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La Vita e La Morte

Vivi ogni giorno della tua vita come se fosse l'ultimo perché il giorno che lo sarà non avrai voglia di crederlo. Diario di un Rianimatore.

 

 

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Sull'interruzione volontaria di gravidanza.

Post n°82 pubblicato il 07 Agosto 2007 da vita_e_morte

Ognuno di noi lungo il sentiero della propria esistenza si è trovato più e più volte di fronte a dei bivi..a delle scelte..decisioni dalle quali non si può più tornare indietro, decisioni con conseguenze che muteranno la propria e, a volte, addirittura l'altrui vita.
La mia vita professionale è sempre stata dedicata nella sua interezza alla lotta contro il dolore e la morte in favore di una costante riaffermazione della ricerca di salute e di quel miracolo biologico chiamato vita. In una contraddizione etica dalle radici estremamente complesse la stessa vita professionale mi ha portato oggi a decidere se fare obiezione di coscienza o meno riguardo alle interruzioni volontarie di gravidanza, pratica che se non obiettassi diventerebbe routinaria per i prossimi 6 mesi con numeri intorno alle 20 Ivg ogni settimana.
Il titolo di questo blog oggi lo sento mio più di altri giorni, allego qua sotto un documento di straordinario interesse, vista la lunghezza non so quanti si dedicheranno alla lettura dello stesso, ad ogni modo si tratta di un quadro completo etico e sceintifico che analizza con imparzialità le profonde sfumature della più importante scelta che una donna ,credo, possa compiere nella sua vita.

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I molteplici problemi connessi all’interruzione volontaria della gravidanza (Ivg) vanno posti nella prospettiva di un’affermazione convinta della positività dell’esistenza. Come in ogni tempo, così anche nel nostro tempo è necessario contrastare le pulsioni e le culture di morte e favorire in ogni modo pensieri di accoglienza reciproca, di tolleranza, di convivenza. Gli ideali positivi sono sovente minacciati:
occorre quindi uno sforzo per promuoverne lo sviluppo armonico, considerando anche la loro perenne evoluzione.
Le religioni mondiali hanno da tempo sottoscritto e promosso tale ricerca. Il cristianesimo in particolare
sottolinea la promessa divina della vita che si esprime nel fondamentale "sì" di Dio all’essere umano. Dio nel suo donarsi ispira la vita. Da questa luce nasce un impegno e un invito ad essere diaconi della giustizia e della riconciliazione, in una parola diaconi della vita. I testi biblici esortano a fare della vita un valore positivo e a considerare la reciprocità e la responsabilità come momenti primari e
costitutivi dell’esistenza.
Il dovere per la specie umana di rispettare e proteggere la vita richiede una solenne e ripetuta riaffermazione.
Quest’ultima non deve essere soltanto teorica, ma deve porre in atto in ogni campo le condizioni che favoriscono la vita tanto nella sua espressione biologica quanto nella sua espressione di evoluzione e maturazione culturale.
La vita, come fatto positivo di interrelazione e reciprocità, comporta comunque diversi aspetti e non esclude tensioni e conflitti al suo interno.
La Ivg è l’interruzione di un processo biologico, ma nel contempo costituisce anche sempre un fatto che interessa le dinamiche vitali di interazione che coinvolgono più soggetti.

Per affrontare i molteplici problemi della Ivg, occorre dunque ricordare il quadro complesso in cui
essa ci appare.

