Quello sguardo

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GIOVEDÌ 30 NOVEMBRE 2023

SANT’ANDREA, APOSTOLO – FESTA

Nel cammino, nell’andare il Signore vede. Cosa vede? Due fratelli svolgere il loro lavoro quotidiano e li chiama a seguirlo. Come i discepoli così anche a noi, il Signore ci vede, nel nostro quotidiano, nelle piccole cose che facciamo; siamo guardati con uno sguardo di amore che chiama ad intraprendere il cammino con lui, dietro di Lui sui solchi dei suoi passi.

É bello leggere che in entrambe le chiamate, i fratelli lasciano subito quello che stanno facendo. Subito senza pensarci: quella fretta da uno sguardo diverso dai soliti occhi. Gesù deve averli guardati in modo diverso, c’era qualcosa che li attirati a Lui così da non perdere tempo: subito. Come Maria che corre in fretta dalla cugina, come i due discepoli che correranno in fretta a cercare il risorto. Una fretta segno che il cuore ha trovato qualcuno per cui “impazzire”, per battere ad una velocità diversa e la cui unica spiegazione é: amore!

Dio innamorato dell’uomo fa del suo sguardo un incanto, perché in quella profondità degli occhi l’uomo non si perda, anzi ritrovi pienamente se stesso, e nel ritrovarsi scopra Dio intessuto nella profondità del suo cuore terreno, ma costellato di cielo, un cielo in quello sguardo.

Oggi siamo chiamati a lasciarci guardare da Dio. Mettiamoci alla sua presenza e senza parole lasciamoci amare. Lasciamo le maschere che ci portiamo, deponiamo le nostre resistenze e senza temere restiamo dinanzi a Lui. Siamo chiamati a compiere il cammino dello sguardo, che inizia proprio da come Lui ci guarda, da come Lui ci ama. Guardare l’altro è amarlo per intero. Mettiamo nel nostro cammino sguardi di misericordia, attingiamo dall’iride di Dio tutti quei colori che ci permettono di vedere oltre ogni uomo e trovarvi quella sconfinata bellezza. Ogni perdono comincia da uno sguardo, ogni rancore da una fragile occhiata. Sia il nostro sguardo segno di quella chiamata che subito ci ha reso figli, fratelli, subito ha fatto di ciò che siamo, non più solo dei pescatori, ma pescatori di uomini ovvero, testimoni di quel Suo sguardo per tutta l’umanità.

“Signore, guardami!

Forse non c’è neanche bisogno che Te lo chieda,

è più per me, che per Te.

É per me, perché creda nel Tuo sguardo,

É per me, che ogni giorno affronto la vita come un ostacolo.

Oggi mi fermo e Ti guardo,

per vedere i tuoi occhi incontrare i miei e sentirmi vivo,

per fare di quello sguardo il mio trampolino di lancio.

Guardami! Qui seduto in attesa di uno sguardo.

Guardati uomo già amato da Dio,

ciò che hai atteso è qui.

Alzati, sei vivo, vivo in quello sguardo.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

“Io vi darò parola e sapienza”.

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29 NOVEMBRE 2023

MERCOLEDÌ DELLA XXXIV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

Difendersi dinanzi alla paura di essere attaccati, di essere incolpati per qualcosa di ingiusto. Chi non si è mai trovato nella situazione di dire: “se mi chiederanno o accuseranno di questo risponderò cosi?”. É naturale ed umano difendersi.

Oggi però è forte la risposta di Gesù: lo faccio io per te! Dinanzi alle molteplici difficoltà o fatiche, dinanzi alle incomprensioni nel nostro cuore deve nascere la fiducia che Egli è la nostra difesa. “Io vi darò parola e sapienza”.

Non bastano a volte belle parole, è necessario la saggezza di come usarle e soprattutto, non bastano i nostri sforzi, abbiamo necessariamente bisogno di Dio. Quando? Sempre! In quel quotidiano impastato di fatiche e speranze, in quella risposta al lavoro che tendo a rimandare, in quel consiglio ad un amico dove non so come cominciare. Per questo ed in questo, c’è una parola e sapienza preparata che attraversa il tempo, corre veloce per incontrarci e abitare nella nostra casa.

Quella parola e sapienza ha un volto, e desidera toccare il tuo cuore per togliere la rabbia e donarvi speranza, per togliere il timore e portare luce.

Se anche ci sentiamo attaccati da tutti, se sembra che il mondo stia per crollare, respira …, è in te la parola di speranza che Dio ha preparato nei secoli, per i tuoi giorni, tutti i giorni.

