Cortometraggio

SINOSSI: Turbati dal cambiamento del loro corpo, riluttanti nell’osservare le regole ed a riconoscere l’autorità di genitori, a loro volta, in equilibrio nelle scelte educative sospese tra divieti e concessioni.
La storia narra del delicato rapporto tra ANDREA (tredicenne) e suo padre GUIDO (operaio) raccontato senza giudicare.
Un genitore che, d’istinto, riversa sul preadolescente, in crisi di identità, le sue frustrazioni lavorative, per poi sforzarsi di ascoltare l’emotività del figlio che, nella scena finale, accenna un percorso di maturazione.

 

SCENEGGIATURA

 

 

EST. – parco giochi – GIORNO (tardo pomeriggio) nuvoloso

 

Un RAGAZZINO, adolescente, di circa dodici anni, capelli corti castani, altezza media di circa m. 1,40-45, corporatura esile, vestito con jeans, felpa e scarpe da tennis, è seduto su una panchina di un parco. Ha con sè un pallone.

Il parco è frequentato da BIMBI accompagnati dai GENITORI, da alcuni ragazzini vocianti che giocano a pallone, da qualche ADULTO che passeggia il cane, e da una COPPIA (ragazza e ragazzo) che si scambia tenerezze.

Il ragazzino osserva due bimbi, un maschietto e una femminuccia, che si rincorrono sotto lo sguardo amorevole dei genitori attorno a uno scivolo.

Rivolge poi il suo sguardo verso l’altalena dove un ragazzo spinge delicatamente la sua ragazza. I due parlottano, sorridono e si baciano.

Si solleva il cappuccio della felpa e dopo aver girovagato, senza meta, per il parco, si risiede sulla panchina, estrae il suo telefonino dalla tasca giocandoci qualche secondo.

Si alza dala panchina e si dirige verso l’uscita. Si sofferma a guardare una foglia caduta da un albero che rotola sospinta dal vento senza direzione.

EST. – fabbrica – notte (sera)

Un UOMO di circa 45 anni, capelli scuri, di corporatura robusta, alto circa un metro e ottanta, si trova all’interno di una fabbrica manifatturiera.

Ultimato il turno, ancora in tuta da lavoro, è davanti alla porta della direzione aziendale. Sulla porta un’insegna : dott. LEONARDI RESPONSABILE DELLE RISORSE UMANE

L’uomo bussa alla porta

UOMO

Buonasera dottore, in segreteria mi hanno detto che mi cercava ?

Capo del personale

(uomo ben vestito, distinto, mezza età, quasi calvo)

(indifferente)

Ah …buonasera Sig. D’URSO, prego si accomodi… Gradisce qualcosa ?… un caffè …

D’Urso

No, non si disturbi, grazie. Mi attendono a casa per la cena, oggi è l’onomastico della piccola di casa …

leonardi

Benissimo, allora andrò subito al sodo …ma non si preoccupi nulla di grave.

d’urso

Mi dica dottore

Sulla scrivania, un foglio di carta, titolato figurano dei nomi cerchiati. Con una matita in mano il Responsabile delle risorse umane, facendo attenzione a non fare vedere il foglio, spunta con un asterisco, l’ultimo nominativo: GUIDO D’URSO .

DOTT. LEONARDI

(rassicurante)

Niente di importante caro D’URSO. Ricorda della contrattazione tra proprietà e i sindacati sulla proposta riduzione dei turni fino a fine anno ? Come saprà le commesse sono dimimuite … la gente compra meno …

D’URSO

(preoccupato)

Certo Dottore, ci sono novità ?

DOTT. LEONARDI

(rassicurante)

I sindacati hanno firmato l’accordo. E’ stato eliminato il turno pomeridiano … dalle 15,00 alle 19,00. Da lunedì prossimo, il pomeriggio potrà godersi la sua bella famiglia (sorriso …) Ma non si preoccupi, è solo per un breve periodo, dall’anno prossimo si ricomincia a pieno regime.

L’uomo, si alza dalla sedia, gira intorno alla stanza pensieroso

D’URSO

E ora … come farò ? Con metà stipendio non riuscirò a pagare il mutuo, le spese di casa …

E’ sicuro che presto riavrò le mie ore ? O forse devo aspettarmi il licenziamento ?

DOTT. LEONARDI

(cortese)

Vedrà, tutto si sistema. L’interesse della proprietà è quello di mantenere la forza lavoro e in particolare maestranze come lei, sig. VENTURA, fiore all’occhiello della struttura.

D’URSO

Dottore, io mi chiamo D’URSO, VENTURA è in mobilità dallo scorso anno …

DOTT. LEONARDI

(dispiaciuto)

Mi scusi ha ragione… ogni tanto anche io vado in cortocircuito. Comunque, non si preoccupi, vada via tranquillo a festeggiare la sua bimba. E ci vediamo domani mattina. Buona serata

D’URSO

(triste)

Speriamo Dottore che sia solo per qualche mese: io di quelle ore di lavoro ho realmente bisogno … Buonasera.

