gioco del bridge

Il bridge è un gioco di carte da farsi in quattro, consente di due parti distinte una parte dichiarativa dove i contendenti dicono quale risultato intendono ottenere ed il gioco vero e proprio, il compagno del dichiarante sarà sempre fuori dal gioco e le sue carte verranno esposte a tutti e le utilizzerà chi gioca con lui.

Se penso la mia vita sembra uscita da un romanzo di Chesterton, devo mediare i miei desideri come un padre Brown seduto ad un tavolo da bridge con dei colpevoli potenziali.

Ho dichiarato un contratto minimo di sette prese, poi nel tempo dopo la nascita della mia creatura son arrivata a otto prese e vedo la partita prendere una piega che sa di piaga.

Ho preso una pausa dal gioco, uscendo con la creatura e le mie amiche in un viale dove anche i piccoli ospiti possano sentirsi attratti da qualcosa, noi madri a discorrere sottotraccia dei problemi quotidiani, di trucco e parrucco, abbigliamento.

Siamo donne e madri consapevoli, discorsi che evitano i rispettivi compagni perché orecchie interessate e incolpevoli sono tra noi, da sole si potrebbe parlare in modo più incisivo, ora glissiamo su questi argomenti. Direzione abbigliamento e libreria, per noi ci sarà tempo ma il negozio di scarpe e borse non può mancare nel nostro appuntamento onirico, bellissimi modelli quest’anno, colori deliziosi da indossare,

Dopo la pelletteria e prima della libreria un bar carino con tanti poster anni settanta alle pareti, lui…quell’uomo è seduto da solo in un tavolino lontano dagli altri avventori, mi sorride, rispondo e vado avanti.

Un uomo solo che non guarda chi l’ha servito, ed è una bella donna, le altre ospiti del locale, ed immagino che qualcuna possa piacergli, ha sollevato gli occhi per guardare fuori mentre passavo, l’ennesima coincidenza che ci fa fare in contemporanea le stesse cose.

Cammino senza fretta, ora i discorsi sembrano allontanarsi per uno strano effetto di quello sguardo, non una parola o un gesto,, tanti particolari fatti volare sul filo dell’emozione comune, solo un leggero rossore che se notato diventerebbe il passo veloce tenuto per fare in fretta le commissioni.

Arriviamo a casa, aprire la porta e avvertire il freddo che penetra nel cuore, “accendiamo il camino?, i termosifoni son belli ma non parlano come il fuoco”, e ci sediamo ad osservare le prime fiammelle che colorano di rosso la canna fumaria, in ognuna di quelle scintille vedo uno dei miei sogni. Una non presenza appare più tardi, mangiamo quasi in silenzio, la partita ricomincia, ho dichiarato le prese, una vita in comune per dare futuro ed amore a chi è arrivato dopo, per sentirmi madre e donna, donna e ancora ragazza.

Le prime carte passano sotto silenzio, sono scaramucce iniziali con punti bassi, stiamo giocando senza atout per cui non esistono “briscole” vincenti, si seguono i semi senza pensare di prevaricare con un colore a sorpresa.

Le coppie si son formate all’inizio del pasto, lui e la creatura, io ed i sogni…e quegli occhi visti nel bar tra le mie carte, quelle del morto le vede la coppia “avversaria”, in quei colori c’è tutta la mia vita sperata. Gli occhi della creatura si riempiono ad ogni sua giocata, quando lei ci lascia per andare in camera sua, la partita continua ancora, mi sento morire ma non voglio credere alla sua vittoria, si gioca in due e si vince o perde in due..in tre. Ora vorrei solo scomparire, forse dialogare con quell’uomo che fa parte delle mie carte nascoste, forse sognare, gli mando un saluto..so che mi attende, in un modo strano ci desideriamo e ci vogliamo bene, penso la sua auto che lo chiama, quel gesto è il nostro “sentimi”.

 

gioco del bridgeultima modifica: 2017-11-09T17:26:21+01:00da Totodess