Sono stato io? O eri tu? O stavo soffrendo di un’allucinazione? Sembravi univocamente un diamante splendente. Perplesso dalla tua aura, ti ho fissata per un po ‘. Un po ‘vergognoso e spaventato di essere catturato dai tuoi occhi, ho guardato di nuovo lo schermo del mio computer. La luminosità sul mio schermo era nulla in confronto alla luce che si irradiava dal corpo. Ho chiuso gli occhi per un po ‘per assicurarmi di non sognare. Ho aperto gli occhi, stavo ancora respirando ossigeno e tu stavi ancora dando luce a questa terra. Ho distolto lo sguardo, tutti sembravano così tanto come un essere umano mortale di fronte a te. E sembravi una fonte che dava vita al mondo. Come se avessi una conversazione con angoli che non si interessavano all’erba, ma prestavano attenzione solo alla più pura anima pura. Sembravi così assorto nel tuo mondo, eppure così vigile.
Hai preso un pezzo di carta dal tavolo e l’hai guardato. Sembrava che stavi irradiando la tua luce sulla carta. E improvvisamente l’ambiente circostante è stato illuminato dalla scintilla delle tue energie elettromagnetiche. In quel momento ho capito che eri diverso. Diverso dal resto di noi. Lottando duramente per non attirare l’attenzione del mondo. Eri occupato a ingannare il mondo.

La gravità ha la sua forza. Attrarre ogni cosa verso di sé. Il modo in cui ogni particella attira ogni altra particella con una forza che è direttamente proporzionale al prodotto delle loro masse e inversamente proporzionale al quadrato della distanza tra loro. Mi stavi attirando con una forza direttamente proporzionale al prodotto del tuo silenzio e inversamente proporzionale al quadrato in cui cerco di capire la complessità dentro di te.