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2017-12-24 13.07.19

Dal Polo … la storia di San Nicola, che divenne Babbo Natale!

 

“In mutuo silenzio

procede osservato,

attraverso un rosso quasi inventato

e padrone di fiabe”***

 

Il Natale è una bellissima festa ed anche a noi dello Studio d’Arte Gentile Polo piace festeggiare, ma come nasce il mito di San Nicola – Babbo Natale?

Per chi come l’artista Gentile Polo ed io è curioso proveremo a raccontarlo!

ISTAGRAM_Novembre

Secondo i primi attestati scritti del monaco greco Michele Archimandrita del 710 d. C. e del vescovo Metodio, Nicola (in greco Nikòlaos, popolo vittorioso) nacque a Patara in Turchia verso il 260 d.C. da famiglia benestante.

Secondo la tradizione San Nicola dimostrò fin dall’infanzia le doti ecclesiali di carità, morigeratezza e castità.

Trasferitosi a Myra (attuale Bari) venne a conoscenza che un nobiluomo caduto in miseria, non potendo offrire una dote alle figlie affinché potessero sposarsi, stava per avviarle alla prostituzione onde raccimolare i denari necessari.

San Nicola decise di compiere un’opera di carità e in piena notte, non volendo farsi pubblicità, lasciò cadere un sacchetto di monete d’oro nella finestra della povera casa. Grazie al dono ricevuto il padre delle ragazze poté sposare la figlia maggiore.

Vedendo l’assennatezza del poveruomo, Nicola ripeté la buona azione tante volte quante erano le figlie, ma all’ultima notte l’uomo riuscì a rincorrere il benefattore per ringraziarlo. Nicola chiese di restare anonimo, ma il suo gesto nel tempo venne tramandato ed il giovane assunse l’attuale fama a Myra (Bari) e nel mondo.

Un altro episodio tramandato narra che

tre bambini non avevano niente di che nutrirsi, Nicola gli donò una mela a testa. I frutti, nella notte si trasformarono, diventando d’oro.

(in “Perché a San Nicolò si regalano le mele?”, giornaledilecco.it del 06.12.2017)

Da qui la tradizione a Lecco di donare ai bambini anche una bella mela rossa e il perché il santo viene iconograficamente raffigurato o con tre borse/globi d’oro, o con tre succose mele d’oro.

iconografia-di-san-nicola

(Particolare dell’altare in marmo della chiesa di S. Nicolò di Bari all’Albergheria, da terradamare.org del 28.11.2015)

Narra infine la leggenda che, morto il vescovo locale, si riunì l’assemblea della domus ecclesiae per eleggere il successore ed uno dei riuniti una notte ebbe una visione che profetizzò l’elezione del primo giovane che si sarebbe recato in chiesa all’alba ed il suo nome sarebbe stato Nikòlaos.

La profezia si avverò come nel sogno e Nicola venne eletto vescovo (308 – 314 d.C.).

Fra il 303 ed il 319 d.C. con Diocleziano prima e Licinio poi si susseguirono periodi di persecuzione contro i cristiani e lo stesso vescovo Nicola, secondo lo storico bizantino Niceforo Callisto, patì prigione e torture.

Costantino riportò la pace con il suo Editto del 318 d.C., ma la disputa ecclesiastica sulla natura divina di Cristo indusse l’imperatore a emanare nel 325 d.C. il concilio di Nicea.

Durante il concilio si generò uno scisma, con il vescovo Ario sul fronte negazionista e intransigente, Nicola dalla parte ortodossa di Attanasio, ma essendo per carattere conciliante e spinto dal desiderio di mantenere unita la Chiesa venne per molto tempo condannato alla “damnatio memoriae”. (Padre Gerardo Cioffari O.P. in basilicasannicola.it)

Nonostante ciò pare che continuò la sua opera di epistolato e carità verso i poveri ed i bisognosi fino alla sua morte, stimata il 6 Dicembre del 335 (anche se resta per molti vaga fra il 345 e il 352 d.C.). Venne sepolto nella chiesa di Myra (Demre, Turchia).

La festa di San Nicola si festeggia in Italia a Bari e Venezia (che a lungo si sono contese le reliquie), Molfetta, Trieste, Bolzano, Friuli – Venezia Giulia, Trentino – Alto Adige, nel Bellunese e nella Sinistra Piave; all’estero in  Germania, Austria, Svizzera, Liechtestein, Francia, Belgio, Olanda, Estonia e Repubblica Ceca.

