Ennesima rivoluzione colorata nei paesi slavi. Anche la Bielorussia è sotto attacco occidentale.

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Di Andrea Atzori

In Bielorussia si è scatenata l’ennesima rivolta popolare filo-occidentale, nel filone delle c.d. rivoluzioni colorate o anche primavere arabe, contro il presidente Lukashenko, accusato di brogli elettorali, di avere falsificato l’esito delle elezioni da lui vinte con oltre l’80% delle preferenze.

La situazione riecheggia quella già sperimentata in Ucraina nel 2014. Stesso copione, fino alla nausea. Solo che, in questo caso, è assai più grave, considerato il legame storico, etnico, economico e sociale, nonché politico e militare che lega la Bielorussia alla Russia. Se nel Donbass la Russia si è limitata ad armare i combattenti filorussi, in Bielorussia sarà lo stesso esercito russo a varcare le sue frontiere.

Oltretutto, Minsk è parte di un trattato, c.d. Unione economica euroasiatica, UEE, con Mosca ed altri partners come Kazakistan, Kirghizistan ed Armenia che mira all’unificazione economica e politica tra queste nazioni. In particolare è previsto l’obbligo vicendevole di prestare tra loro, assistenza militare in caso di situazioni che lo richiedano.

Ed infatti, il presidente Lukashenko, si è appellato proprio a questa clausola del Trattato per ottenere da Putin un aiuto in caso di bisogno in seguito a questi disordini di piazza. Il Cremlino non ha fatto alcuna difficoltà a riconoscere la natura di questa impegno giuridico che coinvolge le Nazioni firmatarie, e ha confermato la sua determinazione a rispettarlo.

La stessa ragion d’essere dell’Unione economica tra questi Stati è quella di difendersi dall’aggressione militare occidentale, essendo stata costituita appunto in funzione anti comunità europea ed anti Nato. Essendo proprio la Russia il motore che ha innescato la nascita di questo organismo, non si capisce come, secondo le notizie false diffuse ad arte dalla stampa occidentale, lo dovrebbe disattendere!

L’Unione europea ha già disconosciuto l’esito delle elezioni in Bielorussia e sia la Merkel che Macron hanno già contattato Putin per recriminare contro il regime di Lukashenko e chiederne la destituzione. Ma Putin ha declinato l’invito ad unirsi a loro in questa impresa ed ha ribadito che non accetta interferenze in Bielorussia. Anzi, a distanza di qualche giorno ha dichiarato di avere costituito una riserva di forze dell’ordine russe da inviare a Minsk nel caso in cui le sollevazioni popolari divenissero troppo violente.

E’ ovvio che per adesso non esiste ancora il problema di un pericolo di invasione militare della Nato, in quanto, in quel caso, sarebbe lo stesso esercito russo a intervenire. Ma Lukashenko ha invece, segnalato questo rischio ed, infatti, ha schierato il suo esercito alle sue frontiere occidentali, dando inizio a mastodontiche esercitazioni militari.

Un popolo che contesta con la violenza, l’esito delle urne elettorali a cui ha partecipato con una percentuale, estremamente, esigua del 46%, mi pare poco credibile. I sommovimenti di piazza non sono mai sinonimo di democrazia ma di autoritarismo. Se i cittadini non vanno a votare e poi scatenano una rivoluzione, non è la democrazia che cercano ma la dittatura. Inoltre, coloro che protestano non si può mai dire con certezza a che nazione appartengano, potrebbero anche essere stranieri entrati apposta per provocare disordini. 

Se poi consideriamo che la popolazione bielorussa conta quasi 10 milioni di abitanti, non si capisce come un gruppo di appena qualche migliaia di persone, tra cui di sicuro una quantità enorme di stranieri infiltrati apposta, debba imporre la sua volontà al resto delle persone che amano la pace e desiderano vivere nella tranquillità.

Parlano a casaccio di autodeterminazione dei popoli, C’è chi non sa o non capisce che questi paroloni vengono coniati di proposito sempre e solo dopo le guerre catastrofiche, da chi quelle guerre le ha vinte, che valgono, esclusivamente, in tali circostanze, non quando si usano per screditare e rovesciare i governi al potere in altre Nazioni e con solo il proposito di destabilizzarli e di conseguenza, sottometterne, soggiogarne e colonizzarne la popolazione.