Il Responsabile del personale, sorridente, si alza dalla scrivania e accompagna un pensieroso e sconsolato D’URSO alla porta.

Chiusa la porta si siede, pensieroso e rabbuiato, nel foglietto cerchia il nome D’URSO GUIDO. Stacca il foglietto dal notes, lo stringe tra le mani e accartocciandolo, lo poggia sulla scrivania.

Si alza dalla sedia, osserva dalla finestra del suo ufficio l’officina vuota. Fuma una sigaretta, accende il PC, ed inizia a giocare al solitario, gelido.

int. – casa – notte

GUIDO, rientra in casa, bussa alla porta.

Apre una DONNA 35 anni, alta un metro e 70 circa,, bruna, occhi chiari, di bell’aspetto, che tiene in braccio una BIMBA di circa due anni e mezzo. La famiglia abita in un stabile in condominio; arredamento degli interni modesto ma dignitoso.

DONNA

Ciao amore.

GUIDO

Ciao Martina.

GUIDO, saluta la moglie MARTINA con un cenno poi si dirige verso la stanza da letto, apre l’armadio, si sveste. Entra in bagno, fa una doccia, indossa abiti di casa e visibilmente pensieroso, siede a tavola in attesa della cena.

MARTINA si avvicina lui.

MARTINA

Che succede ? Peroccupato ? Problemi in azienda ?

GUIDO

Martina, ti prego … ne parliamo dopo …

Bussano alla porta.

martina

Chi è ?

VOCE ragazzino (f.c.)

Mamma sono io…apri ?

Martina apre la porta

MARTINA

Ciao ANDREA, a quest’ora ? Presto, vai a lavarti le mani e vieni a cenare. Poi vediamo insieme se hai fatto i compiti…

ANDREA

Sono stato tutto il pomeriggio a scuola. Oggi laboratorio … il prof. non la finiva più …Per questo ho fatto tardi …

ANDREA, senza fermarsi e continuando a camminare si dirige verso la sua stanza chiudendo la porta.

GUIDO, e la piccola sono seduti a tavola. MARTINA inizia a distribuire le pietanze.

MARTINA

ANDREA, è pronta la cena, stiamo aspettando te…

ANDREA

(annoiato e infastidito)

Mamma, non ho fame …cenate voi …

MARTINA

(irritata)

ANDREA vieni subito a tavola! Quante volte debbo chiamarti ancora ??

ANDREA non risponde. In sottofondo dialoghi indistinti e confusi di ANDREA.

GUIDO, visibilmente irritato, si alza da tavola, si dirige verso la stanza del figlio, apre violentemente la porta

GUIDO

(furioso)

Alzati subito da quella sedia e vieni a cenare ! La mamma ti ha già chiamato più volte …

ANDREA, imperturbabile, cuffie nelle orecchie e consolle accesa, osserva il padre con sufficienza proseguendo a manovrare il telecomando della consolle.

GUIDO, esasperato, si dirige verso ANDREA, sfila con fare deciso le cuffie dalla testa del figlio gettandole a terra con forza . Allo stesso modo strappa dalle mani del figlio il telecomando della consolle lanciandolo in direzione del materasso del letto.

GUIDO

Vergognati ! Non ascolti più nessuno … non rispetti le regole … E vai malissimo anche a scuola … Che cazzo vuoi fare della tua vita ?

ANDREA si alza dalla sedia e rivolgendosi al padre

ANDREA

Sì, sì … sta parlando … lui che non ha neanche preso il diploma …

Il padre ha l’istinto di scagliarsi contro il figlio, ma si ferma. Esce dalla stanza e va sul balcone della cucina. Si accende una sigaretta.

ANDREA

(a bassa voce)

Pensa te… tutta la vita sfruttato a fare l’operaio …

ANDREA, scosso, chiude con decisione la porta della stanzetta.

Poggia la testa sulla scrivania. Si alza e siede a terra, appoggiando la schiena sul muro e con le mani tra le gambe.

All’interno della sua stanzetta buia illuminata dal monitor ove scorrono le azioni del gioco on line

in cucina

MARTINA termina di accudire CAROLA che finisce la sua cena. La piccola gioca sul pavimento con un pupazzetto.

MARTINA si dirige in balcone

GUIDO, lascialo perdere …E’ da qualche giorno che è intrattabile … vedrai … domani sarà lui stesso e chiederti scusa …

STANZA DI ANDREA

Si getta sul letto e si addormenta senza indossare il pigiama.