Si commemora nella notte fra il 05 ed il 06 Dicembre, ma già dall’ultima settimana di Novembre si susseguono in molte zone le sfilate del santo che porta i doni ai bambini buoni, seguito dal frastuono dei pelosi e terrificanti diavoli (Krampus) che tentano di rapire quelli cattivi.

nikolo-krampus-postcard-1900

(cartolina viennese del 1900, da bambinietopi.it)

Gli immigrati nordeuropei portarono con sé queste leggende quando fondarono le prime colonie nel Nuovo Mondo. Quelli olandesi, rimasti affezionati a san Nicola, diffusero il suo nome, “Sinterklaas”. (di Brian Handwerk in Da san Nicola a Santa Claus – la vera storia di Babbo Natale, nationalgeographic.it del 24.12.2015)

Prima di allora in America ed in Inghilterra il Natale era vista più come una festa pagana dove il culmine della festa era un massiccio consumo di alcool.

Nei primi dell 1800 inizia a diffondersi l’idea nuova:

Già in un libro del 1809, Washington Irving immaginò un Nicola che passava sui tetti con il suo carro volante portando regali ai bambini buoni; poi fu la volta di un libretto anonimo in versi, The Children’s Friend, con la prima vera apparizione di Santa Claus, associato al Natale “ma privato di qualsiasi caratteristica religiosa, e vestito nelle pellicce tipiche dei buffi portatori di doni germanici”, spiega Bowler. Questo Santa porta doni ma infligge anche punizioni ai bambini cattivi, e il suo carro è trainato da una sola renna.

 

Le renne diventano otto e il carro diventa una slitta nella poesia A Visit From St. Nicholas, scritta nel 1822 da Clement Clark Moore per i suoi figli ma diventata subito “virale”. Per molti decenni Santa Claus viene rappresentato con varie fattezze e con vestiti di varie forme e colori.

 

Tra la fine dell’800, con le illustrazioni del vignettista politico Thomas Nast e La pubblicità Coca Cola del 1931 dell’illustratore Haddon Sundblom, che mise insieme i ricordi di San Nicola e dello “spirito del Natale presente” di Charles Dickens (Canto di Natale) Babbo Natale acquista i connotati attuali, sostituendo la veste bianca o blu e la sopravveste rossa o gialla ricamata in oro con casacca e calzoni rossi bordati in pelliccia, la mitra con un rosso berretto a pom pom.

L’immagine pubblicitaria torna in Europa anche grazie ai

soldati americani sbarcati durante la Seconda mondiale, e l’allegro grassone finisce per simboleggiare la generosità degli USA nella ricostruzione dell’Europa occidentale. (di Brian Handwerk, ibid.)

Il Babbo Natale “di ritorno” si festeggia il 25 Dicembre.

Catherine Wilkinson, un’antropologa  forense della University of Manchester, ha cercato di ricostruirne il vero aspetto basandosi sui resti umani conservati nella cripta della Basilica di san Nicola di Bari […]
Quando, negli anni Cinquanta del secolo scorso, la cripta fu restaurata, il cranio e le ossa del santo furono accuratamente misurate, fotografate e radiografate.

 

Wilkinson ha esaminato questi dati alla luce delle moderne tecniche dell’antropologia forense, aiutandosi con un software di ricostruzione facciale e aggiungendo dettagli dedotti dalle fattezze delle popolazioni mediterranee dell’epoca.

 

Il risultato – un uomo anziano, dalla pelle olivastra, il naso rotto forse nel corso delle persecuzioni, e barba e capelli grigi – è stato illustrato nel documentario della BBC “The Real Face of Santa”.

(di Brian Handwerk in Da san Nicola a Santa Claus – la vera storia di Babbo Natale, nationalgeographic.it del 24.12.2015)

Qualunque sia il vostro Natale, che lo festeggiate il 05 o il 25, oppure entrambi come piace fare allo Studio d’Arte Gentile Polo, non dimenticate mai che dietro il regalo c’è la persona, il “Ti ho pensato, ti voglio bene” ed è l’unico valore che conta. (In questi termini tutto l’anno può essere Natale!)

Quindi festeggiate e … Buon Santa Claus – Saint Claus – Sinterklaas – Peer Noel – Baba Noel – San Nicola – San Nicolò… a tutti!!! … e nessun Krampus vi colga.

2017-12-24 13.07.19

Nota:*** (Gentile Polo, Pensieri…una strada in salita, Ed. Aletti, Roma 2017, p. 67).

 

Dal Polo … la storia di San Nicola, che divenne Babbo Natale!ultima modifica: 2018-12-05T12:02:49+01:00da lucia.martorelli