Implantologia a carico immediato senza gengiva

2018-10-17_22h40_50

Le tasche gengivali sono il risultato dell’aumento di profondità del solco gengivale, sono vere e proprie tasche che corrono tra il dente e la gengiva ad esso non più adesa.

In condizioni di salute, il solco gengivale ha una profondità di circa 3 mm ed in questa sede tende a depositarsi la placca batterica i cui batteri producono l’infiammazione gengivale, gengivite, da cui il distacco delle gengive dal dente (un distacco minimo ma estremamente pericoloso), l’infiltrazione di più placca e tartaro, la progressione della gengivite che diventa parodontite e la formazione delle tasche gengivali.

Formazione

Le tasche gengivali sono prodotte dai batteri della placca che si deposita all’interno del solco gengivale e qui inizia la sua azione infiammatoria e distruttiva.

L’igiene orale domiciliare è fondamentale per rimuovere i frammenti di cibo rimasti incastrati tra i denti dopo aver consumato un pasto, se ciò non viene fatto, i batteri si nutrono di tali micro frammenti e nel farlo producono tossine ed acidi che sono pericolosi per due motivi: il primo poiché corrodono lo smalto del dente dando inizio alla formazione della carie; il secondo poiché infiammano i tessuti molli che circondano i denti causando il recessione gengivale.

Ma le tasche gengivali allora quando si formano ?

La condizione fino a qui descritta è già grave ma, comunque, reversibile. Se, però, i batteri non vengono rimossi e sono lasciati liberi di continuare la loro azione distruttrice, essi scavano, per così dire, creando tasche gengivali sempre più profonde fino ad arrivare ad intaccare l’osso alveolare.

Con un po’ di fantasia, possiamo dire che le tasche gengivali servono alla parodontite come mezzo per arrivare ad intaccare tutti i componenti del parodonto che ricordiamo sono: la gengiva, il legamento parodontale e l’osso alveolare sede del dente.

Sintomi delle tasche gengivali

I sintomi provocati dalle tasche gengivali non sono tali da preoccupare chi ne soffre, si dice che la parodontite è una patologia subdola poiché silente ma altamente lesiva.

Generalmente i sintomi accusati sono sovrapponibili a quelli della gengivite: arrossamento ed inspessimento delle gengive, perdita di tono dei tessuti molli e sanguinamento che in un primo momento può essere determinato dallo spazzolamento dei denti ma, con il progredire della malattia parodontale, non è raro assistere a sanguinamento spontaneo delle gengive.

In caso di profonde tasche gengivali che hanno permesso ai batteri di colonizzare anche l’osso alveolare provocandone il lento ma inesorabile riassorbimento, il sintomo più evidente è l’estrema mobilità del dente fino al punto in cui, sotto la pressione dei carichi masticatori, il dente stesso cede e cade.

Il materiale purulento e necrotico all’interno delle tasche gengivali provoca un altro sintomo che non reca dolore ma è fortemente temuto soprattutto poiché limita le relazioni sociali, stiamo parlando dell’alito cattivo od alitosi.

Diagnosi

Diagnosticare la presenza di tasche gengivali è assai facile, l’igienista dentale, durante la seduta di detartrasi, si accorge immediatamente della loro presenza e rimanda il paziente ad una più approfondita visita parodontale in cui è il dentista o, meglio ancora, il dentista specializzato in parodontologia, a determinare le caratteristiche delle tasche gengivali, la loro posizione e profondità (attraverso il sondaggio gengivale) ed a compilare la cartella parodontale per poi prospettare al paziente la terapia più idonea per il caso in esame.

Cure per le tasche gengivali

La procedura per curare le tasche parodontali inizia sempre con la pulizia professionale dei denti eseguita in studio dal dentista oppure da un’igienista dentale.

Una volta eliminato il tartaro sopragengivale dalla superficie dei denti e dai primi 3 millimetri sotto il margine gengivale, si procede con la sonda millimetrata per quantificare il danno provocato dalla parodontite.

Quando il medico ha il quadro preciso della situazione in cui versa la bocca del paziente, può determinare la terapia da effettuare.

Tasche poco profonde

Se le tasche parodontali non sono estremamente profonde e l’accesso ad esse è relativamente semplice, allora si procede con la levigatura radicolare ovvero il parodontologo elimina le cause dell’infezione utilizzando strumenti manuali (scalers) ed a ultrasuoni (ablatore). In molti casi non è nemmeno necessaria l’anestesia locale.

Tasche profonde e difficilmente accessibili

Al contrario, quando le tasche parodontali sono molto profonde e/o l’accesso a tutta la zona da bonificare è fortemente limitata, si opta per la levigatura radicolare a cielo aperto ovvero utilizzando il bisturi per creare un lembo e scoprire il sito operatorio per renderlo visibile ed accessibile. Si tratta di un intervento di microchirurgia che prevede sedazione e punti di sutura.

E’ fondamentale ripulire ogni più piccolo anfratto della tasca gengivale poiché lasciare anche solo pochi batteri, significa andare in contro ad una sicura recidiva.

Prevenzione

Prevenire la formazione delle tasche gengivale equivale a mantenere una corretta igiene orale domiciliare quindi,  spazzolare i denti nel modo corretto (anche con lo spazzolino elettrico) e ad utilizzare il filo interdentale almeno una volta al giorno.

Per completare l’azione preventiva, ci sono le visite di igiene orale professionale a cui sottoporsi, di norma, ogni 6 mesi o almeno una volta all’anno.

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SIGNOR GABRIELE DURANTE L’INTERVENTO: HA SENTITO DOLORE?

