V Domenica di Pasqua anno B

Gv 15,1-8

Io sono la vera vite.
Chi rimane in Me ed Io in lui fa molto frutto.
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 15,1-8)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in Me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato. Rimanete in Me e Io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in Me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in Me e Io in lui, fa molto frutto, perché senza di Me non potete far nulla. Chi non rimane in Me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in Me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli”. Parola del Signore.

RIFLETTIAMO

Il brano di oggi fa parte dei discorsi di addio del Vangelo di San Giovanni, sono i capitoli 13-17 e rappresentano il lungo discorso fatto agli Undici Apostoli, dopo l’uscita dal Cenacolo di Giuda. Gesù non volle parlare in sua presenza, espose i discorsi solo ai suoi veri amici. Lo stesso lo fa chi vuole confidare qualcosa di importante alle persone di fiducia.
Nel capitolo 13, all’inizio quindi dei discorsi di addio, Gesù invita Giuda ad andare a compiere quello che aveva in mente: il tradimento. “Preso il boccone, egli subito uscì. Ed era notte” (Gv 13,30). San Giovanni precisa che era notte non solo per il buio che oscurava tutto, era notte soprattutto nella mente di Giuda. Aveva perduto la sua anima, non “vedeva” più tutto il bene compiuto da Gesù né le sue parole cariche di amore e di perdono.
Quindi, nei memorabili discorsi d’addio di Gesù non è presente Giuda, dal versetto 31 del capitolo 13 fino a tutto il capitolo 17.
Questo ci dice che Gesù vuole confidarsi solamente con chi Lo ama, ascolta e pratica i suoi insegnamenti. Non si rivolge a quanti vivono una Fede ballerina, egoista, personale. E risultano non credibili quanti si attribuiscono carismi e rivelazioni, conducendo una vita in opposizione ai Comandamenti, agli insegnamenti del Signore. “Dai loro frutti li riconoscerete”.
La Parola di oggi ci dice che si rimane attaccati alla Vite che è Gesù, compiendo la sua Volontà, osservando i Comandamenti, e non tanto per alcune preghiere che si recitano o per la partecipazione senza interesse ed inconsistente alla Santa Messa.
Il cristiano è spiritualmente vivo e operoso solo se rimane legato alla Vite, solo con la linfa divina è un tralcio vivo. È impegnativo, lo sappiamo, ma quanti sacrifici inutili si compiono nella giornata e si valutano come indispensabili? Solo la comunione con Gesù è essenziale, tutto il resto passa e si lascerà in questo mondo.
Certo, la vita è meravigliosa e va vissuta nei suoi svariati diversivi, senza però perdere la comunione con Dio. Un tralcio si stacca definitivamente dalla vite e secca, gli uomini invece rimangono legati anche quando sbagliano e si pentono, ma il tralcio potrà spezzarsi definitivamente quando gli errori gravissimi sono continuativi e deliberati.
Per evitare il distacco dalla Vite bisogna rinnegarsi, vincersi in quei comportamenti opposti alle virtù. I cristiani sono benedetti anche per la Legge morale che li illumina sul percorso da fare e indica le cose giuste da compiere. Innanzitutto, il tralcio, cioè il cristiano, deve tagliare quei germogli che disperdono il fervore spirituale, come l’erbaccia e i cespugli attorno agli alberi che assimilano e tolgono la linfa agli alberi.
Gesù inoltre spiega che il Padre pota perché il tralcio porti più frutto. Quindi, il Padre per distaccare i buoni cristiani da idoli e da comportamenti sbagliati, permette la loro purificazione, e viene chiamata benedetta per l’eliminazione del male spirituale presente nel cristiano.
Spesso si vivono prove dolorose e sofferenze inspiegabili, proprio qui il cristiano ha la grande opportunità di fermare la tumultuosa corsa della sua vita e capire gli avvenimenti tramite la preghiera. Chi incontra la sofferenza comincia a riflettere sulla vita, prega e abbandona le cose futili, scopre la gioia incontrando Gesù.
Dio Padre non manda sofferenze né vuole la malattia degli uomini, in certi casi la permette per potare quei cespugli spigolosi che tanta tristezza e confusione causano nei buoni. Impegniamoci noi a cercare i germogli negativi che fanno parte della nostra vita e sradichiamoli per crescere nella Fede, trovare stabile gioia e pace interiore.
Ognuno di noi ha la possibilità di compiere buone opere spirituali e portare molto frutto, questo è il compito dei veri discepoli del Signore.

