Facebook: cinque buoni motivi per cancellare (definitivamente ?) l’account

di Doppiaerre

Un’ indagine del CENSIS, resa nota nel suo ultimo Rapporto sulla situazione sociale in Italia, rileva che nel 2015 un italiano su due (50,3% dell’intera popolazione adulta) utilizza Facebook, il social network per antonomasia, lanciato dodici anni fa dall’imprenditore ed informatico statunitense Mark Zuckerberg. E’ noto tuttavia, come la dipendenza da Fb distrugga, gradatamente, l’esistenza dei cybernauti inducendoli a prendere cattive abitudini isolandosi dalla realtà .

I VERI AMICI DA <FB>. O SOLO CONTATTI ?

Facebook aiuta a connetterti e rimanere in contatto con le persone della tua vita. Evidentemente al fondatore del social sarà sfuggito il segmento del celebre film di Carlo Verdone “Compagni di scuola” 1988, ove nella scena dell’appello, l’alunno Cantamessa invitato all’incontro tra ex compagni di scuola a quindici anni dal diploma, faceva pervenire un telegramma rifiutando la patetica e tragica riunione preferendo ricordare i suoi compagni di classe con tutti i capelli. Pur non di meno   “Aggiungi images[5]agli amici” ed “Invia una richiesta di amicizia” sono incoraggiamenti che compaiono sulla pagina del profilo. Una volta accettata, l’amicizia è inserita nella lista dei contatti. L’Autore V. Comodo, nello scritto <dalla relazione alla connessione, antropologia dei social network> si chiede che senso abbia qualificare un amico come un contatto e viceversa se non quello di alimentare una forma di nomadismo relazionale lontana (per usare un eufemismo) dalla definizione di amicizia elaborata da Aristotele quale virtù fondata non su sensazioni ed emozioni bensì su abitudine e libera scelta. Alzi la mano chi, tra i frequentatori più incalliti del social, non abbia mai inviato la richiesta di amicizia solo per rendere più numerosa la propria lista di contatti al fine di apparire alla collettività come circondato da amici. Gli utenti si chiedano ora se sia accaduto loro di ignorare le stesse persone incontrate magari occasionalmente per strada. E’ quindi innegabile che facebook abbia esteso l’applicazione del termine ‘amicizia‘ al web, alterandone il significato e trasformando i semplici contatti in amici. Quindi millanta.

IL RITO DEI COMPLEANNI E DEL SOCIAL POSTING

Non ce lo nascondiamo: gestire la propria pagina Facebook richiede preparazione, impegno, capacità, costanza, e soprattutto un’accurata attenzione verso le dinamiche relazionali virtuali. Sottraendo tempo prezioso alla vita sociale (quella vera), alla lettura ed agli altri interessi artistici ed impedendo di avere rapporti profondi con gli altri. Come non ricordare l’ansia da bacheca augurale quando il giorno del proprio compleanno diventa un vero e proprio test di popolarità. Il numero dei messaggi ricevuti a fine serata diventa un metro di giudizio per confrontarsi con amici, parenti e partner per testare il proprio “share di gradimento” con la collettività. Oppure image[1]vogliamo dissertare sulla cd. febbre da <social posting> ? Semplici istantanee di segmenti di vita perfetti, come una vacanza di lusso (magari dopo 11 e mezzo mesi trascorsi tra ufficio ed abitazione), od anche dei sorrisi e delle tenerezze immortalate nei selfie con il proprio partner (probabilmente poco dopo un incontro di boxe). Ci chiediamo quale reazione possa suscitare negli altri l’ostentazione di una filtrata vita <felice>: ebbene secondo recenti studi di psicologia, una persona su tre si sente più insoddisfatta della propria esistenza dopo aver saputo di nuovi posti di lavoro, gravidanze, viaggi e successi che i nostri <amici> e conoscenti postano sul social causando un vero dolore emotivo e risentimento. Quindi, perchè insistere ?