Dopo la seconda guerra mondiale, venne costituita l’ONU tra i cui fini istituzionali contempla anche questo di rendere imperativo questo principio della autodeterminazione dei popoli. Ma dalla fine dell’ultimo conflitto mondiale, gli Stati Uniti hanno usato questo principio generale al solo scopo di scatenare guerre contro tutti gli Stati che desideravano sottomettere al proprio imperio.

Ed ecco il risultato che il mondo, anche se la guerra mondiale era finita da un pezzo, è rimasto, comunque sempre in perenne conflitto militare, fino a legittimare l’uso del termine di imperialismo mondiale o globalizzazione USA, per indicare l’estensione della potenza militare di questa superpotenza mondiale, su quasi tutte le nazioni del globo terracqueo.

A resistere sono ancora e sempre le altre due superpotenze, Russia e Cina, non per nulla accusate di essere governate da dittature spietate e sanguinarie, per preparare il terreno alla loro invasione. Accadrà, ovviamente, che, essendo lo scontro inevitabile, fatale, in quanto i nodi vengono sempre al pettine, anche se in occidente diffondono la convinzione che si possa evitare, per la vigliaccheria di quei popoli, che preferirebbero farsi occupare ed invadere piuttosto che reagire, cosa a cui non credo, la fine della vita umana su questo pianeta è, assolutamente, scontata.

Le armi nucleari le useranno, anche se forse, come estrema ratio, e sarà la fine che faranno tutti coloro che hanno creduto, per ignoranza, nel principio dell’autodeterminazione dei popoli, che, invece, chiedono solo di essere lasciati in pace a vivere, serenamente, la loro esperienza di esistenza umana terrena, senza guerre o rivoluzioni.

La nostra costituzione dice che la sovranità appartiene al popolo che la esercita “nelle forme e nei limiti” da essa stessa previsti e stabiliti. Questo modo di esercitare quei poteri sovrani, attraverso i sommovimenti di piazza, non mi pare sia previsto dalla legge fondamentale di alcuno stato democratico!

Le elezioni si vincono andando a votare, non in piazza lottando contro le forze dell’ordine. Se un capo di Stato sta al potere da 50 anni, non per questo è un dittatore, se costui viene amato dal suo popolo, che lo riconferma nel suo ruolo.

E’ già accaduto in Siria, contro Assad, e il risultato è stato il caos. Eserciti stranieri che hanno devastato il paese non lasciando pietra su pietra e si sono appropriati delle sue risorse in particolare il petrolio, di cui questo paese abbonda. Terroristi islamici estremisti, ferocissimi e spietati, c.d. tagliagole, che neppure conoscono il significato della parola democrazia.

Penso che il gradimento per il sistema occidentale sia più che altro da attribuire alla corruzione che in esso imperversa. Ogni pesce cerca l’acqua a lui più congeniale, in cui sta meglio. Ma la corruzione è sempre stata sinonimo di tirannia non di democrazia e questo già lo insegnavano i grandi filosofi greci come Platone, Aristotele e Socrate.

Povero paese quello che subisce una devastazione ed un saccheggio di tale portata. Minsk è una città bellissima, pulita, ordinata, moderna. Un mio amico che l’ha visitata, non smette mai di tesserne le lodi. Anche per questo la vogliono radere al suolo con ordigni di inimmaginabile potenza. A volere questo non è e non sarà mai la popolazione del posto, ma i suoi nemici.

Che poi l’occidente sia quel ricettacolo di democrazia che vogliono far credere è un’opinione tutta da verificare che solo chi non conosce la storia può accettare.

 

Post Scriptum. Sono stato accusato di impicciarmi dei fatti che non mi riguardano. Insomma, non capirei nulla degli altri paesi, dei loro usi e costumi e non dovrei interferire nei loro fatti interni. Ma sono io o loro che vogliono entrare in occidente perché stufi dei loro paesi, dei loro usi e costumi? Strano mondo!

Ennesima rivoluzione colorata nei paesi slavi. Anche la Bielorussia è sotto attacco occidentale.ultima modifica: 2020-09-01T11:08:54+02:00da Artalek

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