L’evoluzione del problema: i dati

Un’analisi della problematica etica connessa con l’Ivg richiede che si prenda in considerazione il
quadro di riferimento storico, sociale ed etico nel quale è inserito il fenomeno.
Per quanto riguarda in particolare la situazione italiana, vanno tenuti presenti vari elementi.
La promozione della contraccezione nel nostro paese è stata vietata fino al 1971, anno nel quale la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimi gli articoli del Codice penale che proibivano la propaganda contraccettiva. Nello stesso anno, è stato presentato in Parlamento il primo disegno di legge per
la legalizzazione dell’aborto.
Non si dispone, com’è ovvio, di dati attinenti alla diffusione dell’aborto clandestino nel periodo precedente alla legalizzazione dell’aborto; stime indirette proposte da diversi studiosi oscillano fra i 200.000 e i 600.000 casi all’anno.
La prima legge nazionale avente per oggetto la pianificazione familiare è stata emanata nel 1975, ed ha istituito, fra l’altro, i consultori familiari. Nello stesso anno, la Corte Costituzionale ha sancito la preminenza della vita materna su quella del feto, ponendo le premesse per l’effettuazione degli aborti terapeutici.
La legge, come è noto, prevede che la gravidanza possa essere interrotta entro il 90º giorno se la sua prosecuzione comporta seri pericoli per la salute fisica o psichica della donna, e dopo questo periodo
qualora comporti un grave pericolo per la vita della donna e/o siano accertati rilevanti processi patologici a carico del nascituro.
La più recente relazione sull’attuazione della legge è quella del 1996, che contiene i dati definitivi del 1994 e del 1995.
Nel 1994 sono state notificate 142.654 Ivg, e nel 1995 138.379. Considerando la successione storica dei dati, si rileva che, a partire dai primi anni Ottanta, il fenomeno diminuisce di circa il 5% su base annua.
L’Ivg riguarda, in prevalenza, donne coniugate di oltre 25 anni con 1-2 figli e livelli medi di istruzione;
il ricorso a questa procedura riguarda per il 70-80% dei casi persone che fanno uso di metodi anticoncezionali; si può dunque ipotizzare che sia il fallimento (o l’uso scorretto) dei metodi anticoncezionali
a causare la richiesta di Ivg. Va ricordato a questo proposito che un elevato livello di istruzione risulta protettivo rispetto all’Ivg.
Permane tuttora, anche se in calo marcato, il ricorso all’aborto clandestino: la stima per il 1992 è dell’ordine di 50.000-60.000 casi (circa un terzo degl’interventi Ivg notificati!).
La diminuzione del ricorso all’Ivg negli ultimi 10-15 anni è associata alla diffusione dei moderni metodi contraccettivi.
Il ricorso alla Ivg come mezzo di controllo delle nascite è ancora purtroppo assai diffuso a livello planetario; esso percentualmente diminuisce là dove aumenta l’uso dei mezzi contraccettivi e migliora globalmente la qualità della vita. In molti paesi la Ivg è vietata per legge, il che induce un forte ricorso
all’aborto clandestino negli strati più poveri della popolazione, con conseguente aumento di sofferenze e mortalità.
L’analisi sociale del fenomeno dimostra che nelle nostre società diminuisce il ricorso alla Ivg in funzione del miglioramento della pianificazione familiare. Questo spinge a favorire tutti i processi di
evoluzione sociale con tale esito.

Definizione biologica e biografica di "vita"

