La mia auto

La mia auto mi conduce dalle mie amiche, quegli occhi che si perdevano nei miei hanno lasciato un segno, magari una sana passeggiata ed un locale carino mi riporterà alla realtà.

Eccole, sorridenti, belle e gentili, stare con loro è ogni volta scoperta di cose nuove, “su andiamo in quel locale dove suonano jazz dal vivo, un ambiente discreto dove possiamo parlare di tutto”, e via con loro ad una nuova avventura.

Il cameriere che si avvicina timidamente a prendere la comanda ci fa interrompere, poi insieme riprendiamo a discutere sulla fauna che gravita intorno a noi.

Una coppia vicina sta progettando il futuro, son molto giovani, lui appare meno disinvolto di lei e nel loro idealizzare ascoltiamo con curiosità quelli che son stati i nostri discorsi, la casa, i figli, dove e quando l’uno e l’altro problema, in sottofondo Chet Baker e la sua tromba che suona Autumn Leaves, chissà se vedono le foglie d’autunno.

I ricordi corrono sul filo dello sguardo, il tè fumante rilascia la sua fragranza di bergamotto, i pasticcini al centro fanno molto romantiche signore inglesi, ridiamo pensando al luogo in cui ci troviamo ed a chi siamo.

Le luci dei lampioni ci avvertono dell’ora, si è fatta sera, e lo spettacolo cambia continuamente col cambiare degli avventori, ora è arrivato un gruppo di ragazze con dei libri sotto braccio, restare a osservarle o andare via subito? “ordiniamo qualcosa?, il tè mi ha lasciato un desiderio di non so che”, è il segnale convenuto, si resta.

La mano corre al telefono, sollevo gli occhi ed osservo le mie amiche che come militari obbedienti stanno facendo la stessa cosa, “ho incontrato una persona che non vedevo da tanto tempo, arrivo in ritardo, compro la pizza, come la desideri?”, e ridere per la coincidenza.

Le ragazze hanno poggiato i loro libri sul tavolino e le giacche son poggiate ordinatamente sugli schienali delle sedie, le borse fanno bella mostra in una poltroncina che tengono vicina, parlano di esami, d’amore, di sesso, di trucchi e abbigliamento, sono vive e vivono la loro gioventù, Liza Minnelli canta Cabaret e l’immagine sul video fa da pendant e colonna sonora al loro chiacchiericcio.

Arriva l’ora del commiato, My favourite things invade il locale con un Coltrane prorompente, quasi commovente, un abbraccio, un bacio sulla guancia e la promessa , “a presto”, esco dal locale per salire in auto, immettendomi sulla mia corsia mi sorpassa una vettura, sussulto, è come la sua, chissà cosa starà pensando quell’uomo ora, sogno ascoltando una canzone che ti dedico, piccolo uomo.

La mia autoultima modifica: 2017-11-06T21:37:07+01:00da Totodess