Export verso il Giappone, l’agroalimentare italiano è volato in un decennio

Cibo e bevande “made in Italy” continuano a riscuotere un enorme successo in Giappone. Lo dicono i numeri, che parlano di un incremento del nostro export di circa 328 milioni di euro in un decennio e un tasso di crescita superiore al 50% (sono passati da 537 a 865 milioni di euro).

La crescita dell’export italiano

export agroalimentareAnche questa prima parte del 2019 conferma un trend molto interessante. Nel primo quadrimestre c’è stata una crescita dell’export food & beverage italiano del 13% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Una crescita notevole anche rispetto alle esportazioni complessive del nostro agroalimentare, circa il 9%. Anche se il Giappone pesa soltanto per il 2% sull’export agroalimentare italiano, si tratta di numeri comunque notevoli. Va poi considerato il valore fortemente strategico per alcune categorie di prodotto. Ad esempio, il mercato giapponese rappresenta il 7% dell’export di olio di oliva italiano, con punte del 17% per alcuni olii del Meridione d’Italia.

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Prodotti di qualità

Bisogna considerare inoltre la maggiore attenzione del consumatore giapponese verso il cibo italiano di alta qualità. L’olio EVO è un esempio, visto che il Giappone è quello con il prezzo medio all’export più alto, ma accade così anche nel settore dei formaggi. Questi posizionamenti di prezzo nelle fasce molto alte, riflette una composizione del paniere esportato di più alta qualità. Del resto non è un caso se tra il 2013 e il 2018 l’export di Parmigiano Reggiano e Grana Padano è cresciuto a valore del 113%, quello di Gorgonzola del 109%.

I benefici dell’accordo UE-Giappone

Va detto che questo trend positivo potrebbe avere una ulteriore accelerata nel prossimo futuro. Tutto questo grazie all’accordo di libero scambio tra UE e Giappone, entrato in vigore dal 1 febbraio scorso. Infatti questa intesa abbatterà gradualmente i dazi e le altre barriere non tariffarie, che finora c’erano stati sui prodotti agroalimentari europei. Dazi che per alcuni prodotti bandiera del Made in Italy come il vino, la pasta e i formaggi vanno dal 15% al 40%.

Export verso il Giappone, l’agroalimentare italiano è volato in un decennioultima modifica: 2019-06-14T08:29:24+02:00da nonsparei

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