Francia 1938-il bis Italiano

il 4 Giugno parte in Francia la terza edizione dei Campionati Mondiali. L’Argentina, in polemica con la Fifa, non partecipa, anche l’Uruguay marca visita, cosi come i maestri inglesi (peccato, avremmo voluito vedere il sistema contro il metodo). Ma c’e tumulto in Europa: l’Austria è costratta a ritirarsi in seguito all’inclusione con la Germania, mentre la Spagna, dilaniata dalla Guerra civile, non partecipa neanche alle qualificazione.
Nel frattempo si riaffaccia il Brasile, che diventerà grande dopo la guerra. La prima gara che va in scena è Germania-Svizzera e c’e subito la prima sorpresa: la Svizzera ferma la “corazzata” Germania, fischiata 90 minuti. Nel replay, vinceranno addirittura gli elvetici. L’altra sorpresa è Cuba: pareggia 3-3 contro la Romania e vince il replay. L’Ungheria supera comodamente l’Indie Olandesi e la Svezia non gioca contro l’Austria.
Vita facile per Francia e Cocoslovacchia (Belgio e Paesi Bassi) mentre Italia e Brasile vincono ai supplementari contro Norvegia e Polonia. Ma soffermiamoci su Italia-Norvegia: i Campioni del Mondo (fischiati 90 minuti dal pubblico di Marsiglia) segnano subito con Ferraris ma hanno difficoltà a chiudere la gara, frutto di una carente condizione fisica. Il risultato non cambia fino al sorprendente pareggio di Brustad che manda la gara ai supplementari per la gioia dei “marsigliesi”. Dopo quattro minuti il laziale Piola risolve la questione ma gli azzurri non convincono. A guardare la partita c’era anche il CT del Brasile. Ai quarti di finale l’Ungheria supera la sorprendente Svizzera mentre la Svezia ha vita facile contro Cuba. Brasile-Cecoslovacchia termina 1-1, al replay vince il Brasile 2-1. l’Ultimo quarto è Francia-Italia: gli azzurri indossano il nero e fischiatissimi passano in vantaggio grazie a Colaussi, un minuto dopo pareggia Heisserer per la gioia dei padroni di casa. Nel secondo tempo viene fuori lo strapotere azzurro e segnano due volte con Piola. Colombes è espugnata.
L’Ungheria supera agevolmente la Svezia 5-1 mentre la sorpresa è l’Italia che a Marsiglia espugna il Brasile. Il primo tempo finisce a reti bianche, mentre nella ripresa in nove minuti l’Italia va sul 2-0 grazie a Colaussi e Meazza, che si arregge i pantaloncini sul dischetto. Romeu all’87esimo rende meno amara la sconfitta. Clamoroso abbaglio del CT del Brasile che tiene a riposo Leonidas in vista della finale, sicuro di battere gli azzurri visti contro la Norvegia. Addirittura la spedizione brasiliana aveva già acquistato i biglietti aerei per Parigi, dove si gioca la finale. Pozzo proverà in tutti i modi a convincere i brasiliani, ma non riuscendoci l’Italia raggiungerà Parigi in treno. Il 19 giugno a Colombes vanno in campo due scuole di pensiero: pratica l’Italia e ultra tecnica l’Ungheria. Dopo sei minuti segna Colaussi, due minuti dopo pareggia Tikos. Il primo tempo si chiude 3-1 per l’Italia grazie alle reti di Piola e Colaussi. Sarosi accorcia le distanze, ma Piola dodici minuti dopo ristabilisce le distanze e legittima la supremazia italiana. I fischi incessanti si trasformano in timidi applausi quando capitan Meazza riceve la Coppa Rimet. Si chiude il cerchio italiano che tornera protagonista solamente 42 anni dopo.