III Domenica di Pasqua anno A Luca 24,35-48

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 24,35-48

Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Stupiti e spaventati credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la grande gioia ancora non credevano ed erano stupefatti, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Poi disse: «Sono queste le parole che vi dicevo quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente all’intelligenza delle Scritture e disse: «Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni.

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RIFLETTIAMO

Il Vangelo di oggi è uno dei momenti più suggestivi, vediamo anche che Gesù mangia del pesce arrostito con gli Apostoli ma prima domanda: “Avete qui qualche cosa da mangiare?”.
Anche se gli Apostoli Lo avevano già visto Risorto, erano ancora presi da un timore deferente e rispettoso verso Gesù e non trattavano con Lui come quando giravano per le città. Anche allora nutrivano un rispetto superiore quasi alle loro capacità, dopo la Risurrezione erano esitanti e imbarazzati.
Gesù appariva agli Apostoli ed essi nutrivano maggiore rispetto. Era Risorto, glorioso e gli Apostoli Lo percepivano non come l’Uomo che per tre anni girava a predicare con loro, Lo identificavano con una visione molto più spirituale. D’altronde, se Gesù è Risorto dalla morte non può che essere il Figlio di Dio.
Gesù è capace di far risorgere quanti sono morti nello spirito e vagano nel mondo senza meta, seminando corruzioni nelle loro giornate e profondamente risoluti nel fidarsi solamente delle loro potenzialità. Non solo i più deboli, anche quelli che rivestono incarichi di responsabilità cadono in continui errori se la loro Fede non è la vera bussola.
Sono molti quelli che hanno ricevuto molti talenti da Gesù e li consumano banalmente negli errori, seguono le loro opinioni e sono allergici alla verità, non vogliono conoscere la verità per orgoglio, spesso anche per incapacità intellettuale.
Gesù ci chiama a diventare testimoni credibili del suo Vangelo, se non c’è ancora questa disponibilità, bisogna chiederla ogni giorno.
Già in questa vita i veri credenti cominciano ad assaporare, a vivere, ad avvertire interiormente gli straordinari frutti dello Spirito Santo.
“Il frutto dello Spirito è: amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza e dominio di sé” (Galati 5,22).
Cosa non darebbe tanta gente per possedere questi frutti concessi dallo Spirito Santo?

II DOMENICA DI PASQUA O DELLA DIVINA MISERICORDIA ANNO B

Gesù, stette in mezzo e disse loro: Pace a voi!
E i discepoli gioirono al vedere il Signore

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TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 20,19-31)
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome. Parola del Signore.

