videomakerblogL'utopia è come l'orizzonte: cammino due passi e si allontana di due passi. Cammino dieci passi e si allontana di dieci passi. E allora a cosa serve l'utopia ? A questo: serve per continuare a camminare. |
AREA PERSONALE
TAG
CERCA IN QUESTO BLOG
MENU
CONTATTA L'AUTORE
Nickname: kleombroto
|
|
Sesso: M Età: 67 Prov: RM |
DATE UN'OCCHIATA QUI
- Il mio sito sulla chiusura dei cinema livornesi
- Un sito che si occupa della chiusura della Gran Guardia
- Daniele Caluri, mitico disegnatore
- Livorno Cronaca detto il Vernacoliere
- La pagina un po' laconica che parla di me su IMDB
- Il mio sito web "personale"
- Il mio blog "didattico"
- Il blog dei miei colleghi Orbit
- Lucio Salis "cappitto mi hai" e non solo...
- La benzina a prezzo conveniente
- Adele Parrillo, la compagna di Stefano Rolla ucciso a Nassiriya
- Una speranza per Azzurra
LA MACCHINA CHE AVEVO...
Post n°367 pubblicato il 26 Novembre 2007 da kleombroto
|
Post n°366 pubblicato il 26 Novembre 2007 da kleombroto
Il trasloco è finito, così come la pulizia del vecchio monolocale e la sistemazione delle cose nel nuovo. In realtà, non avevo solo quello da fare, in questi giorni... Anche al "McDonald's perchinese" c'era aria di cambiamento. Una nuova sede, che si aggiunge a quella "storica", però alcune apparecchiature dovevano essere spostate dall'una all'altra. Naturalmente, tra i ritardi nella preparazione di questo trasferimento e l'improvvisa partenza per il Nord della padrona di casa, pochi giorni prima della firma del contratto, hanno fatto sì che i due traslochi avessero luogo in contemporanea. Aggiungendo a ciò due giorni di ferie (venerdì e oggi) presi dal mio collega qui alla RAI, ecco che ho passato una settimana d'inferno. Infatti era da lunedì scorso che non aggiungevo post su questo blog. |
Post n°365 pubblicato il 19 Novembre 2007 da kleombroto
C'era una vecchia canzone di Ivano Fossati che si intitolava così. Non può non venirmi in mente ogniqualvolta mi si presenta l'occasione di un trasloco (nella mia vita è capitato spesso*). Dalla borgata Ottavia mi trasferisco in una zona certamente più bella, quantomeno più vicina al centro. Ho trovato un monolocale in una traversa di via Cortina d'Ampezzo. Leggermente più grande di quello dove abito adesso, almeno posso muovermi con relativa facilità (in questo, quando ho tirato giù il divanoletto, devo salirci sopra per andare dal bagno all'angolo cottura). Stanotte praticamente non ho chiuso occhio, tanto ero elettrizzato all'idea del trasferimento. Oggi pomeriggio ho appuntamento con la nuova padrona di casa per firmare il contratto e ho già pronte due valigie col minimo indispensabile per potere, da subito dormire lì. (*) Quando dico che ho traslocato "spesso", intendo che l'ho fatto un bel po' di volte. Da quando mi sono sposato, nel 1981, mi sono trasferito a Roma nel 1984, e -sempre a Roma- ho abitato prima a Monteverde Nuovo e poi a Spinaceto. Nuovamente a Livorno dal 1993 al 1994 e, quando ho ripreso a lavorare a Roma, sono stato cinque anni a Villa Adriana e altrettanti a Calcata. Nel 2006 mi sono "avvicinato" andando ad abitare a Ottavia e, da oggi, in zona via Cortina d'Ampezzo. Nel frattempo mi sono separato da mia moglie, che ha cambiato casa a sua volta (e pure parte di quel trasloco ha pesato su di me) e ho trasferito la mia residenza a casa della mia compagna (oltre a un bel po' di dischi, nastri video, libri etc. che non entravano nel "loculo"). |
Post n°364 pubblicato il 13 Novembre 2007 da kleombroto
Ho deciso, da tempo, di usare la bicicletta per i miei spostamenti, specialmente nell'ambito del quartiere Prati. In viale Angelico c'è una comoda pista ciclabile che mi permette di muovermi rapidamente, raggiungendo gli abituali luoghi di lavoro. |
Post n°363 pubblicato il 09 Novembre 2007 da kleombroto
