Perché bisogna ascoltare i poeti

3 Pasolini in borgata                              Da una poesia di Pasolini si capiscono i tempi che viviamo

La poesia come la bellezza, scrisse qualcuno, salveranno il mondo. E’ assolutamente vero, e ne sono pienamente convinto. I poeti bisogna ascoltarli, così come ogni  artista.  Perché l’artista, sia esso un pittore, uno scultore, un poeta, uno scrittore, mette fuori il prodotto, che esce dalla sua anima, dai suoi pensieri, dai suoi sogni. La sua opera, non è catalogabile, nel senso marxista, in un prodotto della produzione capitalista. Ne può diventare oggetto di consumo e trasformato in merce, in una società capitalista lo è senz’altro, ma l’anima resta nella creazione realizzata. Leggo molto i poeti, mi piacciono le poesie, anche se spesso non le capisco nell’immediato, ma poi le capisco, e adesso so perché non le capisco subito. Perché leggendo le poesie, così come gli scritti di alcuni scrittori, o alcune opere di pittori, pensiamo di attualizzarle, di vederci un significato immediato, ed è qui l’arcano. Il pittore così come il poeta, guarda oltre, guarda vanti, non vede il passato, ma vede il futuro e ce lo mostra. Voi pensate che Leonardo dipingendo la Gioconda ed il suo enigmatico sorriso, abbia pensato al suo presente ? Io penso che abbia pensato al futuro, ed abbia dato segnali, nella sua opera che si sono potuti comprendere solo decenni dopo. Ancora oggi non capiamo l’enigma di quel sorriso. Di sicuro lo capiremo nel futuro. Così alcune poesie , incomprensibili al momento si sono capite e meglio interpretate nel futuro. Mi è capitato in questi giorni, fra le mani un libro di poesie di Pasolini. Come  ho scritto altre volte, nella mia biblioteca , i libri si muovono, cambiano posto e spesso si divertono a non farsi trovare. Alla ricerca di un libro di Philip K. Dick, che tenevo, almeno così credevo,  nella sezione fantascienza , e che invece non c’era, girando fra gli scaffali, mi capita il volume “Poesia in forma di rosa” di P.P.Pasolini. Un libro che avevo completamente dimenticato di avere e anche che esistesse. Il topolino Firmino, che vive tra i miei libri, avrà pensato, che fosse il momento che lo ritrovassi. Leggo nell’introduzione che il libro scritto nel 1964, è dedicato a J.Paul Sartre, e molto probabilmente è il frutto di una conversazione tra Pasolini e il suo amico Sartre.  “A Jean Paul Sartre, che mi ha raccontato la storia di Alì dagli Occhi Azzurri”. Leggo dall’archivio “Centro studi casarsa della delizia”, che “ Pasolini si trova a Parigi per far vedere il Vangelo, resta fortemente deluso, per non dire offeso, dalla reazione degli intellettuali francesi marxisti. Sartre lo consola e Pasolini dice: “Ho dedicato a lei, Sartre, una poesia, Alì dagli Occhi Azzurri, sulla base di un racconto che lei mi fece a Roma…”. E Sartre gli risponde: “Sono del suo avviso che l’atteggiamento (della sinistra) francese di fronte al Vangelo… è un atteggiamento ambiguo. Essa non ha integrato Cristo culturale. La sinistra lo ha messo da parte. Né si sa che fare dei fatti che concernono la cristologia. Hanno paura che il martirio del sottoproletariato possa essere interpretato in un modo o nell’altro nel martirio di Cristo”.  Poesia in forma di rosa esce nel 1964, ma nello stesso anno Pasolini pubblica ancora una seconda versione della Profezia e la mette nella importante raccolta di racconti, sceneggiature e progetti di film che va dal 1950 al 1965. Al volume, pubblicato nel 1965, l’autore addirittura conferirà il titolo di “Alì dagli occhi azzurri”. Il titolo viene spiegato alla fine in una “Avvertenza” che descrive l’incontro con Ninetto in un cinema romano. Ninetto è un “messaggero” e parla dei Persiani. “I Persiani – dice – si ammassano alle frontiere. / Ma milioni e milioni di essi sono già pacificamente immigrati, / sono qui, al capolinea del 12, del 13, del 409 … Il loro capo si chiama: / Alì dagli Occhi Azzurri”. Ecco come a distanza di oltre 50 anni quella poesia diventa attuale , e la profezia del poeta diventa reale.

 

Alì dagli Occhi Azzurri

uno dei tanti figli di figli, /  scenderà da Algeri, su navi / a vela e a remi. Saranno /  con lui migliaia di uomini /  coi corpicini e gli occhi /  di poveri cani dei padri /  sulle barche varate nei Regni della Fame. Porteranno con sè i bambini, / e il pane e il formaggio, nelle carte gialle del Lunedì di Pasqua. /Porteranno le nonne e gli asini, sulle triremi rubate ai porti coloniali. / Sbarcheranno a Crotone o a Palmi, / a milioni, vestiti di stracci / asiatici,e di camicie americane. / Subito i Calabresi diranno, / come da malandrini a malandrini: / ” Ecco i vecchi fratelli,/  coi figli e il pane e formaggio!” / Da Crotone o Palmi saliranno / a Napoli, e da lì a / Barcellona, / a Salonicco e a Marsiglia, /  nelle Città della Malavita. / Anime e angeli, topi e pidocchi, / col germe della Storia Antica /  voleranno davanti alle willaye. / Essi sempre umili / essi sempre deboli / essi sempre timidi / essi sempre infimi / essi sempre colpevoli/ essi sempre sudditi / essi sempre piccoli, / essi che non vollero mai sapere, essi che ebbero occhi solo per implorare,/ essi che vissero come assassini sotto terra, essi che vissero come banditi / in fondo al mare, essi che vissero come pazzi in mezzo al cielo, / essi che si costruirono/ leggi fuori dalla legge,/ essi che si adattarono / a un mondo sotto il mondo/ essi che cedettero / in un Dio servo di Dio, / essi che cantavano / ai massacri dei re,/ essi che ballavano /  alle guerre borghesi,/ essi che pregavano /  alle lotte operaie…    

Pasolini in questa profezia, non aveva  visto , l’arrivo  di un Salvini, dei porti chiusi, del razzismo devastante , ma dell’umanità ne aveva capito l’essenza .

Perché bisogna ascoltare i poetiultima modifica: 2019-04-20T18:26:12+02:00da sciroccorosso