1956-Fiorentina

Prima di raccontare il primo scudetto viola, è bene inquadrare come stava messa la serie A. Avevano vinto lo scudetto 10 squadre, 8 citta. Comandavano Genoa e Juventus con 9 allori, con una piccola differenza: il Genoa non vinceva dalla stagione 23/24 mentre la Juve dal 51/52. La metropoli Milano contava 12 scudetti, mentre la provincia, escludendo Genova, 15. Un solo scudetto è finito nella capitale. Adesso inquadriamo come era messa la società viola: reduce da due quarti posti, due quinti posti e un settimo posto. Fulvio Bernardini siede sulla panchina da due stagioni e mezzo. La stagione parte con un non esaltante pareggio, seguono due vittorie pesanti contro Padova e Juventus (a Torino). Pari casalingo contro l’Inter poi vittoria a Bologna e tre punti casalinghi contro il Torino. Seguono tre partite altalenanti: pari a Vicenza, vittoria casalinga contro il Torino e pareggio a Novara. Adesso il passo è quello giusto, serve solo regolarita. Dopo il pareggio di Novara seguono quattro vittorie consecutive, con vittime illustri. Milan (a Milano), Roma a Firenze, Triestina e Napoli (a Napoli). Due 0-0 casalinghi consecutivi rallentano un po la corsa, ma il girone d’andata termina con il pareggio a Roma (sponda Lazio) e la vittoria casalinga contro il Genoa. Il girone di ritorno si apre come si è chiuso il girone d’andata: quattro vittorie consecutive contro Pro Patria, Padova, Juventus e Inter (a Milano). Due 0-0 consecutivi seguiranno quattro vittorie: Vicenza, Torino, Novara e Milan (a firenze). é il preludio allo scudetto che si materializzerà la settimana successiva con il pareggio a Trieste. Con l’alloro già in tasca i viola pareggiano in casa contro il Napoli e vincono contro la Lazio e vincono a Ferrara, pareggiano a Genova (sponda Samp) e perdono a Genova sponda Genoa, unica sconfitta in campionato. Tutti i numeri sono dalla parte della squadra viola: prima nel girone d’andata, prima nel girone di ritorno, prima come rendimento in casa e prima come rendimento in trasferta. Scappa il miglior attacco (Milan) ma non la miglior difesa con appena 20 reti subite.

1934-Italia

Quattro anni dopo l’esordio in Uruguay, la Coppa Rimet sbarca in Europa, più precisamente in Italia. é inutile dire che per Mussolini fù una vera e proprio prova di forza, a posteriori, superata perche l’Italia paese se la cavò alla grande. Sedici le squadre qualificate. L’Uruguay non partecipa per restituire la mancata presenza nel 1930 e l’Argentina partecipa con una rappresentativa sperimentale, in protesta contro l’Italia per aver saccheggiato i migliori oriundi. Agli ottavi di finale cadono Argentina contro la Svezia, Brasile contro la Spagna, Paesi Bassi contro la Svizzera, Francia contro l’Austria, anche se, in verità l’Austria era favorita. L’Italia supera agevolmente il primo turno superando 7-1 gli Stati Uniti (tripletta di Schiavio, doppietta di Orsi, Ferrari e Meazza). Ai quarti di finale la Germania fa fuori la Svezia, la Cecoslovacchia la Svizzera e l’Austria l’altra balcanica Ungheria. Più complicato il quarto dell’Italia: a Firenze la Spagna passa in vantaggio con Regueiro, ci pensa Ferrari a portare la gara ai tempi supplementari. Il risultato non cambia e serve la ripetizione: l’Italia schiera la formazione migliore mentre la Spagna opera molti cambi, fra cui il portiere Zamora. Nessuno saprà mai perchè il fuoriclasse spagnolo non gioca: si parla d’infortunio ma non verrà mai dimostrato. Detto questo, un gol di Meazza porterà l’Italia in semifinale. La Cecoslovacchia supera agevolmente la Germania e l’Italia compie l’impresa eliminando il wunderteam (al secolo Austria) grazie al gol di Guaita. Il 10 Giugno a Roma un gol di Puc zittisce lo stadio del Partito Nazionale Fascista, quattro minuti dopo Orsi rimette in carreggiata la sua rappresentativa. La gara si decide ai tempi supplementari e Schiavo permette a capitan Combi di alzare, davanti a Mussolini, la prima Coppa Rimet.

