Banche in guerra, non piacciono le nuove regole della BCE

La tensione tra Europarlamento e BCE si fa sempre più forte. Il primo infatti si schiera contro il così detto addendum, ovvero quella linea guida che la BCE consiglia riguardo gli accantonamenti prudenziali contro i Npl. La richiesta di intervento è stata fatta dal suo presidente Antonio Tajani, che aveva attivato il servizio giuridico del Parlamento affinché valutasse se quella richiesta della BCE fosse o meno entro i limiti delle sue competenze. Il verdetto è stato contrario all’EuroTower, giacché il Parlamento europeo ha valutato che l’Addendum va al di là del mandato della Bce, invadendo il campo del legislatore. Questo è l’unico infatti che può impone regole vincolanti di portata generale applicabili a tutte le banche.

La guerra delle banche

voto-pac-13-marzo-2013-by-european-unionQuesto cosa comporta adesso? Di sicuro mette pressione alla Bce e alla sua commissione di vigilanza presieduta dalla francese Daniele Nouy. Infatti sarà necessario cambiare la proposta sulla gestione dei crediti deteriorati, se non si vuole arrivare a scontri ancora più grandi con l’Europarlamento. Al momento la Bce è in fase di consultazione, ma da Francoforte hanno fatto sapere che non si lavora a modifiche significative rispetto al piano originale. Va ricordato che secondo la BCE quelle sono linee guida non vincolanti, mentre gli esperti legali dell’Eurocamera osservano che la formulazione dell’Addendum fa sì che le regole siano destinate a essere percepite dalle banche come obbligatorie.

Questo piano – presentato a ottobre – identifica delle nuove linee guida sugli Npl (crediti deteriorati) per le banche dell’area dell’euro sotto la sua vigilanza. In pratica si parla di un irrigidimento degli obiettivi su accantonamenti e svalutazioni a partire dal capodanno 2018. Svalutazione o copertura totale devono essere effettuate entro 7 anni per un prestito garantito o entro due per uno unsecured.

Questo aspetto ha fatto scattare le banche. Secondo loro infatti ciò avrebbe grosse ripercussioni sul flusso del credito alla clientela e quindi anche sullo sviluppo economico della UE. La cosa preoccupa ancora di più le banche italiane, che avendo una grossa fetta di Npl, potrebbero dover accantonare molto più delle concorrenti estere. In pratica sarebbero massacrata dal punto di vista della concorrenza.

Banche in guerra, non piacciono le nuove regole della BCEultima modifica: 2017-11-08T22:22:07+01:00da nonsparei

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