Creato da raissadub il 04/02/2010

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"Forse è solo un'illusione: si sta benissimo soli la maggior parte del tempo. Piace di tanto in tanto avere un otre in cui versarvi e poi bervi se stessi: dato che dagli altri chiediamo ciò che abbiamo già in noi. Mistero perché non ci basti scrutare e bere in noi e ci occorra riavere noi dagli altri."
( Cesare Pavese )

 

 

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11.11

Post n°20 pubblicato il 07 Luglio 2011 da raissadub

Ci sono facce che non dimentichi.
Lo dico a me
che come faccia non funziono; lo dico a me che tradisco sempre con il sopracciglio alzato, affondando il coltello con i lineamenti tesi, ostili, comprensibili.
Ecco. La faccia è una delle verità che ti puoi aspettare. Certo non è tutto, non è partorita dalla mediazione con le giustificazioni, non ha sottotitoli.
Ma ha vita e resta nei ricordi. Anche amari.

C'è una faccia che non dimentico e che mi ha detto la verità.
Le parole erano altre, i sussulti, gli accadimenti.
Quando hai capito questo non vuoi capire altro.
Certo puoi sbagliarti, ma sai che non è così. La verità delle parole mi basta per andare avanti o per continuare a guardare indietro con sorriso e nostalgia da bei tempi.
Sembrerebbe una farsa, invece si chiama proprio equilibrio.
Solo una cosa.

Mi confonde questa mania del pensare a sè. Non è vero che lo fanno solo alcuni. Lo fanno in troppi. Questo rimandare anche le spiegazioni oggettive, tanto "devo pensare ad altro che è sempre più importante"

Dove siamo finiti tutti? E dove finiremo quando, ad esempio, più importante saranno i figli? Come se i figli fossero utili solo a riempire il buco in cui siamo. I figli, quelle persone, non vi risarciranno con altrettanta volontà.
Sopratutto se li sovrapponete alla vita, al vivere, al sentirsi vivi.

Mi tormenta questa idea. L'esclusione del resto.
Io sono ancora figlia; madre per poco non vuol dire madre per sempre.

 
 
 
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