Il principio del “Divide et Impera”, ancora valido nel XXI° secolo, governa la politica internazionale come durante l’impero romano.

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Il principio del “Divide et Impera”, ancora valido nel XXI° secolo, governa la politica internazionale come durante l’impero romano.
di Andrea Atzori
 
Che coincidenza strana, avevo appena indicato nell’ultimo post pubblicato, gli Emirati Arabi come schierati con il fronte antisraeliano, sulla questione dei territori palestinesi occupati, ed ecco arriva puntuale, la notizia del suo cambiamento di rotta con la firma del trattato di pace unilaterale con Tel Aviv, in ottemperanza all’auspicio statunitense.
In effetti, di questi paesi arabi c’è da aspettarsi di tutto, e c’è poco di cui fidarsi, essendo molto propensi a saltare da una parte all’altra dello scacchiere geostrategico, con estrema disinvoltura e facilità. Anche l’Arabia Saudita è un satellite degli USA e non ha preso posizione sullo scontro che oppone Israele e la Palestina. Per di più, anche in Siria questi Stati arabi hanno combattuto a fianco degli occidentali contro un altro popolo arabo.
I guerriglieri islamici sono un prodotto di marca saudita e pure la Turchia li sostiene. Erdogan oggi si lamenta del tradimento di Abu Dhabi e, addirittura, crea un asse con Teheran contro questo accordo storico, come dipinto orgogliosamente dalla Casa Bianca. Ma, il signore di Ankara, è ancora impegnato nella guerra in Siria ed in quella in Libia.
La lezione da trarre da questa realtà è sempre la stessa, il fatto, cioè, incontrovertibile, che l’imperialismo USA riesce a usare questi paesi con semplicità, nell’ottica del principio del “divide et impera”, in modo da poterli dominare meglio; essendo meno agevole se non impossibile, piegarli se uniti, è molto più facile, invece, se divisi. Proprio come facevano gli antichi romani, da cui questo principio venne coniato per la prima volta.
Questa stessa situazione si sta presentando in Asia, dove l’India è passata sotto l’ala protettiva degli USA, nella contesa contro la Cina per il territorio di frontiera del Tibet. Uno scontro armato molto pericoloso, con numerosi morti e feriti, è infatti scoppiato di recente tra i due eserciti, proprio su questa linea di frontiera. Tutto ciò denota la mancanza di maturità tra queste formazioni etniche, che non prendono coscienza delle loro potenzialità, sentendosi ancora asservite alle potenze anglosassoni, considerate di razza superiore e, pertanto, dominanti; un istinto di sottomissione ed assoggettamento, quasi naturale. Insomma, si atteggiano, si comportano, ancora da colonie come sono sempre state, storicamente.
Ciò impedirà al continente asiatico, di fare quel salto di qualità sulla scena internazionale, cui ha sempre aspirato, mantenendolo, invece, nello stato di dominio coloniale, come in tutto il loro passato storico.
Ricordo di avere, anni or sono, seguito un’intervista rilasciata dal direttore della CIA di allora, Petraeus, poi caduto nel vortice di uno scandalo per cui venne costretto alle dimissioni, in occasione di un convegno in un’università americana. Egli affermò proprio questo concetto del “Divide et Impera” in modo chiaro e senza fraintesi, circa la guerra in Siria e tutto il coinvolgimento militare americano in Medio Oriente, riesumando proprio il principio base su cui era fondato l’immenso, per quei tempi, impero romano.
Per cui non esiste alcun mistero circa questa realtà di fatto e non esiste alcun motivo per doversene meravigliare. Infatti, ogni qualvolta si guastano i rapporti con una delle altre due superpotenze asiatiche, il presidente USA tenta di coinvolgere l’altra nella sua guerra imperialistica, per poterle attaccare una alla volta, essendo, se prese insieme, un osso troppo duro da mordere e masticare. Non esisterebbe l’impero anglosassone se i popoli da loro aggrediti e sottomessi non fossero stati tanto ingenui. Oggi sia la Russia che la Cina hanno cominciato ad aprire gli occhi e non si fanno più fregare, ma la geopolitica statunitense rotea sempre attorno a questa concezione dei rapporti internazionali.
Il principio del “Divide et Impera”, ancora valido nel XXI° secolo, governa la politica internazionale come durante l’impero romano.ultima modifica: 2020-08-14T21:55:21+02:00da Artalek

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