Alcuni mesi fa la tv satellitare e via web Arcoiris trasmise il mio video "A voce alta - Libertà d'espressione", riduzione televisiva dello spettacolo teatrale dedicato a Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Al termine del programma, seguì (e debbo dire che mi sentii veramente onorato da quella collocazione nel palinsesto) l'intervista di Loris Mazzetti a Enzo Biagi. Questa è la trascrizione. A fine post il link per vederla via web. Se invece qualcuno di voi fosse interessato allo spettacolo su Ilaria Alpi, può cliccare questo link: Intervista a: Enzo Biagi Video delle loro brame I lunghi anni alla Rai. Poi la cacciata. Il grande giornalista elenca difetti e colpe della televisione di oggi. “Troppe falsità vanno in onda, ma prima i poi la verità viene fuori” Enzo, per la gente, come dovrebbe essere la televisione? La tua lunga stagione tv si è interrotta per un editto bulgaro, sei stato accusato di aver fatto «un uso criminoso della televisione». Poi è arrivato il tuo allontanamento e quello di tanti altri. Cosa hai provato? Quando durante una trasmissione di Rai Tre, dedicata ai 50 anni della Rai, “Il Fatto” è stato votato come il miglior programma, tu era già stato allontanato dalla tv, la nostra redazione chiusa, di fronte a questa inaspettata notizia che cosa hai provato? Se ti dessero la possibilità di tornarla a fare, rifaresti “Il Fatto” o che alto? Visto quello che ti è accaduto e la tua lunga esperienza, con il senno di poi, forse era meglio la televisione della lottizzazione? Però una volta lo hai fatto! La Rai oggi, purtroppo, è una televisione poco aperta alle proposte esterne, si trova raramente qualcuno alla ricerca di nuove idee, sempre più si è trasformata in un’azienda di servizi, conta chi ha i diritti dei così detti format. C’erano strutture che avevano il compito di sperimentare, si provavano autori, attori, registi in terza serata, che poi dopo una certa gavetta, se avevano i numeri, trovavano il loro spazio. C’era la ricerca dei talenti. Secondo te come dovrebbe essere una televisione di qualità? Cosa non si dovrebbe vedere o cosa non dovrebbe essere trasmesso? È di moda parlare di informazione manipolata, come si può manipolare l’informazione? Le bugie, hanno le gambe corte con tanti media a disposizione, nel tempo la verità si conosce. Ti rispondo anch’io con una citazione, Karl Popper: “Chi controlla l’informazione televisiva controlla la democrazia”. È vero che la tv deve avere una funzione educativa? Torniamo indietro nel tempo: come mai hai iniziato a fare la televisione? Tu eri già stato direttore di Epoca, eri già una grande firma del giornalismo. Nella tua carriera chi sono stati i punti di riferimento? Mi ricordo quando lo intervistammo a “Il Fatto”, aveva appena ricevuto una lettera anonima con minacce di morte ed era stato addirittura accusato di essere diventato comunista. Durante quell’intervista, diventata poi famosa perché messa nella lista di quelle che non dovevi fare, tu gli dicesti: «Io ho la sensazione che andremo incontro a una dittatura morbida». Hai sbagliato l’aggettivo. Umberto Eco, citando il tuo caso e di tutti gli altri epurati, lo ha definito un regime mediatico. Ma perché la televisione è così importante, riesce ad inventare anche quello che non esiste? Il cittadino come può difendersi? A un giovane che vuole fare il giornalista quale è il tuo consiglio? Per concludere, la televisione oltre alla popolarità cosa ti ha dato? L'intervista può essere vista cliccando su |
Post n°362 pubblicato il 08 Novembre 2007 da kleombroto
