Riflessioni

...dall'inferno di Auschwitz

A proposito degli orrori di Auschwitz, sembra impossibile che qualcuno riuscisse ad alimentare la speranza di uscirne vivo e ad affidarsi a Dio. È il caso di Etty Hillesum, morta ad Auschwitz nell’autunno del 1943, fine intellettuale ebrea nata in Olanda, dalla vita piena e ricca che riuscì non a dare un senso al non
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RI-NASCERE

  Il nuovo giorno, il giorno delle riaperture, del sì alla vita. Oggi siamo usciti dalle nostre tane, quelle tane che se per oltre due mesi ci sono sembrate prigioni ci davano però quel senso di protezione di cui avevamo bisogno per esorcizzare la paura. Oggi abbiamo messo fuori il capo cautamente, saggiato il terreno,
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Assenze...

Ci sono assenze che sono presenze e presenze che vivi come realtà invisibili. Certe assenze ti martellano in testa, sono fragorose nel loro silenzio e riempiono tutti i tuoi pensieri. È nell’assenza che ritrovi il senso della presenza. foto: Henri Cartier-Bresson

Tra me e me

Non puoi imbrigliare un’anima all’infinito, questa sfugge a logiche di opportunità, assennatezza, pianificazioni, progetti… A volte esplode in tutta la sua repressa volontà di esprimersi e non sei mai stato tanto vero come quando riesci ad assecondarla spogliandoti di tutto quanto ti sei circondato per anni, ripulendoti dalle tossine velenose dei tuoi falsi convincimenti, illusorie
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Autoritratto

Foto Vivian Maier – Self portrait   Non ci sono repliche. La tua esistenza è un susseguirsi di istanti dove non c’è un copione da seguire e le tue performance non ammettono prove, tentativi… Ogni istante va in scena lo spettacolo della tua vita dove l’improvvisazione è l’unica scelta che hai. Una vita all’istante spettacolo
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Leggendo Virginia Wolf

  Sto leggendo i Diari di Virginia Woolf, straordinaria scrittrice, geniale, amabile, perturbante, critica… Ha la capacità di far emergere gli strati più sotterranei della nostra anima, legge in profondità, porta alla luce, dilania, esalta. Leggendo mi ha colpito questa sua riflessione, nella quale mi sono ritrovata ma penso che tutti in un modo o
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Il tempo dei papaveri

Guardo fuori, un pallido sole fa capolino tra nuvoloni gonfi di pioggia, insiste, spinge, e riesce a illuminare con i suoi deboli raggi l’erba del prato fradicia di pioggia e il manto rosso dei papaveri che occhieggiano spaesati. Il sole è tiepido ma sufficiente a darti la carica emotiva necessaria a cambiare sguardo. Non c’è
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L'abbraccio di una madre

È da tempo che volevo pubblicare questa poesia di Amy Karolyi, poetessa ungherese che in questi brevi versi raggiunge un’intensità assoluta. Lei l’ha scritta per il proprio compagno. Io leggendola ho pensato a mia madre che sapeva abbracciare allo stesso modo e della quale ricordo il palmo della mano che mi ha accompagnato nella vita.
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La sindrome di Mary Poppins - praticamente perfetta

È da sempre che rincorro con enorme fatica la capacità di non prendermi troppo sul serio, di riuscire a ridere di me stessa, cogliendo il senso della vita con la giusta dose di autoironia e leggerezza. Mica facile però anche per un innato amor proprio ed eccessiva autovalutazione che in fondo non sarebbe neppure una
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Resilienza...senza retorica

  Quando non c’è più rimedio è inutile addolorarsi, perché si vede ormai il peggio che prima era attaccato alla speranza. Piangere sopra un male passato è il mezzo più sicuro per attirarsi nuovi mali. Quando la fortuna toglie ciò che non può essere conservato, bisogna avere pazienza: essa muta in burla la sua offesa.
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