uscir di casa

 

Quelle foto, gli occhi che ho guardato nell’immagine, gemme incastonate in un viso, mi accomiato ed esco lasciando all’interno una parte di me che non vuol staccarsi da li. 

Lo spettacolo delle strade semideserte mi permette di sognare, con i giochi di luce che si creano vago dalle finestre illuminate, a cose e persone, dando vita a figure mitologiche, sirene, fauni, mostri e angeli..uno spettacolo che si chiama vita.

Il percorso mi conduce verso la periferia, l’odore dei camini è piacevole nel tepore autunnale, conforta sapere che intorno un’umanità intera trova modo di riunirsi intorno a qualcosa di vivo, odori di cucina e caldarroste, alcune scintille.

Il quartiere è molto bello, tante case con giardino, altre hanno le terrazze arredate con tanti fiori, da una proviene il miagolio di una gatta che richiama i suoi simili, sui marciapiedi alberi che l’estate son fonte di frescura.

La luce fioca dell’imbrunire fa apparire le case come fatate, i colori scelti in quel quartiere son tenui. tutto è molto ordinato, mentre cammino immagino lo sciamare mattutino di bimbi e mamme che li accompagnano, ne sento il vociare.

Sentire quegli odori e vedere i colori di quel posto mi ha riportato in mente gli spazi avuti da bambino prima, da liceale poi, il mondo appare uguale ovunque, quel luogo continua a darmi piacere, porto dentro quella sensazione di complicità, affetto e calore già conosciuta in altri tempi, in bocca porto ancora il sapore del caffè offerto.

Le foto in bianco e nero mi hanno suggestionato, hanno evocato i ricordi di un passato vissuto intensamente, in quegli sguardi ho trovato le medesime sensazioni e, so per certo che gli occhi parlavano, sentivo il suono di frasi dialettali con una cadenza diversa dalla mia e termini desueti o inconsueti.

Uscir di casa sognando spazi sconfinati, salire su quella magica collina per osservare dall’alto la vallata cercando nelle volute di fumo tracce di umanità e affetto, colori di gioia

Continuo il mio girovagare per raggiungere l’auto, l’ho asciata in uno spiazzo in terra battuta da dove ammiravo i dintorni, improvvisamente la voglia di aprire lo sportello e sedermi a sognare, carezzare il bracciolo vicino e andare con la mente dove vorrei tenerti per mano.

 

 

 

 

 

 

uscir di casaultima modifica: 2017-11-02T16:40:26+01:00da Totodess