Ho vissuto serenamente fino a cinquant'anni senza sapere che esisteva un certo Filippo Facci, che scrive sul "Giornale". Ci voleva la morte di Enzo Biagi per leggere un suo articolo dove, arrampicandosi sugli specchi, nega l'esistenza del cosiddetto editto bulgaro. Cliccando, nel sito del quotidiano, sul link che rimanda al pezzo di ieri, ho trovato quest'altro ineffabile vaneggiamento: Un'idea: chiudere la RAI Prima di criticare chicchessia dovremmo ripeterci come un mantra la seguente domanda: non sarà per caso invidia, la nostra? Quanto conta un’invidia inconfessabile nella formulazione dei nostri giudizi? Ecco, mi sono imposto questa domanda almeno cinque volte, prima di plaudire come un forsennato all’emendamento della Finanziaria che propone un tetto massimo ai compensi Rai: 274mila euro lordi l’anno al pari di altri manager pubblici o di un presidente di Cassazione. Alla fine mi sono risposto che no, non è invidia se penso che la Rai non dovrebbe pagare compensi del genere; non è invidia del milione di euro annui di Simona Ventura o degli 800mila euro di un Carlo Conti, o nondimeno dei 650mila euro del direttore generale Claudio Cappon. Penso serenamente, da anni, che la Rai sia una cloaca da ripulire. Penso che il canone andrebbe abolito. Penso che la Rai andrebbe privatizzata al cento per cento, o in alternativa fare servizio pubblico al cento per cento. Non penso che le varie star rescinderanno i contratti, o non tutte, né penso che altre emittenti ne faranno razzia. Penso moderatamente che la Rai sia il vero cancro di questo Paese, ciò che non cambierà senza che cambi davvero anche il Paese. Penso dunque, pure, che non accadrà nulla. |
Post n°361 pubblicato il 08 Novembre 2007 da kleombroto
Michele Santoro costa ma alla fine porta nelle casse della Rai denaro fresco. Sfiora i 700.000 euro - tra stipendio e altre voci legate alla sua attivita' giornalistica - il compenso annuo di Santoro. Per l'esattezza 684.000 euro, se si sta ai dati del 2007, tra i 266.000 derivanti dalla condizione di contrattualizzato a tempo indeterminato con qualifica di direttore, dai 315.000 frutto dei 10.500 euro per ciascuna delle puntate di 'Annozero' - e, a fine anno saranno una trentina, tra quelle della prima parte del 2007 e quelle invece del periodo settembre-dicembre di quest'anno - e dal premio, il cosiddetto MBO, di 103.000 euro per gli obiettivi (di share o di pubblicita' portata all'azienda). Totale 684.000 euro. Ma lo stesso Michele Santoro "vale" per la Rai due milioni di euro a stagione, ovvero i ricavi di 'Annozero' sono superiori ai costi per realizzare il programma. Infatti le 33 puntate di questo nuovo ciclo, da settembre 2007 alla primavera 2008, costeranno complessivamente 7,2 milioni di euro, cioe' 220.000 euro a puntata, mentre i ricavi, derivanti dalla pubblicita', ammonteranno complessivamente a 9,2 milioni, cioe' 278.000 euro in piu' per puntata. Sono dati emersi oggi pomeriggio in commissione di Vigilanza, forniti da Pier Luigi Malesani, direttore delle relazioni istituzionali Rai, nel corso del 'question time'. (AGI) ll problema è che spendere quasi mezzo miliardo di lire per una puntata di un programma giornalistico è davvero tanto. Sarà che sono abituato a produrre video a costo zero... |
Post n°360 pubblicato il 08 Novembre 2007 da kleombroto
|
Post n°359 pubblicato il 07 Novembre 2007 da kleombroto
Silvio Berlusconi, in Bulgaria, non ha mai pronunciato parole contro la permanenza in TV di Biagi, Santoro e Luttazzi. Così, almeno, la racconta lui: "Non c'è mai stato un editto bulgaro né ho mai detto che questi signori non dovevano fare televisione". Silvio Berlusconi, chiamato in causa da più parti alla morte di Enzo Biagi per il famoso 'editto bulgaro' che segnò la carriera in Rai del giornalista, replica così, assediato dai giornalisti tra gli stand della Fiera di Milano. E la polemica si riaccende. "Tutto è stato sconvolto - ha detto Berlusconi - la verità è che io criticai, e la critica è ancora valida, come veniva usata la tv, soprattutto quella pubblica, pagata con i soldi di tutti e dissi che i dirigenti nuovi che verranno dovranno evitare che ciò si ripeta. Non c'era nessuna intenzione di far uscire dalla televisione e neppure di porre veti alla permanenza in tv di chicchessia. Quindi ancora una volta è stato tutto deformato dalla sinistra". Articolo tratto dal sito di RaiNews24: http://www.rainews24.it/notizia.asp?newsid=75537 |
