Che modo di dire poetico, sentire un volo di farfalle nello stomaco per indicare l’innamoramento, sorrido ad un pensiero che mi viene in mente ora, quante farfalle e quanti bruchi ho conosciuto nella mia vita.

Bruchi, sembrerebbe che utilizzi questo termine come se appartenessi alla categoria farfalla bellissima o orchidea tropicale, io, uomo qualunque non voglio si pensi questo.

Bruco è l’amore giovanile che non si è sviluppato oltre un certo periodo, forse addirittura baco sarebbe giusto chiamarlo, da adulto riesco ad apprezzare quelle donne per la loro bellezza e la loro, già allora superiore alla mia, sensibilità.

Crescendo si perde la freschezza, persone e cose appaiono sotto una luce che permette di osservarne i particolari ed evidenziarli, quando si trova qualcuno cui poter dire “sei” è l’avvenimento che cambia la nostra ottica ed aggiunge vita ai giorni.

Parafrasando il pensiero di una nota scienziata, il cervello arcaico manifesta nuovamente il desiderio, il cervello cognitivo lo fa uscire dalla sfera puramente sessuale per far diventare quella scoperta parte di noi.

Camus definiva sfortuna il non essere amati, disgrazia non amare e quanta ragione in quelle parole, la bellezza dell’amore è rivoluzionaria e richiede il ritorno all’innocenza dei bimbi per assaporarne i piaceri e dare ai dolori un peso minimo.

Negli occhi vorrei vedere la gioia, pensare alle persone come quel vecchio osservato dal bimbo mentre rientra senza aver preso un solo pesce è commovente, pensare che siano andate a fare il bagno al largo è giustificare la loro stanchezza quando approdano davanti a me. spero sia lo stesso per loro quando mi trovo al loro cospetto.

Ed ora che il mondo si allarga e si restringe come un elastico, avere un volo di farfalle nello stomaco è ancora più bello perché aggiunge vita al tempo e mi permette di assaporare il piacere di un sogno.

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