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Spareggi per la serie A2005 Perugia - Toro 1 - 2 2006 Mantova 4 Toro 2 Toro 3 Mantova 1 La Storia del Torino
FORZA TOROSolo tu Indice articoli.Il mio blog. Povera italia.... 1 Ci girano intorno Vogliono le prove. Lettera ad un ultrà. E' serie B. 4 Maggio 1949 |
Post n°340 pubblicato il 29 Agosto 2010 da miraggiogranata
Tag: Cairo, calcio, calciomercato, Campionato serie B 2010/11, Cittadella-Torino, Franco Lerda, squadre calcio, Torino F.C E’ questa la parola della settimana granata.
Post n°341 pubblicato il 31 Agosto 2010 da miraggiogranata
Tag: Bomba carta, Cairo, cecità isterica, cronaca, granata, squadre calcio, tessera del tifoso, tifosi, Torino F.C, violenza Il fattaccio è avvenuto ieri sera, attorno alle 23.30, sotto la sede del club, in pieno centro città. TORINO, 31 agosto - Una bomba carta è stata lanciata ieri sera, attorno alle 23.30, contro la sede del Torino Football Club, in via Arcivescovado, pieno centro città. Sui muri della sede una scritta in vernice rossa: "Game Over". È probabile, dunque, secondo gli investigatori, che si sia trattato del gesto di un gruppo di tifosi delusi dalle prestazioni della squadra. Il piccolo ordigno rudimentale, comunque, non ha provocato danni. Il Corriere dello Sport.it Ho parlato di odio nell’ultimo articolo e forse qualcuno di voi avrà pensato ad un’iperbole enfatica, forse ad una retorica oltre misura atta a colorare i fatti a tinte forti.
Post n°342 pubblicato il 03 Settembre 2010 da miraggiogranata
Oggi è stata consegnata la lista dei giocatori che potranno essere schierati da Lerda in questo campionato.
Post n°343 pubblicato il 07 Settembre 2010 da miraggiogranata
Dopo Toro-Crotone siamo a – 5 punti, era la giornata buona per dimezzare lo svantaggio sulla classifica, a parità di giornate, dell’anno scorso invece ci si deve accontentare di uno solo che, tra l’altro, è stato persino di difficile acquisizione.
Post n°344 pubblicato il 19 Settembre 2010 da miraggiogranata
Tag: Cairo, calcio, Campionato serie B 2010/11, granata, squadre calcio, tifosi, Torino F.C, Torino-Novara Come di consueto non faccio la cronaca delle partite, mi limito a segnalare qualche aspetto delle stesse ed il mio punto di vista che molto spesso non è in sintonia con i commenti altrui.
Post n°345 pubblicato il 03 Ottobre 2010 da miraggiogranata
Tag: allenatori, Bomba carta, calcio, Campionato serie B2009/10, contestazione a Cairo, granata, squadre calcio, tifosi, violenza La protesta anti-Cairo degli ultrà granata alza i toni. Non saranno gli stessi che tra due domeniche si presenteranno a Bergamo (trasferta consentita ai titolari della tessera del tifoso e biglietti disponibili solo ai residenti), sta di fatto che dopo le bombe carta e la scritta «game over», ieri notte davanti alla sede del Torino Fc è stata lasciata una testa di maiale, con la scritta «Vattene porco» tracciata sul marciapiede. Un gesto inquietante che rappresenta il terzo episodio di contestazione becera, in un mese, ai danni del presidente. La Stampa 1/10/2010
Il Toro da sempre deve affrontare un avversario in più in ogni partita, non è mai un duello alla pari, due squadre contro e basta, e vince chi butta dentro un pallone in più.
Post n°346 pubblicato il 10 Marzo 2011 da miraggiogranata
Tag: Cairo, calcio, Campionato serie B 2010/11, Franco Lerda, granata, nuovo allenatore, Papadopulo, Rolando Bianchi, squadre calcio, Torino F.C I numeri hanno sempre più peso nella nostra società, noi stessi siamo numeri e non più persone, e se vite semplici come le nostre sono a loro legate, figuriamoci quelle più complesse di coloro che fan parte di mondi più complessi. 11 8 11 34 36 41 non è una giocata del superenalotto, è la logica conseguenza dell’esonero di Franco Lerda. Il penultimo ormai, allenatore del Toro, arrivato quest’estate, per portare la squadra nella categoria di competenza, tramite un gioco divertente, offensivo, vincente. 11 vittorie ed altrettante sconfitte, 8 pareggi, 34 reti segnate e 36 subite, per un totale di 41 punti, sono invece il bilancio disastroso di 30 gare disastrose. Lerda è l’allenatore che avrei voluto al Toro, a vita, una persona semplice, onesta e pulita, tifoso granata da sempre, ma che alla luce dei risultati, è stato obbligatorio sostituire. Si parla ora dell’ennesimo fallimento di Cairo, e comprendo che, quando le cose non vanno sia logico incolpare chi è ai vertici, ma penso altresì che la parola “fallimento” debba ricordare molte cose a chi critica con odio preconcetto. Chi di noi non avrebbe scommesso su questo allenatore che, nella scorsa stagione, ci ha inflitte 2 sconfitte su 2, chi, visto all’opera Colantuono, avrebbe pensato ad una sorte peggiore? Lerda ha fatto male, come tutti i suoi predecessori hanno fatto male, perché, a mio parere, non hanno capito che essere il Torino, oggi, non conta nulla, che non si scende in campo già sull’uno a zero a favore, solo perché si indossa una maglia storica. Ragionare, pensare, immaginare, in questi termini, porta un allenatore, a mettere in campo la squadra in maniera supponente, a giocare come in altre piazze mai, neppure si sarebbe sognato. Difensori senza la giusta grinta, terzini che fanno le ali, che non marcano e non sanno marcare, attaccanti che non tornano a difendere, e un centrocampo formato da un troppo esiguo numero di uomini. Il Toro non è il Brasile dei tempi eroici e, neppure i tifosi devono sognarlo così, è il disastro totale se questo, è il progetto di chi siede in panchina. Lerda, doveva pensare in maniera opposta, costruire, o meglio, non distruggere l’intelaiatura già esistente, aggiungere qualche tassello operaio ad una squadra operaia. Il calcio è la cosa più semplice ma, le cose semplici non vanno di moda, per cui non sono attuabili, anche se alla fine dei conti pagano sempre. In serie B, si lotta, si corre, si fa uso della grinta, a maggior ragione dovrebbe farlo chi, come