LIBERI PENSIERI E FAKE NEWS

Non bastava la vita reale ove (quasi) tutti esaltano esteriorità e parvenza di felicità ? Evidentemente no, perchè i navigatori social hanno una irrefrenabile necessità di celebrare, giornalmente, la propria vita fatta di apparenza digitale (e spesso di miseria analogica aggiungiamo noi, sommessamente). Ed ancora, i fans dei social trasferiscono, candidamente, la complessità del pensiero, delle emozioni, o dello stato d’animo sulla bacheca più famosa del web. Tutto bene se non fosse che la stragrande maggioranza delle frasi che si leggono sulle vetrine virtuali non sono altro che “prelievi non autorizzati” di contenuti digitali: siano essi testi, poesie o stralci di articoli pubblicati da Editori, tutti coperti da copyright (o meglio, “diritto d’autore”). Questo vuol dire che l’ideatore, quello vero, del contenuto potrà pretendere dall’usurpatore, in qualsiasi momento, la rimozione della copia non autorizzata ed, eventualmente, il risarcimento del danno. In termini giuridici plagio, cioè appropriazione della paternità di un’opera dell’ingegno altrui !.

Facebook-cancellare-account[1]Senza considerare, poi come basti veramente poco per fabbricare una bufala su Facebook, cd. <fake news> e farla diventare virale. Scegliere un tema “attraente” (politica, religione, salute, sentimentalismi …) selezionare una foto d’impatto, utilizzare un testo enfatico e coinvolgente. In pochi minuti è possibile impacchettare una vera e propria “bomba” che potrebbe portare a delle conseguenze negative su diversi piani quali, disinformazione, ignoranza, incompetenza e finanche danni alle persone..

SOCIAL DISTINCTION

La piattaforma software fb, fondata ad Harvad negli USA, era stata originariamente progettata esclusivamente per gli studenti della prestigiosa Università poi, successivamente fu accessibile a chiunque dichiarasse di avere più di 13 anni di età. Da luogo virtuale di scambio culturale ed accademico, certamente elitario in una sua prima fase, il servizio di rete ha assunto rapidamente (e biecamente) una forte matrice popolare, dove l’utente fb precipita consapevolmente in una omologazione comunicativa e relazionale. Senza volermi inoltrare in imprudenti analisi antropologiche sulle involuzioni del genere umano e/o sulle motivazioni – o vocazioni egocentriche – che attraggono o spingono ad essere presenti nei Sns, con sopracciglio sollevato chi scrive suggerisce, sommessamente, di levare gli ormeggi da fb prendendo decisamente il largo dalla massa di navigatori intrappolati per chissà quanto tempo nell’occhio indiscreto del social. Distinguendosi dal mucchio.

DIPENDENZA DA FB

Un ultimo argomento che intendiamo affrontare, teso anch’esso a dissacrare il social più utilizzato nel pianeta, vuole indagare sul dilagante disturbo emotivo concepito proprio dalla dipendenza da facebook. Ci riferiamo al cd. FOMO (“Fear of missing out”), testato da una indagine pubblicata sulla rivista <l’huffington post> vale a dire la paura “di essere tagliati fuori”, una forma di ansia sociale da nuovo millennio che Facebook-logo[1]stimola a fare costanti paragoni con le vite social degli altri, trovandole infinitamente più interessanti della propria rendendo la sensazione di perdervi sempre il meglio delle cose. Ebbene … omissis …

Gentili lettori e lettrici…avrei dovuto proseguire e concludere la mia dissertazione … proprio in questo momento il mio iphone che ho lasciato in salotto sta vibrando perchè è arrivato un messaggio privato da Facebook …ciò ha scatenato in me una serie di pensieri …emozioni .. fibrillazione,.. sento anche innalzarsi il battito cardiaco…

Scappo….scusate A presto !!

 

 

Facebook: cinque buoni motivi per cancellare (definitivamente ?) l’accountultima modifica: 2017-01-09T17:28:28+01:00da cavalli99