1992-Danimarca

Quando il destino bussa alla porta. Il 10 Giugno 1992 iniziano in Svezia i Campionati Europei di calcio. Otto squadre ammesse: Svezia (paese ospitante), Francia, Inghilterra, Jugoslavia, Paesi Bassi, Germania, Scozia, Unione Sovietica. Ma è un periodo di gran fermento in Europa: l’Unione Sovietica di fatto si sgretola, parteciperà ai campionati con il nome CSI. Non risulta indebolita, ma sicuramente la testa è da un’altra parte. La Jugoslavia invece venne squalifata per fatti bellici. E si che parliamo di una signora Jugoslavia. Quasi “al mare” viene ammessa la Danimarca, seconda classificata nel girone della Jugoslavia. Viene inserita nel girone A insieme a Svezia, Inghilterra e Francia. Non proprio una passeggiata di salute, la padrona di casa e due corazzate europee. Al debutto la formazione danese impatta con l’Inghilterra, perde di misura contro la Svezia e vince lo scontro diretto contro la Francia grazie ai gol di Larsen e Elstrup. Nel frattempo nell’altro girone i Paesi Bassi terminano primi e la Germania seconda. Questi gli incroci: Svezia-Germania e Paesi Bassi-Danimarca. Il 22 Giugno si gioca Paesi Bassi-Danimarca: la gara termina 2-2 con i gol di Bergkamp, Rijkaard e doppietta di Larsen. Ai calci di rigore la squadra danese vincerà 5-4. Incredibilmente è finale. La sfidante è blasonata: la Germania. Il 26 Giugno si gioca la finale e con un gol per tempo di Jensen e Wilfort la squadra danese porta a casa la coppa. Chissà se la Jugoslavia poteva vincere, ma questa è una favola che solo il Campionato Europeo può regalare.

1986-Steaua Bucarest

Dopo 30 anni la Coppa dei Campioni supera “il muro di Berlino” e raggiunge Bucarest. Al primo turno i rumeni superano i danesi del Vejle con il complessivo 5-2. Agli ottavi un quasi derby: a Budapest finisce 1-0 per i padroni di casa ma a Bucarest finisce 4-1. Superato lo scoglio ungherese, una squadra apparentemente facile, il Kuusysi Lahti. Pareggio a reti inviolate a Bucarest e vittoria di misura a Lahti. Si spalancano le porte della semifinale. Il sorteggio dice Anderlecht, squadra belga molto blasonata. Ad Anderlecht vincono di misura i padroni di casa, a Bucarest vincono prepotentemente i padroni di casa. Ed è finale. Si gioca in Spagna, Siviglia, e la rivale è estremamente forte, il Barcellona. Entrambe le squadre schierate con il 4-4-2, la partita finisce 0-0 e servono i rigori per assegnare la Coppa. Majearu, Boloni, Alexanko, Pedraza, Pichi Alonso e Marcos Alonso Pena sbagliano, Lacatus e Balint realizzano e regalano la prima coppa europea al proprio paese. Nel derby orientale contro la Dinamo Kiev, i rumeni conquisteranno anche la supercoppa Europea, chiudendo il double continentale.

1982-Aston Villa

L’Inghilterra domina la scena “pallonare”. Viene da cinque Coppe dei Campioni consecutive (3 Liverpool-2 Nottingham Forest) e una coppa Uefa vinta dall’outsider Ipswich Town. Tutto fa presagire ad un cambio di guardia ma l’Aston Villa si impone subito contro gli islandesi del Valur 7-0. Dopo gli islandesi due dinamo: Berlino e Kiev. Il complessivo è 4-2 per i Villans. Il viaggio continua e adesso è di turno l’Anderlecht: 1-0 a Birmingham e 0-0 a Bruxelles. Per i Bordeaux-celesti è la prima finale alla prima apparizione. Lo scoglio è di quelli duri, il Bayern Monaco, già vincitore di tre edizioni. Il 26 maggio a Rotterdam va in scena la finale. Il primo tempo si chiude a reti bianche. Il gol partita e coppa lo realizza Withe al 67esimo. Gli inglesi vinceranno anche la Supercoppa Europea, chiudendo il double europeo.