il Toro, fa di essa, la prerogativa imprescindibile. Lerda ci ha stupito con la zona franca, per gli avversari, non con la zona semplice, naturalmente, faceva marcare a zona persino sui calci di punizione, e, infatti, ogni calcio piazzato avversario, significava una rete subita. L’allenatore cuneese, non è riuscito a dare un gioco alla squadra, non si è mai visto un movimento armonico della stessa, mai, si è visto uno schema ed un disegno tattico. E’ mia convinzione, che Lerda, avesse in mente di giocare in una certa maniera ma che sia stato “costretto" a giocare in un’altra, del tutto incompatibile col suo credo calcistico. Un allenatore che non può fare autonomamente la formazione, perché il giocatore escluso si ribella, o perché la piazza non è d’accordo con la sua scelta, è un allenatore con le ore contate. Cerchiamo di esser onesti e togliamoci la benda nera sugli occhi, diciamolo una volta per tutte, senza la paura di cantare fuori dal coro, Bianchi, sarà pure una bravissima persona, un ragazzo perbene, e tutto ciò che volete ma, è un calciatore mediocre. E’ l’uomo in più se servito con palloni che gli arrivano telecomandati sulla testa, ma un uomo in meno in tutte le altre fasi di gioco. Diventa un peso per la squadra, e lo è stato in molte partite, quest’anno, Lerda lo sapeva, ma non poteva, né estrometterlo, né fare un tipo di gioco a lui congeniale. Che l’allenatore non avesse potuto farlo, o che non sapesse farlo, non mi è dato capirlo, ciò che è incontrovertibile è la realtà dei numeri che dicono di uno dei peggiori attacchi della serie cadetta. Se non ci fossero pressioni esterne insostenibili, un’aria pregna di disfattismo, una stampa sempre pronta a criticare ed una parte di tifoseria becera ed incompetente in materia, non si spiegherebbero gli insuccessi di ogni allenatore si sia seduto sulla panchina granata. Ora questa panchina, è per una dozzina di partita di Papadopulo, del quale nulla voglio dire, perché ormai ho persa pure la speranza, mi limito ad osservare, e quel che verrà, verrà.
Post n°347 pubblicato il 01 Maggio 2011 da miraggiogranata
Tag: granata, Granata Golfo del Tigullio, Grande Torino, Paolo Pulici, Renato Gandolfi, squadre calcio, storia granata E’ mancato ieri all’età di 83 anni Renato Gandolfi, portiere granata scampato alla tragedia di Superga che il 4 maggio 1949 cancellò il Grande Torino. Era un sopravvissuto, Renato Gandolfi, unico tra i giocatori granata, appunto assieme a Sauro Tomà, oggi 85enne, scampato alla tragedia di Superga per via di un infortunio. Renato, che nella foto è ritratto assieme a Paolino Pulici, durante una manifestazione del nostro Club, ora è con i suoi compagni.
Post n°348 pubblicato il 04 Maggio 2011 da miraggiogranata
4 Maggio 1949.
Post n°349 pubblicato il 30 Maggio 2011 da miraggiogranata
Si è concluso il campionato di serie B e di serie B sarà anche quello del prossimo anno, per il Toro. Si è concluso malamente, e non poteva essere altrimenti, visto che malamente è iniziato e malamente è proseguito. Malamente ma giustamente, mai come quest’anno la squadra ha meritato l’ottavo posto finale. Sarebbe stato profondamente iniquo se il Toro fosse stato promosso in serie A, e lo sarà pure se a salire fosse la Reggina, a danno di squadre quali il Varese ed il Novara che lo avrebbero strameritato entrambe. Non amo per questo gli spareggi, penso che siamo un controsenso, un gioco nel gioco, inventato per far continuare il circo ancora per due settimane. Le classifiche, tutte le classifiche, servono per determinare un merito, alla fine chi merita deve esser premiato, non messo in discussione a tempo scaduto. Ero uno dei ventimila e passa, che ha assistito allo scempio finale, dopo i tanti scempi visti nelle gare precedenti, ho voluto vedere, e forse credere, che almeno per una volta, la volta per eccellenza, quella del dentro o fuori, un manipolo di calciatori, si potesse trasformare in una squadra di calcio. Speranza vana, desiderio inappagato, sogno infranto, anche stavolta, ancora una volta, lo squallore di sempre. Cairo ha dichiarato che quella di quest’anno, era la formazione più forte da quando è presidente, a mio parere aveva ragione, sulla carta era la più forte ma, non si deve esser forti solo sulla carta perché è carta anche quella igienica, e di usarla in tal maniera, avremmo fatto volentieri a meno. Bianchi, Antenucci, Sgrigna, Iunco, Gabionetta, Pagano, assieme, hanno partorito 49 reti, una in più di quelle subite! Le vittorie sono state 15, una sola in più delle sconfitte, per un totale di 58 punti, ben 21 punti in meno della prima classificata. Sarebbe stato giusto esser promossi con questi numeri negativi sul groppone? Sarebbe stato etico? Sarebbe stato meritato? No di certo, sarebbe stato un miracolo, quello si, ma mai miracolo sarebbe stato meno degno di fattibilità. A questo punto le domande che tutti ci poniamo, son sempre le stesse: “Perché è finita così, cosa è successo, di chi è la colpa di tutto ciò”? Di Cairo che non ha dati i fondi a Petrachi per mettere a disposizione dell’allenatore una rosa completa fin dai primi giorni del raduno estivo? Dello stesso Petrachi, che non ha scelto i giocatori con le caratteristiche umane, professionali, tecniche, adatte a competere con le squadre più attrezzate? Dell’allenatore Lerda, che non ha saputo far rendere la squadra per quanto valesse? Dell’ambiente e delle tensioni alle quali, da sempre è sottoposto il Toro, costretto a vincere, per blasone, per bacino d’utenza o per destino? Possiamo trovare cause e spiegazioni a dismisura, possiamo formulare le ipotesi più disparate ma, non ne verremo mai a capo, per cui tale esercizio diventa inutile, solo una grande perdita di tempo. Ora il tempo è prezioso, non si può perderne altro, si deve azzerare il passato ma, definitivamente stavolta, ricominciare dalle fondamenta, basta costruire su basi insicure e a rischio crollo ad ogni caduta di foglia.
