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"A novembre potevamo sfasciarci, ora siamo campioni d'Europa. Il calcio è questo. Questo successo è stato costruito sul momento di difficoltà che abbiamo vissuto all’inizio della stagione. Me lo godo più di quanto non abbia fatto nel 2003, perché ad agosto avevamo iniziato con tante incertezze e le certezze le abbiamo trovate giorno dopo giorno. La mia è una gioia da condividere con tutte le persone che mi vogliono bene, con i tifosi e la famiglia. Perché alla fine si lavora e si cerca di vincere proprio per vedere la felicità di chi ti sostiene". Carlo Ancelotti, allenatore del Milan

"Il Milan ha probabilmente meritato di vincere, hanno alcuni giocatori fantastici. Ora abbiamo bisogno di andare avanti e rafforzare la nostra squadra, ma questo club può fare ancora un'altra di queste finali, ne sono sicuro". Gerrard, giocatore del Liverpool

 

COPPA ITALIA 2007

"Non avevo ancora vinto niente. Sono diversi anni che faccio l'allenatore ora una 'coppettina' la potrò mettere in bacheca anch'io: avevo detto a Mancini che se non avessi vinto mi sarei fatto prestare una delle sue. Il merito è dei ragazzi. La squadra ha passo avanti notevoli in questa stagione, ma anche nella scorsa. Dedico questa vittoria anche al presidente Franco Sensi» Luciano Spalletti, allenatore della Roma

"La Roma è stata bravissima all'andata, noi oggi siamo stati straordinari, abbiamo fatto la gara che volevamo, ma siamo stati sfortunati a non andare in gol nel primo tempo. Per me c'era il rigore su Stankovic. Nel secondo tempo siamo stati eccezionali, poi l'espulsione ci ha tolto un giocatore importante (Cordoba)". Roberto Mancini, allenatore Inter

 

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I BOMBER DEL CAMPIONATO

Post n°82 pubblicato il 01 Novembre 2007 da freccia_argentea

C'erano una volta un'interista, un romanista e uno juventino...

Iniziamo proprio dallo juventino.

Nome: David    Cognome: Trezeguet o meglio Trezegol    Professione: Bomber

E sì, non c'è termine migliore per indicare la professione del francese, un attaccante a tutti gli effetti e a dirlo non è una carta d'identità ma i 150 gol segnati con la maglia bianconera in 7 anni. Dall'esordio datato 16 settembre 2000 sono passate altre 248 partite. E se i segnali della natura non sono casuali, basti ricordare che durante quel Brescia-Juve di Coppa Italia la partita fu sospesa per un quarto d'ora per colpa di una tromba d'aria. Un assaggio dell'uragano del gol che comincerà a presentare i danni (per gli altri) al Milan, il 21 ottobre, un mese dopo. A pensare che solo pochi mesi fa era in partenza da Torino: il gesto clamoroso del "me ne vado dopo 15 gol in B" inscenato in piena baruffa contrattuale a 63 minuti dalla fine del campionato di serie B, e dal ritorno in A e invece ieri sera è stato proprio lui a decretare l’inizio dei festeggiamenti dei 110 anni della Juventus con una tripletta, la sesta con i colori bianconeri, all'Empoli contro la quale Trezegol ha segnato ben 11 volte. Una laurea in storia del calcio con la lode.

E ora è la volta del rominista:

Nome: Mirko Cognome: Vucinic Professione: sostituire Totti...

Forse una volta era così, il giocatore ex-Lecce entrava in campo a partita già iniziata proprio per sostituir il Pupone, anche l'ultima volta è successa la stessa cosa, con la differenza che da allora e cioè dalla partita all'Olimpico in Champions League nella quale il capitano romanista si è infortunato ad una caviglia, il montenegrino non è più uscito dal campo. Prima il gol allo Sporting Lisbona, la partita della sostituzione, poi ha risolto la partita contro il Milan: risultato 1-0 per la Roma, suo il gol decisivo, e  come se non bastasse anche nella vittoria della capitale nel derby, finita 3-2 per la Roma, c'è la sua importante firma di goleador. Tre gol pesantissimi che hanno rilanciato la squadra sia in campo internazionale che in campionato. Da oggetto misterioso a uomo del momento in casa Roma. Mirko Vucinic, 24enne attaccante montegrenino, dopo una stagione vissuta ai margini ha finalmente convinto tutti. A cominciare da Spalletti che gli ha concesso sempre più spazio in campo. Gli ultimi 10 giorni hanno forse contribuito in maniera definitiva alla definitiva consacrazione di Vucinic nella capitale.

E dulcis in fundo, anche se per questo giocatore non si prospetta niente di dolce per il momento, Adriano, un altro oggetto misterioso, di proprietà dell'attuale capolista del campionato 2007/08.

"Quello che Adriano fa fuori dal campo non mi interessa. Faccia come crede, siamo in democrazia. Se resta allo stadio o va a casa non mi interessa". Gelo totale. Roberto Mancini liquida con queste parole l'ennesima "adrianata". L'Imperatore ha lasciato San Siro prima di Inter-Genoa, furioso per essere stato destinato alla tribuna. Un segnale, un altro ancora, del difficile rapporto fra il brasiliano e l'allenatore marchigiano (la mancata stretta di mano dopo la sostituzione, a Reggio Calabria, è cronaca di soli dieci giorni fa). L'allenatore interista si appella al fatto che ha 5 attaccanti in rosa, tutti bravissimi, e che quindi ogni domenica è costretto a lasciare qualcuno in panchina ma soprattutto in tribuna. Non ha tutti i torti in questo, poi si potrebbe stare qui a discutere sulle scelte tattiche ma in questo momento non è di questo che si vuole parlare e tantomeno ci sarebbe da dire qualcosa cisto la scalata che ha messo in atto la squadra di patron Moratti. Non vogliamo aggiungere più nulla in merito, non ci va di giudicare, non è mai bello vedere un talento in preda a periodi di crisi o che comunque prima che lottare nella sua squadra per farsi spazio, forse sta pensando a ritrovarsi come uomo più che come calciatore. Forza Imperatore.  

 
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