mattino

Che notte meravigliosa, ho incrociato lei per strada e per un istante ho avuto la tentazione di frenare violentemente, iniziare il discorso chiedendole indicazioni stradali e poi dirle “sei bella”, non l’ho fatto perché avrei potuto crearle uno spavento o imbarazzarla.

So che la rivedrò ancora, invio un messaggio “buongiorno, come stai?”, quale miglior modo d’iniziare la giornata che evocarne la presenza e darle un segno d’esistenza?, fatto questo attendo che il mio caffè salga scorrendo i titoli dei giornali. 

Notizie di nera, notizie politiche, sciocchezze varie sul mondo dello spettacolo raccontate da starlettes o attori emergenti, in ultimo la premiazione del noto attore per la carriera, ed il meteo con la sua classica colonna sonora.

Il profumo della moka invade la casa, tazzina, piattino ed il rito mattutino sta per avere inizio quando un flash sul telefono “Buongiorno, io bene, tu?”, un momento di sorpresa che modifica i consueti equilibri.

Il liquido si rovescia sulla tovaglia e guardo rapidamente a che distanza si trovi uno straccio per riparare al danno e sopratutto, se questo è più importante del risponderle, l’aroma del caffè è consolante, nel rispondere mi sento molto il famoso americano “ho un sogno, tu?”.

Consumo la mia colazione, lei è sicuramente impegnata nei preparativi, ancora una flash “scusami, devo fare alcune cose rapidamente, a dopo”, son soddisfatto della risposta e del mio immaginarla indaffarata.

Ora è il mio turno di prepararmi, guardo fuori attraverso i vetri, piove ancora ed un pallido sole fa sorgere l’arcobaleno, chissà se anziché la pentola d’oro dove finisce quell’arco c’è lei, sorrido all’idea.

Il mio bagno, i miei oggetti di toilette mi accolgono come sempre, ordinati nel mio pittoresco disordine, in ultimo la fragranza che indosserò prima di uscire quando avrò finito di vestirmi.

L’orologio della piazza dice che sono quasi in ritardo, ignoro i suoi silenti suggerimenti, quel messaggio mi ha reso felice come un bimbo cui sia stata regalata una bicicletta.

Avviandomi verso la mia auto guardo gocce che fanno bella mostra di se sul parabrezza imitando il brillio dei suoi occhi, ripenso a dove finisce l’arcobaleno, sogno di vederla, nell’aprire la portiera mi rendo conto che alcune cadono sulla mia testa, lascio che scorrano sul viso.

mattinoultima modifica: 2017-11-07T22:08:27+01:00da Totodess