Qualcosa di cui sparlare

Se fosse una fiction, considereremmo inverosimile la decisione di Twitter di sospendere l’account di Luigi Di Maio, rappresentante speciale dell’Unione Europea nel Golfo Persico. E invece è andata proprio così. E dire che il nostro si era pure preso la briga di tradurre il primo messaggio, all’indomani dell’insediamento nel nuovo incarico, anche in arabo e persiano: «Pronto e pienamente occupato a impegnarmi con gli Stati membri, le istituzioni dell’Ue e ciascuno dei nostri partner nella regione. C’è così tanto in gioco e così tanto da fare, attraverso un dialogo sincero e di rispetto reciproco. Per la nostra sicurezza e prosperità condivise».

Ora sono due le cose che vorremmo sapere: il perché della censura e soprattutto per quale motivo Josep Borrell ha scelto proprio Di Maio per ricoprire un ruolo che non reputo alla portata di tutti. Così come non reputo corretto sparare sulla Croce Rossa, ma tant’è…

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Dev’essere un uomo che crede tanto nella transitorietà degli eventi, Luigi Di Maio. Diversamente, non avrebbe retto al rovescio di fortuna che lo ha visto, dopo essere stato ministro degli Esteri, candidato alle scorse elezioni politiche e raccattare un disonorevole 0,6%. Ma il destino aveva in serbo un altro colpo di scena: l’Alto rappresentante Ue, Josep Borrell, lo ha indicato come “il candidato più adatto” a ricoprire l’incarico di inviato speciale nel Golfo Persico. Il nostro Giggino sarà in carica dal primo giugno di quest’anno fino al 28 febbraio 2025, per un totale 21 mesi. Speriamo che non incorra nelle conseguenze infauste della sua manifesta incapacità.

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Come sottrarsi al diktat che vorrebbe un uomo capace al comando di un’azienda, di una scuola, di un esercito o alla gestione di faccende delicate come possono essere quelle politiche? Io che credo nel merito una risposta non ce l’ho, ma so che all’ex Vicepresidente della Camera dei deputati Di Maio poco s’addice il ruolo di inviato speciale nel Golfo Persico. E non è solo una questione di inglese parlato malissimo e per giunta con l’inflessione campana, ma il ragazzotto quali credenziali offre? Alla luce di questi interrogativi mi sembra pertinente la reazione degli eurodeputati Piernicola Pedicini, Ignazio Corrao e Rosa D’Amato, i quali si sono rivolti al Consiglio dell’Unione europea per chiedere spiegazioni in merito alla candidatura di Giggino. E in una frase di Pedicini il fulcro dell’insensatezza di questa candidatura:

Senza alcun requisito, l’ex capo grillino si potrebbe ritrovare a scalzare candidati che, a differenza sua, vantano lauree, titoli, competenze acquisite sul campo, conoscenza delle lingue straniere e anni di esperienze diplomatiche“.

Ora, non vorrei sparare sulla croce rossa – a me Giggino pare un furbo che si è trovato nel posto giusto al momento giusto. Però un po’ di serietà al nostro Paese gioverebbe. Che di gente capace ne ha, ma purtroppo senza mecenati.