Post n°350 pubblicato il 05 Agosto 2011 da miraggiogranata
E’ ripreso, o meglio, non è mai finito, l’attacco disfattistico del giornale degli Agnelli. Non paghi di cantare le mitiche gesta della squadra di famiglia, devono per forza, o per destino, creare turbolenza in quella dei dirimpettai. Forse per quel senso di inferiorità morale, che da sempre li rende subalterni al Toro, forse perché la piccola entità granata è sempre viva, nonostante abbiamo operato assiduamente per farla morire, sta di fatto che, puntualmente, con cadenza giornaliera, da quelle pagine, si alzano critiche e calunnie verso la società di Cairo. E’ una costante ormai, se le cose al Toro vanno male, fingendo di prendere le parti del tifoso granata, fanno polemiche, inaspriscono la contestazione, sobillano, alimentano le fiamme, affinchè, anche un piccolo fuoco, diventi un incendio che lasci solo cenere dopo di se. Se niente niente, le cose sembrano prendere una piega più rosea, se la speranza fa una piccola breccia nel cuore del tifoso del Toro, non perdono un solo attimo per raderla al suolo, per tramutarla nel pessimismo più cupo. E’ un gioco che ho denunciato più volte, una manovra neppure nascosta, ma che riesce sempre ad aver successo a causa dell’ingenuità della tifoseria granata. In questi giorni è uscita, sulle pagine de La Stampa, una nuova ipotetica trattativa, o meglio, una non trattativa, per acquisire il Torino Calcio. Dopo i russi, dopo i Mister X, dopo Ciuccariello, dopo i Tesoro, dopo gli arabi, dopo le lattine della Red Bull, hanno detto degli alieni? Non potevano mancare gli americani!. Si tratterebbe del sig. Soave, titolare di una società con sede a Detroit, della cui vita e delle sue attività economico/finanziarie potete avere informazioni su internet. Ciò che preme a me non è trattare di questa persona ma, mettere a fuoco l’atteggiamento strisciante di un giornale, la cui attività principale è infangare e ridicolizzare il Toro e la sua tifoseria. Non posso incollare qui gli articoli completi del giornale, sia di ieri che di oggi, voglio riportare qualche passaggio, per mostrare come nella parole di coloro che li hanno scritti emerga la malafede e la scorretta informazione. In queste frasi, tese a magnificare il cambio societario si legge: E’ credibile un’affermazione d questo genere? Ma senti questa! E che cos’è, chi è la piazza granata? Nomi, cognomi, dati di fatto, parole certe, prove tangibili, ecco cosa dovrebbero mostrare a corredo di un tale articolo, non frasi a vanvera solo giustificate dallo scopo di cui parlo all’inizio. Non paghi di questa ennesima prova di piccolo giornalismo, fornita ieri, non si sono risparmiati neppure oggi, convinti di dare un’altra spallata a Cairo e a tutto il Toro. Sentite questa: “Detroit, dove ha sede la Soave Enterprises che fattura 1,5 miliardi di dollari, qualche ammissione viene fatta sulla trattativa. «La possibilità di entrare nel calcio italiano attraverso il Torino - commentano dalla Truscott Rossman, agenzia che cura le pubbliche relazioni della holding statunitense - è qualcosa che ci hanno proposto, ma poi non c'è stato l'interesse ad andare avanti». Sui motivi del dietrofront cala il più rigido dei «no comment»,” Convinti di dimostrare la volontà di non cedere il Torino Calcio, dicono di un commento, di una società che tratta le pubbliche relazioni, di una proposta non meglio precisata alla quale non vi è stato riscontro. E allora? Che ci sia una possibilità di entrare nel mondo del calcio, anche attraverso il Torino, è cosa ovvia ma, tale ovvietà, cosa dimostra? La cosa che più amareggia in tutto questo, consiste nell’assistere come a certa stampa venga ancora accordata credibilità, il tifoso granata non dovrebbe più cadere in simili tranelli, dovrebbe esser vaccinato e riderne, o ancor di più, essere gratificato dal fatto di dare fastidio, di far parte della riserva indiana che mette in crisi la potenza di uno stato. Leggeremo altre odiose bugie anche domani e, dopodomani ancora sberleffi e prese per il culo, e non la smetteranno, perché questo è il loro modo di agire, l’arroganza di chi ha tutto ma è consapevole che guardandosi dentro non troverà niente.