Da un punto di vista biologico, il fenomeno vita presenta molte caratteristiche simili in tutte le specie animali. A livello della cellula e delle sue strutture morfo-funzionali, non vi sono significative differenze
fra un organismo inferiore, un uccello, un rettile o un mammifero.
L’organizzazione del patrimonio genetico, le modalità con le quali esso viene trasmesso ai discendenti, conservandosi identico salvo l’eventualità di mutazioni casuali o indotte, la traduzione delle informazioni genetiche in strutture e funzioni, le modalità con le quali le cellule si organizzano in tessutie organi specializzati, capaci di svolgere funzioni complesse, tutte queste caratteristiche sono identiche nelle diverse specie fino all’uomo.
Se dunque la vita come fenomeno biologico è intoccabile, lo è a qualsiasi livello di evoluzione e complessità.
Le ragioni di un particolare attenzione per il substrato biologico della vita umana, contenente tutte le "informazioni" atte a riprodurre un individuo della specie umana, possono essere dettate da molteplici ragioni. È difficile esprimerle in maniera esauriente. Ci si può limitare, in questa sede, a presupporre che il rispetto per la propria specie, inserito in un quadro più ampio di rispetto per ogni specie animale, sia un innegabile prodotto della stessa civiltà umana.
Sul piano biologico, è lecito chiedersi se e fino a che punto si possa individuare il momento preciso in cui da un semplice aggregato di cellule diverse si passa ad un embrione e poi a un feto di essere umano.
La domanda può esser semplificata ed espressa nel modo più usuale come segue: in quale esatto momento ha inizio la vita, intesa come la vita di un preciso individuo della nostra specie? Inoltre ci si può chiedere a buon diritto: esiste e qual è il limite tra l’embrione e il bambino? Ci si è a lungo interrogati su questa questione e anche oggi esistono tentativi di definire il momento dal quale la tutela del prodotto del concepimento può essere considerata alla pari della tutela che si deve ad un individuo della specie umana. Vari dati sono da tener presenti.
La vita umana individuale ha inizio nell’esatto momento in cui la cellula uovo e lo spermatozoo si fondono a formare lo zigote in cui genoma paterno e materno sono associati in un unico assetto cromosomico.
Cellula uovo e spermatozoo sono naturalmente vivi anche prima della fusione, ma i gameti
sono singolarmente portatori di una metà soltanto del progetto genetico, la cui attuazione consisterà in un organismo umano. Per tale ragione la loro esistenza non può essere paragonata alla messa in atto
della vita dell’individuo.
Inoltre tra la madre e il prodotto del concepimento si instaura fin dal primo momento un intenso scambio di influenze.
È ben dimostrato che i primi battiti cardiaci dell’embrione, irregolari e non coordinati, iniziano nella terza settimana dal concepimento, cioè verso la fine della prima settimana di ritardo mestruale.
L’attività elettrica e i dermatoglifi (solchi cutanei dei polpastrelli da cui si originano le impronte digitali) sono ben individuabili entro il secondo mese di gravidanza. Ancora più interessante è quanto è noto sullo sviluppo del sistema immunitario del feto. Esso inizia la sua maturazione tra la dodicesima e la ventesima settimana di gestazione ed i primi linfociti T (importanti cellule di tale sistema) compaiono
nel timo intorno alla quattordicesima settimana. Se si considera la grande originalità immunologica dell’embrione (50% del patrimonio genetico di origine paterna e 50% di origine materna) esso dovrebbe essere rigettato dalla madre, invece, ciò non accade, tranne che negli ultimi giorni di gravidanza, nei quali la reazione della madre verso il feto sembra all’origine del parto.
L’unità feto-placentare riceve e invia messaggi alla madre sin dalle prime fasi della gravidanza, cosicché, qualunque possa essere il meccanismo regolatore, se la protezione è ottenuta per via della specifica inibizione della risposta immunitaria della madre verso le strutture fetali (antigeni) di origine paterna,
essa deve attuarsi precocemente ed il più vicino possibile al rapporto sessuale.
Esiste, quindi, un costante dialogo biologico tra madre ed embrione e, poi, tra madre e feto. Ciò che sembra particolarmente rilevante in questa sede è la capacità dell’embrione di influenzare la madre sin dalle prime fasi, determinando modificazioni nei suoi organi.
Da un punto di vista scientifico si evince chiaramente che embrione, feto e poi neonato sono individualità biologiche viventi, capaci di grandi interazioni e che si distinguono per un diverso livello di differenziazione, di maturazione.
Il fenomeno "vita" è sempre presente in qualche sua forma. Esiste quindi sempre un punto di vista globale, a partire dal quale esso merita considerazione. D’altra parte constatiamo che la scienza distingue tra varie fasi dello sviluppo embrionale. Di conseguenza non ogni passo di questo sviluppo può esser messo sullo stesso piano.
Tuttavia, proprio da un punto di vista globale, è ancora legittima una differenza tra biologia e biografia.
Si può ancora far valere il fatto che la vita umana è sì individuata in modo scientificamente chiaro nel suo fenomeno biologico di base, ma si situa poi, per gl’individui, ad un livello di interrelazione e di sviluppo culturale che può costituire una nuova soglia di percezione e di valutazione del fenomeno.
È infatti innegabile che il carattere tipico della vita umana risiede largamente nella funzione nervosa e nella vita di relazione. La vita, negli esseri umani, è essenzialmente e indissolubilmente legata alle funzioni psichiche e tali funzioni risentono in maniera determinante delle relazioni interpersonali e con
l’ambiente in cui un essere umano si sviluppa, cresce, vive e muore.
Proteggere la vita, perciò, può voler dire proteggere un fenomeno in tutti i suoi aspetti, ma può voler dire, insieme, anche essere in grado di relativizzare un aspetto rispetto ad un altro. In tal senso si potrebbe per esempio valorizzare la vita biograficamente intesa rispetto alla semplice vita di un embrione,
quand’anche si sappia per certo che da esso si sviluppa l’essere completo.
Alla luce delle considerazione fatte, sembra che la vita umana sia da considerarsi come l’insieme e l’evoluzione di tutte le esperienze, le relazioni, le aspirazioni, il sentire, in altre parole come la storia personale di un essere umano, che lo definiscono come unico e irripetibile. La vita umana non può avere
esclusivamente o prevalentemente una connotazione biologica; la sua specificità è anche biografica ed è questa globalità e interdipendenza che va salvaguardata.
Tutte queste considerazioni devono servire ad una valutazione differenziata del fenomeno della Ivg e verranno presupposte nei punti seguenti. Vi è ancora tuttavia un aspetto importante e non secondario, quello della relazionalità, comportante anch’esso diversi aspetti, oltre a quelli di natura prevalentemente biologica, cui si è già fatto riferimento.