Post n°358 pubblicato il 06 Novembre 2007 da kleombroto
Questa è roba da non sapere se incazzarsi o vergognarsi. Una cosa è certa: dentro la RAI ci sono migliaia di persone che vengono pagate una miseria e, per l'ADRAI, il problema è semplicemente il fatto che a personaggi tipo Bonolis non vengono dati abbastanza soldi. Allora mi permetto di ricordare che una delle cose che maggiormente contano è la capacità e la professionalità della forza-lavoro e che, da anni, un po' tutte le produzioni della Radiotelevisione Italiana funzionano in massima parte grazie al lavoro di precari, assunti con contratto a tempo determinato, pagati una miseria e per nove mesi l'anno. Altro che tetto, nel caso loro! E, se da parte di queste persone, c'è la paura che determinati personaggi "passino alla concorrenza", io direi che sarebbe proprio il caso di lasciarli andare. Vogliamo renderci conto che ci sono anche i telespettatori che si sono rotti i coglioni di "rimboccare le coperte ai gufi", nell'attesa che inizi un programma interessante su una rete del servizio pubblico? Mediaset vuole i Pupo, i Bonolis, gli Inzinna, i Carloconti e via banalizzando? Ma che se li prenda tutti! Dateci Dario Fo, Marco Paolini, Serena Dandini e Vergassola in prima serata! RAI: ADRAI, APPELLO DIRIGENTI CONTRO TETTO A COMPENSI |
Post n°357 pubblicato il 06 Novembre 2007 da kleombroto
dalla pagina dedicata a Enzo Biagi pubblicata su Wikipedia, alcune occasioni di riflessione: Il 18 aprile 2002 l'allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, mentre si trovava in visita ufficiale a Sofia, dichiarò nel corso di una conferenza stampa: L'Agenzia Ansa diffuse la dichiarazione di Berlusconi (che passerà alla storia con la definizione giornalistica di Editto bulgaro). Biagi, di concerto con la sua redazione e ottenuto l'assenso dei vertici della Rai, decise di replicare quella sera stessa nella puntata del Fatto, dichiarando: Le trasmissioni del Fatto proseguirono regolarmente fino alla prima settimana di giugno quando terminò la stagione. La dirigenza Rai decise di cancellare il programma, dopo un lungo tira e molla cominciato già a gennaio, cioè prima dell'editto bulgaro, quando il direttore di Rai Uno, Agostino Saccà, si recò alla commissione parlamentare di vigilanza. Egli dichiarò che l'azienda doveva controbbattere Striscia la notizia e non poteva permetterselo con una trasmissione di cinque minuti che aveva conosciuto nell'ultimo periodo un calo di 3-4 punti di share. La dichirazione fu contestata dai commissari del centro-sinistra, durante l'audizione, perché i dati Auditel dichiaravano che il Fatto aveva uno share del 27,92% di media, quasi otto milioni di telespettatori, addirittura superiore alla quota dell'anno prima, che aveva una media del 26,22%. In seguito, il 17 aprile, furono diffuse le nuove nomine della Rai. Rai Uno venne affidata a Fabrizio Del Noce, ex deputato di Forza Italia, che dichiarò che "stava studiando una soluzione idonea per il Fatto e per Enzo Biagi". Successivamente, Saccà e Del Noce proposero a Biagi diverse soluzioni alternative per la collocazione del Fatto: alle 13:00, dopo il Tg1 delle 12:30 (ipotesi respinta da Biagi: "È troppo presto per approfondire adeguatamente i fatti del giorno"), poi alle 19:50 (ipotesi respinta anche questa: "Peggio della prima! È assurdo fare l'approfondimento prima della notizia"). Del Noce non confermò alla stampa la presenza del Fatto nei palinsesti, non ancora definitivi per la nuova stagione 2002-2003 e diffusi a maggio. Biagi scrisse al nuovo presidente della Rai, Antonio Baldassare, già membro della Corte Costituzionale, chiedendo spiegazioni sul suo futuro e se la Rai intendesse rinnovare il suo contratto in scadenza a dicembre. Baldassare, presentandosi ai telespettatori come "un punto di riferimento per la libertà dentro la Rai", rispose a Biagi che "è e rimarrà una risorsa per