Post n°351 pubblicato il 22 Agosto 2011 da miraggiogranata
Tag: allenatori, Cairo, calcio, coppa Italia, formazione torino, granata, squadre calcio, tifosi, Torino F.C, Ventura Ho attesa la partita di Coppa Italia, voi chiamatela come volete, io mantengo la definizione originale, per parlare di questo nuovo Toro targato Ventura. Che Toro è quello che si appresta all’ennesima scalata alla serie A? Prima di esprimermi sulla squadra e sul suo potenziale, vorrei soffermarmi su di un aspetto che a molti è sfuggito: l’aspetto psicologico. C’è un’aria nuova intorno al Toro, si vede, si respira, si capta con le doti animalesche della nostra mente, è istinto, forse, forse speranza travestiva da presentimento, forse lucida follia, non lo so, ma io l’annuso come si annusa l’aria inconfondibile di primavera. Non ho dubbio alcuno che tutto ciò sia da attribuire al nuovo tecnico, il quattordicesimo, tra andate e ritorni, se non ho persi i conti, dell’era Cairo. Per carità, non dico che il mio corregionale sia il miglior tecnico al mondo, non credo affatto che le sue squadre giochino il calcio più bello, non considero neppure l’ipotesi del calcio-libidine ma, è fuori da ogni dubbio che il buon Giampiero, sia riuscito a riportare serenità e fiducia in tutto l’ambiente. Un ambiente ancor più prostrato dopo l’ulteriore delusione patita, un ambiente al collasso, in preda ad una crisi depressiva che si andava a sommare a quelle patite negli anni precedenti. Ventura è intelligente e ha compreso che doveva dare una sferzata di energia, di identità, di vita a chi, dentro e fuori il campo, era attaccato solo alla flebo della fede. C’era tutto da ricostruire: solo qualche mese fa abbiamo assistito allo sfacelo contro il Padova, tutto distrutto alla fine di quei 90’ disastrosi, di un campionato disastroso. Ora le macerie sono state rimosse, il cantiere è tornato operoso, la costruzione, che poggia su fondamenta solide, prende forma, un piano è già terminato, la fase più difficile è stata ultimata. Al di la della metafora, la squadra ora ha un gioco, bello o brutto, che piaccia oppure no, ha poca importanza, un’idea di come stare in campo però c’è e si vede. Dopo anni di un calcio basato sul colpo di fortuna, sulla giornata storta degli avversari per racimolare un punticino, su quello che sapevamo bene il nostro destino mai ci avrebbe potuto concedere, ora, al contrario, si vede un progetto. Se non vogliamo tener conto di questo e vogliamo solo parlare di una partita persa malamente, possiamo anche farlo, anzi, voi potrete farlo ma io non vi seguirò su questo terreno. Lascio questi argomenti a chi sa poco di aspetti psicologi, a tutti coloro credono che basti far spendere dei gran soldi al presidente di turno per ottenere dei risultati, a chi è così ottuso da pensare che, ogni giocatore acquistato sia un bidone mentre quelli acquistati dalle rivali siano campionissimi. No, non si costruisce nulla solo criticando, solo con l’ironia di pessimo gusto e con il narcisismo presenzialista di sgrammaticati autori di articoletti sui forum. Penso si debba essere onesti, giudicare serenamente senza essere accecati dall’odio verso Cairo, lasciandolo stare per una volta, senza metterlo sempre nel mirino perché fa figo e alternativo. Vogliono essere alternativi e lo sono davvero costoro, alternativi all’intelligenza, alternativi all’educazione e alla democrazia, alternativi a tutto ciò che il Toro è sempre stato e di cui loro nulla sanno. Per fortuna questa frangia di disperati conta solo qualche migliaia di individui, sono sempre di meno come numero e sempre più isolati dall’universo civile, finalmente non più coperti dall’ipocrisia di chi mentiva sapendo di mentire. Il Toro, come l’araba fenice sta rinascendo ancora una volta, non sò se sia quella buona o no ma non ha senso abbatterlo senza neppure vedere se riuscirà a volare. Ieri è venuta la prima sconfitta, non mi fa piacere ma era preventivabile, in fondo, tanto per guardare in casa d’altri, neppure le più osannate e “già promosse in serie A”, hanno superato questo turno. Era preventivabile perché la squadra sta piano piano assimilando gli schemi, sta studiando per diventare una compagine coesa ed organizzata, e si sa, quando la cifra tecnica non è quella di Junior o Claudio Sala, l’organizzazione tattica diventa fondamentale. Crescerà giornata dopo giornata, i meccanismi e i movimenti sul campo verranno maggiormente affinati, l’intesa sarà perfezionata, non si può che migliorare con lo studio e il Toro sta studiando per superare anche questo esame, e, come dice Ventura: “Se vogliamo, possiamo”.
Post n°352 pubblicato il 08 Settembre 2011 da miraggiogranata
Tag: aiuti di Stato, comune di Torino, Grande Torino, La Stampa, nuovo stadio juventus, stadio Filadelfia, storia granata, Torino F.C Bastano queste due foto per dire tutto. Le immagini parlano più chiaramente di ogni parola, però le devo commentare per tutti coloro che sono capitati per caso su questo mio blog. Si vedono due stadi uno, più che altro, è il ricordo di uno stadio, dei miseri ruderi, che trasudano di storia e leggenda, l’altro è uno stadio/astronave ultra moderno. Sarebbe logico pensare che si tratti della stessa zona, lo stesso contesto ambientale, la stessa struttura sportiva, prima distrutta e poi risanata; da macerie a ricostruzione, da abbandono a dignità. Un po’ un “prima e dopo la cura”, per intenderci, quindi tutto perfettamente logico, comprensibile e consequenziale, se ci trovassimo in una nazione normale, in una città normale con degli amministratori normali. Invece si tratta di Italia che, una nazione normale le è poco, di Torino che una città che, magari qualcosa di normale lo avrà pure fatto, tranne questa e con gli amministratori dell’epoca che quelli si, hanno fatte cose normali, viste le pressioni che “normalmente” hanno sempre avute. Sono invece immagini di due stadi diversi; il primo è lo stadio Filadelfia, lo stadio del Grande Torino, il secondo l’ex Delle Alpi, stadio cittadino, costruito con i soldi dei cittadini, per i mondiali del 90’ e successivamente “regalato” alla squadra della potente famiglia Agnelli. Il primo è stato abbattuto in maniera scandalosa col permesso della sovrintendenza delle belle arti, la stessa che, in un secondo tempo, ha posti vincoli di ogni genere contro la sua ricostruzione. Il secondo è stato venduto, senza neppure indire un’asta e senza chiedere l’approvazione di niente e di nessuno, alla Juventus per la somma di € 4.68 al metro quadrato, avete letto bene; quattro virgola sessantotto! Le storie due storie parallele le potete trovare a questi indirizzi: http://blog.libero.it/Toropersempre/1628746.html Le immagini parlano da sole e le pagine di cui sopra qualcosa dimostrano, io posso aggiungere che non è invidia la mia e non mi rode la gelosia, sono soltanto schifato e indignato, quello si. E’ l’ingiustizia che non sopporto, son le furberie ai danni dei meno tutelati, sono le solite prese per il lato b che le caste ci omaggiano un giorno si e l’altro pure che mi indignano. Oggi non è un giorno di festa per coloro che non amano il doppiopesismo e il doppiogiochismo; vedere premiata la parte disonesta e maneggiona e penalizzata quella debole e vilipesa è un insulto ai valori e al vivere civile. Non è un giorno di festa, anche se vogliono che festa sia, a tutti i costi, tra battimani e cori di un’anime approvazione. Ma, questo è e questo sarà, finchè le persone si accomoderanno sul pensiero altrui, dando ascolto a chi, per un proprio tornaconto, farà loro credere che il più ricco ha sempre ragione. Oggi, come sempre, ci saranno i ruderi da una parte e l’astronave dall’altra, non so voi, ma, io ho già scelto da che parte stare.