 Nascita, relazionalità, autodeterminazione femminile

Ci inoltriamo qui in un nuovo aspetto del nostro tema. In esso entra in campo la persona della madre e la relazione dell’embrione-feto con la madre quale essere personale pienamente autonomo.
La connessione continua tra la vita della madre e la vita dell’embrione (o del feto) determina una relazione fisica e affettiva tra madre e bambino/a, relazione che può tradursi in una scelta tra l’accettazione o la rinuncia alla maternità.
Nella considerazione relazionale dell’embrione sono rilevanti, oltre il suo livello di sviluppo nell’utero materno, anche e soprattutto il rapporto di accettazione da parte del corpo in cui esso cresce, il progetto di relazione che su di esso viene costruito, il fatto di venire pensato ed amato prima di venire
alla luce. Si evidenzia così l’importanza dell’uso della categoria della relazione nel dibattito sulla Ivg. Il dibattito non può eludere fattori quali: esistenza di volontà procreativa, atteggiamento di accettazione e presa in carico del generato. Accanto alla voce "tutela della vita" in senso astratto e teorico,
dobbiamo considerarne un’altra, quella del prendersi cura della vita. Il concetto di cura è insito in ogni relazione umana significativa ed esprime un’idea relazionale dell’etica.
In tal modo entra in gioco la considerazione della donna come soggetto etico capace di autodeterminazione.
Le donne non sono mai state accettate come "soggetto etico", ma sono state sempre chiamate all’assunzione di responsabilità verso altro da sé. L’assunzione di responsabilità di se stesse implica invece la possibilità di essere soggetti in grado d’individuare norme per la propria condotta: l’autodeterminazione
diventa dunque in questo contesto un valore dirompente poiché significa la coniugazione della responsabilità verso sé e verso altri.
La categoria della "cura", a cui ci si è sopra riferiti, comporta tuttavia un altro aspetto, se si tiene presente la sua notevole importanza riguardo ai rapporti che intercorrono tra la donna e la sua comunità
di appartenenza, in primo luogo rappresentata dal partner e dalla famiglia; tali soggetti potrebbero voler imporre le proprie decisioni alla donna oppure volerla sostenere nella sua autonomia.
Ma se la donna non è oggetto di cura da parte della comunità in cui vive e la rete di relazioni al cui interno si gioca la relazione madre figlio/a si spezza, allora una delle conseguenze di questa frattura potrebbe essere la Ivg.
Anche se la decisione ultima riguardo alla Ivg spetta alla donna, questa scelta è determinata da una rete di corresponsabilità che comprende la donna stessa, il partner, la comunità familiare e sociale.
L’etica della responsabilità mette l’accento sull’interdipendenza reciproca dei rapporti umani, per cui si dovrebbe parlare di corresponsabilità nel diritto di scelta della madre. In questo caso il conflitto sorgerebbe
non tra una gerarchia di diritti, ma all’interno di una rete di relazioni, dove si gioca la possibilità di proteggere o meno la vita del bambino/a. Pertanto l’aspetto della relazionalità influisce su una valutazione generale della vita e quindi sulla decisione della Ivg.
Le ultime considerazioni ci portano a una ulteriore notazione di sapore polemico, ma non per questo secondaria: l’abitudine culturale di usare nei confronti della donna criteri molto diversi da quelli che vengono usati nei confronti dell’uomo quando è in questione l’atteggiamento verso la vita umana.
Nelle culture dove esso vige, il comandamento che vieta di uccidere viene invocato nel caso della responsabilità della donna verso il suo corpo e verso il nascituro; qui anzi viene affermato con forza e fatto oggetto di un controllo severo, che non ha riscontro in altri campi. Le eccezioni sono difficili e anch’esse socialmente molto controllate. Per l’uomo, invece, si ammettono ben più vistose eccezioni,
come nel caso della guerra o della pena di morte. La società dunque considera illecito che le donne facciano ciò che per gli uomini è ammesso, talvolta addirittura imposto e, spesso, considerato "eroico": questo mette bene in evidenza il fatto che, in tema di procreazione, tra uomini e donne esiste una situazione di profondo conflitto (che trae origine dalla differenza sessuale); un conflitto che le donne
hanno cominciato a denunciare e ad analizzare, ma che gli uomini stentano a riconoscere e ad ammettere.

La protezione della vita umana e la Ivg


In base alle premesse poste nei punti precedenti, è possibile ora esprimersi sulla complessa problematica che riguarda la Ivg nel nostro paese.
Per interruzione volontaria della gravidanza si intende l’interruzione del processo biologico che porta normalmente alla nascita.
Se questo processo biologico è quello che porta alla nascita di un essere umano, esso può essere più protetto di altri, in misura di un maggiore rispetto che la specie umana riserva a se stessa. Le entità da proteggere sono tuttavia molte e differenziate e vanno dall’espressione vitale dell’embrione o del feto
alla madre e oltre.
Quando con la Ivg viene eliminata la possibilità stessa della nascita, cioè quando viene eliminato l’individuo in una fase precoce del suo sviluppo, si pone davanti a noi un dilemma difficile in cui si apre un conflitto tra vari principi e circostanze, poiché vi può essere un diritto del concepito a vivere,diritto che per altro non può esser fatto valere consapevolmente, mentre sussistono altri diritti e principi di persone pienamente consapevoli. Ciò dimostra che la Ivg, che è sempre l’interruzione di un processo biologico, è anche sempre un fatto inerente a vari processi di interazione che coinvolgono più soggetti.
L’unico modo di arbitrare questo fatto sembra quello di assumerlo come un dato dell’esistenza e nello stesso tempo specificare il problema a livello sociale e culturale e migliorare, anche attraverso la tutela giuridica, le condizioni generali in cui si vengono a trovare le persone coinvolte.
Questa opzione di fondo comporta il seguente giudizio complessivo sul problema posto:
il singolo atto di Ivg resta un atto negativo. La discussione etica nasce dalla consapevolezza della sua realtà e dalla volontà di modificarne positivamente le circostanze.
A proposito delle singole situazioni nelle quali emerge il ricorso alla pratica della Ivg, non si ritiene possibile una risposta unica e onnicomprensiva. Si evidenziano tuttavia ancora alcuni punti irrinunciabili e basilari:
– rifiuto assoluto dell’imposizione coercitiva della gravidanza;
– rifiuto della penalizzazione, in quanto foriera di mali molto peggiori rispetto a quelli che si vorrebbero combattere; la depenalizzazione è una conquista dalla quale non si deve recedere
– si riconosce alla madre l’ultima parola - compresa la possibilità di rifiutare l’eventuale imposizione della Ivg - offrendole nel contempo strutture di sostegno quanto all’informazione, l’aiuto morale, l’assistenza medica; quest’ultima deve realizzarsi nelle condizioni ordinarie nelle quali si svolge l’abituale ricorso alle cure mediche e chirurgiche.
Circoscritto così il problema a livello generale, nei prossimi due paragrafi si discutono alcune opinioni quanto all’aspetto religioso e giuridico della Ivg e successivamente si formulano varie raccomandazioni.