l'azienda", facendosi intervistare proprio al Fatto. Un mese dopo, durante la tradizionale presentazione a Cannes dei palinsesti autunnali della Rai, il Fatto era assente. Alle domande dei giornalisti, la Rai rispose che "Biagi aveva perso appeal". Il 2 luglio si tenne un incontro fra Enzo Biagi, il regista del Fatto Loris Mazzetti, Fabrizio Del Noce e Agostino Saccà, che era diventato nel frattempo direttore generale della Rai. In questo vertice si decise di sopprimere Il Fatto e di affidare a Biagi una trasmissione in prima serata, con inchieste e temi d'attualità. Inoltre si decise di rinnovare il contratto che legava Biagi alla Rai. La bozza del contratto arrivò a Biagi solo il 18 settembre, dopo ripetute sollecitazioni da parte di quest'ultimo. Intanto Il Fatto era stato sostituto da un programma comico, con Tullio Solenghi e Massimo Lopez, "Max e Tux". Il nuovo programma precipitò ben presto dal 27 al 18% di share. Del Noce imputò a Biagi il crollo degli ascolti perché "col suo vittimismo ha scatenato verso Rai Uno un accanimento senza precedenti". Biagi decise di lasciare Rai Uno e intavolò, con la mediazione sempre di Loris Mazzetti, trattative con il direttore di Rai Tre, Paolo Ruffini, per riprodurre Il Fatto sulla sua rete alle 19:53, dopo il Tg3 e i telegiornali regionali. Alla diffusione della notizia, il presidente Rai Baldassarre dichiarò: "E' una bella notizia, ma troppo costosa per Rai Tre". Il 20 settembre Biagi, in una lettera al direttore generale Saccà, scrisse che se la Rai aveva ancora bisogno di lui (come dichiarato dallo stesso dg) e se questo ostacolo era rappresentato da problemi economici, egli si dichiarava pronto a rinunciare al suo stipendio, accettando quello dell'ultimo giornalista della Rai, purché detto stipendio venisse inviato al parroco di Vidiciatico, un paesino sperduto nelle montagne bolognesi, che gestiva un ospizio per anziani rimasti soli. Saccà replicò, con una lettera al quotidiano La Repubblica (che stava dando grande risalto alla vicenda), che il programma non poteva essere trasmesso per esigenze pubblicitari. Il 26 settembre Saccà inviò ad Enzo Biagi una raccomandata con ricevuta di ritorno, in cui gli spiegava, con toni formali, che Il Fatto era sospeso, così come le trattative fra lui e la Rai; si sarebbe trovato il tempo più in là per fare un nuovo programma, magari dai temi più leggeri. Biagi, esausto per quell'interminabile tira e molla, offeso per i contenuti di quella raccomandata che secondo la sua interpretazione "lo cacciava ufficialmente dalla Rai", su consiglio delle figlie e di alcuni colleghi, decise di non rinnovare il contratto e di chiudere il legame fra Biagi e la Rai, con una transazione economica, curata dall'avvocato milanese, Salvatore Trifirò. La Rai riconobbe il lungo lavoro di Biagi "al servizio dell'azienda" e pretese che in cambio non lavorasse per nessun'altra rete nazionale per almeno due anni. L'annuncio della chiusura del contratto provocò polemiche su tutti i giornali e attacchi durissimi ai dirigenti Rai, già sotto assedio per il crollo degli ascolti (che avevano provocato le dimissioni di tre dei cinque membri del Cda). Saccà e Baldassare dichiararono ai giornali che "Biagi non era stato mandato via", che quella era solo un'invenzione dei giornalisti, che Enzo Biagi era il presente, il passato e il futuro della Rai, che "la presenza di voci discordanti dall'attuale maggioranza, com'è appunto quella di Biagi, era fondamentale". Di fronte a queste levate di scudo, Biagi commentò con ironia: "Ma, se allora tutti mi volevano, chi mi ha mandato via?" Poco dopo, il consigliere d'amministrazione leghista Marcello Veneziani, dichiarò che Biagi con "quella chiusura del contratto, aveva svenato l'azienda e quindi la smettesse di piagnucolare a destra e a sinistra". Biagi allora rese pubblico il suo contratto di chiusura. La sua liquidazione è la stessa cifra che, successivamente, un giudice stabilirà come risarcimento per Michele Santoro. Due piccole precisazioni: Loris Mazzetti non è solo regista, ma capoprogetto e curatore del "Fatto" e Marcello Veneziani non è leghista. Inesattezze non infrequenti su Wikipedia, che va presa per quella che è, e con la quale confesso di avere il dente avvelenato perché la pagina su di me è stata cancellata per "non enciclopedicità", mentre invece è ritenuta "enciclopedica" quella su Yvonne Sciò. |
