrorista nazista del battaglione Azov finalmente neutralizzata dalle truppe di liberazione russe? La guerra di ogni dittatore deve essere concepita dal suo popolo come una guerra giusta. E la vittoria deve essere offerta al popolo come vittoria della Verità sulla menzogna. Mentre infatti nei sistemi democratici la Verità dà luogo a infinite dispute interpretative, nei regimi dittatoriali la Verità è sempre e solo Una: quella imposta dalla propaganda del regime. Questa versione univoca della Verità è la metafisica implicita che accompagna ogni dittatura. Essa trae la sua forza da una vocazione profondamente paranoica: il sentimento di accerchiamento e di minaccia incombente sulla propria vita e sul proprio sistema di potere è prerogativa di ogni dittatore. La necessità di preservare la propria potenza comporta la spinta a leggere il pericolo di essere detronizzato ovunque. Essere regista e primo attore nello stesso tempo implica che nella schiera delle comparse, come in quella dei molteplici nemici, possa sempre celarsi un traditore pronto a volere la morte del suo padrone. Per questa ragione la sua violenza tende ad assumere le forme ideologiche di un atteggiamento difensivo. Il verme della democrazia, se non viene stanato in tempo, può infatti generare l'imputridimento del sistema. Quello che più di ogni altra cosa il dittatore teme è che il sequestro della parola e della Verità possano avere un termine. Massimo Recalcati La Repubblica |
Post n°333 pubblicato il 18 Aprile 2022 da AVV_PORFIRIORUBIROSA
La maggior parte degli uomini, a seconda dell’età, sopporta la propria esistenza, o indugiando nei ricordi del passato, o aggrappandosi al futuro. Pochi esseri superiori riescono a vivere immergendosi nel presente. La lunghezza effettiva della vita è data dal numero di giorni diversi che un individuo riesce a vivere. Quelli uguali non contano. |
Post n°332 pubblicato il 14 Aprile 2022 da AVV_PORFIRIORUBIROSA
Assistenza tecnica: - "Salve, come posso aiutarla?" Cliente: - "Ho pensato di installare di nuovo l’Amore. Mi può aiutare?" - “Certamente. Se è pronto, possiamo farlo adesso." - “Penso di si. Da che cosa inizio?" - “Prima di tutto, apra il “Cuore”. Lo sa dove ce l’ha, il Cuore? - “Si, ma posso installare l’Amore se lì ho anche altri programmi? - “Quali programmi ha attivi?" - “Eh, ho “I vecchi rancori”. “La bassa autostima”. “La delusione e la frustrazione” - “I vecchi rancori" non sono un problema, l’Amore li sposterà gradualmente dalla memoria ma conserverà come i file temporanei. Lo stesso dicasi della “Bassa autostima”. Ma lei deve cancellare “La delusione e la frustrazione”, perché ostacolano installazione del programma." - "Ma non so come cancellarli." - "Allora, vada al menu Start e provi a cliccare il “Perdono”. Clicchi finché non si cancelleranno “La delusione e la frustrazione." - "Oh, ok! Ci sono. E’ iniziato, da solo, il download dell’Amore. E’ normale?" - "Si, ma è un programma di base, l’upgrade finale aggiunge “Altri Cuori”. - "Mi scrive “Errore. Il programma non funziona con i componenti interni.” Che significa?” - “Significa che l’Amore già funziona con i componenti interni ma non è ancora nel suo Cuore. Per farlo, deve iniziare ad amare se stesso." - “Che devo fare?” - “Clicchi su “Auto accettazione” e poi carichi i file “Auto perdono” ed “Essere consapevoli dei propri pregi e difetti”. - “Fatto”. - “Ora copi tutto nel “mio cuore” e il sistema provvede. Però deve cancellare a mano, da tutti i menu, “L’autocritica verbosa”, e svuotare il Cestino. Non carichi mai più “L’autocritica verbosa." - “Ci sono! Il “Mio Cuore si sta riempiendo di nuovi file. Vedo il “Sorriso”, “L’equilibrio dell’anima”. Succede sempre così?" - “Non sempre, a volte serve più tempo. Un dettaglio solo: “L’amore” è un software gratuito. Ma per farlo funzionare deve regalarlo agli altri e loro vi regaleranno le loro versioni. Nikolay Bulgakov |
Post n°331 pubblicato il 09 Aprile 2022 da AVV_PORFIRIORUBIROSA
Mancano sempre le parole per spiegare le intenzioni. Chandra Livia Candiani |
Post n°330 pubblicato il 07 Aprile 2022 da AVV_PORFIRIORUBIROSA
Sii fedele a te stessa, prima che agli altri. Falle, le cose che desideri. Razionalizza le tue paure, non corri poi in fondo questi grossi rischi. Liberati del giudizio altrui, è il principale ostacolo al tuo risplendere. Nessuno è perfetto: siamo esseri umani, e siamo belli per questo. Piaci a te stessa: non devi essere "brava", devi essere vera. Perché ogni giorno volge alla fine, e al calar della luce sarai sola, spettatrice e giudice delle tue scelte. È la tua vita, falla come tu desideri. Oscar Travino |
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