Responsabilità morale e sanzione giuridica


La Ivg va sottratta a qualsiasi equiparazione superficiale con altre situazioni drammatiche e dolorose.
E questo tanto sotto l’aspetto etico o religioso della "colpa", quanto sotto l’aspetto della pena.
La scelta della Ivg è quella di un caso particolare e non quella di un caso generico; pertanto, nel caso particolare, può essere travagliata e sofferta, ma non più di tante altre, nelle quali la vita umana purtroppo si trova coinvolta; ed è coperta dalla comprensione solidale e da disponibilità di solidarietà umani negli affetti.
Venendo alla questione della responsabilità e della colpa, nella Ivg, che implica certo un momento di responsabilità, non si deve configurare alcuna tipica situazione di colpa etico-religiosa. Nessuno,
tanto meno la donna in quanto donna, può essere colpevolizzato/a a causa della Ivg. La dimensione della responsabilità, invece, è una dimensione ineliminabile della condizione umana come tale, che può comportare sensi di colpa, ma essa non è isolabile, soprattutto sotto il profilo religioso, da forme di relazione umana, che la compensano e riequilibrano, situandola in un contesto non colpevolizzante.
Circa il secondo aspetto, quello della sanzione giuridica, sembrerebbe assurdo intervenire contro la Ivg mediante la minaccia penale. Certo questa minaccia ha una sua efficacia – sempre relativa – in altri campi, per esempio contro alcuni tipi di comportamenti asociali. Ad essi non può esser tuttavia paragonata
la Ivg che ha, come fatto di esperienza, dimensioni e caratteristiche tutte proprie.
Del resto e più in generale, nessun tipo di provvedimento, preso singolarmente, sarà in grado, da solo, di ovviare a tutti gli inconvenienti delle realtà verso le quali è indirizzato. Nel caso della Ivg come tale, il ricorso alla forza della legge appare inadeguato e foriero di effetti indesiderati. Sono invece
le circostanze a richiedere una regolamentazione. Sembrerebbe che in tal caso la legge dovrebbe preferibilmente prendere le difese della donna in modo che essa trovi nelle strutture del vivere civile piuttosto aiuto che condanna.

 Ivg e servizio sanitario


Alla luce di quanto esposto precedentemente si può constatare che:
– l’aborto in Italia è in calo costante, in relazione all’elevazione dei livelli di cultura e istruzione ed alla diffusione dei concetti e metodi della contraccezione;
– è prevedibile che un impegno più incisivo a favore della pianificazione familiare, anche attraverso l’attività formativa e informativa, a livello tanto centrale quanto locale, comporterà un più rapido calo del ricorso all’Ivg, con ovvi benefici per i singoli e la collettività;
– appare chiaro, in questo quadro, che spesso il ricorso all’Ivg rappresenta un fallimento delle procedure contraccettive comunemente accettate (vedi sezione 2); tale eventualità non deve tuttavia portare a considerarlo un metodo supplettivo per il controllo delle nascite.
Tenuto conto di tali fatti, è possibile formulare alcune raccomandazioni, le prime riguardanti le prestazioni attese dal servizio sanitario nazionale e dagli ospedali evangelici, l’ultima, infine, a proposito dell’attività formativa e informativa delle scuole:
a) Anche se la legge consente l’attuazione dell’Ivg, è giusto prevedere che gli operatori sanitari possano astenersi dall’attuarla per motivi di coscienza. In Italia vi è oltre il 50% di obiettori fra i ginecologi e gli anestesisti, il che testimonia l’esistenza di una vasta fascia di dissenso che deve giustamente essere tutelato.
b) Le strutture sanitarie devono garantire sempre le cure mediche necessarie e disposte dalla legge.
L’obiezione di coscienza non può diventare una giustificazione per il non rispetto della legge.
c) Non appaiono d’altro canto condivisibili iniziative tese, per tutelare l’embrione, a limitare l’ambito di applicazione della legge, perché ne deriverebbe verosimilmente un accresciuto ricorso all’aborto clandestino, con conseguente aumento della mortalità e morbilità della donna.
d) È indispensabile garantire alle donne che hanno scelto d’interrompere la gravidanza, l’effettiva possibilità che quella volontà, liberamente formata, si realizzi in condizioni analoghe a quelle in cui vengono eseguite tutte le altre pratiche mediche.
e) Sarebbe auspicabile che, invece di consolidare, in testi legislativi, una antica prassi di controllo sul corpo femminile e sulle sue potenzialità, si provvedesse a promuovere le ricerche per la messa a punto di tecniche di contraccezione più efficaci e dirette al controllo della fertilità maschile (= sul corpo dell’uomo);
f) Un discorso più particolareggiato meriterebbe l’educazione scolastica. È tempo di insistere sul dovere, che le scuole hanno, di promuovere la conoscenza sia dei fatti inerenti alla sessualità umana (fisiologia, emotività), sia dei relativi problemi, insieme con i modi di affrontarli, conoscenza rivolta alla consapevolezza circa le responsabilità che ne derivano.