Dio il cui volto è sfolgorante fa del suo respiro il tuo alito di vita e tu sei vivente, di una vita in cui parola e sapienza sono le tue gambe, e crescendo, camminando scoprirai quanto Dio stando dietro alle tue spalle ti ha protetto, custodito ed amato, affinché tu non abbia più paura.

“Signore,

non starmi accanto

ti sentirei solo da un lato,

non starmi davanti

ho paura di perdermi,

stammi dietro,

affinché tutto di me, persino le mie ombre

trovino in Te, riparo.

Fammi conoscere il Tuo amore,

così da non aver più paura

e a ogni sbaglio e ostacolo

io sappia forte che Tu sei con me:

Tu, Dio dall’infinita certezza nella mia umana presenza.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Non lasciatevi ingannare

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28 NOVEMBRE 2023

MARTEDÌ DELLA XXXIV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

L’ invito di oggi è a non lasciarci ingannare. L’inganno è mettere Dio, dove Dio non c’è. Sembra di sentire l”eco del libro della Genesi, di quel serpente che inganna Adamo ed Eva e quindi tutta l’umanità.

Gesù risponde a tutti i desiderosi di vedere il regno di Dio, vuoi vederlo? Non lasciarti ingannare da chi dice di essere Dio, da quella condizione che rende schiavi, perché quel regno non è Suo. Il suo regno non è di pietre preziose, non ne ha bisogno, perché ciascuno di noi è prezioso ai suoi occhi, non ha bisogno di un tempio, siamo noi il Suo tempio. Non ha bisogno di azioni votive, fatte quasi come un rito, ha bisogno di cuori che ardono e dicono a Lui tutto il loro dolore e il loro amore.

Il regno di Dio è proprio qui, in questo tempo terribile di dolore, dove Egli soffre con noi per tutto, dove non è nascosto ma come un padre prova il dolore per un figlio che si perde e non parla, perché il dolore secca la voce. Egli aspetta che torni alla porta, così che non debba fare troppa fatica a cercarlo e sente tutte le nostre richieste ed il nostro grido: Dio dove sei?

E’ li con Te. Non può fare altro. Dio dall’onnipotenza impotente, ama tanto da rinunciare al Suo trono, perché tutti facciamo parte del Suo regno, perché ogni generazione si senta parte di un regno di amore e senta la forza di un Dio affermare: non è subito la fine.

La fine non sarà il dolore, sarà quel nuovo inizio di amore, dove ogni cuore comprenderà quanto Dio l’ha amato, quanto Dio c’è stato. Non sarà la fine perché in Dio non esiste la parola fine, ma inizio, da quel principio in cui un uomo si è fatto figlio per dire a noi: non temere sono qui, è vicino a te il regno di Dio.

“Dio,

apri il mio cuore al Tuo cielo.

Svelami il Tuo amore e donami la forza,

la forza di accettare cio che non riesco a combattere,

la forza di cambiare ciò che è possibile,

ma per me difficile.

Svelami il Tuo cielo.

Quello squarcio di azzurro nel nero delle mie giornate,

affinché alzando lo sguardo le colori con Te

e mi renda conto che Tu sei qui con me,

in questo grigio e nell’azzurro

e ci sei da sempre, per sempre, addirittura

prima di me.” (Shekinaheart Eremo dei cuore)

Il mio tutto

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27 NOVEMBRE 2023

LUNEDÌ DELLA XXXIV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

Cosa aveva nel cuore quella donna? Qual era l’intenzione che l’aveva spinta a dare tutto ciò che aveva? Non lo sappiamo. É quello spazio di attesa e silenzio, rispetto e amore, tra il Signore e noi. Nell’intimità profonda del nostro cuore Egli sa perché esso piange o sorride.

Gesù ci dà un’indicazione: quella donna ha dato tutto quanto aveva per vivere, quindi Gesù la conosceva, un’attenzione importante, quella donna è riconosciuta per tutto ciò che ha e non per quello che le manca. Ecco come ci guarda Dio! Dinanzi al nostro cuore ancora mancante, ciò che realmente conta è che siamo dinanzi a Lui, ciò che davvero conta è il Suo sguardo che ama e non per quello che abbiamo fatto, bensì perché possiamo vivere qualsiasi tipo di mancanza, ma mai la sua.

