parigi

“Ci incontriamo lassù?”

“Lassù dove?”

“Sui tetti.”

“Proprio lassù?”

“Si, è così pieno di poesia e di vita.”

“Non hai paura delle altezze?”

“No, se ci sei anche tu.”

“Perché vuoi salire?”

“La vita cerca le altezze.”

“E tu cosa cerchi?”

“Uno spazio puro, dove non siamo mai stati, ma

in me come in te ,vive la sua nostalgia.”

§ §

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Sto a sempre maggiori intervalli di tempo.

L’oscillazione del cuore

diventa movimento del pendolo

tic tac

oscilla

tum tum

tic tac

tum tum.

Il pensiero non riesce a ricongiungersi alla verticale di gravità e di quiete.

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Accanto e in ombra,

a tratti clandestina, avvolta in delicata atmosfera,

simula il parlare, il dover non tacere,

per potere parlare.

Ogni cosa che i pensieri sfiorano.

Ogni cosa audace.

L’intima musica del cuore.

(il cuore delle cose)

Tutto emerge con una fluidità che non può essere cristallizzata.

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Lo vidi
seminava il vento
con fare stupendo
come un fiore
che spande i semi

Andandosene
non raccolse tempeste
ma una bracciata di rose
e ciascuna era verde.

Tadeusz Rózewicz

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C’è una terra bruciata dal fuoco,

crosta brulla, indurita.

Solchi, orme, tracce,

 è rimasta anche la magia del tempo inventato..

La terra, il vento, la notte,

il cielo che sovrasta..

Non c’è un sotto o un sopra, ma un di più..

Sono tra le stelle

per impiegare meglio l’anima..

Non ha importanza di quanto tempo dispongo,

essenziale è l’immediatezza temporale.

Indifferenza o sfida?

Ordine alla Vita.

 

 

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Toccare è per prima cosa sfiorare.

Con la mente, gli occhi e poi con le mani.

Toccare è un linguaggio di reciproca attrazione e contagio.

Toccare è sentire e in questo senso siamo stati, ma

tra me e te, c’è un errore di parola.

Ho provato a parlare la tua lingua, così

radicalmente diversa dalla mia,

ed è sorto un principio di fusione e confusione.

Cosa è cambiato da allora?

Nulla.

Proprio questo è il punto.

Rimane quel sottile fuoco acceso ,

e ora bisogna guarire,

nonostante tu sia ancora saldamente insediato nello spazio.

 

Un continuo precipitare negli abissi.

E’ un paesaggio verticale.

Il silenzio delle immagini.

Lo spazio a pensare lenti pensieri.

L’ insistenza ostinata su un concetto.

Sommessamente.

Dolcemente.

Nella notte fonda ti scavo cuore,

vai oltre il tumulto interiore,

altrimenti non avrai direzione.

Solo chi è votato a prolungare lo sguardo apre la strada.