 

implantologia vareseIl protocollo dell’implantologia transmucosa, detta anche flapless (che in inglese significa senza lembo) od anche “ad una fase” prevede, attraverso l’utilizzo di frese chirurgiche, la creazione di un foro che attraversa la gengiva.

Una volta creato l’alloggiamento, l’odontoiatra inserisce l’impianto in titanio assicurandolo all’osso e sopra a questo posiziona la protesi dentaria che può essere costituita da una corona singola (di differenti materiali) nel caso in cui l’impianto serva per sostituire un solo elemento dentale oppure da una protesi fissa, invece, in cui siano più denti a mancare all’interno della bocca del paziente.

La tecnica trasmucosa non prevede, da parte del dentista, l’utilizzo del bisturi per incidere la i tessuti molli, non è necessario lo scollamento della gengiva dall’osso, non è necessario neanche creare un lembo attraverso il quale esporre l’osso mascellare sottostante (o come anche viene detto: rendere direttamente visibile il campo operatorio).

Non essendo necessario l’impiego del bisturi per incidere, il campo operatorio risulta quasi esangue ovvero il sanguinamento è estremamente ridotto e non sono necessari neanche i punti di sutura.

L’importanza degli esami diagnostici

Non potendo l’odontoiatra vedere direttamente l’osso, la tecnica transmucosa può essere posta in essere con successo solo se il chirurgo conosce già la quantità e la qualità dell’osso in cui andrà ad alloggiare gli impianti dentali e questo è possibile oggi grazie alla tecnologia la quale permette una ricostruzione tridimensionale virtuale della bocca del paziente attraverso esami radiologici particolari eseguiti con strumenti quali la DENTASCAN o, attraverso l’impiego di software professionali, a partire della TAC.

Come si è arrivati all’implantologia transmucosa ?

Questa tecnica odontoiatrica o, più precisamente, implantologica, non è del tutto nuova poiché già in passato alcuni medici tra cui l’illustre professor Tramonte, avevano già individuato la possibilità di collocare impianti dentali senza la necessità di incidere la gengiva.

Tuttavia, i diversi tentativi fatti non approdarono agli ottimi risultati che sono oggi raggiungibili a causa dell’impossibilità di avvalersi di strumenti tecnologici che potessero permettere a detti precursori di effettuare una valutazione approfondita ed estremamente precisa dell’osso mascellare all’interno del quale gli impianti dovevano essere inseriti e senza la possibilità di individuarne la posizione più utile e corretta al fine del successo operatorio cosa che, invece, oggi rappresenta la quotidianità per molti dentisti.

Vantaggi della tecnica transmucosa

  • praticabile senza l’utilizzo del bisturi;
  • non è necessario procedere con la sutura;
  • il dentista non deve rimuovere i punti;
  • il campo operatorio presenta un ridotto sanguinamento;
  • il tempo di guarigione dei tessuti gengivali interessati è più veloce;
  • il trauma operatorio e post operatorio è minore;
  • indolore (i pazienti generalmente lamento solo una sensazione di fastidio più o meno intenso in base alla sensibilità ed alla capacità di sopportazione del paziente stesso)
    assenza o quasi di ematoma o edema post operatori;
  • recupero pressoché immediato della propria quotidiana;
  • risultati raggiungibili in minor tempo (poiché non è necessario attendere il periodo di osteointegrazione come invece prevede la tecnica a lembo o a due fasi);
  • Il rischio di infezione post intervento è estremamente ridotto poiché i tessuti non vengono esposti a potenziale contaminazione esterna quindi il paziente non ha neanche la necessità di una pesante copertura antibiotica (comunque questo deve essere deciso dall’odontoiatra);
  • La gengiva attorno al foro non presenta lesioni e le impronte dentali per la costruzioni della protesi provvisoria risulteranno più precise (di poco) quindi anche l’estetica finale ne potrà trarre beneficio;
  • Immediata soluzione dell’edentulia parziale o completa (ovvero mancanza di tutti i denti, una parte di essi od anche un solo elemento dentale) poiché il paziente potrà uscire dallo studio medico con una protesi fissa sugli impianti che monta denti esteticamente validi (anche se nella maggioranza dei casi non definitivi) e che permettono la normale masticazione anche di cibi solidi immediatamente dopo l’intervento (è comunque sempre consigliabile una certa moderazione almeno per le prime settimana in modo tale da non sollecitare inutilmente le strutture interessate);

Svantaggi / limiti

Quando si descrive l’implantologia transmucosa ed i relativi lati positivi e negativi non possiamo espressamente elencarne gli svantaggio, si tratta piuttosto di limiti di tale procedura odontoiatrica infatti, essa non può essere utilizzata quando la qualità e/o la quantità di osso a disposizione non sono sufficienti. In tali situazioni, quando il dentista deve preventivamente ricorrere ad una integrazione ossea od ad un rialzo del seno mascellare allora è doveroso poi procedere con l’implantologia a lembo detta anche a due fasi.

Qual è il costo dell’implantologia transmucosa ?

Nonostante l’impiego di strumentazione altamente tecnologica e costosa, l’implantologia transmucosa tende sempre più ad avere un prezzo contenuto rispetto alla procedura a due fasi in primis poiché il dentista non deve intervenire due volte (a distanza di tempo) ma anche perché la maggiore richiesta dei macchinari necessari da parte di un numero sempre crescente di operatori del settore tende inevitabilmente a creare concorrenza la quale, come è noto, fa, a sua volta, diminuire i prezzi.