Quella moneta è segno di offerta, conoscenza e pienezza. Chiediamo al Signore oggi di vivere questo spazio di dono, di conoscenza, di pienezza, chiediamogli di rassicurare il nostro cuore. Non abbiamo timore a chiedere a Dio certezze, perché i dubbi inespressi sono già lì, nel Suo cuore, in quello spazio di silenzio dove la cura di Dio desidera trovare spazio in noi.

C’è però bisogno di un gesto, un piccolo cenno, perché l’amore non si obbliga, l’amore lo si prende per ridonare; forse quella moneta è il segno di un grazie per quello che aveva ricevuto, oppure una richiesta di una supplica, non importa, ciò che conta è che nel corso della storia tanti leggendo questo brano hanno trovato in lei una somiglianza, tanti hanno smesso di gettare la vita, per donarla.

Il gesto non deve essere soldi, qui si parla di moneta, ma nel nostro cuore sappiamo tutto cio che abbiamo per vivere: offriamolo a Lui, affinché ne abbia cura, e se questo è tra i brani più conosciuti, è perché intende dirci che non siamo mai solo mancanti, ma sempre abbiamo un tutto da donare.

“Signore,

osserva la mie mani vuote,

piagate dal freddo e dal tempo.

Cosa posso darti? Non ho più nulla.

Un tonfo nel cuore a queste mie parole:

sei Tu!

Ridonerò te stesso,

ti annuncerò al mondo,

affinché tutti conoscano il mio tutto

e trovino in Te la vera ricchezza.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Re dei Re

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DOMENICA 26 NOVEMBRE 2023

XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – NOSTRO SIGNORE GESÚ CRISTO RE DELL’UNIVERSO – ANNO A – SOLENNITÀ

Cos’è che rende Gesù Re? La sua capacità di non dimenticarsi di noi. Egli è Re del nostro cuore se sappiamo fargli spazio. Se, e spesso ce ne dimentichiamo, sappiamo fare memoria che siamo “tutti benedetti dal Padre mio”. Questi sono i primi che Gesù nomina, non perché sono i più bravi o onesti, ma perché vivono già di quella primizia di cui ci parla San Paolo nella seconda lettura: ovvero vivono di Cristo stesso. É lui la primizia, quel frutto anticipato perché ci indichi la stagione che sta per arrivare e ci metta sull’attenti di una novità, una primizia appunto.

Gesù nel Suo cuore ci ha benedetti, a tutti a detto: “venite”, ma la scelta di assaggiare di quel frutto, di far parte del regno è nostra. Dov’è il regno di Dio? In quel povero afflitto, in quella persona dimenticata, in quella vicina che sorride ma in verità è sola: ecco il Suo regno. É povero? No, è tanto grande, perché chi non può dirsi almeno una volta afflitto, dimenticato o solo? Ecco Lui dimora li, in te, una primizia regna nel tuo cuore ferito, affinché ti renda conto della stagione che sta iniziando: la stagione in cui tu puoi alzare la testa, deporre le tue lacrime, aprire il tuo cuore e scoprire che non è consumato, ma è diventato un regno in cui il Re dei Re dimorerà per sempre, così che tu possa rialzarti e renderlo presente a chi accanto, ha solo bisogno di sentirsi dire: vieni figlio mio.

“Signore,

a chi ha il cuore deluso e affranto:

vieni, dimora!

A chi si sente solo e non ha più la forza:

non tardare, regna.

Regna in me, in noi,

un grido dal cuore,

per rialzare lo sguardo,

un canto nella notte per dirti: Santo.

Eccomi, eccoci,

pellegrini dal passo stanco, assetati di speranza,

pieghiamo le ginocchia

a Colui che si è gia chinato su di me,

su di noi per rialzarci.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Casa di preghiera

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VENERDÌ 24 NOVEMBRE 2023

SANTI ANDREA DUNG-LAC, PRESBITERO, E COMPAGNI, MARTIRI – MEMORIA

La casa è il luogo fisico dove la persona umana vive, cresce, viene accolta ed accoglie, intesse relazioni, può essere se stessa, può lavorare e riposare. Ma al di là di queste “mura”, noi siamo il tempio di Dio, e per quanto imperfetti, Lui ci ha fatto dono del suo Spirito, desidera entrare in noi, vuole fermarsi a casa nostra, nel nostro cuore e mostrarci la sua salvezza.

Dio non è lontano da noi, questo Dio che è amore, non può abitare in un altro luogo se non nel cuore, il posto privilegiato dell’amore. Siamo chiamati a fargli spazio perché Lui cresca e vi prenda dimora, perché la nostra relazione con Lui diventi intreccio di vita, intreccio di amore, ovvero preghiera.