Post n°353 pubblicato il 21 Settembre 2011 da miraggiogranata
Tag: allenatori, calcio, Campionato serie B 2011, capitano del Toro, formazione torino, Franco Lerda, Giampiero Ventura, Rolando Bianchi, squadre calcio, Torino F.C E’ un buon Toro quello visto finora, una squadra che è stata solo speranza, ricordo nostalgico per anni, lustri passati tra A e B tra cambi di allenatori e deludenti risultati. Oggi, Ventura l’ha materializzata, come d’incanto sul prato verde si vede la grinta di un tempo, si riconosce il carattere del Toro, si vedono maglie granata lottare e correre fino all’ultimo secondo, si vede che la resa non può e non deve essere accettata. Che poi, si vinca o si perda non è importante, è importante come si vince ma soprattutto come si perde. E il Toro può perdere, certo che può perdere ma, essere sconfitto combattendo e avendo dato tutto perché ciò non avvenga è già una vittoria. Dopo questa doverosa premessa e, ora che le cose vanno bene, vorrei dire qualcosa prima che accada perché, sempre, diventa inutile ed è troppo facile parlare a cose fatte. Ho detto che è un ottimo Toro ma aggiungo che potrebbe essere ancora migliore, e lo sarebbe se Ventura avesse il coraggio e la saggezza di qualche modifica. Senza girarci intorno, mi riferisco a Bianchi e in seconda battuta pure a Parisi, ma per lui è un discorso diverso. Il centravanti che, voglio ribadirlo, stimo come persona, bravo ragazzo, il figlio ideale per ogni madre, una persona che a pelle, avverto pulita ed onesta, non è però l’uomo giusto per l’attacco del Toro attuale. Come non lo era nemmeno per quello di Lerda perché, questa è la mia personale convinzione, io penso che il suo fallimento sia proprio dovuto alla presenza di Bianchi. Lerda e Ventura, per il loro modo di interpretare il calcio, hanno bisogno di calciatori almeno decenti nei fondamentali, che riescano a ricevere un passaggio e farne uno a loro volta, in maniera dignitosa. Bianchi non lo sa fare, è perfettamente inutile essere ipocriti, è perfettamente inutile che gli occhi mandino un’immagine al cuore e lui la trasferisca al cervello tradotta in parole d’amore. Tra l’altro, questa è una tesi che mi suona strana, e quando qualcosa di “strano” circonda il Toro, significa che tanto strano poi davvero non sia. Non trovo infatti casuale che, i commenti degli “esperti” siano costantemente, prodighi di elogi nei confronti del centravanti, sempre oltre la sufficienza in pagella e sempre tra i migliori. Poiché, chiunque abbia vista almeno una partita di calcio in vita sua, direbbe cose diverse e valuterebbe le sue prestazioni ben al di sotto della decenza, mi fa sorgere qualche dubbio. Se il Toro da fastidio, se lo si vuole relegato nel ghetto, se lo si desidera quale terza squadra del Piemonte, forse è meglio che non si esprima per quanto potrebbe, forse è meglio che nel meccanismo sia celata qualche imperfezione. Quindi è meglio suscitare polemiche al solo pensiero di un’esclusione di Bianchi, quindi frutta maggiormente esorcizzarla e renderla impossibile per ragioni di ordine pubblico. Lerda ha pagato per quest’imposizione mediatica che poi, diventa strumento per manipolare i cervelli non pensanti, Lerda non lo avrebbe fatto giocare ma ha dovuto e, dovendo, ha fatto il gioco del nemico. Mi auguro che Ventura sia meno condizionabile, mi auguro che riesca a non cadere nel tranello, perché io son certo, che lui abbia capito, come tutti, d’altronde, che Bianchi è attualmente l’anello debole di una catena forte. Se vuole continuare nel suo progetto di calcio, meglio scegliere la coppia titolare tra Antenucci, Ebagua e Sgrigna, meglio persino il ragazzino Oduamadi ma Bianchi no! Non esiste alternativa, ho sperato fino alla quinta di campionato, ho azzerati i miei pregiudizi ho voluto dargli il tempo necessario per veder un minimo cambiamento ma nulla, il nulla più nulla del nulla, questo, è un modo di giocare che a lui non si adatta, è inutile costringerlo a subire figure meschine che, solo l’ipocrita compiacenza riesce a mascherare. A chi poi eccepisse che contano i gol che il buon Rolando ha segnati, rispondo che le sue reti non sono né servite a salvare il Toro dalla retrocessione né a riportarlo in serie A. Come non è servito al Cittadella aver Piovaccari capocannoniere del campionato, come non è servito Abbruscato al Vicenza o Cacia al Piacenza. Conta segnare ma ancor più conta entrare nei giusti meccanismi di una squadra, come è indispensabile la fase di non possesso palla, come è indispensabile quella corsa che si fa per aiutare il compagno, cose che il nostro numero nove non sarà mai capace di fare. Detto di Bianchi, spendo due parole per Parisi, giocatore in età avanzata, terzino ormai in fase calante, troppo calante per vederlo ancora in campo. Non mi spiego razionalmente la sua scelta, anche averlo preso gratis non giustifica il suo posto di titolare; l’altra sera contro il Brescia, due delle azioni più pericolose per la difesa granata le ha innescate proprio lui. Lento, impacciato, sempre in ritardo e in affanno, contro dei ragazzini di vent’anni che non riesce neppure più a rincorrere, un pericolo per l’equilibrio di una squadra che proprio nell’equilibrio ha il suo fondamento. Non è colpa sua, come non è colpa di Bianchi se vengono schierati, la colpa è di chi non pensa a valide alternative, pur avendole a disposizione. Come terzino sinistro, e non esterno basso, definizione che al solo sentirla rabbrividisco, vedrei bene il mediano Basha. Ha buona corsa, buona visione tattica e buoni piedi, non gli manca nulla per ben figurare in un ruolo che si è evoluto in maniera più tecnica, senza poi dimenticare che il centrocampo si gioverebbe di un mediano in più, un rinforzo vitale per un reparto che vede due sole pedine. Basha, Vives e Iori sarebbero una garanzia totale per una squadra votata all’attacco, una squadra che subisce poco e subirebbe ancor meno, una squadra che con questi pochi ritocchi tattici si potrebbe definire, senza dubbio alcuno, di una categoria superiore.