Commenti al Post:
rowena68
rowena68 il 07/08/07 alle 19:55 via WEB
:-D ottimo lavoro,quello di questo Gruppo sui problemi etici posti dalla scienza(da chi è composto?) Mi piacciono tutti gli sforzi tesi alla promozione della VITA ma è fondamentale l'autodeterminazione della donna.Meno controllo sul corpo femminile, + controllo di quello maschile!!! Ma alla fine,che scelta hai fatto? Sarai obiettore??? Un bacione,S.
 
 
vita_e_morte
vita_e_morte il 08/08/07 alle 19:47 via WEB
E' il gruppo etico dei problemi posti dalla scienza, composto da gente di varia estrazione religiosa medico etica e scientifica. Loro danno il La, poi le altre note le crei con i tuoi pensieri.
 
   
rowena68
rowena68 il 08/08/07 alle 21:00 via WEB
...Sì,ok...ma è di Milano,ci sono "firme"autorevoli, patrocinato da...? vabbè...I miei pensieri li ho espressi, anzi sottolineo che AMO LA VITA,e che ultimamente-sarà l'età- sono diventata "conservatrice" :-D Buona vita.S.
 
littlesole
littlesole il 08/08/07 alle 07:56 via WEB
Adesso capisco perchè sei mancato in questi giorni: avevi una scelta incredibilmente importante da prendere. Anche io sono curiosa di sapere il tuo pensiero, dopo aver letto quello che hai inserito nel post. Un abbraccio
 
 
vita_e_morte
vita_e_morte il 08/08/07 alle 19:48 via WEB
..non è che son mancato per una scenta da prendere..ma per questo infernale agosto lavorativo..non ti dico che orari faccio :) tu stai bene?
 
   
littlesole
littlesole il 08/08/07 alle 20:45 via WEB
Niente nuove quindi buone nuove. Peccato che non sia molto convinta di questo detto. Mi manca qualcosa che non avrò facilmente. Forse per questo vale così tanto! Un abbraccio e.... non mi hai risposto
 
ekaterinae
ekaterinae il 08/08/07 alle 09:12 via WEB
Sarai saggio. Senza ombra di dubbio. Sei padre sai cosa è una vita. Vi è sempre una opportunità di accoglienza. Bisogna dare sempre una possibilità a chi non ha voce. Il tempo che ora nega una vita, l'indomani potrebbe reclamarla, con quale voce urlerà quella donna? E' necessario tenere ogni porta aperta all'amore.
 
 
vita_e_morte
vita_e_morte il 08/08/07 alle 19:52 via WEB
So cos'è una vita ed in questi giorni assisto a molti primi respiri ma NON sono padre :D (il pupattolo che porto in spalla nelle foto è mio cugino :) ) L'urlo della donna è soffocato,forse le turberà il sonno lei dorme durante la procedura che dura circa 10 minuti,può cambiare idea fino all'istante prima dell'iniezione dell'anestetico.
 
confetto1
confetto1 il 08/08/07 alle 09:48 via WEB
l'ho stampato, lo leggerò tenendo una mano sulla pancia.ora più di ogni altra volta ti sento amico.e*
 
 
vita_e_morte
vita_e_morte il 08/08/07 alle 19:55 via WEB
:) so che ogni tanto ti tiro qualche "zampata" ma solo su quella crapa dura,sulla panza solo carezze:)
 
   
confetto1
confetto1 il 09/08/07 alle 08:22 via WEB
mi hai fatto piangere di nuovo, cretinello.e*
 
     
vita_e_morte
vita_e_morte il 10/08/07 alle 18:38 via WEB
son proprio cattivo:)
 
oz8
oz8 il 08/08/07 alle 16:38 via WEB
a volte non si ha parole x ciò che le persone riescono a fare... e purtroppo c'è pure di peggio di questo...
 
 
vita_e_morte
vita_e_morte il 08/08/07 alle 19:58 via WEB
a che ti riferisci?dimmi il tuo punto di vista,mi intertessa molto.
 
   
oz8
oz8 il 09/08/07 alle 11:01 via WEB
io credo che sia una cosa orribile e crudele... poi penso a bambini appena nati lasciati morire nei cassonetti, a figli con genitori che li maltrattano, magari drogati e ubriachi.. e allora mi chiede se x questi bambini non sarebbe stato meglio non nascere..
 
