LITURGIA DELLA PAROLA (clicca qui)
Prima lettura: Dt 4,1.5-9
Salmo: Sal 147
Vangelo: Mt 5,17-19
Gesù rappresenta la continuazione nel tempo della Legge e i profeti, Egli è l’unione tra passato e futuro, è la concretezza che si perpetua nella storia. Tutto ciò che abbiamo precedentemente ascoltato, diviene un Volto dove confrontarsi, affinché quella Legge non sia un obbligo o qualcosa da fare, ma ciò per cui è stata formata: una questione di cuore. Non si tratta di sentimentalismo, è riconoscere semplicemente, il perché essa è stata creata: per dare ai suoi figli una strada su cui camminare, gli stiamo a cuore!
Gesù è la via fatta carne, diviene il compimento della legge e i profeti, perché l’offerta della Sua vita è la massima espressione dell’amore. È come se il Signore ci dicesse: io ti amo di più! Amare di più non è essere “romantici”, amare di più comporta sacrificio, fatica, richiede impegno, desiderio, volontà. Il Suo Amore è visibile alzando gli occhi alla croce, dove non c’è bisogno di parole, ma basta contemplare quell’offerta che abbraccia il mondo intero.
Egli ci chiede di cominciare dal piccolo, da quei minimi precetti per arrivare alla grandezza della Legge, c’è una gradualità e una totalità, poiché quei minimi precetti fanno parte di essa, c’è tutto. La grandezza dell’amore di Dio diventa, grazie a Gesù, un’esperienza personale, affinché possiamo essere partecipi di quel tutto, che cambia la vita, la trasforma, tanto da donarci la forza di fare altrettanto.