Post n°354 pubblicato il 04 Dicembre 2011 da miraggiogranata
Definire Padova - Toro di ieri pomeriggio una partita non conclusa è un errore clamoroso; un qualsiasi evento ha termine, di fatto, quando vengono alterate le condizioni iniziali dello stesso. Nella fattispecie, l’inizio del secondo tempo dell’incontro, ha già avuto il crisma dell’irregolarità, entrare in campo ed attendere 10 minuti per cominciare a giocare fruendo di un’illuminazione decente, è irregolare. Questa situazione irregolare, sancisce la fine della partita, non solo di quella porzione di tempo giocata. Tale incontro non esisterà più, ogni sua ipotetica conclusione a data destinarsi, non potrà in alcun modo regolarizzarne la situazione, ed è indiscutibile che se verrà presa una tal decisione, di fatto, falserà il campionato stesso. Comprendo che qualcuno penserà che le mie parole vogliano essere un salvagente per un Toro che nel secondo tempo era sotto di una rete, mentre io penso invece che la logica, il buonsenso e l’intelligenza vadano rispettate al di la di ogni presa di posizione partigiana. Proviamo a ragionare e vedere la situazione sotto ogni punto di vista. E’ vero che il Toro fosse in svantaggio al momento della definitiva sospensione dell’incontro ma, è altrettanto vero che stesse perdendo quando la regolarità era già compromessa. E’ altrettanto fuori dubbio che nessuno possa sostenere che il risultato, qualsiasi risultato, non potesse mutare, qualora lo svolgimento della gara fosse stato regolare. Decidere di far continuare l’incontro dal momento dell’interruzione alla fine dei 90 minuti più recupero, è non tener conto che tutto il secondo tempo fosse già ampiamente falsato. Come è fuori di alcun dubbio che dar vita ad una nuova partita, della durata di un tempo, è un’aberrazione sotto ogni profilo, a partire da quello sportivo-regolamentare per arrivare a quello psico-fisico. Le condizioni che facevano capo all’incontro di ieri, saranno completamente ribaltate domani o tra una settimana o tra due, nulla sarà la stessa cosa, per cui nulla potrà esser riconducibile allo stesso. Una squadra che ha speso molto nel primo tempo, è possibile che sia in debito di energia nel secondo, ma è logico pensare che possa esser riposata una settimana dopo. Una squadra che è caricata a mille per raggiungere un pareggio, è possibile che la stessa carica non la possa avere una settimana dopo, e così come la concentrazione, l’adrenalina o la forza nervosa. Due squadre che hanno in campo determinati giocatori oggi, non hanno la garanzia di averli tra una settimana, così come nessuno può garantire loro del loro identico stato psico-fisico. Due squadre che si incontrano oggi è certo che siano le stesse che si incontreranno tra una settimana? No, è certo invece, il contrario, non potranno mai esser le stesse, non potranno mai esser nelle stesse condizioni, non potranno mai dare vita allo stesso tipo di gara. Cosa direbbe mai il Padova, se in vantaggio ieri di una rete, si vedesse decimato da un virus gastroenterico e dovesse scendere in campo con la formazione Primavera domani? Che direbbe mai il Padova se nel tempo rimanente di partita, a sostituzioni già effettuate, si vedesse costretto a giocare in otto per qualche intemperanza agonistica o per qualche guaio fisico? Che direbbe mai il Padova se incontrasse un Toro scatenato, rigenerato, formato Barcellona, o quello dell'incontro che state ascoltando in sottofondo, e ne buscasse tre in un quattro minuti? Penso che direbbe le stesse cose che io ora sto dicendo, non sarebbe felice di una tale svolta, penso che direbbe le cose oneste che si dicono quando non c’è in ballo il proprio tornaconto. Tutto potrebbe succedere se questa mini-partita, oltre ogni logica e razionalità, fosse considerata il proseguimento dell’ormai inesistente Padova – Toro di ieri, un’incontro abortito che, per definizione, mai potrà vedere la luce. A proposito di luce, il regolamento è chiaro in tal senso; ritiene responsabile la società ospitante del corretto funzionamento dell’illuminazione sia del terreno di gioco che degli spalti. La società Padova ha disattesa questa direttiva, personalmente non sarei felice dei tre punti conquistati a livello legale ma, stante le mille situazioni irregolari che si son create e si verrebbero ulteriormente a creare con il proseguimento dell’incontro, penso che, in fondo, sia l’unica decisione regolare che la Lega di B possa assumere.
Post n°355 pubblicato il 20 Aprile 2012 da miraggiogranata
Il nostro Club, Fedelissimi Granata Golfo del Tigullio 1989, allestirà la mostra sul Grande Torino nella cittadina del Tigullio. Si tratta della seconda edizione, dopo quella del Novembre 2009 a Sestri Levante, sulla scia del grande successo avuto in quell’occasione, abbiamo deciso di riproporla in un’altra cittadina del nostro comprensorio, per dar modo a tutti coloro che non hanno potuto esser presenti la scorsa volta di non farsela sfuggire. A questo proposito dobbiamo ringraziare l’Associazione Spazio Aperto di Santa Margherita Ligure, ed in particolare il sig. Giovanni Galvani che si è adoperato per concretizzare l’avvenimento. Al visitatore presenteremo cimeli originali, giornali, dipinti, e molto altro materiale relativo alla Squadra che fece sognare un’intera nazione, per dare uno spaccato del periodo storico e comprendere meglio quel “Toro” che non fu solo un mero fenomeno sportivo. In questa occasione renderemo omaggio all’amico Renato Gandolfi, (vedi Art 347) intestandogli il nostro Sodalizio. Questo è il programma della manifestazione e gli orari di apertura della mostra sita presso Associazione Spazio Aperto di Via dell’Arco Via dell'Arco, 38 - Santa Margherita Ligure
Sabato 28 Chiusura giornata con rinfresco di ringraziamento.