luistei
luistei il 08/08/07 alle 22:23 via WEB
S. hai la casella piena di messaggi.
 
 
vita_e_morte
vita_e_morte il 10/08/07 alle 18:38 via WEB
svuotata!
 
la_nu_vo_la
la_nu_vo_la il 08/08/07 alle 23:21 via WEB
...ma alla fine hai preso una decisione? Credo che la tua dovrà essere una scelta personalissima e mai giudicabile, così come quella delle donne che decidono di ricorrerre all'interruzione...tutto nella vita è frutto di momenti, sbagliati o giusti che siano lo dirà il tempo nella vita di ognuno e quel Qualcun altro nella prossima vita...io purtroppo ho perso il bene più prezioso ancora in pancia e non concepisco una cosa del genere ma capisco anche che la disperazione di alcune ragazze, le condizioni critiche di altre e se accanto a loro ci fossero medici coscenziosi (come spero sia tu)sarebbe davvero una benedizione...un saluto davvero grande, non puoi capire come mi sento dopo aver letto il documento che hai riportato.
 
mammuska87
mammuska87 il 09/08/07 alle 14:14 via WEB
credo ke cn un'interruzione volontaria le vite spezzate siano 2:quella del bambino e della propria madre.Ad ogni modo ad ognuno la sua scelta cn le eventuali conseguenze!
 
Loto_k
Loto_k il 09/08/07 alle 14:39 via WEB
non sono riuscita a leggere tutto l'articolo xchè mi salta la connessione, quindi mi toccherà attendere tempi migliori o un pc più decente...ma a parte questo l'unica cosa che al momento mi sento di scrivere è che credo che un'interruzione di gravidanza rimanga una scelta libera e consapevole della donna ed eventualmente del suo compagno..e comunque nn è sicuramente una decisione facile e semplice da prendere..ne tantomeno un "scegliere il male minore"..anzi alle volte è l'opposto.
 
kiid
kiid il 10/08/07 alle 14:49 via WEB
Ciao, da domani sarò in ferie e volevo lasciarti un saluto! Un bacione e a presto!
 
 
vita_e_morte
vita_e_morte il 10/08/07 alle 18:39 via WEB
beata te...qui si lavora sempre :(
 
ekaterinae
ekaterinae il 10/08/07 alle 20:00 via WEB
Volevo ringraziarti in privato, ma la tua casella è piena, meritatamente piena. Domani partirò ancora più rincuorata. Quando percorrerò la ferrata che mi sono prefissa, al punto di arrivo poserò un sasso con il tuo nome, che guardi diritto al cielo, una preghiera per te ed un ringraziamento...auguri per i gemellari!
 
 
vita_e_morte
vita_e_morte il 23/08/07 alle 21:10 via WEB
un augurio sincero..qualunque cosa.. beh mi trovi qui:)
 
lbsognatrice
lbsognatrice il 20/08/07 alle 22:37 via WEB
non leggo tutto il post, poco tempo...sono diventata da poco zia ed è un'emozione stupenda tenere una creaturina fra le braccia, dà ogni attimo un'emozione in più.sono stata all'ospedale per una settimana di fila, ogni giorno a vivere situazioni e vite diverse che non mi appartenevano...tra di esse un aborto spontaneo e un aborto voluto...la disperazione della prima, la determinazione dell'altra...straziante vedere sia l'una che l'altra...ma non giudico...
 
Duchessadgl4
Duchessadgl4 il 22/08/07 alle 14:15 via WEB
Leggendo questo interessante articolo, (sono onosta, non l'ho letto completamente) sono rimasta affascinata dagli scritti di K.Gibran. Posso copiare la Preghiera per metterla sul mio Profilo? Grazie per l'eventuale risposta. Paola
 
 
vita_e_morte
vita_e_morte il 23/08/07 alle 21:08 via WEB
beh...certo...mica ho i diritti..
 
Duchessadgl4
Duchessadgl4 il 23/08/07 alle 21:14 via WEB
Grazie. Ancora molti complimenti per questo Blog e auguri di cuore. Paola
 
maristella1955
maristella1955 il 09/02/08 alle 00:28 via WEB
ti ho appena conosciuto virtualmente..e' notte tornero' a trovarti..mi piace il tuo pensiero ..il tuo modo di esercitare nel tuo mondo professionale...ci sono anche io ..anche se in forma diversa...piu' superficiale, all'esterno..ma molto emotiva all'interno dei problemi...difficile vivere in questa sanita' oggi..dove vorresti cambiare cio' che non va'...ma chi siamo noi..piccole gocce che scendono in mare controvento...buonanotteangy
 
oz8
oz8 il 09/02/08 alle 23:16 via WEB
cimicio... ohhhhhhhh sono qui a scrivere la tesi al sabato sera... buuuuuuuu ora me ne vo a letto..ho la schiena a pezzi..bacio misquitoso..mi mancano un pò le tue battute alla zelig..
 
 
vita_e_morte
vita_e_morte il 10/02/08 alle 02:08 via WEB
io son sveglio...stanotte non si riesce a dormire.
 
