Natale De Grazia l’uomo che morì più volte

navi dei veleniIl 12 dicembre del 1995 il capitano di Corvetta Natale de Grazia venne ucciso per avvelenamento mentre si recava a La Spezia per un interrogatorio importante riguardante le navi dei veleni ed in particolare per la Motonave Rosso spiaggiata a Campora San Giovanni e la Rigel affondata davanti  Regio Calabria. Li chiamano misteri, ma non sono misteri, perchè sul traffico delle navi trasportanti veleni tossici e affondate con varie modalità nel mediterraneo dagli anni 90 in poi si sa tutto. E’ così, sanno tutto i servizi segreti, sanno tutto i vari Ministri dell’Interno che si sono susseguiti dal 90 in poi, sanno tutto i magistrati e le procure che si sono occupati delle vicende. Sanno tutto e sono loro che hanno affossato la verità. E lo hanno fatto per nascondere e coprire le varie multinazionali che si sonno occupate del traffico, le grandi industrie italiane e europee, le compagnie di navigazione che hanno fornito le navi.  Il prossimo 12 dicembre saranno passati 23 anni dalla morte di Natale De Grazia e pur avendo appurato che venne avvelenato non è stato aperto nessun procedimento penale contro chicchessia.

DSC_7975 Il 24 ottobre saranno passati 9 anni dalla grandiosa manifestazione ad Amantea organizzata dal basso dalle associazioni ambientaliste e dai comitati territoriali nati ad hoc per l’occasione , per chiedere la verità sulle navi dei veleni e sulla morte di Natale de Grazia , e da oggi facciamo in tempo ad organizzare di nuovo momenti di memoria perché i due fatti non vadano persi . per Mimmo Lucano abbiamo portato in pochi giorni 10 mila persone a Riace , organizziamoci per portarne la metà ad Amantea il prossimo 12 dicembre. Abbiamo un Governo del cambiamento, così dice, e dal basso abbiamo la forza per chiedere che venga istituita una Commissione parlamentare all’interno della Commissione per il traffico dei rifiuti che riapra la questione delle navi dei veleni.  Sappiamo che abbiamo contro tante forze che vogliono che tali verità non vengano fuori. Forze legate ai sindaci e agli amministratori-rassicuratori, a quell’imprenditoria che vuole solo arraffare soldi in estate senza curarsi dell’ambiente e della salute dei cittadini, alla ‘ndrangheta stessa che non vuole mostrarsi così crudele da portare tumori alle famiglie e perdendo quel consenso che purtroppo in molte zone riesce ancora a detenere. Su tutto e tutti svolgono un ruolo principale e importante i servizi segreti che manovrano e depistano, come da sempre nell’ombra, e la magistratura. Se viene fuori un magistrato coraggioso che apre qualche inchiesta sulle navi dei veleni, come fecero il procuratore di Reggio Calabria, Francesco Neri, o il procuratore del tribunale di Paola, Giordano Bruno, o il Pm Nicola Pace in Basilicata, eccone saltare subito altri che nei diversi gradi di giudizio assolvono, archiviano, dimenticano, depistano. Al procuratore Giordano Bruno l’inchiesta sulla nave Cunsky, affondata dal pentito Fonti davanti al mare di Cetraro, fu subito tolta e trasferita alla DDA di Catanzaro. Questa mossa, che ebbe l’imprimatur finale dell’ex capo della Direzione nazionale antimafia, Piero Grasso, oggi a capo di una formazione denominata Liberi e Uguali, che affossò tutto e per questo premiato a Presidente della Camera nei vari governi del Pd.

jollyLo stesso affossamento o affondamento avvenne nel   dicembre del 1990, con la Motonave Rosso, ex Jolly Rosso. La procura di Paola affidò al Pm Domenico Fiordalisi l’inchiesta che venne archiviata dopo solo due mesi dal suo spiaggiamento a Campora san Giovanni davanti la foce del fiume Olivo. Tutti sapevano che questa Motonave Rosso era conosciuta come “nave dei veleni”. Solo un anno prima, difatti, la nave era stata noleggiata dal governo italiano per trasportare rifiuti tossici dal Libano fino all’Italia. Rifiuti che erano stati  illegalmente portati in Libano durante la guerra civile e che in seguito  il nuovo governo libanese non voleva più. Nel porto di Beirut, in quell’anno, le navi lì ancorate erano quattro: la Yvonne A, la Voriais Sporadais, la Cunsky, e la Jolly Rosso. I viaggi di quelle navi restarono un “mistero” e guarda caso le altre tre navi erano proprio quelle che il pentito Fonti aveva poi asserito di aver affondato. Una di queste la Cunsky davanti Cetraro. Abbiamo saputo in seguito che la Cunsky non fu mai smantellata in India, ad Alang.  Sulla chiusura di quella breve inchiesta sulla Motonave Rosso,  ne parla anche in un’audizione lo stesso presidente Gaetano Pecorella, ed è quanto dire. La famosa “pistola fumante”, nelle mani degli inquirenti venne quindi immediatamente distrutta dopo solo tre mesi dallo spiaggiamento. E sì, ricordiamolo. Quella nave non doveva spiaggiare.

con miliucciÈ stato un caso che la portò davanti al fiume Olivo e a Campora San Giovanni. La nave doveva affondare davanti a Lametia Terme, dove già era affondata la nave Mikigan. La prima inchiesta diede quindi il colpo finale a tutta la vicenda.  La Motonave Rosso non solo venne rimossa dalla spiaggia di Amantea, ma anche dalla memoria collettiva. I fascicoli dell’inchiesta aperta dalla procura di Paola, sparirono dall’archivio del tribunale, e per un errore, furono mandati nel tribunale di Lamezia Terme, dove vennero “ritrovati” solo dieci anni dopo a seguito di una richiesta fatta dalla procura di Reggio Calabria e dal procuratore Francesco Neri. I faldoni ritrovati furono mandati a Reggio Calabria e in seguito rispediti nella loro sede naturale, a Paola. Possiamo riprovarci  a far riaprire tutte queste inchieste ?

 

Natale De Grazia l’uomo che morì più volteultima modifica: 2018-10-14T08:33:51+02:00da sciroccorosso