Orari di apertura mostra: 2-4 maggio
Post n°356 pubblicato il 18 Maggio 2012 da miraggiogranata
Post n°357 pubblicato il 30 Maggio 2012 da miraggiogranata
Tag: allenatori, Cairo, calcio, Campionato serie A, Campionato serie B 2011/12, coppa Ali della Vittoria, Giampiero Ventura, Pescara, Torino F.C Finalmente, dopo tre lunghi anni di attesa, il Toro è di nuovo in serie A. Sono stati tre lunghi anni di attesa, interminabili anni passati tra speranza e delusione, tre anni sprecati malamente da una società che, tutti ci auguriamo, faccia tesoro dell’esperienza negativa affinchè il passato possa insegnare a gestire meglio il futuro. Detto che il Toro è salito nella massima serie, voglio esser chiaro e preciso su un punto, il Toro ha vinto il campionato. Non pensiate che questo mio, sia un atto di prepotenza alla Agnelli, non sto attribuendo alla squadra né stelle né scudetti virtuali, sto solo facendo rimarcare un dato oggettivo. I granata assieme al Pescara hanno totalizzati 83 punti, una volta, le due squadre avrebbero condiviso il podio più alto, a “pari merito”, oggi invece, hanno deciso di premiarne una sola, per cui, per riuscirci, si sono inventati conteggi aritmetici che, come quasi sempre si scontrano con la logica. Facciamo un ragionamento semplice, se due squadre si trovano in testa al campionato di competenza e nel suddetto vengono promosse tre squadre, perché mai non può esserci un ex aequo tra le due? E a maggior ragione, se gli scontri diretti disputati sono in perfetto equilibrio (una vittoria per parte) ed anche il numero di reti fatte e subite (4-2 per il Toro e 2- 0 per il Pescara) propone una costante parità, cosa comporta dire che il campionato ha due vincitori? Conta così tanto l’attribuzione della Coppa Ali della Vittoria, di cui son certo, la stragrande maggioranza dei tifosi non ne conosce l’esistenza? A me sinceramente, che il Toro sia arrivato primo o secondo non importa assolutamente nulla, ciò che conta è la promozione ottenuta con una giornata d’anticipo, la mia disquisizione nasce dal fatto che ritengo ingiusto attribuire maggiori meriti ad una squadra piuttosto che ad un’altra, nonostante gli stessi punti conseguiti. Se poi volessimo esser precisi sino in fondo, dovrei dire che al Toro mancano i tre punti del buio di Padova, tre punti sacrosanti negati solo per un mero cavillo procedural-burocratico. A questo proposito ci tengo a sottolineare che son felice della non attribuzione, quando si parlerà del campionato appena terminato, nessuno, e dico nessuno, potrà mai dire che il Toro lo ha vinto grazie a tre punti assegnati a tavolino e nessuno e ribadisco con forza, nessuno, potrà mai dire di piccoli “aiutini” piovuti dall’alto. Faccio sommessamente notare che, al Toro è stato assegnato un solo rigore a favore in 42 partite, penso che sia un record per una squadra che ha vinto il campionato. Fatte queste doverose precisazioni, soprattutto a conforto della gente della mia stessa fede, direi che quest’annata sia stata un’ottima annata per merito di Ventura e nonostante Ventura e per merito di Ogbonna. Non è una contraddizione, né un gioco di parole, a mio parere, l’allenatore è stato determinante per il conseguimento del risultato ma, ha operate scelte che non riesco a condividere. E’ stato bravo a compattare il gruppo, ha agito a livello psicologico, inducendo ogni singolo giocatore a sentirsi parte di un progetto che doveva portare alla serie A, ha ridato vita a quella cellula granata (parole sue) che stava esalando l’ultimo respiro nello scoramento e nel disfattismo. E’ stato bravo a capire che l’ambiente aveva bisogno di risultati, per dimenticare gli sconcertanti campionati precedenti, per far ricredere anche i tifosi più scettici e gli esperti che non annoverano il Toro tra le favorite. Gli imputo invece la mancata promessa di un gioco che avrebbe dovuto regalare ai tifosi un piacere orgasmico, quella simpatica smargiassata contraddetta dai fatti che certificano un modo di fare calcio molto spesso irritante. Gli imputo la mancanza di schemi offensivi, quel suo insistere con il modulo che prevede quattro punte schiacciate al limite dell’area avversaria, due delle quali a pestarsi i piedi senza mai incrociarsi. Cosa che toglie spazio alla manovra in profondità, alla fantasia ed alla velocità sugli esterni che raramente, troppo raramente, arrivano sul fondo per effettuare traversoni precisi. Senza questo schema Bianchi, non è solo inutile per la squadra ma è addirittura dannoso, gioca favorendo le difese avversarie col suo farsi sempre trovare in fuorigioco e senza mai dialogare decentemente coi compagni, vista le sue carenze tecniche. Gli imputo pertanto la sua testardaggine nell’insistere con una tattica che prevede due soli uomini a centrocampo, quando, è stato dimostrato, che giocando con un centrocampista in più la squadra ha sempre vinto in maniera convincente. Gli imputo di non aver dato a De Feudis lo spazio che avrebbe meritato, la qual cosa mi lascia fortemente perplesso, visto che il miglior giocatore della passata stagione è di proprietà del Toro. Gli imputo la tattica suicida dei passaggetti indietro al portiere, anche quando la situazione di gioco avrebbe richiesto dei sicuri lanci liberatori; troppe volte è andata di lusso perché la categoria era quella che era, il prossimo anno, con attaccanti di levatura migliore, non andrà sempre così bene. Mi auguro che Ventura comprenda che la serie maggiore impone scelte meno spavalde, e molto più terrene, gioco semplice e organizzato improntato alla rapida finalizzazione e difesa granitica. A questo proposito, voglio pensare che Ventura riesca a convincere Cairo a non vendere Ogobonna nonché Ogbonna a rimanere ancora al Toro, perché questo ragazzo, ha garantito da solo, come minimo una dozzina di punti. Per puntare ad una posizione di classifica tranquilla Ogbonna non deve essere ceduto, anche se la cifra ricavata dalla sua cessione fosse ragguardevole, è troppo importante rafforzare la squadra e non indebolirla e ciò può avvenire soltanto ripartendo da ciò che di buono è stato fatto in questa stagione.