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RIFLESSIONI

Dopo la morte di Cristo, gli apostoli rimasero soli. Ebbero paura al punto di rinchiudersi per il timore delle persone malevoli. Avevano vissuto tre lunghi anni con il Maestro, ma non l’avevano capito, al punto che Cristo dovette rimproverarli seriamente (Lc 24,25). Non l’avevano capito perché il loro modo di pensare restava troppo terra terra. Vedendo Cristo impotente e senza coscienza sulla sua croce, essi avevano gettato tutt’intorno sguardi impauriti, dimenticando ciò che era stato detto loro: “Vi vedrò di nuovo, e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno vi potrà togliere la vostra gioia” (Gv 16,22). Ed ancora: “Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!” (Gv 16,33).
I discepoli si rallegrarono al vedere Cristo, furono rassicurati dalle sue parole: “Pace a voi! Ricevete lo Spirito Santo!”. Ma essi dovettero attendere la Pentecoste perché lo Spirito Santo venisse a purificare i loro spiriti e i loro cuori, a dare loro il coraggio di proclamare la gloria di Dio, di portare la buona novella agli stranieri e di infondere coraggio ai loro seguaci. Dio si è riavvicinato agli uomini ed essi si sono rimessi nelle sue mani, per mezzo di Cristo e dello Spirito Santo.
Concedendo agli apostoli il potere di rimettere i peccati, Cristo ha detto loro: “Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete resteranno non rimessi” (Gv 20,22-23). Come Cristo ha fatto con gli apostoli, così il vescovo, imponendo le mani ai sacerdoti che vengono ordinati, trasmette oggi il potere dello Spirito Santo, che permette loro di dispensare i sacramenti e, attraverso di essi, di assolvere i peccati. Ogni sacramento, non solo evoca il ricordo di Cristo, ma è Cristo in persona, che agisce immediatamente per salvare l’uomo. Nel dispensare i sacramenti, la Chiesa si mette in un certo senso ai piedi della croce per portare la salvezza ai credenti. Come potrebbe quindi dimenticare la fonte dalla quale scaturiscono le grazie di salvezza che sgorgano dalle sue mani?
Dio realizzerà il suo più grande desiderio, renderà l’uomo felice se egli lo vorrà, se risponderà “sì” al Padre che gli offre la gioia, a Cristo che gli porta la salvezza, allo Spirito Santo che gli serve da guida.
Dio non impone il suo amore agli uomini. Egli attende che l’uomo stesso faccia un passo in avanti. Dio salva chi si apre a lui per mezzo della fede, della speranza e dell’amore. Dio si avvicina, e anche l’uomo deve avvicinarsi a lui. Allora Dio e l’uomo si incontrano sullo stesso cammino, in Cristo, nella sua Chiesa.
Cristo non è solo uomo, né solo Dio. È Dio e uomo allo stesso tempo; grazie a questa duplice natura, egli è come un ponte teso tra l’umanità e Dio. Questo ponte sarebbe rimasto deserto – né gli uomini né Dio vi avrebbero messo piede – se la causa della discordia e della separazione – il peccato – non fosse stata soppressa. Il sacrificio offerto a Dio da Cristo ha cancellato le colpe passate, presenti e future. “Egli ha fatto questo una volta per tutte, offrendo se stesso” (Eb 7,27). Da allora gli uomini possono “per mezzo di lui accostarsi a Dio” fiduciosi del fatto che “egli resta sempre” (Eb 7,25).
Così, per la sua natura prodigiosa e il suo sacrificio completo, Cristo è il solo Intercessore e Sacerdote Supremo. In Cristo, gli uomini ritornano al Padre. In Cristo il Padre rivela agli uomini l’amore che egli porta loro.
È sempre più facile avvicinarsi a Dio prendendo la mano caritatevole che il Padre tende all’uomo per aiutarlo a seguire Cristo, nostro Redentore. Tale è il senso del salmo che evoca l’uomo miserabile il cui grido giunse fino agli orecchi del Signore, e che fu liberato dai suoi mali.

DOMENICA DI PASQUA – RISURREZIONE DEL SIGNORE ANNO A

QUESTO È IL GIORNO CHE HA FATTO IL SIGNORE: RALLEGRIAMOCI ED ESULTIAMO.

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TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 20,1-9)
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti. Parola del Signore.

Sequenza
Alla vittima pasquale,
s’innalzi oggi il sacrificio di lode.
L’Agnello ha redento il suo gregge,
l’Innocente ha riconciliato
noi peccatori col Padre.

Morte e Vita si sono affrontate
in un prodigioso duello.
Il Signore della vita era morto;
ma ora, vivo, trionfa.

«Raccontaci, Maria:
che hai visto sulla via?».
«La tomba del Cristo vivente,
la gloria del Cristo risorto,
e gli angeli suoi testimoni,
il sudario e le sue vesti.
Cristo, mia speranza, è risorto:
precede i suoi in Galilea».

Sì, ne siamo certi:
Cristo è davvero risorto.
Tu, Re vittorioso,
abbi pietà di noi.

