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CONVIVENDO

Post n°7 pubblicato il 27 Agosto 2010 da mr.red_y

Sta per chiudere la piscina. Non per sempre, ma finisce il periodo estivo… il 29 agosto è l’ultimo giorno. Addio vasca lunga fino al prossimo anno, addio allenamenti ben fatti in pausa pranzo: la vasca lunga digerisce più persone ed è molto più divertente ed allenante; e poi a me piace di più. Purtroppo si tornerà a combattere in 10 per corsia con gente che fa tavoletta gambe a rana e si arrabbia perché la sorpassi. Si tornerà a virare sui capannelli di gente schierata a cianciare allegramente lungo il bordo della vasca.

Chi le frequenta sa che esiste un galateo nell’uso delle parti comuni: normalmente regole non scritte che però consentono il convivere più o meno civile tra tutti gli utenti; cerco di spiegarmi meglio: come in biblioteca si dovrebbe mantenere un rispettoso silenzio, chi frequenta le piscine sa che le corsie verso il centro della vasca sono, per convenzione, utilizzate da nuotatori “veloci”, da chi è più preparato, insomma, da nuotatori un po’più evoluti. Via via che ci si avvicina ai bordi laterali, le corsie vengono destinate a nuotatori meno prestanti fino a lasciare le acque col bordo a chi ha qualche problemino con l’acqua.

Al contrario che in pista d’atletica dove chi, neofita, si trova a calcare il tartan per la prima volta, è rigorosamente indottrinato ad usufruire della prima corsia solamente nel momento in cui sta tirando una ripetuta e a disimpegnarla nei recuperi, anche perchè se sbagli vieni travolto e calpestato dal gruppo che gira a 3’/km (20kmh), in acqua pare valere l’anarchia più pura. Il problema non è tanto il fatto che io o qualcun altro sia limitato negli allenamenti, o meglio, non è il problema più grande. Nemmeno il fatto che oggi giorno molti tendano a sopravvalutarsi con a volte anche tragiche conseguenze, come nell’alpinismo.

Il concetto che mi preme chiarire è questo: ma l’autoregolamentazione è applicabile? Ritengo presupponga un certo tipo di maturità sia personale che di collettività: il cosiddetto senso civico. All’inizio era il caos, poi si saranno stabilite delle regole per la conservazione della specie, poi ci si sarà accorti del solito furbo, quindi nascono le forze dell’ordine per far rispettare le regole che servono per stare bene. Non vi sembra un controsenso? Si stabiliscono delle regole per tutelare anche te e poi te fai il dritto e le aggiri e ti arrabbi pure quando te lo si fa notare.

Che stronzi che siamo (e io sono il secondo della fila): le regole sono buone solo quando non limitano noi. Chissà, cresceremo mai?

 
 
 
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