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L'utopia è come l'orizzonte: cammino due passi e si allontana di due passi. Cammino dieci passi e si allontana di dieci passi. E allora a cosa serve l'utopia ? A questo: serve per continuare a camminare.

 

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ADESSO LA MIA MACCHINA È COSÌ

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LA MIA MACCHINA... FINO AL 26 GENNAIO 2007

immagineIn realtà, è una foto presa in rete, raffigurante una macchina dello stesso modello e colore. 
 

LA MACCHINA CHE AVEVO...

18 novembre 2004, un cretinetti alla guida di una Golf ci si è andato a schiantare contro, sfasciandola completamente. Per quanto potesse essere bella, era del 1992. L'assicurazione del deficiente mi ha risarcito con pochi spiccioli, quanto mi è bastato per prendere una vecchia Passat SW, sempre del 1992 (senza riscaldamento), con la quale mi sono mosso fino al 26 gennaio.immagineimmagine
 

IL MITICO ESORCISTA DI DANIELE CALURI

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« La locomotivaA proposito della catena... »

Roba da chiodi 

Post n°292 pubblicato il 27 Febbraio 2007 da kleombroto


Il marchio che dovrebbe rappresentare l'Italia nel mondo è orrendo. L'ordine dei colori della bandiera è invertito, tanto per cominciare. Si vede che a qualcuno faceva paura la presenza dominante del rosso. Una massa informe di colore verde (un cetriolo, un simbolo fallico?) che dovrebbe ricordare una "t", quando i confini nazionali hanno già la forma di una "T". Sembra che la "creazione", un lavoro da 100.000 euro, sia stata affidata a una società americana. Ora, ho abbastanza antipatico ricorrere ai soliti luoghi comuni, ma da un popolo che ha esportato non tanto la democrazia, quanto i Mc Donald's e junk food vario, che quando è in vena di raffinatezze beve vino californiano dolce perché non riesce a concepire l'esistenza di sapori diversi da quello della Coca-Cola, secondo voi, cosa sarebbe stato lecito aspettarsi? E sì che in Italia i grafici e gli artisti non mancano. Prometti ad uno qualsiasi di loro, non dico 100.000 euro, ma 10.000, e avrebbe fatto faville per tirar fuori qualcosa di infinitamente meglio di quella specie di aborto.
Aggiungo però che la questione dei marchi è abbastanza ricca di furbetti che hanno venduto a peso d'oro una creatività che vale zero. Date un po' un'occhiata qua sotto...
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Chi ha copiato? Secondo me, siamo stati "noi" (inteso come FS, ora Trenitalia). Il marchio dell'Andalusia circola da moltissimo tempo, quello delle Ferrovie risale all'incirca al 1994. Basta fare una piccola ricerca e la verità salta fuori. Riflettendoci un attimo, però, la "A" andalusa ha delle caratteristiche di completezza che non riesco a trovare nel simbolo FS. La "A", infatti, è armoniosamente inserita in un contesto di colori che hanno un preciso valore simbolico. Nel marchio delle Ferrovie Italiane, invece, la "F"e la "S", quest'ultima appena percepibile in basso a destra, sono circondate da elementi senza senso, ai quali solo la successiva riforma dell'Ente Ferrovie, con la divisione in quattro nuove società, riuscì a dare un significato. In ogni caso, che il logo Andalusia sia l'originale o la copia, è tristemente vero che quando ci sono in ballo soldi pubblici la creatività non viene profusa tanto nel realizzare un buon prodotto, quanto soprattutto nell'escogitare il metodo per accaparrarsi i quattrini. In queste ore, avrei dovuto accorgermene guardando la tastiera del mio computer, c'è anche chi ha tirato in ballo un'altra imbarazzante somiglianza tra logos.
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Insomma, direi proprio che quando si tratta di marchi che sono pagati con soldi pubblici, più vengono pagati e meno sono originali. E poi c'è chi se la prende coi cinesi!
Mi immagineviene in mente un'altra cosa: il festival di Sanremo. 250.000 euro a cranio erano troppo pochi per Pippo Baudo & Co.? Il "pennellone" ha detto, in un'intervista al TG1: la RAI chiama e Pippo risponde. Eccheccazzooo (scusate il francesismo)... Sarebbe spirito di servizio, questo? Datelo a me mezzo miliardo del vecchio conio (tanto per citare un altro miracolato da San Remo) e vedete cosa vi invento. Il fatto che questi qui ricevano compensi spropositati, anzi, visto che è stato tolto il "tetto", smisurati, mentre io, con un contratto a tempo determinato, devo lottare per arrivare a fine mese percependo una cifra semplicemente ridicola, mi suona oltremodo ingiusto.

 
 
 
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