RIFLESSIONI

EGLI DOVEVA RISUSCITARE DAI MORTI Gv 20,1-9

È la Pasqua di Resurrezione di Gesù, un momento storico ma pieno di mistero, un fatto inusitato e al solo ripeterlo manda in crisi i più increduli. Un Uomo è Risorto, ma nessun uomo ha questa facoltà, il potere di disporre della sua vita come desidera. D’altronde, se un uomo è morto non ha alcuna capacità né possibilità di decidere come e quale azione compiere.
L’uomo mortale è limitatissimo, basta poco per patire una grave malattia, per smarrire l’onesta identità, per perdere tutto quello che ha, anche gli affetti più assicurati. Chi è l’uomo fatto di fango che si muove in questo mondo e pretende di sostituirsi anche a Dio?
Alla prima tribolazione cade precipitosamente e spesso non trova alcun appiglio per rialzarsi. L’uomo da solo è un composto di egoismo, orgoglio e superbia, si illude di poter fare a meno di Gesù e vive con forte agitazione e crescente apprensione, tanto che la pressione arteriosa è sempre più alta del normale.
L’umanità è poco attenta al fine dell’esistenza, ciò per cui vale la pena vivere e sacrificarsi, essa è troppo concentrata sui mezzi che devono produrre necessariamente piaceri incessanti, e se non li trovano in un modo cercano altre condizioni per soddisfare la carne. Proprio la carne si decomporrà e diventerà cenere, mentre l’anima vivrà eternamente ed è l’anima nell’aldilà a dare forma al corpo.
A Gesù non è avvenuto questo, il suo Santissimo Corpo non si è decomposto e la sua Anima non ha dovuto dare forma spirituale al Corpo per renderlo visibile. Gesù è Risorto con il suo Corpo autentico, questo è l’annuncio che sconvolge tutti, la sua Resurrezione fa tremare tutte le montagne del mondo, a cominciare dalla catena montuosa dell’Himalaya lunga circa 2.400 km dove si trovano le cime più alte della terra, come l’Everest (8848 metri), il K2 (8611 metri).
La Resurrezione di Gesù scompiglia tutti i calcoli umani, capovolge la forza della natura la quale si sottomette a Lui, tutto diventa sottoposto al Figlio dell’Uomo e nessuna cosa può sentirsi libera dal potere Onnipotente di un Dio che mostra di poter morire nel Corpo di Carne ma di risorgere quando stabilisce, perché è il Signore della Vita.
Gesù è il Vivente, ai suoi nemici è apparso debole dopo che aveva dimostrato l’Onnipotenza nel far risorgere i morti, che aveva dominato ogni forma di malattia e aveva comandato anche alla natura sconvolta in una notte di pesca con gli Apostoli tramortiti, di calmarsi, di tacere.
«Nel frattempo si sollevò una gran tempesta di vento e gettava le onde nella barca, tanto che ormai era piena. Gesù se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora Lo svegliarono e gli dissero: “Maestro, non T’importa che moriamo?». Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: “Taci, calmati!”. Il vento cessò e vi fu grande bonaccia. Poi disse loro: “Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?”. E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: “Chi è dunque Costui, al quale anche il vento e il mare obbediscono?”» (Mc 4,37-41).
I miracoli e l’Onnipotenza di Gesù che conosciamo dal Vangelo, non sono assolutamente rimasti nel Sepolcro di Giuseppe d’Arimatea, non poteva avvenire perché il Signore è Risorto, è vivo come duemila anni fa ma con il suo autentico Corpo glorificato. Infatti dopo la sua Resurrezione per convincere gli Apostoli che veramente era vivo, quindi Risorto, mangiava insieme a loro del pesce, proprio come faceva nei tempi passati.
«Quando già era l’alba Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: “Figlioli, non avete nulla da mangiare?”. Gli risposero: “No”. Allora disse loro: “Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete”. La gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: “È il Signore!”. Simon Pietro appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi il camiciotto, poiché era spogliato, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: infatti non erano lontani da terra se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: “Portate un po’ del pesce che avete preso or ora”. Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatrè grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: “Venite a mangiare”. E nessuno dei discepoli osava domandargli: “Chi sei?”, poiché sapevano bene che era il Signore.
Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro, e così pure il pesce. Questa era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risuscitato dai morti» (Gv 214-14).
Mi commuovono questi brani, la bontà di Gesù è indefinibile, non ci sono termini per darle una adeguata valutazione. Fece trovare un fuoco di brace e del pesce che si arrostiva, anche del pane, tutto era comunque un miracolo, tutto apparso dal nulla, come solo un Dio vivo e vero era capace di fare.
La società oggi non aiuta a vivere cristianamente e anche i cristiani deboli vengono assorbiti in un vortice di vanità e di vita sprecata, perdendo ogni riferimento verso Gesù per la forza irresistibile delle pressioni esterne che arrivano da moltissime parti.
Molti cristiani non sono più convinti che Gesù è vivo, perché non ne fanno più esperienza e nelle difficoltà non Lo cercano, si rivolgono altrove… Gli innumerevoli peccati che commettono come i grandi peccatori, li indeboliscono sempre più e l’anima perde ogni tensione verso Dio. Anche il cristiano diventa un peccatore incallito e può essere nemico di Gesù imitando il traditore impiccato.
Non lasciamoci portare via Gesù dai personaggi che tentano di rubarci l’anima con le loro teorie assurde che interpretano con maestria. Se andiamo a leggere la vita che conducono… restiamo disgustati. Pubblicamente si mostrano sani e puri… ma il loro intento e farci staccare da Gesù Risorto.
Non permettiamo a chiunque di distruggere la nostra Fede, la nostra sicura certezza che Gesù è Risorto, è vivo e vero.

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La Madonna oggi è raggiante di gioia per la Risurrezione di Gesù, e La ricordiamo così, anche se il suo Cuore soffre per tutti noi!

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