Banche in crisi, JpMorgan in soccorso di First Republic Bank
La banca regionale di San Francisco, First Republic, finisce nelle mani di JpMorgan. Il governo a stelle e strisce riesce così ad evitare pesantissime conseguenze alla credibilità del sistema finanziario, già minato negli ultimi mesi da diversi crack di banche (ben 14, tra le quali Silicon Valley Bank e Signature Bank).
Governo Federale e banche
Dopo una convulsa e frettolosa asta, c’è voluta una lunga trattativa tra i regolatori della Federal Deposit Insurance Corporation (Fdic) e i vertici di JpMorgan per arrivare ad una soluzione. Di fatto First Republic Bank è fallita, ma formalmente chiuderà i battenti dopo essersi svuotata di tutto. La cosa più importante però è che verrà evitato un disastro per il sistema finanziario a stelle e strisce, in una settimana peraltro caldissima.
Mercoledì infatti la Federal Reserve annuncerà la decisione sui tassi di interesse. La prospettiva più concreta è che la banca americana aumenti il costo del denaro di 25 punti base. Una prospettiva che i mercati stanno prezzando negli ultimi giorni, facendo crescere nuovamente il valore del dollaro. L’indice del biglietto verde americano è tornato infatti sopra quota 102, e sembra quasi concretizzarsi una broadening formation megafono.
L’operazione
Il salvataggio di First Republic Bank dal crack sarà possibile grazie alla vendita della maggior parte dei suoi asset a JpMorgan, per circa 230 miliardi di dollari. Allo stesso tempo, JpMorgan assumerà i 103 miliardi di dollari di depositi (compresi quelli non assicurati) della banca californiana.
La transazione rende JPMorgan la più grande banca degli Usa.
Come si è arrivato a questo crac
Quello della First Republic è il secondo più grande fallimento bancario nella storia americana. L’istituto, che non è un gigante ma è comunque uno dei maggiori istituti di medie dimensioni del Paese, è precipitato nell’ultima settimana di aprile. Ad innescare il patatrac è stato l’annunciato della fuga dei depositi per 100 miliardi di dollari nel primo trimestre.
Questo ha innescato un sell off da parte degli investitori e il tracollo delle azioni della banca a Wall Street, dove in una settimana hanno perso il 75% (se negoziato con i Plus500 spread). Da 115 dollari il prezzo è sceso a 3,5 dollari.
