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Toccare è per prima cosa sfiorare.

Con la mente, gli occhi e poi con le mani.

Toccare è un linguaggio di reciproca attrazione e contagio.

Toccare è sentire e in questo senso siamo stati, ma

tra me e te, c’è un errore di parola.

Ho provato a parlare la tua lingua, così

radicalmente diversa dalla mia,

ed è sorto un principio di fusione e confusione.

Cosa è cambiato da allora?

Nulla.

Proprio questo è il punto.

Rimane quel sottile fuoco acceso ,

e ora bisogna guarire,

nonostante tu sia ancora saldamente insediato nello spazio.

 

Un continuo precipitare negli abissi.

E’ un paesaggio verticale.

Il silenzio delle immagini.

Lo spazio a pensare lenti pensieri.

L’ insistenza ostinata su un concetto.

Sommessamente.

Dolcemente.

Nella notte fonda ti scavo cuore,

vai oltre il tumulto interiore,

altrimenti non avrai direzione.

Solo chi è votato a prolungare lo sguardo apre la strada.