Post n°356 pubblicato il 03 Novembre 2007 da kleombroto
Sabato e domenica a lavorare al montaggio delle riprese di un convegno organizzato dalla mia amica Paola. Devo sbrigarmi perché tra poco lascerò questo monolocale e dovrò inventarmi anche il tempo (e le energie) per traslocare. Ho trovato un'altra sistemazione, molto più grande e poco più cara, vicinissima al centro e in mezzo al verde. Entro novembre mi muoverò da qui |
Post n°355 pubblicato il 01 Novembre 2007 da kleombroto
USA - A 93 anni è morto il pilota Enola Gay, sganciò la bomba atomica su Hiroshima. "Che c'è di strano?", si chiederebbe il famoso Cesare Ragazzi. C'è che il pilota non si chiamava Enola Gay, ma Paul Tibbets. Enola Gay era il nome di sua madre, che Tibbets, seguendo una consuetudine molto in voga tra i piloti (che però nella maggioranza dei casi preferivano avvenenti ragazze), aveva fatto dipingere sul muso dell'apparecchio, un Boeing B-29 Superfortress. La "perla" è andata in onda varie volte sulla striscia rossa delle notizie, che scorre in basso sul teleschermo, nel TG2 di stasera (edizione delle 20,30) |
Post n°354 pubblicato il 26 Ottobre 2007 da kleombroto
Sì, è una di quelle frasi che esprimono un ottimismo un po' stucchevole, un po' luogo comune da conversazione con un occasionale compagno di viaggio in treno. Però è anche una necessità, nella triste vita che dobbiamo condurre al giorno d'oggi, tra lavoro precario e governo traballante. Cristiano Lucarelli è un mito, il Livorno senza di lui (e col presidente e gli allenatori che si ritrova) sta arrancando in fondo alla classifica. Se va avanti così gli amaranto tornano in B. Allora, tanto per vedere il bicchiere mezzo pieno, può bastare anche sapere che, mercoledì sera, lo Shaktar Donetz, squadra ucraina nella quale milita Lucarelli, ha perso 4-1 col Milan nell'incontro di Champions' League disputato a San Siro, ma soprattutto che il goal della bandiera è stato segnato proprio dal bomber Cristiano, che in questo modo ha reso felici alcune centinaia di tifosi livornesi che erano venuti, bandiere al seguito, a tifare Lucarelli contro la squadra rossonera. Non so se, come d'uso, siano stati scanditi i rituali cori "Berlusconi pezzo di merda", come accade prima, durante e dopo ogni Livorno-Milan. Quel che conta è che, almeno, una "pappina" alla squadra del Cavaliere il mitico Lucarelli glie l'ha rifilata, poco importa se non indossa più la maglia amaranto numero 99. |
Post n°353 pubblicato il 26 Ottobre 2007 da kleombroto
Un gioco di parole alla base del titolo di una rubrica: Furio Busignani, uno di quelli che, se dovessero inserire il suo nome in un cruciverba, verrebbe definito "simpatico conduttore televisivo", occupa quotidianamente uno spazio nel programma di Raitre "Cominciamo bene". Va in giro per la strada a intervistare la gente su argomenti di cronaca e costume. Dal suo nome, ecco il titolo: "Segnali di Furio". |
INFO
I MIEI BLOG AMICI
- *Serendipity*
- COFFI-BREC (i capi ignoranti)
- CI VUOLE UN UOMO
- NOI UOMINI DURI
- sing sing sing aka inthemoodforlove
- CHEZ MOI Torino e la vita secondo Juma81
- day by day
- IL FESSOTERICO, scrive col contagocce ma è da piegarsi in due.
- Glup! Ladorabile Bluisa
- Pendolari Ottavia
Inviato da: videomakerblog
il 28/07/2008 alle 10:33
Inviato da: giulia470
il 18/04/2008 alle 11:32
Inviato da: kiblyn
il 14/01/2008 alle 18:33
Inviato da: JonathanLivingston.G
il 03/12/2007 alle 15:21
Inviato da: ESAURITA3112
il 03/12/2007 alle 14:21