Post n°358 pubblicato il 24 Giugno 2012 da miraggiogranata
Tag: calcio, calcio marcio, Calcio scommesse, Campionato serie B 2011/12, Europeo 2012, nazionale italiana, spareggi 2012 Detto, nell’articolo precedente, di un regolamento della serie B che retrocede al secondo posto una squadra, nonostante questa abbia conseguiti gli stessi punti di quella considerata la prima classificata, una sconcezza ancora maggiore, ci è stata servita dopo gli spareggi per il terzo posto utile per la promozione in serie A. Forse, nessuno si era mai accorto di questa aberrazione regolamentare poiché si è concretizzata solo quest’anno, per la prima volta, in serie B, da quando tale regola ha vista la luce. Però le prime volte sono tali perché si verificano, prima o poi, e di ciò avrebbero dovuto tener conto, anzi, avrebbero dovuto prevedere anche le situazioni meno prevedibili. Così dobbiamo assistere alla vergognosa assurdità di una squadra che si è piazzata al terzo posto, al termine della stagione regolare, conseguendo 80 punti, non salire in serie A a scapito di un’altra che è arrivata sesta con 67 punti. Non è possibile accettare questo, non è possibile azzerare un risultato ottenuto in 42 partite e sostituirlo, ribaltarlo, con un risultato bugiardo ottenuto in 4 parite, che, anche se vinte tutte, non avrebbero potuto dare i punti necessari alla squadra sesta classificata, per raggiungere la terza. La cosa che mi stupisce è che nessuno abbia sollevata la minima protesta, il solito complice silenzio scende come una fitta nebbia che mira a celare la magagna nascondendola nella gioia di chi, questa volta, ha tratto vantaggio da una porcheria della quale, in futuro, potrebbe esser vittima. Anzi, a dire il vero, non mi stupisce nemmeno più, ormai anche il calcio è un sistema tirannico, la cupola decide, e qualunque stupidaggine, viene avallata chinando il capo e ubbidendo in maniera servile. E’ inutile girarci intorno, far finta di non vedere e pensare che tutto vada bene così, l’interesse economico prevale anche nello sport, così come nella vita, è inutile dare spiegazioni cervellotiche di ipocrita menzogna. Pensate che ci hanno fatta passare questa “americanata” come la panacea contro la corruzione sportiva, per eliminare il fenomeno delle “torte” fatte per taciti accordi o accordi tacitati o dietro compenso o per metter fine al giro di scommesse clandestine e non, differenza che non esiste per quanto riguarda l’aspetto malavitoso. Già di per sé asserire una cosa del genere è ammettere e certificare che nel calcio si “aggiustano” le partite, aggiungere che si è pensato ad uno stratagemma regolamentare per motivare le squadre fino alla fine è scavarsi la fossa da soli. A proposito di “torte” o altri prodotti dolciari, l’ipocrisia italica ha dato il meglio di sé nei giorni passati. Nessuno si è mai scandalizzato troppo, in fondo, conta il fine e non il mezzo con il quale viene conseguito, e se la non belligeranza porta più benefici della guerra, perché mai dichiararla? Tutto va bene, e si inneggia all’intelligenza, alla sagacia tattica, alla furbizia, nel Paese dell’ipocrisia, fino a che tale atteggiamento, ci vede come beneficiari, si ribalta invece se di questo atteggiamento potremmo esser vittime. Allora non si ammette la divisione dei punti per passare un turno o per salvarsi, non si ammette quel tacito, furbesco, accordo non scritto che porta vantaggi ad altri. La nazionale era virtualmente fuori dall’Europeo, l’unica speranza era quella di vincere la partita con l’Irlanda e sperare che Spagna e Croazia non pareggiassero. A fronte di questa situazione, fermi tutti! La regola della furbizia non vale più, le cose dette e pensate prima, o son state travisate o non si son capite bene, la sola cosa che conta è la lealtà sportiva. Le “torte” cominciano ad essere indigeste, non sono più ammesse, si criminalizzano a preventivo Spagnoli e Croati, diventano sleali, non furbi, antisportivi per gli sportivissimi italiani che mai giustificherebbero una prova di tale scorrettezza. E meraviglioso no? Tutto cambia a seconda delle convenienze, tutto diventa lecito per poi sprofondare nella più grande illiceità, basta cambiare il punto di vista. Non seguo la Nazionale dai tempi del mondiale messicano, non mi frega nulla, farei un’eccezione qualora scendesse in campo un giocatore del Toro, e a maggior ragione non seguo questa infarcita di gobbi, non seguo neppure per principio questo Europeo macchiato del sangue di migliaia di cani assassinati da mani criminali. Mi sarebbe però enormemente piaciuto che la Nazionale fosse stata eliminata proprio grazie a quella “torta” Iberico/croata per ascoltare fin dove l’ipocrita critica sarebbe arrivata. Sarei stato curioso di ascoltare le parole di Buffon in merito alla lealtà sportiva, si proprio lui che ha, con il plauso unanime di commentatori servili, dichiarato che manco si sarebbe sognato di ammettere di aver tirato fuori dalla propria rete un pallone entrato almeno di mezzo metro. E chissà cosa mai avrebbero potuto dire tutti i suoi compari che sentono come vinti sul campo tutti quegli scudetti rubati al cellulare, sì, sarebbe stato bello, istruttivo ascoltare lezioni di etica sportiva, magari saper anche se lo stesso portiere ha scommesso (un caffè, naturalmente) su qualche incontro. Purtroppo non è andata così perché gli Spagnoli, anche se mediterranei come noi, non sono italiani, e la partita se la sono giocata, e per essersela giocata, ora son da noi considerati non onesti ma dei “coglioni”. Pensate un po’ se sti fessi perdessero l’Europeo nella partita di finale proprio a favore dell’Italia, ci sarebbe proprio da ridere, roba da barzelletta, ma da barzelletta italiana, il paese “barzelletta” per definizione.
Post n°359 pubblicato il 05 Agosto 2012 da miraggiogranata
Tag: allenatori, Cairo, calcio, Calcio scommesse, calciomercato, Campionato serie A, Petrachi, Ventura Quando si parla di Toro c’è sempre motivo per tirare fuori la sventura, ma quello che sta succedendo al Toro attuale, o quello che verrà, non è frutto della sola sfiga.
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Inviato da: past67
il 03/05/2011 alle 00:40
Inviato da: Finanziamenti
il 31/03/2011 alle 06:12
Inviato da: UraganoToro
il 29/11/2009 alle 18:55
Inviato da: amoon_rha_gaio
il 11/11/2009 alle 12:02
Inviato da: kimiko84
il 27/07/2009 alle 14:59