Quando il nostro cuore accoglie il Signore, si fa sua casa, diventa casa di preghiera: incontro nella verità di noi stessi con il suo amore, a cui non si può nascondere nulla, ma abbiamo fiducia che Lui è più grande del nostro cuore, ci ama e ci dona la sua misericordia.

Nella preghiera rinnoviamo sempre la nostra relazione con Dio, ci riconosciamo figli amati, salvati, e nell’intimità del cuore conserviamo questo dono prezioso di venire restituiti a noi stessi in una novità di vita e di amore che non ha pari. Solo Dio ci colma di amore e di vita, e ci spinge a fare altrettanto con i nostri fratelli.

Un cuore che diventa casa di preghiera, diventa luogo di Dio, casa dove tutti possano trovare amore, accoglienza, perdono e quando i “ladri” ovvero: peccati, fragilità o paure cercheranno di portarci via dal nostro cuore, rimaniamo saldi che Colui che vi abita griderà: andatevene!

“Signore,

fai del mio cuore casa,

anche se a volte spoglia, fredda,

so che troverà nel Tuo amore,

calore e luce.

Abita in me ed io in Te.

Un cuore solo, trova il suo senso nel cuore di un altro

ed io il mio, lo trovo in Te.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Terra visitata

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23 NOVEMBRE 2023

GIOVEDÌ DELLA XXXIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

Gesù piange su Gerusalemme, perché anche ora come nei tempi antichi, il popolo non riconosce l’amore di questo Dio innamorato che desidera la felicità per l’uomo. Non riconosce il tempo in cui è stato visitato, eppure Dio ha fatto meraviglie per il suo popolo, ma la durezza del cuore umamo non comprende.

Sono passati secoli, ma il cuore dell’uomo pare essere sempre lo stesso: desideri di bene e contradizzioni lo sconvolgono. Dio davanti al rifiuto dell’uomo è impotente, gli ha dato la libertà di scegliere e preferisce soffrire nel pianto piuttosto che togliergliela.

Gesù piange, è profondamente addolorato, perché questa città rimane ostinata nel male. Un Dio che piange per noi: dovrebbe farci sciogliere di commozione, convertire il cuore a quel mistero profondo d’amore iniziato dalla creazione del mondo.

Siamo figli di un Dio che nonostante tutti i nostri peccati, il nostro male, ci ama all’infinito e desidera darci tutto se stesso. Allora chiediamo al Signore che ci aiuti a comprendere questo mistero di amore, apra i nostri occhi, i cuori e le menti, perché oggi, come nei giorni avvenire, accogliamo la sua visita, viviamo nella sua grazia, nel suo perdono, viviamo il giorno del Signore: giorno di pace e di salvezza.

“Visita il mio cuore Signore,

quando duro non comprende.

Visita il mio cuore,

quando nella fatica si riempie di sconforto.

Visitami e fa che mi accorga di Te.

Fa che mi senta una terra abitata e visitata da Te.

Fa che Ti riconosca in mezzo alla folla dei miei pensieri ed incomprensioni

ed abbia la forza di gridare: abbà Padre!

E sentire la pace”.

(Shekinaheart eremo del cuore)

Per paura

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MERCOLEDÌ 22 NOVEMBRE 2023

SANTA CECILIA, VERGINE E MARTIRE – MEMORIA

A volte pare che questo nostro Dio sia duro, intransigente, che incuta paura. Ci viene alla mente Adamo, quando per paura si nasconde per non dover rendere conto, per sfuggire alla responsabilità della propria vita, ma Dio lo chiama, non perché non sa dove egli sia, ma perché lui capisca dove egli è, dov’è il suo punto di partenza.

Tutto comincia con una storia d’amore di Dio per l’uomo. Aver paura significa che non si é mai sperimemtato l’amore di Dio, ne la sua generosità, cosi la vita non si apre mai ad essere feconda e fruttuosa, non moltiplica il dono ricevuto, bensì lo nasconde.

Noi siamo stati scelti per portare quei frutti di Dio che rimangono nel tempo.

Il servo che nasconde la moneta d’oro è colui che non vuol seguire la dinamica della fede, ne sminuisce la potenza e chiude agli uomini la possibilità di cogliere, almeno per la parte di cui è responsabile, lo splendore dell’amore di Dio. Non bisogna aver paura di vivere nella pienezza dell’amore, perché se anche noi non arriviamo a tutto, il Signore ci da sempre una possibilità dicendoci: “perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca?”. Perché non hai trovato un altro modo di far fruttare quello che ti ho dato?