   
piccolina82r
piccolina82r il 10/02/08 alle 11:37 via WEB
idem :(
 
   
oz8
oz8 il 10/02/08 alle 11:38 via WEB
povero..
 
beluga261
beluga261 il 06/03/08 alle 17:04 via WEB
riconosco che è adeguatamente neutrale...forse leggermente a favore. vorrei sapere se voi medici, avete l'opportunità di proporre soluzioni...visto ch'è la vs materia? e ancora.."si provvedesse a promuovere le ricerche per la messa a punto di tecniche di contraccezione più efficaci e dirette al controllo della fertilità maschile (= sul corpo dell’uomo)" Non citando alcuna fonte, debbo desumere che sia una tua considerazione...se fosse così...peccato che non sia riportata in un testo ufficiale, altrimenti potrei saperla? bel
 
beluga261
beluga261 il 09/03/08 alle 19:59 via WEB
vitaemorte, quando ti chiedevo se avete la possibilità di..era per chiarirmi..se per efettuare l'ivg, dovete seguire una prassi prestabilita, o se avete l'opportunità di consigliare un metodo, o se ciò è vincolatamente dipeso dalla settimana di gestazione... Per quanto riguarda il e)...sai per caso se vi sono degli studi di ricerche ed a che punto siano...eventualmente...beluga
 
lauraditerlizzi
lauraditerlizzi il 02/03/09 alle 17:53 via WEB
sto scrivendo la mia tesi sulla vita prenatale e cio' che ho letto mi e' stato molto utile e soprattutto per niente scontato.spero di riuscire a fare il mio futuro lavoro da infermiera con la sua stessa motivazione e passione.grazie
 
ballasempreballerina
ballasempreballerina il 11/08/10 alle 20:40 via WEB
Ho appena stampato il tuo messaggio, mi ci vorrà un po' per leggerlo. Sono scelte talmente difficili che tutti i pareri dovrebbero esser ascoltati ed elaborati. Capita alle volte però che quando ci si mette troppa testa nelle cose non corrisponda a ciò che veramente si vuole, so che sembra egoismo puro, ma la paura è anche quella di creare una vita, in una famiglia creata per caso, con una madre creata per ingenuità...e che non lo desidera...mah..
 
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PREGHIERA

"Dammi il supremo coraggio dell'amore, 
questa è la mia preghiera,
coraggio di parlare,
di agire, di soffrire,
di lasciare tutte le cose, o di essere lasciato solo.
Temperami con incarichi rischiosi, onorami con il dolore,
e aiutami ad alzarmi ogni volta che cadrò.
Dammi la suprema certezza nell'amore, e dell'amore,
questa è la mia preghiera,
la certezza che appartiene alla vita
nella morte, alla vittoria nella sconfitta,
alla potenza nascosta nella più fragile bellezza,
a quella dignità nel dolore, che accetta l'offesa, ma disdegna di ripagarla
 con l'offesa. 
Dammi la forza di Amare sempre e ad ogni costo."

K.Gibran

 

CROCEFISSIONE.

Quando l'amore vi chiama, seguitelo. Anche se le sue vie sono dure e scoscese. E quando le sue ali vi avvolgeranno, affidatevi a lui. Anche se la sua lama, nascosta tra le piume vi può ferire. E quando vi parla, abbiate fede in lui. Anche se la sua voce può distruggere i vostri sogni come il vento del nord devasta il giardino. Poiché l'amore come vi incorona così vi crocefigge.

E come vi fa fiorire così vi reciderà.


K.Gibran

 

LE ALI SPEZZATE

Esiste qualcosa di più grande e più puro
rispetto a ciò che la bocca pronuncia.
Il silenzio illumina l'anima,
sussurra ai cuori e li unisce.
Il silenzio ci porta lontano da noi stessi,
ci fa veleggiare
nel firmamento dello spirito,
ci avvicina la cielo;
ci fa sentire che il corpo
è nulla più che una prigione,
e questo mondo è un luogo d'esilio.

K. Gibran

 

IL PROFETA

C'è fra voi chi cerca
la compagnia delle persone loquaci
per timore della solitudine.
Il silenzio della solitudine
svela infatti ai loro occhi
la loro nuda essenza,
cosa dalla quale rifuggono.
E vi sono quelli che parlano,
e senza consapevolezza né preveggenza
rivelano una verità
che sono i primi a non capire.
E vi sono coloro che hanno
la verità dentro di sé,
ma non la esprimono a parole.

Kahlil Gibran

 
 

CROCEFISSIONE.

Quando l'amore vi chiama, seguitelo. Anche se le sue vie sono dure e scoscese. E quando le sue ali vi avvolgeranno, affidatevi a lui. Anche se la sua lama, nascosta tra le piume vi può ferire. E quando vi parla, abbiate fede in lui. Anche se la sua voce può distruggere i vostri sogni come il vento del nord devasta il giardino. Poiché l'amore come vi incorona così vi crocefigge.

E come vi fa fiorire così vi reciderà.


K.Gibran

 
 

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