GUIDO, apre la porta della stanzetta, si accerta che il figlio dorma, raccoglie le cuffie e le viti staccate, riponendole con cura, insieme al telecomando, in un sacchetto di plastica che custodisce dentro l’anta dell’armadio.

int. CASA – giorno (mattina)

ANDREA, si sveglia, è solo in casa. Trova un biglietto

– LA MAMMA

ANDREA va in cucina e trova una brioche sulla tavola da pranzo, la apre e la mangia lentamente mentre osserva la casa vuota.

Girovaga per casa senza meta. Entra in bagno e si guarda allo specchio. Nota, incurisoito, una piccola peluria sotto il naso.

Esce dal bagno, cerca il suo i-phone, nella sua stanzetta, in cucina e infine in salotto, ma non lo trova.

Nel cercare, con ansia, il proprio telefono fa cadere dalla libreria, involontariamente, un album di vecchie foto.

Apre l’album e sofferma la sua attenzione su due foto. Una che ritrae il padre, adolescente, sopra una moto enduro DUCATI, capellone e con l’orecchino; l’altra foto sempre del padre, con lui in braccio appena nato.

ANDREA riflette e sorride.

fa un selfie seduto al suo notebook lo accende scaricando la foto,

stacca le due foto dall’album e le scannerizza;

clicca sul programma photoshop e realizza una composizione su due righe.

Nella prima riga, a sinistra della pagina inserisce la foto del papà tredicenne e, in corrispondenza, a destra, la foto del papà sorridente con lui, neonato, in braccio.

Nella seconda riga colloca a sinistra il suo selfie, e in corrispondenza a destra tre punti interrogativi.

ANDREA si alza dalla scrivania e va in cucina, prende una spugnetta, la imbeve d’acqua e pulisce le scritte sul muro del giorno prima.

Si avvicina alla finestra della sua stanzetta e si sofferma a osservare un uccellino sopra un albero che esce dal nido cercando, con fatica, di volare.

piu’ tardi

GUIDO ritorna dal lavoro, apre la porta di casa, posa le chiavi sul tavolo, ed entra nella stanza di ANDREA.

Dall’anta dell’armadio prende il sacchetto dove aveva riposto le cuffie con la vite staccata. Si siede sulla sedia della scrivania del figlio e comincia a riparare le cuffie.

ANDREA, in salotto con il suo i-phone in mano, si dirige verso la sua stanzetta.

ANDREA

Ciao papà … aspetta … forse quella vite va inserita più in basso …

GUIDO

Ciao Andrea .. hai proprio ragione .. ho già tentato più volte … dall’altra parte …

ANDREA, torna in salotto, prende una sedia e la colloca nella sua stanzetta, vicino a papà.

Padre e figlio proseguono nell’opera di ricostruzione delle cuffie. Sguardi e sorrisi compiaciuti d’intesa.

Suono di un sms

ANDREA, NABBO, CHE CAZZO FAI ANCORA A CASA ? DI CORSA, TI ASPETTO DAVANTI CASA DI ENRICO.

ANDREA

(al padre)

Papà, scusami, continui tu ? ENRICO mi ha invitato ad uscire un pò. Posso andare ?

GUIDO

Ok ANDREA vai. Ti aspetto. Ma non fare tardi che all’una si pranza.

ANDREA saluta il papà e frettolosamente si dirige verso la porta d’ingresso.

ANDREA apre la porta di casa: prima di uscire ritorna indietro va nella sua stanzetta dove il papà sta completando la riparazione delle cuffie.

ANDREA guarda il padre seduto sulla sedia e lo abbraccia. GUIDO si gira verso di lui. I due si guardano negli occhi. Simultaneamente incrociano il pugno della mano destra.

ANDREA, guarda l’orologio del suo I-phone e velocemente, esce di casa, scende le scale, apre il garage. Prende il suo hoverboard, chiude il garage e si dirige verso l’appuntamento.

GUIDO, ancora assorto nel lavoro di riparazione delle cuffie, inavvertitamente pigia un tasto del notebook di ANDREA.

Sul monitor compare la fotocomposizione creativa elaborata dal figlio il giorno prima.

Il volto di GUIDO dapprima incuriosito si trasforma in un sorriso

EST. VIALE ALBERATO – GIORNO

ANDREA, sopra il suo hoverboard, nel marciapiede che conduce a casa dell’amico.

Durante il percorso incrocia un papà, affannato, che aiuta il figlio (età 6-7 anni circa), ad andare in bicicletta. ANDREA si ferma ed osserva la scena.

Riparte verso l’appuntamento.

Nei pressi della scuola dell’infanzia, ANDREA si ferma. E’ il momento dell’uscita. Sofferma la sua attenzione sulla corsa di un bambino verso la mamma che, trepidante, lo attende a braccia aperte.

ANDREA sorride

Un uccellino esce dal nido.Ha quasi imparato a volare.

THE END