Per il Signore è importante la direzione verso cui si volge la vita, più di quanto si realizzi. Conta la fedeltà all’amore, rimanere in Lui fa portare frutto. Allora non fuggiamo, non nascondiamoci dalla sua presenza, lasciamo che il suo amore faccia brillare tutta la nostra vita.

“Signore,

insegnami a non aver paura,

aiutami a fidarmi di Te,

del Tuo esserci

e di quella parola

che può far brillare il mio cuore.

Aiutami a non seppellire

i doni che mi hai dato,

ma di farne terra fruttuosa.

Credo in Te Signore,

perdona la mia incredulità. “

(Shekinaheart eremo del cuore)

Parola e luce

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MARTEDÌ 21 NOVEMBRE 2023

PRESENTAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA – MEMORIA

Oggi memoria della presentazione della Beata Vergine Maria, poniamo la nostra riflessione sul Vangelo proprio di questa ricorrenza.

Sediamoci tra quella folla che ascoltava la Parola di Gesù, che ci insegna a diventare madre, fratello sorella. La Parola contiene uno Spirito creatore che realizza quanto promette. La Parola ha colmato di Grazia Maria, e in Lei tutte le generazioni riconoscono la grandezza e la potenza di Dio. Ella sarà beata perché il suo cuore ha fatto spazio alla luce intramontabile di Dio, ad un amore incommensurabile.

Gesù Salvatore nasce da una donna che si fida di una Parola e accoglie un mistero di salvezza per tutta l’umanità.

Maria ascolta e custodisce quella Parola che prende vita in lei e ne diventa generatrice: il Figlio è la stessa Parola del Padre.

Questa Parola, così potente coinvolge la libertà dell’uomo e dove viene accolta apre ad un amore infinito, che per una creatura sembra impossibile realizzarlo, ma per Dio tutto diventa possibile. Si diventa generatori di vita perché la volontà di Dio è il compiersi dell’amore.

Maria presentata al tempio sarà colei che porterà in sé il nuovo tempio, e ce ne farà dono. Beata è Maria che ha permesso a Dio di renderci figli e fratelli nel Figlio. Beati saremo noi, se come Maria accogliamo nel cuore la Parola viva che genera vita e rende madri, sorelle e fratelli nell’unico Signore della vita.

“Gioisca il mio cuore,

trovi in Te nel Tuo amore

quello spazio che in fondo è mio da sempre,

che mi ha generato ad una vita,

che ha in Te la sua luce e forza.

In quell’altare Ti ritrovo,

accanto, di fronte,

la mia anima inquieta Ti cerca,

e la Tua Parola come un raggio di sole

entra nella stanza del mio cuore,

un raggio che non tramonta

e scalda l’anima per sempre.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Di nuovo

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20 NOVEMBRE 2023

LUNEDÌ DELLA XXXIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

“Di nuovo” ripetuto per ben tre volte, perché anche noi come il cieco abbiamo bisogno di più occasioni per ripartire. Il cieco non vede ma sa chi è Gesù lo chiama: “Figlio di Davide”; anche noi sappiamo, ma spesso non vediamo i nostri sbagli, le nostre fatiche. Oggi il Signore ci invita ad avere nel cuore quella speranza che grida: “abbi pietà di me”.

Lasciamoci guarire dal Signore “di nuovo”, in quel “di nuovo” che è nuovo. “Di nuovo” non perché prima ho fallito, ma perché mi sono perso, eppure nonostante questo, Gesù è passato per quella strada, dove sono cieco, dove mi sono perso. Un caso? No, Egli è venuto per incontrare te e tutti i “di nuovo” che verranno. É venuto per alimentare nel cuore la tua speranza. É venuto affinché oggi tu sia vivo, ed un giorno sarai tu occhi per altri in grado di dire: “passa Gesù, il Nazareno”.

“Signore,

abbi pietà di me,

un grido profondo dal cuore,

l’unica cosa che mi rimane.

Ho bisogno di Te e di quell’occasione

per non essere così per sempre,

per poter sentirmi vivo,

per vedere quello che i tuoi occhi vedono.

Gesù cosa vedi di me?

Amore!

É forte la Tua risposta.

Una risposta che sento e conosco

e che mi porta oggi

qui da Te, “di nuovo”.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)